Missione Livello B

Per Light Mustang Nara

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  1. Ranuccio
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    L'Arena
    Descrizione: Già da alcuni mesi circolano voci su una fantomatica Arena, un covo di mercenari, banditi, assassini e ladri di ogni genere, la peggiore feccia del Paese del Fuoco insomma. Si tratta, a quanto pare, di un vero e proprio anfiteatro dove una grossa banda, i Komitsu Brothers, hanno istituito tornei di combattimenti illegali, su cui ovviamente ruota un cospicuo giro di scommesse clandestine. Gli sfidanti, che si scontrano persino utilizzando le arti ninja oltre che armi di ogni genere, sono per Mukenin indebitati fino al collo che cercano di guadagnare qualche soldo in questa disumana maniera, uccidendosi l'un l'altro sotto gli occhi di una folla sadica e urlante. Tuttavia, il tuo compito c'entra solo indirettamente con l'Arena. Difatti, i nostri informatori ci hanno assicurato che fra quattro giorni sarà presente sul luogo un pericoloso criminale, Saiko Niizuma, ricercato da tempo e che in più di una occasione è riuscito a sfuggirci. Recati all'Arena, fingendoti tu stesso un bandito, e cerca in ogni modo di eliminarlo. Fai attenzione: un movimento sospetto e ti ritroverai addosso un migliaio di assassini, che non vedono l'ora di far fuori qualche ninja.
    L'Arena si trova a sud di Konoha, una decina di chilometri prima del confine con il Paese delle Onde.
    Ricompensa: 300 ryo

     
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    kage

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    Il tempo per recuperare dall' ultima missione che subito me ne era stata affidata una nuova. Questa, però, non avrebbe comportato un lungo viaggio. Il punto in cui mi sarei dovuto recare si trovava a sud di Konoha ad una decina di chilometri prima del confine con il Paese delle Onde.
    Sulla carta si trattava di una semplice missione di livello B ma dopo essermi fatto spiegare nel minimo dettaglio in cosa consisteva poteva anche nascondere alcune sorprese interessanti.
    Un' arena in cui avvenivano scontri all' ultimo sangue tra banditi sul crollo di una "bancarotta" disposti a uccidere o farsi ammazzare per guadagnare qualche quattrino.
    Nient' altro che burattini nelle mani di un sadico pubblico. Strumenti per saziare la propria voglia di sangue e violenza. Ma, il mio compito, poco c' entrava con questo insolito passatempo. E, in un qualche modo mi dispiaceva. Avrei voluto mostrare loro uno spettacolo che difficilmente avrebbero dimenticato. Anzi, sarebbe stata l' ultima sequenza di immagini che avrebbero visto. Sarebbe rimasta impressa nelle loro pupille per l' eternità....
    Ritornando al principale compito che avrei dovuto svolgere pensai a quale sarebbe stato il personaggio in cui mi sarei dovuto impersonificare per potermi avvicinare così senza dare nell' occhio ed eliminare il ricercato.
    Passai svelto l' occhio tra i vari camuffamenti all' interno dell' armadio trovando poi quello che più faceva al caso mio.
    Un vecchio lungo vestito nero per lo più strappato. Un cappuccio dello stesso colore calato sugli occhi.
    Presi la vecchia e fidata Katana color avorio posizionandola nel suo fodero sul fianco destro sotto il lungo vestito nascondendola allo sguardo indiscreto che non appena avrei varcato i confini del villaggio avrei avuto addosso. Lungo la cinghia posizionai entrambe le Diablo. Facili da afferrare anche in situazioni di limitata possibilità di movimenti in spazi stretti.
    Tolsi dalla fronte il coprifronte posandolo sul letto di casa. Sarebbe stato inutile in questo tipo di missione.
    Uscii di casa ed iniziai a percorrere a velocità sostenuta il tragitto che mi separava dall' obbiettivo.
    In mezza giornata, tra un salto e l' altro tra gli alti rami degli alberi della foresta di Konoha osservai attentamente ciò che mi circondava. Soprattutto non appena fui più vicino al confine...
    Tesi l' udito così da captare ogni minimo rumore nelle vicinanze.
    Dalla fitta foresta della Foglia passai ad una vegetazione meno rigogliosa. Una prateria più o meno vasta di apriva dinnanzi a me. Per qualche chilometro il paesaggio era costituito da alberi di media statura distanziati l' uno dall' altro, rivoli d' acqua si alternavano al verde del terreno. Dopo una ventina di minuti il panorama cambiò nuovamente ritornando ad uno più simile al primo. Alberi piuttosto alti e rigogliosi si alternavano a sprazzi di limpido cielo. I raggi del sole filtrati dalle folte chiome degli arbusti creavano svariati disegni d' ombra nel terreno.
    Un rumore via via più ampio si iniziava a sentire. La vicinanza con l' arena doveva essere ormai poca. Le urla di quei malati spettatori si iniziavano a sentire, scesi dal ramo di un albero per continuare la leggera corsa sul terreno come un normale civile così da evitare inutili allarmismi ad occhi indiscreti.


