Kimimaro Kaguya vs Light Mustang Nara

Era pomeriggio, mi trovavo fuori le mura di kiri, mosso dalla semplice curiosità o dalla semplice noia, che mi spinse a uscire da quella monotonia di nebbia e sangue che era il villaggio delle Nebbie. Uscii nutrendo delle speranze riguardanti un qualcosa che avrebbe dato una movimentata a quelle giornate passate tra allenamenti e meditazioni. Ultimamente, a dir il vero, qualcosa d'interessante era successo: la promozione. Da poco ero diventato un genin e questo mi permise di sbloccare una piccola parte del mio potenziale, ebbi l'occasione di apprendere tecniche nuove e di cui ignoravo l'esistenza e inoltre riuscì a sbloccare il potenziale nascosto e raro di un kaguya. Ora potevo disporre dell'innata del mio clan, di cui ero il massimo esponente tra quelli del mio rango, l'abilità della manipolazione ossea, che poteva vantare la fama di essere l'innata che donava il corpo perfetto e io, al di fuori degli allenamenti, non avevo avuto ancora modo di testare quelle abilità sul campo di battaglia il che mi irritava e non poco.

Camminai tutto il giorno, sfoggiando i miei soliti abiti di taglia più grande la mia, tant'è che le maniche della parte superiore del mio kimono non lasciavano intravedere neppure la punta delle mani, il mio volto era caratterizzato dai segni peculiari del mio clan.
Davo nell'occhio, non c'erano dubbi, ma la cosa non m'importava. Le mie preoccupazioni erano ben altre, e quella a cui ora pensavo era rivolta ai combattimenti. Ora che ero diventato un neo-genin di kiri avrei cominciato ad avviarmi verso la strada del potere, infondo, era a quello che puntavo, non avendo altri motivi per vivere mi dedicai all'arte della guerra, anche se in essa non vi vedevo alcun significato, era la cosa per cui il mio clan mi aveva cresciuto e che io avevo continuato a fare fino a quel momento. Seguire l'istinto, uccidere, il piacere che si prova a far esalare l'ultimo respiro ad un avversario. A quei tempi quelle parole altro non volevano dire che farmi utilizzare come una marionetta ma solo ora capisco che quelle parole erano le fondamenta su cui si basava il mio clan e non mi piaceva. Dovevo trovare qualcosa per cui valesse la pena vivere. Per questo, abbandonando il mio desiderio di combattere, mi dedicai alla riflessione raggiungendo una radura ove ogni animale sembrava esser scappato col mio arrivo. Il posto era tranquillo, isolato dal resto del mondo, era pomeriggio e difficilmente qualcuno avrebbe rotto la mia quiete. Stavo in piedi ad osservare il cielo come se in esso erano nascoste le mie risposte.

Combattere..Uccidere...Che sia questo il solo motivo per cui un kaguya nasce?
No, non solo il mio clan, tutta la razza umana sembra esser nata per far leva sui deboli e comandare con la forza, tramite le guerre, sembra che per un uomo prima venga la guerra e poi la razionalità. Sembra che il mondo degli shinobi sia fondato sul sangue...Se esiste veramente un Dio, per quale ragione ha creato gli uomini? Per quale scopo?
Forse...Sta a l'uomo capire qual'è lo scopo per cui è nato, infondo, questa è l'unica libertà donataci da Dio. E io? Perché sono nato?

Pensavo dubbioso nel silenzio della natura, solo una brezza era presente e fungeva come base musicale per quell'ambientazione naturale e pacifico. Nel silenzio le risposte alle mie domande.

Continuavo a fissare il cielo mentre la brezza presenta attraversava la radura facendo muovere li steli d'erba e i miei capelli verso sinistra. Sembrava il posto ideale per poter godere della pace che aveva da offrire la natura, tuttavia, ben presto mi dovetti ricredere su quel luogo. Non ero l'unico presente, tutt'altro, alle mie spalle sentii dei rumori rimbombare nell'aria, cosa aveva provocato quei rumori? La risposta l'avrei avuto solo in un modo: girandomi. Cosi, nella mia posizione, in piedi, girai leggermente il capo verso destra e osservai con la coda dell'occhio destro ciò che avevo alle spalle. A 12m da me vi era un ragazzo, ne vidi i tratti fisici: era alto, caratterizzati da occhi verdi come lo smeraldo e capelli argentei, era simile a me, dopotutto. Lo squadrai e li vidi in mano un kunai, che volesse attaccarmi? Rimasi a guardarlo in quella posizione spiazzante del tutto priva di guardia, quasi non vedessi in lui una minaccia o qualcosa da cui mi dovevo difendere. Il mio occhio cupo e tetro lo fissava, proprio come un falco fissa la sua preda prima di attaccare fulmineo.

