Quest ammissione

Esame di ammissione ai Tegami Bachi per Azashi Uzumaki

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    Recati Da Light Nara alla sede dell' Organizzazione, qui lo incontrerai ed inizierai subito con la prova teorica dopo una veloce visita dell' edificio



    Edited by AndreaZena93 - 22/5/2011, 21:07
     
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    "Di ogni cosa al mondo
    il cuore è la più indispensabile.
    Ogni cosa al mondo è governata dal cuore
    e creata dal cuore"


    Questi due periodi erano incisi con elaborati ghirigori sull'architrave dello spesso portone in legno. Strinsi i pugni sentendo l'accartocciarsi di un foglio. Con rapidità mi osservai la mano destra e vidi che avevo stropicciato la lettera di convocazione che stringevo nel pugno, ormai quasi del tutto chiuso. Presi la lettera con tutte e due le mani e, lisciandola, rilessi l'indirizzo a cui mi sarei dovuto presentare. Alzai lo sguardo cercando un qualche punto di riferimento: accanto al portone stava una lastra in rame con recante il numero 227 e l'immagine di una vespa stilizzata. Scorrendo ancora una volta la lettera ottenni conferma di essere nel luogo giusto. L'edificio era poco più alto delle case circostanti, in una strada secondaria, riparato dalla luce del sole.
    Di primo acchito sembrava una chiesa: pareti in marmo bianco, numerosissimi pinnacoli, uno stile semplice che si innalzava fino al cielo e un'enorme rosone in stile cloisonné. Il portone era di un marrone scuro e finemente intagliato: una vespa di profilo occupava quasi tutto lo spazio disponibile.

    La cosa bella era che l'intero stabile sembrava abbandonato; la porta era serrata, non un rumore dall'interno e neppure una traccia di vita in tutta la strada.
    Le fasce bianche che indossato attorno alle braccia e alle gambe assorbivano il sudore che l'ansia mi stava procurando. "Che sia il caso di dare un'occhiata dentro?" pensai. Composi il sigillo della Tigre e chiusi gli occhi. Gli riaprii subito dopo. Ciò che stavo per fare era sciocco: non vi era alcun motivo per essere preoccupato.
    Un guizzo alla periferia del mio campo visivo mi fece voltare di scatto. Nella finestra di una casa vidi un ragazzo con i capelli scuri, alto, con lunghi pantaloni, maglia a maniche corte e braccia coperte da fasce bianche; sorrisi al mio riflesso e potei vedere il Coprifronte della Foglia che portavo alla gola.
    La porta era chiusa, ma ciò non significava ch l'interno fosse vuoto. Mi avvicinai al portone e appoggiai le mani vicino allo spacco tra i battenti.

    Feci un passo in avanti con la gamba destra ed iniziai a spingere i battenti, aprendo la porta. Feci un altro passo e l'aprii quanto bastava affinchè una persona vi entrasse. L'interno era quello di una chiesa: ampi archi a sesto acuto delimitavano la navata principale dalle due laterali, più piccole; Sulle navate laterali erano presenti matronei aperti sulla navata principale da alte finestre trilobate; in fondo alla navata principale stava una grande scalinata che si dipartiva verso i due matronei.
    Restai pietrificato dalla scena: quel posto era un vero splendore. L'unica luce proveniva dalla porta alle mie spalle e il fascio illuminava solo il primo quarto della navata principale. Il pavimento era in marmo bianco e non veniva scopato da un po', ma nonostante tutto manteneva un senso di maestosità unico. Quel posto incuteva venerazione e rispetto.
    Venerazione verso chi aveva potuto realizzare un'opera del genere, che mai si era vista al mondo.
    Rispetto perchè, visto il luogo in cui mi trovavo, l'artefice di tutto doveva essere qualcuno di immensamente capace.

    Ora ero lì, con una lettera di convocazione, incapace perfino di parlare, sentendomi colpevole di aver violato un luogo sacro. Non me la sentivo di muovermi in un luogo del genere; secondo le indicazioni avrei dovuto cercare un certo Light Mustang Nara.
     