    Light Nara
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  3. Ranuccio
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    L'anfiteatro noto come Arena quel giorno era particolarmente affollato. Al momento, sotto le grida di centinaia di spettatori si stavano sfidando due uomini muscolosi, forti all'apparenza, ma privi di ogni stile di combattimento e maestria nel corpo a corpo. Una semplice scazzottata insomma. Un uomo, seduto fra la folla, osservava a braccia conserte il macabro spettacolo, avvolto in un mantello nero che gli copriva metà del volto, lasciando scoperto solo due occhi azzurri penetranti. I lunghi capelli biondi ricadevano sulle spalle larghe. Al suo fianco, un individuo grasso e basso saltava sulla sedia, agitato più del necessario per il combattimento. Aveva scommesso una grossa cifra su uno degli sfidandi e ora il suo favorito era caduto a terra dopo un diretto che l'aveva colpito in pieno muso. La ciccia, a ogni movimento, ballonzolava dandogli l'aspetto di un budino. Queste scene era piuttosto comune nell'Arena. Dall'esterno, era visibile la sommità dell'anfiteatro svettare sopra un nugulo di baracche e postriboli che vi erano nati attorno, andando a formare un vero e proprio borgo, dedito alla criminalità e alle scommesse clandestine. Il tutto era immerso all'interno di una prateria ai cui margini si sviluppava una fitta foresta, ottima per tenere lontani gli occhi indiscreti. In ogni caso, per tenere lontani i ninja di Konoha, un paio di "guardie" - se così si potevano chiamare mercenari della più bassa specie - appollaiati sugli alberi del bosco, controllavano che nessun ospite indesiderato si avvicinasse troppo all'Arena, e in tal caso lo eliminavano senza troppi problemi.
     
