Missione livello B+

per Takeru Uchiha

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    kage

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    Verrai convocato nell' ufficio di Light-Sama il quale ti riferirà i contenuti della missione per conto dei Shogi.
    - "Shun Lee, Shinobi di alto rango del villaggio della foglia ha appena rapito due giovani studenti dall' accademia fingendosi loro insegnante. Poi si è allontanato dal centro cittadino portandosi verso i confini con il villaggio del Suono, fuori dalla nostra giurisdizione.
    Dalle nostre informazioni i due ragazzi rapiti provvengono da due importanti clan di Konoha: Senju Shinji e Hyuga Makoto. Probabilmente scelti per i loro preziosi geni che, una volta sviluppati a pieno avrebbero fruttato una somma di danaro molto elevata.
    Il tuo compito è quello di eliminare il rapitore prima che lasci i confini, questo almeno seguendo le regole del villaggio ma, sotto la mia responsabilità avrai pieni poteri anche in territorio straniero"

    Ricompensa: 350 ryo
     
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  2. Ranuccio
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    Takeru prese il posacenere e vi schiacciò dentro ciò che rimaneva della sua Green Konoha, quindi lo riposò sul tavolino di vetro di fronte a lui. Sulle prime pensò di fumarsene un'altra; ma l'orologio appeso al muro segnava già le dieci e un quarto, perciò fra pochi minuti sarebbe stato ricevuto da Mustang nel suo ufficio. Verso le otto un Anbu aveva bussato al vetro della sua finestra, svegliandolo. Il Chunin si era trascinato fuori dal letto, ancora impastato di sonno e con il bocca il gusto acidulo di birra e tabacco della sera prima. Stropicciandosi gli occhi, era andato ad aprire l'anta. Il ninja, ovviamente mascherato e incappucciato, gli aveva consegnato fra le mani una piccola busta, quindi era scomparso in una nuvola di fumo. "Che ingrato compito, quello del postino", aveva allora pensato Takeru. Ci si immaginava che i Jonin esperti svolgessero missioni pericolossime e rischiassero la vita per difendere il Villaggio. Ma in un periodo di pace che ormai durava da quasi dieci anni, le occasioni di affrontare pericolosi Mukenin di Livello S scarseggiavano. Più spesso gli shinobi venivano assunti come guardie del corpo, magari da qualche ricco mercante che temeva per il suo carico d'oro. Questo era un triste destino che anche l'Uchiha era costretto a subire. Non che desiderasse la Guerra, sia chiaro. Troppi morti, e battaglie sconclusionate in cui era pressochè impossibile misurarsi faccia a faccia con un nemico. Più che altro si trattava di veloci attacchi e lunghe ed estenuanti difese. Chiedeva solo qualche criminale degno di questo nome, con cui mettere alla prova le proprie capacità e alla fine, ovviamente, vincere. Dopotutto, era per questo che aveva iniziato la carriera militare.
    La piccola porta bianca sulla destra si aprì. Takeru si alzò in piedi di scatto. Una eccitazione crescente si faceva strada dentro di lui, giacchè tutte le missioni che fino ad ora aveva svolto per lo Shogi - organizzazione segreta del Villaggio - erano state tutt'altro che noiose. Infiltrazioni, spionaggi, inseguimenti, insomma, tutt'altra cosa che consegnare un carico di pietre preziose. Inoltre, provava un certo rispetto nei confronti di Mustang, e forse per questo motivo si era trattenuto dall'accendere un'altra sigaretta. Non che si sentisse a disagio a fumare di fronte a lui, però... C'erano ben poche persone che l'Uchiha riteneva degne della sua stima. Di certo non teneva in gran conto i suoi parigrado, che anzi considerava degli inetti. Lo stesso si poteva dire per molti Jonin, che era sicuro di poter sconfiggere senza troppa difficoltà. Tuttavia, c'erano ninja contro cui aveva la certezza di perdere, e anzi l'idea stessa di combattere contro di loro lo terrorizzava. Il loro livello era così alto che gli sarebbero serviti anni per poterlo eguagliare. Essenzialmente, si poteva dire che questi fossero gli obbiettivi che si poneva di raggiungere, all'interno di Konoha. Prima o poi, ne era sicuro, li avrebbe superati. Uno di essi era Hayato Gempachi, l'Hokage. L'altro, appunto, Mustang. In loro presenza il suo comportamento si faceva pacato e serio, anzichè arrogante e spaccone. Sentiva l'aria piena della loro forza, come se il loro spirito s'irraggiasse tutto intorno.
