Allenamento

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  1. RoyTheUndead
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    CITAZIONE
    -Narrato in prima persona
    -Narrato in terza persona
    -*parlato*
    -<pensato>

    Un rumore fra le foglie, il vento era calato, non poteva essere un fruscio naturale degli alberi. Si muoveva rapidamente da un albero all'altro smuovendone le foglie che, come se avessero paura, tremavano per un periodo pari al passaggio di colui che vi era sopra. Più in basso ai piedi degli alberi un cervo correva impaurito, saltava le radici degli alberi come ostacoli e piegava e distendeva le zampe furiosamente per scappare da un qualcosa ancora ignoto. Svolta a destra, poi a sinistra. Gli alberi continuavano a muoversi, le foglie a sussurrare "fuggi" al povero animale indifeso. Ad un tratto giunse l'ora del cervo. Le zampe di codesto si colpirono fra loro, la velocità era così elevata che non riusciva a tenere il passo, cadde a terra rotolando un paio di volte su se stesso, si scheggiò un corno e si ferì gravemente una zampa anteriore. Il sangue era già iniziato a fluire dalla bestia quando ad un tratto l'inseguitore si fermò su di un albero, le foglie smisero di tremare.
    La povera bestia si guardava tutta intorno impaurita, tentando di alzarsi in piedi più di una volta, ma ogni sforzo era vano poichè le sue zampe non reggevano più il peso della fatica e della tensione. Non poteva far altro che attendere la morte in quel bosco vicino a Konoha. Non poteva fare altro che questo.


    Ero fra le foglie ad osservare una scena alquanto pietosa, ero stato io l'artefice di ciò, cercavo di allenarmi a star dietro ai cervi della foresta di Konoha, e a quanto pareva ne ero oltremodo capace, ma non avrei mai pensato di arrivare a ciò. L'unica cosa che potevo fare ora per quella povera bestia era dare lei il colpo di grazia che le avrebbe fatto chiudere gli occhi definitivamente. I lamenti dell'animale mi straziavano le orecchie e ancor di più il cuore, ma questo era lo strano corso della natura, un giorno ci sei e bruchi l'erba, il giorno dopo diventi preda e non ci sei più.
    Scesi rapidamente dall'albero di vedetta, camminai qualche metro per arrivare ai piedi dell'animale. Nei suoi occhi leggevo paura e tristezza. Erano gli occhi di un animale che aveva già compreso l'esito della sua giornata. Senza pensarci su due volte estrassi il kunai dalla tasca delle armi e chiudendo, con la mano libera, gli occhi dell'animale conficcai rapidamente il kunai nel collo di questo. Il dolore al momento del colpo sarebbe stato lancinante, ma pian piano si sarebbe abituato a quel calore che fuoriusciva da se e al freddo che l'avrebbe avvolto lentamente in una morsa fatale.
    Ripulii quindi l'arma con un lembo di vestito e la riposi, mi passai una mano sulla fronte e poi fra i capelli cercando di visualizzare bene la situazione. Non che mi dispiacesse lo scorrere del sangue, ma non dovevo essere poi così eccitato alla sensazione che mi dava ciò. Cioè avevo compiuto un'azione deplorevole.


    <eppure non mi sento in colpa, neanche un poco, non ho la sensazione di essere stato un farabutto. L'adrenalina che provavo mentre vedevo gli occhi impauriti del cervo che correva mi piaceva. Far sentire il peso della tensione alle proprie vittime prima di ucciderle è una cosa oltremodo stupenda, dal punto di vista dell'assassino. E siccome ho tutta l'intenzione di non trovarmi mai dall'altro lato della situazione continuerò a considerarla tale. Poi la vista del rosso del sangue che bagna la terra nuda. L'odore che si riesce a sentire e il tacito grido di tutta la natura che mi stà intorno. Forse la mia strada non è quella del primo Hokage, Forse la mia indole non è quella di aiutare e salvare le persone. Il mio mokuton ha ben altro interesse rispetto al creatore di questa immensa foresta. Tutte queste idee ronzano malevole nella mia testa e non riesco a fermarle, però ora come ora come faccio a capire la mia strada? Non posso, non voglio!>