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    kage

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    Le urla e gli schiamazzi si fecero sempre più dirompenti e fastidiosi. Non era sicuramente un posto adatto a me. Amavo i posti silenziosi e tranquilli e questo non si poteva sicuramente definire uno di quelli. Anzi. Tutt'altro. Continuai nella mia corsetta leggera all' interno del bosco finché, ad una ventina di metri davanti a me non vidi i primi segni dell' area attorno all' arena. Bancarelle e banchetti si alternavano tra loro. Gruppi di persone ammassate una su l' altra probabilmente si accalcavano attorno al ring così da ottenere una migliore vista dello spettacolo. Dietro questo business si muovevano grosse somme di denaro. Le scommesse portavano grosse cifre nelle casse ed i negozietti guadagnavano parecchio tra un incontro e l' altro.
    Ritornai a concentrarmi solamente su ciò che mi stava attorno. Appollaiate sugli alberi adiacenti si contavano un paio di persone, probabilmente sistemate li a per controllare il perimetro ed allontanare i più sospetti.
    Mantenni il ritmo come se nulla fosse. Non ci avrei impiegato troppo tempo per eliminarle senza lasciarne tracce dei loro corpi. Infondo era in questo che mi ero specializzato. Ormai da qualche mese facevo parte della squadra speciale ANBU. Per la precisione nel reparto adibito agli assassini.
    Non appena fui in mezzo alla folla sentì in un primo istante gli occhi delle persone che avevo intorno scrutarmi poi come nulla fosse ritornarono ai loro affari.
    Mi avvicinai al ring osservando attentamente quello che stava avvenendo su di esso. Due partecipanti si stavano massacrando. Due uomini muscolosi, forti all'apparenza, ma privi di ogni stile di combattimento e maestria nel corpo a corpo. La folla però non sembrava dare peso a questo fatto o, forse, non aveva mai visto un vero scontro, e a tale "spettacolo" esultava o imprecava a seconda della propria scommessa.
    Con lo sguardo, mantenendo un comportamento impassibile e disinteressato, o quasi, cercai il mio obbiettivo li nelle vicinanze.
    Mi era stato descritto come una persona simile, almeno fisicamente, a me. Occhi azzurri. Penetranti. Lunghi capelli biondo cenere ricadenti sulle spalle.
    In quell' istante probabilmente si stava gustando lo scontro con aria superiore. Quasi disgustata per l' orribile spettacolo che i due energumeni stavano mostrando. Il pensiero principale forse era il denaro che avrebbe guadagnato mettendo su una scenetta che lo avrebbe portato a prendere qualche colpo per poi terminare il suo avversario in pochi ma letali attacchi.
    Mi voltai osservando le persone che mi stavano attorno. Non appena notai ciò che stavo cercando mi avvicinai. A poco meno di 1 metro si poteva notare una persona sulla cinquantina. Un grosso gruzzolo di banconote ben strette in mano. Quasi accerchiandolo altre 4 o 6 persone con altrettanti soldi in mano si spintonavano cercando di scommettere sul vincitore.
    Mi feci largo attraverso uno piccolo spiraglio che si aprì non appena una di loro si spostò leggermente.
    Chiesi informazioni sulle quotazioni di vittoria su Niizuma Saiko.
    Non appena mi vide l' uomo di mezz' età scoppiò in una risata seguito a ruota dalla combriccola di vecchi ubriaconi poi, con tono arrogante mi rivolse la parola. "Ci dispiace ragazzino ma questo è un lavoro per i grandi. Non sono affari che ti riguardano"
    Senza dar peso alle parole di quel flaccidume rifeci la stessa domanda stavolta però il tono era serio e la luce negli occhi con cui fissai il vecchio era leggermente diversa. Un' istinto omicida si poteva leggere in quello sguardo e, probabilmente, questo sarebbe arrivato anche all' interessato.
    "Mi scusi sono stato maleducato. Qualche secondo... ManJu, Na, Nihuta, Niizuma eccolo. Dalle mie informazioni sembra dato come vincitore assicurato di quest' oggi. Se vuole scommettere su di lui farà sicuramente centro. Voleva sapere altro buon uomo?"
    Distolsi momentaneamente lo sguardo passando per un istante la mia attenzione al ring. Ormai non sembrava mancare molto alla fine.
    "Si, quando sarà il suo prossimo scontro?"
    Non appena mi fu data l' informazione mi riavvicinai al ring senza emettere parola.
    Uno strano olezzo aleggiò nell' aria non appena mi girai. Un odore acre. Qualcuno se l' era fatta sotto...
    Che merda d' uomo.... Fu l' unico pensiero che riuscii a fare su quella feccia.
    A quanto pare a breve avrei avuto l' occasione di eliminare il ricercato senza dare troppo nell' occhio.
    Dopo di lui avrei raso al suolo il terreno circostante. Ogni singola persona sarebbe stata lacerata. L' arena avrebbe avuto il suo ultimo spettacolo. Era giunta l' ora dell' atto finale dell' opera. Il silenzio avrebbe ripreso il possesso di quel bosco...