    Il capo dello Shogi, il così detto "Re Nero", entrò nella stanza, accennando un saluto, quindi si accomodò su una poltrona in pelle nera di fronte al tavolino di vetro. Il Chunin fece un piccolo inchino, quindi riprese posto sul divano, di fronte al suo superiore. Questi lo scrutò per qualche secondo, piantandogli in faccia i suoi occhi azzurri e freddi, cercando un qualcosa di indefinibile. Dunque iniziò a parlare, mantenendo sempre quel tono distaccato e serio che gli era abituale.
    - Takeru, ti ho convocato per assegnarti un compito estremamente delicato.
    Mustang tirò fuori dal giacchetto verde un plico di fogli, lo appoggiò sul tavolo e lo spinse verso il Chunin. Questi lo prese e iniziò a sfogliarlo, curioso. Al suo interno, vi trovò una piccola mappa e la scheda di un ninja di Konoha, con cui gli pareva di aver svolto una missione, tempo prima.
    - Quello è Shun Lee, shinobi di alto rango. Almeno fino a stamattina, quando ha rapito due Studenti dell'Accademia fingendosi loro sensei. La situazione sarebbe già abbastanza seria, se non fosse che le due vittime appartengono al Clan Hyuga e al Clan Senjuu. Quel vigliacco potrebbe voler vendere le loro preziose Kekkei Genkai sul Mercato Nero, o peggio ad un Villaggio nemico.
    Fece una pausa, probabilmente con l'intento di far capire al suo sottoposto quanto fosse grave il problema. L'Uchiha, però, già si pregustava di dare la caccia al Mukenin. Non gli importava molto dei due ragazzini, che tra l'altro erano stati così stupidi da farsi abbindolare da un finto insegnante. Hyuga? Senjuu? Di certo non facevano onore alle loro famiglie!
    - Motivo per cui - riprese qualche secondo dopo Mustang - tu dovrai trovare Lee al più presto e sbarazzarti di lui. Nel plico che ti ho consegnato c'è un percorso segnato in rosso. Quella dovrebbe essere la strada intrapresa dal nostro uomo. Mi raccomando, non deve succedere niente ai due Studenti, siamo intensi?
    Il Chunin annuì con il capo, quindi si alzò. Fece di nuovo un piccolo inchino, quindi superò la poltrona lasciandosi alle spalle la poltrona e Mustang, dirigendosi velocemente verso la grande porta nera in ferro. La katana dal fodero grigio sbatteva contro la gamba sinistra ad ogni passo, mandando un leggero tintinnio metallico. Non appena mise la mano sulla maniglia, il Re Nero lo chiamò.
    - Takeru? Fai attenzione. Quello Shun Lee è davvero molto forte.
    L'Uchiha non rispose, e si limitò ad annuire ancora. Sul suo volto si dipinse un sorriso, o meglio un ghigno soddisfatto. Gli occhi si ridussero a due fessure nere, anche se per un secondo un lampo rosso li attraversò. Che il predatore avesse trovato finalmente una preda alla sua portata?


    Takeru Uchiha
    Stato Fisico: Ottimo
    Statistiche: Normali
    Stato Mentale: Eccitato
    Chakra: 260/260
    Equipaggiamento: 15 kunai, 15 shuriken, 10 cartebombe, 2 fumogeni, 3 fili metallici, 1 katana, 1 accendino
     
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    Konoha direzione nord est in corrispondenza dei confini del villaggio di Oto e quello di Taki.