E ora chi sarà questo qui? Non mi piace come mi guarda...

Mi chiesi, non m'importava chi era, come si chiamava o da dove veniva, mi guardava brandendo un'arma senza che io avessi fatto nulla per innescare un'azione offensiva nei miei confronti, un atto del genere non poté far altro che irritarmi. Quindi, socchiudendo gli occhi lo ignorai per un attimo tornando a guardare il cielo davanti a me, quindi, tornai con il capo con il lato opposto al suo. Dopo pochi istanti di silenzio parlai con una calma e freddezza spiazzanti, degne di uno shinobi desensibilizzato dalle guerre e quindi totalmente indifferente dinanzi alla vista di un uomo armato. Chiusi gli occhi, quasi volessi assaporarmi fino in fondo quei momenti, i momenti di quiete che precedevano una battaglia.

Non so nemmeno come ti chiami e tu, non sai come mi chiamo...Eppure, mi guardi impugnando un'arma...Cosa aspettarsi da un ninja?
Ora, è troppo tardi per te, ma voglio sapere per qual'è ragione per la quale tu mi abbia scambiato per qualcuno da cui mantenere le distanze e tenendo la guardia alta...

Gli dissi con un tono seccato che via via diveniva sempre più irritato. Poi, mi girai completamente verso di lui e spalancai gli occhi, con le gambe leggermente divaricate, pronte a scattare e con i miei occhi gelidi come il ghiaccio ma duri come l'acciaio a fissarlo imparziale, quasi li stessi trasmettendo la mia rabbia con gli occhi.

Indipendentemente dalle tue motivazioni, ora ti darò io un motivo per considerarmi un reale pericolo.

Gli dissi secco, ero stato coinciso e abbastanza chiaro. Ora ero io a cercar battaglia, infondo, dopotutto ero uscito con quell'intenzione da casa, no? Ero uscito con l'esplicita intenzione di trovare uno sfogo, un combattimento per essere chiari, e ora avevo quell'occasione che non mi sarei lasciata sfuggire facilmente. Eravamo faccia a faccia, a 12m l'uno dall'altro, lui si trovava su un masso e io su soffici steli d'erba, lui era armato, io apparentemente, ma solo apparentemente, non lo ero. Già mi pregustavo quel momento, il momento in cui la mia e la sua lama si sarebbero scontrata per determinare chi tra i due fosse il più forte, il momento in cui solo le azioni sarebbero contate e avrebbero avuto significato, il resto non contava più niente.

Dopo la mia reazione né successe una sua, che a mio udire sembrava quasi "scusarsi" in un senso e "avvertirmi" in un altro, tuttavia, io rimasi indifferente a quelle parole, ero irremovibile dalla mia scelta.

Tu mi chiedi perchè sono armato semplice, qui non è molto facile vedere qulacuno del mio villaggio, per cui tu non sei di ste parti, e poi sai com'è il detto: Prevenire è meglio che curare, per cui per precauzione ho brandito un' arma.
Non sono venuto qui per combattere ma solo per rilassarmi e allenarmi per cui contro di te non ho niente ma se mi attacchi sarò costretto al contrattacco

Le sue parole per me non avevano senso, dalle sue parole potei dedurre una cosa: cercava di distrarmi dalla mia voglia innaturale di combattere, ma ormai era tardi, una volta che la miccia di una boma viene innescata niente può fermarla se non un'abile arteficere, per me era lo stesso. Una sola era la differenza, io non conoscevo ancora nessuno in grado di placare in me quella voglia istintiva devota alla battaglia, e forse quel qualcuno ancora non esisteva.
Prima che potessi rispondergli il ragazzo continuò a parlare, presentandosi.

Il mio nome è Light Mustang sono del villaggio della foglia e non ti ho mai visto da queste parti. Da dove vieni? com'è che ti chiami?