    Mentre combatteva una lotta intestina che lo avrebbe forse portato alla pazzia si mise ai piedi di un albero a sedere e contemplare la natura silenziosa, che sembrava lo ammonisse con quel suo silenzio profondo. Tutto taceva, non un guaito, non un uccello volava sopra la foresta, tutti gli occhi erano puntati su Gono, su Cho Gono l'assassino. La foresta benchè non potesse fare granchè per punire Gono sapeva come far sentire in colpa l'uomo. Gli occhi degli animali, sia da terra che dagli alberi, puntavano in direzione del volto dell'assassino, i rami degli alberi sembravano avessero preso una piega strana come ad indicare Gono, macchiatosi di un insano delitto per la foresta. . .

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    Status:
    Fisico= ottimo
    Mentale= eccitato e confuso
    Chakra: 80/80

     
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  2. RoyTheUndead
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    -Narrato in prima persona
    -Narrato in terza persona
    -*parlato*
    -<pensato>

    *Sapete che questa non è la mia natura, lo sai benissimo sorella natura, sai anche che non sono io che provo queste emozioni, o meglio non è l'io che conosci, ma le provo ugualmente, sento molta adrenalina nel corpo, sento salirmi il sangue alla testa e la vista mi si appanna, apri dei nuovi occhi e chiudo quelli che solitamente uso. Ma sò benissimo che così facendo non solo ferisco gli animali, ferisco te e apro altre ferite nel mio cuore. Ma non prendertela con me, non riesco più a fermare il mio istinto, è per questo che ti farò soffrire ancora ed ancora.*

    Puntai ora una nuova preda, un uccello che si era posato su un ramo basso dell'albero che mi era di fronte. Non potevo farmelo scappare, sicuramente non era l'unico, ma lui sarebbe stato il primo. Mi alzai con un balzo da terra, estrassi in aria un kunai dalla sacca che portavo sempre con me dietro, poggiata al gluteo sinistro. Quindi focalizzai l'obbiettivo e lanciai il kunai, seguendolo subito dopo con un balzo in avanti come fossi un'animale feroce.
    Toccai nuovamente terra quando il kunai volava ancora in direzione dell'uccello, che accortosi del pericolo aveva tentato di spiccare il volo, ma ormai sembrava essere troppo tardi. Mi apprestai a fare un nuovo balzo aggrappandomi in seguito ad un ramo di un albero, quindi ad un altro, ora come ora sembravo una scimmia impazzita che avanzava dondolandosi di albero in albero. Quindi mi tirai su di un albero dandomi la forza con le braccia e facendo una capriola su me stesso in aria, atterrando perfettamente in piedi e riprendendo le idee, osservando ora l'uccello trafitto dal kunai attaccarsi all'albero dietro la mia vittima.


    <questa è la dura legge della giungla, purtroppo solo i più forti o i più astuti sopravvivono, e io non ho nessuna intenzione di farmi sopraffare, ne da un essere vivente, ne tanto meno da te sorella natura. Vivrò per me solo, e non sentirò scuse alle mie ragioni, perchè nessuno può sapere quello che ho visto io nei miei viaggi, nessuno avrà mai provato le mie emozioni, le mie paure, neanche tu sorella. Per quanto io ti voglia bene non posso pensare che il mio bene verso te sia più forte di ciò che provo per me stesso. Per questo io vivrò per salvaguardarmi>

    Quando il kunai si conficcò sordo nel legno uno stormo di una decina d'uccelli si librò in aria da alberi adiacenti a quello della precedente vittima di Gono. Quest'ultimo dall'albero dove era fermo si lanciò all'inseguimento dei fuggiaschi. arrivando alle calcagna di due di essi. Uno le prese con un colpo di mano, simile ad uno schiaffo, che lo fece cadere a terra, L'altro fù colpito da un pugno di rovescio, poichè dopo il primo attacco Gono si attorcigliò su se stesso facendo una piroetta e portando in fuori il braccio che era andato a colpire la sua vittima. L'uccello così preso andò a colpire il fusto di un albero e morì sul colpo. I restanti riuscirono a scappare, ma lo sconforto della foresta era percepibile.
    Se dapprima tutto taceva ora gli sguardi di ammonizione erano più pesanti e cupi. Ma forse sorella natura, come la considerava Gono, riusciva a comprendere i sentimenti dell'uomo. . .