    Uno shinobi relativamente alto e massiccio si sta dirigendo a tutta velocità in quella direzione. Sulle spalle come non fossero di nessun peso porta due piccoli studenti.
    La distanza che vi separa non è più di 150 metri ma alla velocità a cui sta viaggiando probabilmente non riuscirai ad accorciare il gap.
    Ma, sono sicuro che una volta superati i confini si fermerà per riprendere forze e saziarsi in uno dei piccoli paesini posti tra le due terre. Li non si aspetterà un attacco da parte nostra nell' immediato, conosce bene le regole del villaggio ma, questo li si ritorcerà contro. La sua guardia sarà leggermente abbassata ma non quel tanto da permetterti di colpirlo alla sprovvista quindi mantieniti comunque pronto a tutto.
    E' sicuramente più forte di te nel combattimento corpo a corpo ma, sulla media lunga distanza non c'è storia. Eliminalo prima che possa attivare l' abilità imparata in anni di duri allenamenti. Non avrai speranze se deciderà di dar sfogo a tutte la sua potenza. Non fare troppo affidamento sullo Sharingan in quel caso, sarà completamente inutile.
    Ricordati bene le mie parole: eliminalo il più velocemente possibile.
     
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  4. Ranuccio
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    Takeru cammiva lentamente, tenendo in mano il fascicolo. Aveva da poco superato le Porte del Villaggio, con ancora le parole di Mustang che gli rimbombavano in mente: "Quello Shun Lee è davvero molto forte". Il Re Nero non gli aveva mai dato simili avvertimenti, conoscendo bene le abilità l'Uchiha. Dunque, se si era preoccupato di metterlo in guardia, significava che quell'avversario non fosse alla sua portata? Eppure, aveva scelto espressamente lui, quando avrebbe potuto scegliere uno shinobi di grado maggiore, o addirittura inviare una squadra. In ogni caso, il Chunin era eccitato ed impaziente di incontrare Lee. Nella scheda che Mustang gli aveva fornito, aveva letto che si trattava di un ninja incredibilmente pericoloso sulle corte distanze, esperto nel Taijutsu. Si faceva riferimento anche a una sua particolare Tecnica, che aveva impiegato due anni per apprendere - il Loto, senza ombra di dubbio. Takeru, guardando la sua foto, si era messo a pensare alla missione che avevano svolto in coppia proprio due anni e mezzo prima. All'epoca, quel tipo non era niente di che, decisamente scarso nel Ninjutsu e dotato di velocità e forza nella media. Un incapace, insomma. Se non ci fosse stato l'Uchiha, non sarebbe stato in grado di portare a termine l'incarico. Da allora, evidentemente, si era messo ad allenarsi, forse sotto la supervisione dell'Hokage, magari. E ora, aveva deciso di lasciare il Villaggio per chissà quale stupido motivo. "Non fare troppo affidamento sullo Sharingan", recitava il fascicolo.
    Takeru stracciò il foglio e lo buttò a terra, sogghignando. Nessuno poteva imporgli la strategia da usare, inoltre non poteva lasciarsi scappare un'occasione simile: combattere contro un nemico davvero potente, questo era tutto quello che aveva desiderato per lunghi mesi di penosi e troppo semplici combattimenti. Finalmente si trovava per le mani una vera sfida, e non si sarebbe tirato indietro. "Re Nero... Stai sottovalutando la mia Kekkei Genkai", pensò, un poco irritato. In verità l'Uchiha aveva sempre odiato ogni tipo di limitazione, ogni catena che potesse mettere le pastoie alla sua anima. Si era sempre sentito uno spirito libero, diverso dal resto dei ninja che accettavano regole e ordini a testa bassa, senza fiatare. Era semplicemente più forte di lui. Non poteva evitare di porre la libertà sopra ogni cosa. Se avesse lasciato tappare le sue ali, gli sarebbe sembrato di perdere sè stesso, trasformandosi in un informe manichino senza cervello. Benchè rispettasse Mustang, non poteva accettare di seguire il suo consiglio e cambiare di conseguenza il proprio stile di combattimento. Avrebbe affrontato Lee faccia a faccia, usando lo Sharingan.