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    Bella giornata a Konoha. Mi trovavo nell' ufficio, se così lo si poteva chiamare, ero quasi sdraiato tra la sedia e la grossa scrivania fatta da legno di mogano con i bordi rivestiti da un sottile filamento d'oro. Su di essa vi erano appoggiati grandi quantità di lettere da dover dividere fra tutti i Letter Bee presenti in quel momento nell' ufficio e farle arrivare a destinazione.
    Era da quasi l' alba che stavo riordinando le lettere, pacchi e tutto quello che continuava ad arrivare. Avevo costruito, con l' aiuto di qualche fabbro e falegname, una grossa biblioteca. In essa vi erano tutte le documentazioni delle spedizioni, delle entrate monetarie e delle uscite.
    Erano registrati tutti i nomi delle persone che stavano lavorando li o, che avevano lavorato. Sotto ogni nome vi erano elencate le ricevute delle spedizioni completate con successo. Era ordinato tutto per ordine alfabetico e le lettere per ordine cronologico.
    "Light, abbiamo visite. E' appena arrivato un ragazzo di all' incirca la tua età con una lettera in mano." "Arrivo subito". Alzai la sedia spostandola all' indietro. Mi alzai e mi diressi dall' entrata.
    Squadrai il nuovo entrato. Portava il coprifronte del villaggio. Gli occhi erano perlacei, tipici degli appartenenti al Clan Hyuga di cui probabilmente faceva parte il ragazzo.
    Arrivato davanti a lui porsi il mio benvenuto nell' alveare di Konoha. La sede dei Letter Bee.
    "Benvenuto sono Light, Head Bee di questa sede... Come mai sei venuto da queste parti? Bisogno di consegnare qualche lettera?"
     
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    Ogni istante che passava quel posto appariva più tetro e minaccioso. Le late colonne e il matroneo gettavano ombre tutt'attorno, abbastanza spesse da sembrare scuri drappi, e la poca luce che filtrava dalla porta, da me lasciata aperta, contribuiva a donare al posto quell'aspetto misterioso. In fin dei conti avrei dovuto prevedere una cosa del genere: si trattava pur sempre di un'organizzazione, era logico che il loro nascondiglio fosse almeno un po' inquietante. Mi voltai più volte, contando le mattonelle fin dove il mio sguardo arrivava, cercando qualche traccia di vita, ma tutto sembrava vuoto e deserto. La polvere, attraversata da sporadici raggi di Sole, si levava dal pavimento e, da quel che sembrava, anche dalle mura stesse. Mosso a curiosità mi piegai un istante, giusto il tempo di sfiorare con un dito il pavimento; quando lo avvicinai al viso potei notare il sottile strato di polvere che vi si era depositato. Quel posto doveva essere rimasto chiuso per un sacco di tempo, forse anni, per aver accumulato tanta polvere. Mi sentivo un idiota ad essere lì, fermo, al centro del nulla più totale, con una semplice lettera di presentazione stropicciata dalla tensione. L'essere un Uzumaki significava venire trattati con rispetto ovunque si andasse, quello che portavo era un cognome leggendario, anche presso le Alte Sfere: un tale, di cui non ricordavo neppure il nome, mi aveva firmato quella lettera di presentazione, farneticando qualcosa riguardo a dei "ninja postini". Non che l'idea di attirasse particolarmente, ma dopotutto qualcosa per arrotondare lo stipendio non era male e facendo il postino non credevo di rischiare troppo la pelle. E poi ero un ninja medico, e quelli come me erano molto ricercati. La mia speranza più grande era quella di poter viaggiare, di aver modo di addentrarmi in terre lontane e fare molte interessanti scoperte, soprattutto riguardo il mio passato.
    Ma forse quello non era il posto migliore da cui iniziare, forse era stata tutta una presa in giro e da qualche parte qualcuno stava ridendo di un giovane intraprendente troppo fiducioso.
    Fu allora che li vidi: lampi di ghiaccio nell'oscurità, abbastanza intensi da farmi sobbalzare. Era spuntato fuori dal buio come se niente fosse, probabilmente veniva da qualche porta laterale, con la naturalezza e il portamento di chi conosce bene quel posto e sa cosa fare. Quelli all'inizio mi erano parsi blocchi di ghiaccio in realtà erano i suoi occhi, freddi anche alla calda luce del giorno; i capelli, chiari come non ne avevo mai visti, apparivano ancora più innaturali dei miei rossi e si incorniciavano perfettamente alla candida pelle, forse addirittura cadaverica. Mi incuteva timore e rispetto al tempo stesso, forse avevamo la stessa età ma di certo lui dimostrava molti più anni di me. Vidi i suoi occhi indugiare sul Coprifronte che avevo attorno al collo, prima di concentrarsi su di me. "Benvenuto sono Light, Head Bee di questa sede". Le sue parole sembravano rassicuranti, ma anche forti e solenne, come se chi le pronunciava sapesse perfettamente il loro valore e le bilanciasse con la voce una ad una. Ma forse quella era solo una mia impressione. "Come mai sei venuto da queste parti? Bisogno di consegnare qualche lettera?".
    Sorrisi inavvertitamente: anche se sicuramente diversi di grado, in fondo eravamo coetanei. Sapevo alcune cose di questo Light: era un Nara, uno dei migliori, un giovane prodigioso ed anche un Jonin di alto valore. Di più non ero riuscito ad ottenere, la fama dopotutto si basa anche sulle dicerie. "Azashi Uzumaki" risposi meccanicamente. Aspettai alcuni secondi che la mia presentazione sortisse qualche effetto, desideroso di vedere le reazioni del Nara, prima di porgergli la lettera. "Ho saputo che cercate membri per l'Organizzazione" ripresi "Sono un ninja medico, se posso esservi d'aiuto...".
     