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    Fisico= ottimo
    Mentale= eccitato e confuso
    Chakra: 80/80

     
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  3. RoyTheUndead
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    -Narrato in prima persona
    -Narrato in terza persona
    -*parlato*
    -<pensato>

    Gono rimase fermo sull'albero dove si era poggiato in seguito al salto a guardare il vuoto, a fissare un punto indefinito della foresta. Nella sua mente molti pensieri si affollavano, la natura sua sorella era divenuta per lui poco più che una conoscente. Il vento s'alzò e iniziò a far frusciare le chiome degli alberi con il quale rumore destarono Gono dalla sua trance. Questi si guardò un attimo intorno per riuscire a capire dove fosse e cosa ci stesse facendo in quel luogo. Poi ricordò il fatto di volersi allenare, prima aveva deciso di farlo seguendo un cervo, poi tutto era successo come in un lampo. A malapena ricordava le sue mosse, ma sapeva di essere stato perfettamente lucido nel momento in cui aveva ucciso le povere bestie.

    *Scusarmi ora non avrebbe alcun senso vero sorella? Le mie scuse non le accetterai così facilmente, ma ti ripeto che seguirò la mia strada, i miei alberi saranno marci, pieni di foglie nere corrotte dal mio odio. I miei fiori appassiranno quando qualcuno tenterà di coglierli. Ma io rimarrò fermo su questa via, seguendola in tutto il suo percorso, parallelamente alla tua. Non voglio ricreare il fenomeno che tanto tempo fà qui si manifestò, non voglio creare una foresta per rendere felici le persone. Ma solamente per scopi personali, se mai saprò fare di cotanta esperienza il mio fardello. Quindi sorella ricordati le mie parole e non essermi ostile, perchè come me molti altri ninja e persone si permettono di imbrattare le tue vie di color cremesi, come il sangue innocente che scorre.*

    Scesi a terra e portai le mani per comporre i sigilli, decisi di allenarmi seriamente, purtroppo solo a schivare le mosse della mia copia. Avrei creduto che quello fosse un vero nemico e avrei tentato di anticiparne le mosse, quindi creai un mio clone immateriale, che al singolo tocco sarebbe scomparso. Gli diedi l'ordine di attaccarmi ed iniziammo la danza che ci portò a ballare come in uno scontro, volteggiando fra un suo pugno e una mia schivata laterale, una sua spazzata e un mio balzo per evitarla, una lotta in aria con calci e pugni, ed io che muovendo il corpo sinuosamente riuscivo ad evitare tutte le mosse del mio clone. Sembrava quasi troppo semplice e non era di certo divertente come ciò che avevo fatto poco prima per allenamento. Ma comunque si trattava di una sorta di allenamento, che non sarebbe bastato per soddisfare le mie fatiche, per far sentire le mie gambe stanche e le mie braccia doloranti. Dovevo trovare assolutamente un altro metodo, mentre continuavo a schivare ora un pugno ora un calcio.