    La mappa indicava che la sua preda si era diretta verso nord per circa una ventina di chilometri, quindi aveva svoltato verso est in direzione di Oto. Le sue tracce erano piuttosto chiare, e pareva non si fosse preoccupato di nascondere i segni del suo passaggio. Perfino Takeru, attraversando il busco, poteva ancora notare orme ben definite. Forse aveva fatto troppo affidamento sulla sua velocità, ritenendo che nessuno fosse in grado di inseguirlo e raggiungerlo. In ogni caso, la velocità non era tutto: perfino a uno shinobi abile nel Taijutsu serviva tempo per riposarsi, perciò prima o poi avrebbe dovuto fermarsi. A quel punto, sarebbe stato certamente facile individuarlo. Sul confine si trovavano un paio di paesini, ma difficilmente Lee, con due ostaggi, avrebbe potuto prendere alloggio in una pensione. Magari avrebbe scelto una fattoria, oppure un vecchio edificio abbandonato, che non desse troppo nell'occhio. Perciò, il Chunin avrebbe dovuto cercare nelle periferie.
    Era un bel po' di tempo che non si inoltrava così tanto nel bosco circostante alla Foglia. Ultimamente non gli era capitato di allontanarsi spesso dal Villaggio, tuttavia ricordava ancora ogni particolare alla perfezione. Per chiunque fosse nato fra quelle fronde, non c'era modo di dimenticare l'odore dell'erba, il fruscio dei cespugli e i ruvidi tronchi d'albero. Per lui nessun ramo era uguale ad un altro, e probabilmente avrebbe trovato la strada di casa anche senza l'aiuto di nessuna mappa. Non c'era dubbio, invece, che un ninja proveniente da Suna o da Kumo vi si sarebbe perso entro un paio di minuti. Ovviamente, più si allontanava di Konoha, più il paesaggio diventava meno familiare; la macchia verde che si muoveva al vento come le onde del mare diventava via via meno fitta, lasciando intravedere sopra di sè ampi spazi di cielo. Infine, non rimasero altro che ampie praterie e campi di riso irrigati, tagliati orizzontalmente e verticalmente dalle strade lastricate di pietra. Infine, si fece visibile all'orizzonte un grosso agglomerato di case dai tetti spioventi disposto attorno a una torre più alta. Secondo la mappa, al momento doveva trovarsi a Kobe, una cittadella di qualche migliaio di abitanti. Avrebbe controllato qui, per prima cosa, e sperava di essere fortunato. Come aveva precedentemente deciso, sarebbe rimasto nella periferia, interrogando i contadini e i mercanti che avrebbe incontrato lungo la via su cui si trovava ora. Avrebbe dovuto raccogliere il maggior numero di informazioni possibile e metterle insieme, proprio come un puzle, per cercare di capire dove fosse andato a nascondersi Lee. Era piuttosto raro, infatti, ottenere indicazioni precise.
    Come Oto, quella cittadina gli dava una sgradevole sensazione. Probabilmente era colpa del clima troppo umido per i suoi gusti, oppure per le case grigie, tutte uguali, tristemente monotone. E anche gli abitanti parevano uguali gli uni agli altri. Takeru aveva l'impressione di interrogare sempre lo stesso contandino, ancora e ancora, e di ricevere la stessa risposta. Ogni volta mostrava la foto del fuggitivo, il suo interlocutore rimaneva un attimo pensieroso e poi scrollava le spalle. Se la sua preda fosse davvero passata di lì qualcuno l'avrebbe notata, dato che quel posto era piuttosto tranquillo e c'erano ben pochi stranieri. "Forse dovrei semplicemente procedere verso il prossimo villaggio", si disse l'Uchiha lasciandosi cadere seduto su una grossa pietra al lato della strada. Prese il pacchetto di Green Konoha e portò una sigaretta alla bocca. Quindi, tirò fuori dal giubbotto distintivo dei ninja l'accendino e l'accese. Inspirò profondamente, socchiudendo gli occhi. Quella, senza dubbio, era la parte più noiosa della caccia. Probabilmente, il problema era che non stava pensando come la sua preda. Dunque, sapeva che trascinandosi dietro due Studenti scalcianti e urlanti o peggio privi di conoscenza. Dopo un viaggio di circa sei ore, sicuramente avrebbe cercato del cibo, contando che superato Kobe, c'era ancora parecchi chilometri prima di raggiungere Oto. Forse, addentrandosi in qualche bettola, il Chunin avrebbe trovato ciò che cercava.