Il silenzio fu la mia risposta a quelle domande, a quanto pare il mio avversario apparteneva al più potente villaggio di sempre, il paese del fuoco, il paese della foglia: Konoha, li risiedevano i migliori ninja. Io invece potevo vantare kiri, la terra più sanguinaria tra tutte. Nonostante le mie intenzioni erano più che evidenti decisi di stare al gioco, almeno per un pò.

Konoha..?! Io sono Kimimaro, e appartengo alle terre di kiri. Sono venuto fin qui per trovare qualcuno con cui misurarmi e sulla mia strada ho trovato te. Quindi, ti do la possibilità di metterti in vantaggio, attaccami come meglio credi. Tuttavia, sappi, che se mi darai l'occasione di ucciderti non mancherò a farlo. Se sei uno shinobi degno di questo nome attaccami, oppure se non vuoi combattere scappa e porta disonore al tuo nome, Light Mustang. Cosa vuoi fare?

La mia fu una sfida psicologica. Lo posi dinanzi ad un bivio, o avrebbe accettato la sfida e avrebbe approfittato della mia gentilezza e avrebbe attaccato, oppure avrebbe scelto la seconda opzione, scappando e affogando il suo nome nella vergogna divenendo feccia agli occhi di un qualsiasi shinobi. Poi chinai leggermente il capo verso sinistra lanciai uno sguardo agghiacciante al mio possibile avversario. Cosa avrebbe deciso?

Ora potrò constatare personalmente se gli shinobi di konoha sono degni del nome che portano oppure se le voci che girano sulla forza dei suoi abitanti sono solo chiacchiere.

Mi domandai curioso mentre attendevo la tanto attesa risposta.

La risposta del mio avversario fu lunga, terribilmente lunga. Lunga quanto noiosa secondo un mio parere, chiusi gli occhi, quasi fossi scocciato da quella reazione che mi lasciò l'amaro in bocca.

Non mi piace combattere per motivi futili, puoi pensarla come ti pare anche che io sono un coniglio, ma io non scapperò resterò qui come lo sono stato fin' ora.
Per un ninja non contano solo le battaglie vinte o quelle perse ma anche quante persone si sono riuscite a salvare anche se per loro dovranno morirne altre, mio padre un giorno mi disse questa frase: senza sacrificio, l' uomo non può ottenere nulla (grazie Asop xD)... Ma mi sembra che al tuo villaggio si sappia solo cosa siano la violenza e l' odio.
Per cui non ti attaccherò.
Però se proprio vuoi combattere lo si può fare: io sono venuto qui per allenarmi e tu per trovare qualcuno contro chi combattere ma anche se ne avrò l' occasione non ti ucciderò, hai la mia stessa età, per cui abbiamo ancora una lunga strada davanti nel quale potremmo salvare molte vite di poveri innocenti

All'udire quelle parole riaprii gli occhi con la speranza che il ragazzo avesse finito, per mia fortuna era cosi, a quanto pare ora era il mio turno di rispondere ma quel combattimento stava divenendo ormai un combattimento verbale e la cosa m'infastidiva, ma mantenendo la calma parlai al mio avversario, di nuovo. Gli avrei risposto punto per punto, forzandolo a combattere rendendo vano ogni suo pretesto per non combattere.

A quanto pare hai delle idee alquanto confuse, lascia che ti aiuti a rimettere l'ordine nella tua testa. Gli shinobi essenzialmente non sono nati per proteggere, gli shinobi sono nati per rendere un villaggio più forte, e sai come? Facendo pressioni sugli altri villaggi, uccidendo, rubando e cosi via.... Gli shinobi sono macchine ideate a scopi bellici per servire fino alla morte ogni villaggio, non cercare di vedere la cosa sotto un punto di vista più ottimistico, è ridicolo. Inoltre, come dici tu, un ninja salva persone ma questo numero viene eguagliato dalle persone che uccide, senza contare che ciò procura la sofferenza per altri, egoismo allo stato puro, non ti pare?. Non vi è nessuna giustizia nel mondo degli shinobi e tu, convincendoti del contrario, altro non hai fatto che farti un'idea sbagliata di come funziona questo mondo meschino in cui fai parte...Tralasciando questo, se vuoi vedere in questo incontro una possibilità per allenarti, vedila come vuoi, non m'importa. Ora si comincia.