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  5. Ranuccio
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    Tenshou non era un gran lottatore. Non lo era mai stato. Sapeva utilizzare le arti ninja, ma era privo di talento e di Kekkai Genkai. Combattere contro Saiko sarebbe stato un suicidio, e lui ne era consapevole. Tuttavia, non poteva fare altrimenti. Gli bastava rimanere in vita, e tutto sarebbe filato liscio. Certo, vincendo lo scontro avrebbe ottenuto una vera fortuna, ma si accontentava di riscuotere i soldi che aveva scommesso a suo favore, conscio dei suoi limiti. Con una mano si asciugò la fronte sudata. Gli occhi neri andarono a destra e a sinistra, mentre la prese si stringeva sempre di più sulla mazza ferrata. La colpa era dell'agitazione. Cercò di calmarsi, scuotendo la testa. I capelli rossi, lunghi, legati in una coda di cavallo bassa, oscillarono, quindi ricaddero inerti.
    Il suo spogliatoio si trovava all'opposto di quello di Saiko, al momento, cioè dall'altro capo rispetto all'ingresso dell'Arena. Fra pochi minuto sarebbe toccato a lui. Il tremore non passava. Fortuna che nessuno lo vedeva, nella stanza era solo. Non avrebbe fatto una bella figura a mostrarsi una femminuccia, per cui doveva assolutamente tranquillizzarsi prima dell'inizio. Ne andava della sua vita.
     
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    kage

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    L' uomo colpì duramente l'avversario e lo fece cadere a terra. Quindi, raccolta la mazzo di metallo che poco prima aveva lasciato, fece sì che non si sarebbe più alzato. Il pubblico mandò urla, alcune di gioia, altre di rabbia, altre ancora solo di eccitazione nel vedere quel macabro spettacolo. Il vincitore alzò le mani al cielo, raccogliendo fischi e applausi, mentre due persone si occupavano di rimuovere il cadavere dell'Arena, preparando il campo al successivo scontro.
    L' incontro come anticipato finì velocemente. Un morto ed un vincitore.
    Neanche il tempo che i due levassero il cadavere che già erano partite le scommesse sullo scontro successivo. A quanto pareva le informazioni datemi prima erano corrette. Sarebbe stato il prossimo e la sua quotazione era molto alta.
    L' avversario, un certo Tenshou, si stava preparando nel suo spogliatoio. Mi mossi serpentinamente tra il pubblico raggiungendo velocemente l' ingresso dei corridoi. Qui non mi ci volle molto a trovare la stanza di Tenshou.
    Appoggiai l' orecchio alla porta. Non sembrava molto spessa ed il materiale sembrava piuttosto scadente. L' udito sviluppato avrebbe svolto bene il suo lavoro riuscendo a captare i rumori avvenenti nella stanza ed indicandomi, con un margine di scarto, la distanza che mi separava dal bersaglio.
    Avrei dovuto svolgere il solito lavoro pulito e silenzioso. Nessun intoppo ne problemi di alcun tipo si sarebbero dovuti verificare. E, dopo di lui, sarebbe toccato a Niizuma Saiko poi, chissà, a tutti quelli che avrebbero voluto sfidarmi...
    Non c' era nessuno che spiccava sulla massa di normali banditi. Forse solamente il ricercato principale gli altri, per lo meno a prima vista, erano principalmente esperti nelle risse da bar. Nessun particolare stile di combattimento ne abilità.
    Ma non per questo avrei abbassato la guardia. Anzi, sarebbe rimasta bella alta così da evitare problemi.
    La mano scivolò veloce sull' elsa della Katana. Un leggero suono all' estrarre della lama dal suo immacolato fodero si potè sentire in modo quasi impercettibile. L' altra mano, la sinistra, si appoggiò al freddo metallo della maniglia della porta. La abbassai cercando di produrre il minor rumore possibile anche se un leggero cigolio si potè avvertire. Infondo si trattava di vecchie tavole di legno e vecchie mappe mal tenute. Spalancai la porta e, con un rapido e silenzioso scatto in direzione del malcapitato portai a termine l' estrazione della lama (ho usato una forma molto simile allo Iaido per questo tipo di attacco). Un rapido e letale fendente si sarebbe avventato su Tenshou. Un colpo portato in modo ascendente che avrebbe tagliato in modo profondo dall' anca sinistra fino alla giugulare e alla carotide. Una morte rapida ed indolore. Se così si poteva definire.
    Solo la mano dello scrittore avrebbe potuto salvare il malcapitato dalla fredda mano della morte.


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  7. Ranuccio
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    Al massimo se avrò più tempo la finiremo fra un po' di tempo, ma al momento:
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    Ok, va bene, Grazie..
    Ah di fama quanta?
     
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