    - La Tana dell'Orso - lesse a bassa voce, guardando una insegna scritta a caratteri massicci.
    Certamente, dall'esterno pareva un locale mal frequentato, viste le pareti scrostate e le finestre sporche - una addirittura rotta. Di certo uno shinobi non sarebbe stato ben visto lì dentro, per cui decise di cambiare un po' il suo aspetto. Compose il Sigillo Tigre, e il suo corpo venne ricoperto da un sottile strato di chakra. Nel bar, anzichè un giovane ragazzo, entrò un vecchio ubriacone, come testimoniava la pancia voluminosa e il grosso naso a patata rubicondo. Gli occhi neri, così penentranti e profondi, vennero sostituiti da due piccoli occhietti ottusi color nocciola. I capelli, folti e mossi, si diradarono fino a scomparire quasi totalmente. Infine, gli abiti: una giacca marrone sgualcita, una camicia bianca con una indefinibile macchia scura e un paio di pantaloni grigi. Quello era uno dei suoi travestimenti preferiti, che utilizzava spesso in occasioni come quella, giacchè passava pressochè inosservato. A passo incerto, reggendosi a un bastone (in origine la sua katana, anch'essa trasfigurata), si avvicinò al bancone. Chiese un boccale di birra, cercando di utilizzare una voce il più possibile roca. Quando glielo portarono, poi, se lo tracannò quasi in un sol sorso. Intorno a lui c'erano diverse tipologie di avventori: giocatori di carte, che già alle sei di pomeriggio iniziavano a sperperare i loro risparmi; contadini e operai che avevano appena finito di lavorare e si rilassavano un poco, prima di tornare a casa; un paio di ubriaconi, immancabili in locali simili; infine qualche viaggiatore con pochi soldi che voleva rinfrescare la gola senza sprendere troppo.
    - Scusa, amico - disse quindi rivolto al barista - Sai dirmi se l'hai visto? Mi deve 300 ryo, quel bastardo!
    L'uomo barbuto oltre il bancone smise per un attimo di strofinare i bicchieri, e si sporse per vedere meglio la foto che il vecchio ubriacone gli stava mostrando. Ci pensò su un attimo, corrugando la fronte. Pareva che il pensare gli stesse procurando uno sforzo eccessivo, tanto che socchiuse perfino un occhio. Poi, finalmente, scosse la testa, e con una alzata di spalle tornò ai suoi bicchieri. A quanto pareva, Lee non era stato nella Tana. Takeru si lasciò andare un sospiro sconsolato, temendo di aver bevuto una birra di pessima fattura per niente. Tuttavia, un tipo con la faccia da topo e la voce melliflua si rivolse a lui.
    - Io l'ho visto - disse, ruotando gli occhietti circospetti a destra e a sinistra.
    - Ne sei sicuro? Dove? - rispose l'Uchiha, in cui la speranza rinasceva.
    - Non ricordo bene... - continuò quello con un'aria vaga - Ma potrei ricordare meglio con 50 ryo.
    Il Chunin l'avrebbe volentieri trapassato con la sua katana, ma non poteva far altro che stare al suo gioco. In fondo, 50 ryo erano un'inezia, e avrebbe ammortizzato la spesa con la ricompensa della missione, una volta conclusa. Dunque infilò una mano grassoccia nella tasca della giacca e ne trasse fuori qualche banconota, che allungò all'interlocutore. Questi, leccandosi i baffetti neri, le contò, quindi le infilò lestamente nei pantaloni, come se si trattasse di chissà qualche tesoro.
