Kimimaro Kaguya vs Light Mustang Nara

Era pomeriggio, mi trovavo fuori le mura di kiri, mosso dalla semplice curiosità o dalla semplice noia, che mi spinse a uscire da quella monotonia di nebbia e sangue che era il villaggio delle Nebbie. Uscii nutrendo delle speranze riguardanti un qualcosa che avrebbe dato una movimentata a quelle giornate passate tra allenamenti e meditazioni. Ultimamente, a dir il vero, qualcosa d'interessante era successo: la promozione. Da poco ero diventato un genin e questo mi permise di sbloccare una piccola parte del mio potenziale, ebbi l'occasione di apprendere tecniche nuove e di cui ignoravo l'esistenza e inoltre riuscì a sbloccare il potenziale nascosto e raro di un kaguya. Ora potevo disporre dell'innata del mio clan, di cui ero il massimo esponente tra quelli del mio rango, l'abilità della manipolazione ossea, che poteva vantare la fama di essere l'innata che donava il corpo perfetto e io, al di fuori degli allenamenti, non avevo avuto ancora modo di testare quelle abilità sul campo di battaglia il che mi irritava e non poco.

Camminai tutto il giorno, sfoggiando i miei soliti abiti di taglia più grande la mia, tant'è che le maniche della parte superiore del mio kimono non lasciavano intravedere neppure la punta delle mani, il mio volto era caratterizzato dai segni peculiari del mio clan.
Davo nell'occhio, non c'erano dubbi, ma la cosa non m'importava. Le mie preoccupazioni erano ben altre, e quella a cui ora pensavo era rivolta ai combattimenti. Ora che ero diventato un neo-genin di kiri avrei cominciato ad avviarmi verso la strada del potere, infondo, era a quello che puntavo, non avendo altri motivi per vivere mi dedicai all'arte della guerra, anche se in essa non vi vedevo alcun significato, era la cosa per cui il mio clan mi aveva cresciuto e che io avevo continuato a fare fino a quel momento. Seguire l'istinto, uccidere, il piacere che si prova a far esalare l'ultimo respiro ad un avversario. A quei tempi quelle parole altro non volevano dire che farmi utilizzare come una marionetta ma solo ora capisco che quelle parole erano le fondamenta su cui si basava il mio clan e non mi piaceva. Dovevo trovare qualcosa per cui valesse la pena vivere. Per questo, abbandonando il mio desiderio di combattere, mi dedicai alla riflessione raggiungendo una radura ove ogni animale sembrava esser scappato col mio arrivo. Il posto era tranquillo, isolato dal resto del mondo, era pomeriggio e difficilmente qualcuno avrebbe rotto la mia quiete. Stavo in piedi ad osservare il cielo come se in esso erano nascoste le mie risposte.

Combattere..Uccidere...Che sia questo il solo motivo per cui un kaguya nasce?
No, non solo il mio clan, tutta la razza umana sembra esser nata per far leva sui deboli e comandare con la forza, tramite le guerre, sembra che per un uomo prima venga la guerra e poi la razionalità. Sembra che il mondo degli shinobi sia fondato sul sangue...Se esiste veramente un Dio, per quale ragione ha creato gli uomini? Per quale scopo?
Forse...Sta a l'uomo capire qual'è lo scopo per cui è nato, infondo, questa è l'unica libertà donataci da Dio. E io? Perché sono nato?

Pensavo dubbioso nel silenzio della natura, solo una brezza era presente e fungeva come base musicale per quell'ambientazione naturale e pacifico. Nel silenzio le risposte alle mie domande.