Eiji Okuda VS Light Mustang Nara

Light era impassibile, gli occhi imperscrutabili come un cielo assente da ogni nuvola. I secondi passava, l'aria accarezzava i capelli di entrambi in quella landa desolata. Mezz'ora fa nè Eiji nè tantomeno il suo avversario avrebbero immaginato di trovarsi in una simile situazione, e forse, fra un'altra mezz'ora, ognuno avrebbe proseguito per la sua strada. Qualunque cosa fosse successa, in qualunque modo sarebbe finito lo scontro, solo uno di loro due avrebbe primeggiato, schiacciando a terra l'altro. Questa era la legge dei ninja, questa era la legge dell'intero universo. Un combattimento amichevole? Entrambi sapevano bene che era molto più di un combattimento amichevole. L'avevano saputo fin dal principio. Mettevano alla prova sè stessi, prima che l'avversario, col sangue che pulsava nelle vene e il cuore che palpitava nel petto.
I capelli si erano ormai ritirati, e la difesa di Eiji era per il momento caduta. Rimaneva la Sabbia Nera, fluttuante intorno a lui, l'unico baluardo a cui affidarsi.
Light scagliò ancora contro di lui due proiettili di chakra katon. Questa volta, il colpo andò a segno. Sulla parte destra del petto, la maglia bianca venne lacerata e la pelle, sotto, si arrossò terribilmente. Poi, dopo qualche secondo, la carne bruciata si ricoprì di piccole bolle. Eiji provò un dolore pungente, che dopo qualche secondo se ne andò per lasciar spazio a un fastidio prolungato, al sentore che una miriade si spilli stessero affondando nelle sue due piccole ferite. Non era niente di grave, una ustione lievissima, poco di più. Una smorfia passò sul volto di Eiji, per poi scomparire immediatamente.
Poi, improvvisamente, l'avversario fece cadere l'arma di forma cilindrica, e, con le mani nuovamente libere, compose un sigillo. Non si trattava del Topo, il classico sigillo per il Controllo dell'Ombra. Di cosa si trattava? Il ragazzo di Suna ebbe subito la risposta che cercava: l'ombra di Light si divise in una moltitudine di strisce nere, e queste, abbattutasi sul suo corpo, lo avvolse totalmente.
"Poco male. Non potevo muovermi prima, non posso muovermi ora. Non so in cosa consista esattamente questa tecnica, e non m'importa più di tanto. Se non sbaglio è passato un minuto circa da quando ha attivato il Controllo dell'Ombra. Ancora poco e sarò libero. Devo solo aspettare", riflettè. La cosa, tuttavia, cominciava ad annoiarlo. Si, doveva aspettare, ma niente gli vietava di ingannare l'attesa. Prima che l'avversario potesse attaccare di nuovo, la Sabbia Nera schizzò verso l'alto, a cinque metri sopra le loro teste, concentrandosi man mano in una ventina di spiccole sfere. Il tutto non durò che pochi secondi. Bastò un pensiero, e le sfere, automaticamente, caddero ad alta velocità dal cielo in una nefasta piogga. La distanza che separava Eiji dal suo avversario era piuttosto ridotta, solo tre metri; questo non gli impediva tuttavia di dirigere l'attacco così che, colpendo un'area di quattro metri quadrati, circondasse Light alle spalle e ai fianchi, togliendogli ogni via di fuga. E il ragazzo di Suna si sarebbe goduto lo spettacolo in prima fila.