    CITAZIONE
    Tecnica della moltiplicazione del corpo (Bushin no jutsu)
    Genjutsu
    Sigili:Tigre,Cinghiale,Bue,Scimmia
    Con questa tecnica si creano delle copie identiche di se stessi, fatte però con il chakra, quindi incorporee. Sono quindi impossibilitate ad attaccare, tenere, afferrare o lanciare oggetti, parlare, nuotare. Nel caso al momento della creazione il ninja abbia in mano qualcosa, allora lo avrà pure la copia, ma non la potrà utilizzare in alcun modo. Le copie durano al massimo 4 turni. Numero massimo di copie per livello: Genin:3 Chunnin : 5 Jounin : 7 SP.Jounin/Sannin : 10 kage: 13
    Consumo : 5 a copia

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    Fisico= ottimo
    Mentale= quasi annoiato
    Chakra: 75/80

     
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  4. RoyTheUndead
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    CITAZIONE
    -Narrato in prima persona
    -Narrato in terza persona
    -*parlato*
    -<pensato>

    Non era per niente divertente quell'allenamento così come lo stavo facendo, avevo bisogno di uno stimolo in più, quindi mentre continuavo a schivare i colpi della mia copia iniziai a richiamare il chakra e a comporre i sigilli della medesima tecnica. Feci apparire altre due copie e chiesi loro di attaccarmi tutte e tre insieme. Forse sarebbe stato più eccitante, come guardare il sangue scorrere da una povera bestia. O magari mi avrebbe annoiato come in precedenza l'altro esercizio con una copia sola. Fatto stà che partimmo con l'addestramento. Ora mi ritrovavo a schivare più velocemente gli attacchi di tre persone, che seppur irreali, percepivo di essere colpito per il fatto che se mi avessero sfiorato sarebbero esplosi in una nuvola di fumo.

    <mi annoio, non può essere così facile schivare gli attacchi di questi tre, eppure mi sembra una passeggiata. Voglio provare l'adrenalina, voglio sentire il cuore battere e gli occhi colmarsi di lacrime anche se non devo piangere. Voglio sentire il chakra euforico che scorre nel mio sistema circolatorio e ancora il sangue che follemente inizia a girare in circolo più velocemente. Queste sono le emozioni che cerco e non è quello che ottengo. Forse devo andare a cercare altri metodi per allenarmi. Non più alcuno stimolo qui.>

    Mentre continuava a schivare si apprestò a dare un colpo ben assestato, un calcio rotante in volo con il quale spazzò via tutte e tre le copie. Una volta finito quello stupido addestramento Gono si mise ai piedi di un albero a guardare il vuoto, non aveva idea di quel che fare ma tutto sarebbe stato migliore di quell'insulso allenamento. Si certo i suoi riflessi sarebbero aumentati, se solo fosse servito a qualcosa, ma non si poteva essere sicuri di questo, poteva anche essere che i tre cloni non stessero dando il massimo, oppure poteva essere che i cloni non erano proprio il massimo dell'allenamento.
    Fatto stà che rimase ai piedi di quell'albero per una ventina di minuti buoni ad aspettare il nulla, ad ascoltare il rumore del vento sperando che gli portasse notizie favorevoli.


    CITAZIONE
    Tecnica della moltiplicazione del corpo (Bushin no jutsu)
    Genjutsu
    Sigili:Tigre,Cinghiale,Bue,Scimmia
    Con questa tecnica si creano delle copie identiche di se stessi, fatte però con il chakra, quindi incorporee. Sono quindi impossibilitate ad attaccare, tenere, afferrare o lanciare oggetti, parlare, nuotare. Nel caso al momento della creazione il ninja abbia in mano qualcosa, allora lo avrà pure la copia, ma non la potrà utilizzare in alcun modo. Le copie durano al massimo 4 turni. Numero massimo di copie per livello: Genin:3 Chunnin : 5 Jounin : 7 SP.Jounin/Sannin : 10 kage: 13
    Consumo : 5 a copia

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    Fisico= ottimo
    Mentale= annoiato
    Chakra: 65/80

     
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  5. RoyTheUndead
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    -Narrato in prima persona
    -Narrato in terza persona
    -*parlato*
    -<pensato>

