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Ranuccio
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Il Mostro. Così lo chiamavano. Non andava fiero di quel nome. D'altra parte, quelle carneficine gli erano necessarie. Non gli piaceva certo uccidere ninja senza alcun motivo, e soprattutto sporcarsi le mani con il sangue di shinobi di basso livello. L'arte della guerra era qualcosa di sacro e prezioso, che non andava profanato. Pultroppo, le cose erano cambiate da un'ottantina di anni a questa parte. Ormai la figura del mercenario - un combattente esperto nella battaglia, che anzi della battaglia faceva la sua stessa ragione di vita - era diventata sinonimo di ladro, o assassino. Pultroppo la situazione era quella, e altro non c'era da fare che accontentarsi.
In piedi, un uomo stava finendo di vestirsi. Aveva indossato un pesante mantello grigio, che arrivava fino ai suoi piedi. Il capo era coperto da un cappuccio, e il volto era parzialmente nascosto da una larga sciarpa nera. Solo gli occhi - due occhi verdi penetranti - erano scoperti. La sua statura, in totale, arrivava ai due metri. La sua sagoma lasciava intuire che si trattava di un uomo muscoloso, o quantomeno robusto. L'uomo fece qualche passo nella piccola stanza. Si trattava di un albergo di periferia, dove aveva passato la notte. Non aveva una base stabile, preferendo spostarsi di città in città. Ultimamente viaggiava molto fra Konoha e Tanzaku Gai, ma presto sarebbe partito. Il pomeriggio stesso, fra qualche ora.
Raccolse gli ultimi oggetti dal tavolino e li infilò in un sacco. Se lo mise in spalla e, dopo aver dato un'ultima occhiata, lasciò la stanza. Un proprietario terriero lo attendeva nel Paese del Vento, a ovest di Suna. Non ci sarebbe voluto molto per arrivare. Scese le scale, e percorse la hall. Il proprietario, dietro al bancone, lo salutò. L'uomo non rispose. Aveva pagato una bella somma di denaro, per assicurarsi il suo silenzio.
Uscì in strada. Il sole lo costrinse a socchiudere gli occhi. Con una mano si parò il volto dalla luce. La periferia si immetteva su una strada maestra, diretta verso il confine. L'avrebbe seguita, non aveva niente da temere. Nessuno poteva riconoscerlo. Aveva fatto un cambio d'abiti e si era lavato. L'odore del sangue era stato cancellato totalmente dalle sue mani. Nemmeno uno di quegli Inuzuka, che vantavano un portentoso fiuto, sarebbe arrivato a lui.
I passanti si voltavano a guardarlo, ma lui non ci faceva caso. C'era abituato. D'altra parte, dava abbastanza nell'occhio. Anche se, ovviamente, sapeva occultare del tutto la sua presenza, quando serviva.CITAZIONEStato Fisico: ottimo
Stato Psicologico: Tranquillo
Chakra: ?/?
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