Sottrai due shuriken dal mio equipaggiamento, entrambi sottratti con la mano destra. Quegli oggetti erano tra quelli più caratteristici di un ninja, prese le armi stelliformi puntai il ragazzo e senza parlare spostai uno shuriken dalla mano destra a quella sinistra, lanciando con quest'ultima lo shuriken puntando la vita del ragazzo, a seconda di come avrebbe reagito avrei subito dopo lanciato il secondo shuriken dalla mano destra, anticipando una reazione avversaria avrei cercato un punto libero ove impiantare le punte della mia arma, preferendo le gambe, col secondo shuriken avrei provato a colpirlo al ginocchio destro o sinistro, cosi da ridurre in gran parte le capacità motorie del mio avversario. Tuttavia, se il mio avversario avesse schivato il primo shuriken e avesse trovato riparo dietro al masso su cui poggiava ora, io avrei evitato senz'altro di lanciare il secondo shuriken evitando uno spreco.

Prima di tutto devo capire le sue capacità. E per questo gli shuriken fanno a caso mio.

Pensai, volevo prima di ogni cosa testare le abilità avversarie e solo dopo far iniziare il duello. Gli shuriken vennero lanciati con forza e velocità, un colpo magistrale. Se le condizioni suddette si fossero avverate, tra uno shuriken e l'altro sarebbe passato un l'asso di tempo di 1-2 secondi cosi da non lasciare il tempo al mio avversario di pensare ad un contrattacco tempestivo durante i miei due lanci. Nel frattempo mentre tutto veniva orchestrato da me, inarcai leggermente in giù le labbra, facendo una specie di broncio, mi stavo concentrando

Come prevedibile che fosse il mio avversario evità il primo shuriken, saltando cosi da posizionarsi dietro il masso su cui era situato fino ad un momento prima. In quella circostanza il mio primo shuriken andò a vuoto, e dato che quel ragazzo aveva trovato rifugio dentro al masso lanciare anche il secondo shuriken sarebbe stato stupido da parte mia, quindi, mantenni lo shuriken nella mia mano, pronto a lanciarlo in un momento più propizio. Nel frattempo non mi mossi di una virgola, rimasi a 12m dal masso, e cominciai ad attendere.

Continuando a giocherellare con lo shuriken non dovetti far altro che attendere e fu il mio avversario a venirmi incontro, niente di più sublime per i miei occhi. Il ragazzo ritornò sul masso ma stavolta era equipaggiato per la battaglia, che si fosse deciso dunque? Aveva un bastone e un kunai in mano, lo guardai dall'alto verso il basso, indifferente davanti a quei due oggetti, infondo, contro di me le armi perdevano di efficacia e quelle che ora sfoggiava il mio avversario erano incluse nel cerchio delle armi etichettate come "inutile" contro un kaguya.

A quel punto il mio avversario afferrò saldamente il kunai con cui fino ad un momento fa aveva giocherellato consumando inutilmente preziosi secondi, mi lanciò il kunai e data la distanza di ben 12m era maledettamente facile per me capire dove il kunai stesse andando a mirare e avevo tutto il tempo di spostarmi lateralmente affinché potessi evitare il colpo, e cosi fu. Il kunai andò a vuoto, data la direzione e traiettoria che eseguiva si conficcò nel terreno, a 1m circa da me. Quella mossa mi aiutò a capire qualcosa del mio avversario

Si è nascosto dietro il masso per evitare il mio attacco, inoltre, ha contrattaccato lanciandomi un arma a sua volta. Ed ora rimane su quel masso equipaggiato da un bastone, questo vuol dire che si rifiuta di affrontarmi direttamente...Quindi, che prediliga i combattimenti a lungo raggio? Oppure che abbia lanciato quel kunai solo per una prova nel capire come mi muovo? Bé, qualunque sia la motivazione devo trovare il modo di avvicinarmi a lui, a quel punto, non avrà via di scampo.