    E decise così per un nuovo allenamento, avrebbe corso fintanto che le gambe lo avrebbero retto. Cercava un metodo per scappare da quei suoi pensieri e forse correre gli avrebbe fatto dimenticare il motivo per cui aveva iniziato a correre. Il sole era alto in cielo e segnava il mezzogiorno con un ardore entusiasmante. Gono iniziò a correre nella foresta dapprima uscendone poco dopo. Il suo viaggio sarebbe stato lungo, molto lungo, se veramente voleva cercare di espiare le sue colpe. Il bosco rimase in silenzio, attonito, a guardare le mosse dell'uomo, mentre ondeggianti i suoi capelli albini dichiaravano che Gono stava andando via. Nessuno avrebbe mai saputo quando si sarebbe fermato, nessuno avrebbe mai saputo dove sarebbe arrivato, sorpassando luoghi ignoti forse avrebbe nuotate anche nel mare lontano al paese del fuoco.

    MI ritrovai a correre, iniziai col superare la foresta, albero dopo albero. Mi fissavano, era fastidioso dover sopportare in silenzio quegli occhi puntati verso di me, il peso dello sguardo della natura, la sua rabbia si riversava tutta su quelle occhiate che mi lanciava maligne. Ma saltando radice dopo radice, chinandomi ad ogni ramo troppo basso oltrepassai la foresta del primo Hokage e ne uscii ammirando il sole nel suo splendore, mentre picchiava sulla terra dal suo punto più alto. Continuai a correre in direzione del sole, non vedevo bene avanti a me ma sembrava mi stessi dirigendo verso le montagne rocciose, forse mi sarebbe servito a conoscere un qualcosa di nuovo, ma intanto continuai a correre senza pensarci su.
    Il panorama che mi seguiva era magnifico, seppur molto semplice mi sembrava veramente stupendo. La pianura che mostrava il suo verde prato a tratti sembrava perdere la sua felicità dando piccoli sprazzi di terra battuta, segno dell'avvicinamento alle montagne, mentre quei quattro alberi che si vedevano ogni tanto non mandavano più occhiate maligne, ignari di quanto accaduto in precedenza. Continuai a correre per non sò quanto tempo, ma il sole iniziò a incupirsi e arrivò l'imbrunire, senza che me ne accorsi. Ora il cielo blu mi faceva da contorno per la mia avventura e le stelle luminose mi indicavano un cammino tutto nuovo. Seguendo sempre la mia strada continua a mettere in fila passo dopo passo in rapida successione.


    <e chissà se veramente così troverò qualcosa di nuovo, chissà se riuscirò a redimere questo mio sentimento, a recidere ogni legame per divenire libero, libero da me stesso, libero dal mio passato. Non penso potrò mai dimenticare sorella natura, ma allentare quel legame che prima ci faceva essere inseparabili credo sia possibile, anzi penso proprio di aver sciolto già il nodo.>

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  6. RoyTheUndead
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    -Narrato in prima persona
    -Narrato in terza persona
    -*parlato*
    -<pensato>

    Arrivai alle montagne in tarda nottata, stremato dalla corsa, ormai anche le gambe erano stanche, ma non volevo fermarmi così. Decisi di continuare scalando la parete rocciosa. In lontananza si sentiva il rumore di una cascata e pensai che la fine del mio allenamento l'avrei trovata sotto le acque correnti di quella naturale doccia. Concentrando il chakra nei piedi riuscivo a saltare da roccia in roccia senza che queste si sgretolassero e cadessero a terra. Il cielo blu mi accompagnava in questa mia "missione" personale.

    Gono superò velocemente la parete rocciosa arrivando sopra di essa e trovando uno spettacolo speciale. Una piccola oasi pacifica con alberi prati e un fiume nascente da una sorgente più in alto che creava inizialmente una cascata. Questi decise di andare a riposare la testa e il corpo sotto le acque di quella cascata, chiudendo gli occhi sentiva lo scroscio dell'acqua che lo cullava e gli faceva dimenticare i pensieri malvagi che fino a poco prima l'avevano attanagliato.

    SPOILER (click to view)
    Non me và più de scrive


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    Chakra: 65/80

     
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  7. Ranuccio
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