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    Il ragazzo dai capelli rosso fuoco si presentò porgendomi un foglietto. il suo nome era Azashi Uzumaki, facente parte dell' omonimo clan famoso negli anni passati per le loro tecniche di sigillo fuori dal comune e per il caldo colore dei capelli. Ninja medico, strano che si presentasse proprio in un' organizzazione come quella. Vi era una squadra specifica all' interno del villaggio ma, meglio così. Un esperto di medicina avrebbe sicuramente fatto comodo.
    Il fatto che la voce sui Tegami gli fosse giunta era un bene, voleva dire che l' organizzazione stava crescendo bene e che la pubblicità fatta ai tempi dell' apertura stava dando i suoi frutti.
    Con la solita tonalità pacata e calda ripresi la presentazione. "Benvenuto nella modesta base dei Tegami", finito di parlare le luci si aprirono illuminando tutta la stanza mostrando i corridoi e le stanze all' interno dell' edificio. Dopo pochi secondi di silenzio continuai. "Per poter entrare in questa squadra speciale dovrai sostenere alcune prove. Una teorica, l' altra pratica, niente di troppo complicato"
    Mi voltai facendo segno di seguirmi. Gli mostrai la stanza in cui avrebbe svolto l' esame prima, per poi svoltare nelle altre sali mostrando la totalità del piano. Vi era una parte dedicata ai documenti, tutti registrati ed ordinati secondo un preciso sistema. L' angolo bar e svago con un piccolo ristorantino interno.
    "Quando vuoi potrai iniziare, ti verranno date tutte le informazioni dalla ragazza laggiù". Con la mano indicai una Kunoichi dai lunghi capelli corvini ed un paio di occhialetti da vista che le donavano un' aspetto da prima della classe. Di corporatura slanciata ma con le giuste curve. Il suo nome era Kuroichi Amino, Chunin esperto del villaggio.
    "Dovrai decodificare l' intera pagina nel tempo sopra indicato, anch' esso scritto in codice, il linguaggio usato è piuttosto semplice. Non appena avrai completato consegna e..." Qualche secondo per far assimilare le informazioni alla recluta poi riprese nella sua spiegazione. "Aspetta l' esito qui fuori nel corridoio. Se il risultato sarà soddisfacente passerai alla seconda prova"
    Date le indicazioni la ragazza si sedette comodamente alla cattedra mantenendo il suo buio sguardo sull' allievo.
     
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4 replies since 6/6/2010, 21:30   89 views
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