pensai osservando il mio avversario, e rimasi sorpreso da ciò che vidi. Egli stesso scese dal masso, mantenendo con la mano sinistra il bastone che poggiava sulla spalla sinistra. Dopo esser sceso cominciò a camminare contro di me, lentamente però senza mai fermarsi, che voleva fare? Influente la risposta sapevo solo che quella era un occasione da non perdere. Indietreggiai di 1m e mezzo, in questo modo mi ritrovai il kunai lanciato dal mio avversario poc'anzi d'avanti ai piedi. Non feci altro che afferrarlo con la mano libera, in questo modo, una mano brandiva uno shuriken mentre l'altra un kunai. Nel frattempo il mio avversario continuava a camminare lentamente fino a che non si ritrovò a 7m da me e 6 dal masso da cui era partito. Ora sarebbe stato facile colpirlo dato che la distanza che vi era dal masso e da qualsiasi altro oggetto utile per ripararsi era troppa per essere percorsa nell'asso di tempo in cui io avrei attaccato. Come non approfittare di tale occasione? Dopo essermi assicurato che quella sagoma che si avvicinava non era un clone lanciai il kunai e lo shuriken, a distanza di 2secondi l'uno dall'altro. In questo modo lo shuriken sarebbe stato lanciato a seconda di come il mio avversario si sarebbe spostato per evitare il primo kunai che mirava il centro del suo petto. Tutto era dannatamente simile alla mia azione precedentemente, ma in realtà non era cosi, volli aggiungere un qualcosa di mio nella strategia, qualcosa che mi avrebbe assicurato un colpo sicuro. Dopo aver lanciato lo shuriken le mie mani sarebbero state nude, e con questo sotterfugio avrei creato dei proiettili digitali.

Hessendan

Pensai per poi lanciare i 5 proiettili affinché colpissero il nemico ad entrambi le mani e all'addome, 3 proiettili avrebbero puntato l'addome, 2 le gambe, più precisamente il ginocchio. In questo modo avrei debilitato i movimenti avversari. L'Hessendan essendo una tecnica veloce avrebbe messo in condizioni critiche il mio avversario dato che quest'ultimo stavolta non avrebbe potuto ripararsi dietro qualche oggetto e dato l'effetto sorpresa della tecnica e la sua velocità che superava quella di un comune ninja del ben 20%, non vedevo come il mio nemico avrebbe potuto evitare quei colpi. Senza contare che quel bastone che si portava appresso e che manteneva con una mano impediva l'utilizzo di jutsu dato che per effettuare i sigilli bisogna avere ambedue le mani libere, qualità che il mio avversario non aveva.

Vediamo se questo lo fermerà

Commentai ripensando alla mia strategia. Il kunai, che puntava al petto, avrebbe fatto spostare il mio avversario, lo shuriken, che puntava all'addome, che avrei lanciato successivamente avrebbe cercato di colpire il mio avversario nel preciso istante in cui quest'ultimo si fosse spostato per evitare il kunai, e infine, l'Hessendan avrebbe concluso il tutto. La parte migliore era che il mio avversario, anche ammettendo che fosse riuscito per miracolo a schivare quella combinazione, non avrebbe capito che i miei 5 proiettili fossero un tecnica derivata da un innata, la mia innata. Infondo come capirlo? Io ero di kiri e lui di konoha, e ciò significava jutsu diversi, quindi il ragazzo avrebbe scambiato quasi sicuramente quella tecnica per un jutsu di kiri e la mia manipolazione ossea poteva ancora far presa sull'effetto sorpresa in futuro.

Vidi i miei attacchi mancarlo, uno dopo l'altro, persino il mio Hessendan che vantava una velocità superiore alla sua non riuscì a colpirlo. Che avesse una velocità e prontezza di riflessi superiori del ben 21% della norma? Possibile dato che aveva utilizzato il suo bastone in maniera sublime, ma davanti a quello "spettacolo" non feci alcun cenno di spiazzamento, seppur non era previsto, quei movimenti altro non erano che frutto di un duro allenamento. A quel punto, rimanemmo nuovamente faccia a faccia e stavolta sarebbe attaccato a lui attaccare, e io non feci altro che attendere con trepidanza quel momento.

A quanto pare se la cava bene nel giocherellare con quel bastone, che sia quello il suo punto di forza?

Mi chiesi tra me e me facendomi ulteriori supposizioni sul modo di attaccare del mio avversario, tuttavia, proprio mentre cercavo di capire il mio avversario compì un gesto che non riuscì a capire. Piazzò un'estremità del bastone nel terreno a 6m da me, se ne separò, chissà per quale ragione. Forse voleva preparare un jutsu e quindi li servivano entrambi le mani libere, ma anche quell'ipotesi venne resa poco probabile dalla successiva mossa di Light. Egli prese una cartabomba, che voleva fare? Data quella lunghezza stretta che ci separava anche lui sarebbe stato coinvolto nell'esplosione. Forse era una finta per farmi retrocedere o per impaurirmi? Bé, non avrebbe funzionato, non con me, non con uno che non teme la morte. Tuttavia, rimasi attento e concentrato, il minimo margine di errore non era consentito se volevo battere il mio avversario, ed essendo quella la mia intenzione, non potevo sbagliare. Mi corse incontro, cercava il corpo a corpo? Con me avrebbe avuto una sorpresa amara.

Ti aspetto.

Pensai, preparandomi allo scontro frontale, però, quando egli stava per colpirmi qualcosa di strano successe, scomparve, com'era possibile? Lo cercai con gli occhi, squadrai la zona davanti a me eppure non c'era, che si fosse volatilizzato ?. Solo un secondo più tardi risentii la sua presenza vicina a me, lo sguardo mio ricadde ai miei piedi e lui era li, sotto di me, e io non mi accorsi di nulla. Aveva utilizzato una tecnica? Probabile, ma ora non avrebbe avuto scampo. Nonostante stesse cercando di colpirmi con un montante effettuato con la gamba sinistra mentre le braccia poggiavano a terra per cercare un sostegno di equilibrio io mi lasciai colpire volontariamente. Le cose però non sarebbero andate come aveva previsto il mio avversario, no, la situazione sarebbe peggiorata sensibilmente per Light, portando me in un vantaggio non indifferente.

Yanagi No Mai.

Ed ecco, la prima danza del mio clan, la danza del salice. Utilizzai quella tecnica per un motivo ben preciso: il taijutsu del mio avversario consisteva in un montante dal basso verso l'alto con la gamba destra, quindi, mi sarebbe bastato spostare leggermente la gamba sinistra verso destra affinché la mia gamba e quella del mio avversario fossero parallele mentre il piede di Light mi colpì il mento procurandomi una spinta che mi avrebbe sollevato in aria. In quel preciso momento attivai la prima danza, il primo osso ad uscire fu quello del ginocchio sinistro. Un osso di ben 50cm, acuminato, pari al legno ma sufficiente a penetrare la carne e difatti quell'osso puntava proprio a quello. L'osso estratto parzialmente aveva la funzione di trapassare parte a parte il ginocchio di Light, inoltre, data la spinta verso l'alto che ricevetti dal mio stesso avversario, sarei stato balzato verso l'altro e con me anche l'osso che si sarebbe fatto strada lacerando oltre al ginocchio anche il polpaccio, muscoli, nervi, sarebbero stati distrutti. L'osso avrebbe funzionato anche come un ottimo ammortizzante, conficcandosi nella carne avversaria mi avrebbe impedito al ragazzo di mandarmi troppo in aria con il suo calcio, e difatti, poco dopo aver conficcato la carne del mio avversario sarei ritornato con i piedi per terra, e avrei continuato la mia danza facendo spuntare ulteriori ossa dalle gambe e alla braccia e dato che il mio avversario avrebbe subito una ferita critica alla gamba che non gli avrebbe permesso di spostarsi era alla mia merce. 10 ossa avrei richiamato, quelle delle ginocchia, quelle dei gomiti e le restanti 6 sarebbero spuntate dagli avambracci, 3 a braccio, cosi da rendermi perfetto per quello che era il mio compito: uccidere. Una volta che mi sarei munito di quelle armi mi sarei lanciato sul mio inerme nemico, perforandogli il corpo in 10 zone: cuore, entrambi i polmoni, l'addome, le braccia, le gambe e la testa. Uccidendolo con movimenti eleganti e rapidi e le ossa sarebbero state tutte acuminate e avrebbero misurato 50cm, sarebbero entrate in profondità provocando danni critici o persino mortali all'organismo del konohaniano .

E' finita

Commentai tra me e me mentre ero in procinto di eseguire la mia danza, inoltre, dato che io e il mio avversario saremmo rimasti molto vicini durante tutta l'esecuzione, il mio avversario non avrebbe potuto contare sulla carta bomba, almeno che non volesse subirne anche lui gli effetti, il che era alquanto stupido. La parte più bella è che tutto sarebbe avvenuto in meno di un secondo, un l'asso di tempo troppo breve al mio avversario per capire cosa sarebbe successo da li a poco. Inoltre, il ragazzo non poteva effettuare la sostituzione non avendo il mezzo con cui sostituirsi e dato che aveva una mano occupata nel lavorare la carta bomba non poteva eseguire sigilli ergo, nessuna tecnica e il primo osso che sarebbe fuoriuscito, cioè quello del ginocchio, il mio avversario non lo avrebbe potuto vedere data la sua posizione e che la sua stessa gamba copriva la fuoriuscita del mio osso. Sarebbe finita lì? Molto probabile.

Il colpo andò a segno, il mio osso iniziale colpì la gamba sinistra del mio avversario, rendendolo soggetto ai miei successivi attacchi, questo significa la vittoria da parte mia. Già mi pregustavo la vittoria, e stavo per ucciderlo facendo scempio della sua carne. Le mie ossa erano ad un passo dal colpirlo, pochi cm ancora e lo avrei ucciso, sarebbe finito tutto li e sorrisi leggermente.

...Cosa..?!

Mi chiesi stupefatto, mi ero fermato di non di mia volontà, cercavo di forzare il corpo a muoversi ma niente, non ci riuscivo, com'era possibile? Mi guardai intorno ma non vedevo niente di strano come mai mi ero fermato? Poi capii, era una tecnica del mio avversario, una tecnica che lo salvò all'ultimo momento. Ritirai le mie ossa, ormai tutti quegli spuntoni erano inutili quando era un passo dalla vittoria. Con calma guardai il mio avversario, con sguardo agghiaccianti simile a quello di un demone sanguinario, mentre ero bloccato.

Capisco, questa dev'essere opera tua. Non...ci riuscirai...

Gli dissi per poi cominciare a mettere forza nei muscoli, digrignai i denti, il mio corpo tremava tale era la forza che mettevo per liberarmi e la forza che mi bloccava. Ancora non avevo capito cosa era successo ma in quelle circostanze era insufficiente a farmi ritirare, il mio avversario era ai miei piedi, con una gamba inutilizzabile e a me sarebbe bastato un colpo per finirlo, non mi sarei fatto sfuggire quell'occasione, non in quel modo.

Non riuscirai a fermarmi...! Mai!

Gridai, quasi come se volessi intimidirlo con il solo utilizzo della voce. Alla fine ci riuscii, la cosa fu costosa sotto il punto di vista fisico ma ne valse la pena dato che ora potevo finire il combattimento. Immessi una forza enorme nel liberarmi, utilizzai persino il chakra, dovevo finire in fretta, non avrei resistito ancora a lungo.

Forse sono nato per uccidere..Se è questa la ragione per cui sono nato...Lo farò!

Mi dissi mentre provai ad appoggiare il piede destro sul polso destro del mio avversario cosi da immobilizzarlo al suolo. Le mani si avvicinarono al suo petto, la mano destra al suo cuore mentre la sinistra al suo collo, ambedue le mani erano rispettivamente a 40cm dal suo petto e 30cm dal suo collo. Dal polso delle mie mani fuoriuscirono altri spuntoni d'osso acuminati, misuravano 50cm, quindi 10cm per il petto e 20 per il collo sarebbero penetrati quasi sicuramente e sarebbero bastati per eliminare il mio avversario ma per maggior sicurezza mi sarei curvato leggermente in avanti e con forza avrei trafitto in maniera mortale il mio avversario.

Muori.

Dissi per poi far crescere le ossa dai palmi di ambedue le mani, mezzo secondo avrebbero impiegato e solo la loro fuoriuscita sarebbe risultata fatale, il mio avversario non si sarebbe potuto muovere se le cose andavano come previsto. Non sarebbe scappato, non avrebbe eseguito tecniche che lo avrebbero salvato. La sua vita sarebbe continuata ancora per mezzo secondo e in quel secondo io avrei raggiunto l'apice dell'euforia o la tristezza e la malinconia che consegue l'aver un'ulteriore vittima sulla propria coscienza, ma ormai per me l'eliminazione di qualcuno non mi fa né caldo né freddo. Avrebbe trovato il modo di salvarsi? Oppure sarebbe stato un Game Over definitivo?