    - Un'ora fa, circa, l'ho visto passare qui di fronte - ammise poi a bassa voce, gesticolando freneticamente - Ne sono sicuro, perchè si portava sulle spalle due grossi sacchi di farina. Deve essersi fermato alla Pensione Morikawa, perchè ha girato qui a destra e non l'ho più visto. Un tipo davvero strano, davvero strano! Ti deve dei soldi, eh? Non sai quante volte mi è capitata la stessa cosa e...
    - Grazie mille - concluse frettolosamente Takeru, alzandosi e lasciandolo con un palmo di naso.
    "Incredibile come sia diventato loquace, con soli 50 ryo", si disse, seccato. Ad ogni modo, gli aveva rivelato preziose informazioni. A quanto pareva, Lee era stato poco accorto. D'altronde, la maggior parte degli utilizzatori di Taijutsu erano zucconi poco adatti a missioni di spionaggio, per cui non c'era niente di cui sorprendersi. Per sicurezza, comunque, avrebbe mantenuto attiva l'Henge no Jutsu. Come indicato dall'avventore con la faccia da topo, uscito dalla Tana svoltò immediatamente a destra, trovandosi in un vicolo stretto. Si guardò intorno, osservando il degrado delle case che costeggiavano la strada. Un pianto di bambino giunse al suo orecchio, seguito immediatamente dal canto lamentoso di una donna. Era facile individuare la Pensione, giacchè era l'edificio meglio tenuto fra tutti, benchè non si trattasse di un albergo a cinque stelle, anzi. Aveva tre piani e contando le finestre quattro stanze al massimo. Oltre il lato che dava sul vicolo, ai lati erano addossate altre due abitazioni. A meno che ci fosse un cortile sul retro, dunque, c'erano ben poche vie di fuga, per la sua preda. Continuando a zoppicare, varcò la soglia, e aprendo la porta una campana tintinnò segnalando il suo ingresso. Una vecchietta bassa dai capelli argentei e lo sguardo truce gli lanciò una occhiata minacciosa da dietro un banco di legno. Probabilmente si trattava della signora Morikawa. Takeru le si avvicinò con un sorriso cordiale, benchè fosse conscio che le sue attuali sembianze non ispirassero certo fiducia.
    - Desidera? - fece lei, senza nascondere una certa ostilità nella voce.
    - Si, mi scusi, cercavo questa persona - rispose l'Uchiha tirando fuori la foto - Alloggia qui, per caso?
    L'anziana donna lo squadrò da capo a piedi per la terza volta da quando era entrato. Dopo qualche secondo di incertezza, scosse la testa con decisione.
    - Mi spiace, signore - e calcò sul "signore" quasi si trattasse di un insulto - Ma non posso rivelare questo tipo di informazioni!
    Takeru alzò gli occhi al cielo. Non vedeva l'ora di trovare Lee e iniziare a combattere. Poichè aveva perso fin troppo tempo, decise di utilizzare un metodo più convincente. Infilò una mano nella giacca e ne trasse fuori un paio di banconote, in tutto 100 ryo. Le allungò alla signora Morikawa, ammiccando.
    - La prego, sia gentile...
    Come aveva funzionato sull'uomo con la faccia da topo, il denaro risultò nuovamente la strategia migliore da usare. La vecchia afferrò i soldi con le mani ossute e le nascose sotto il banchetto, senza nemmeno contarle. Aspettò ancora qualche secondo, tuttavia, prima di dare il suo responso, come se si stesse ancora facendo degli scrupoli. Infine, si decise a parlare.
    - Stanza 3, primo piano.
    Quindi, si chiuse in un religioso silenzio, come se non volesse più avere contatti con quello straniero che l'aveva costretta a tradire i suoi principi morali. Perciò, non rispose nemmeno al suo "grazie". Il Chunin non vi badò molto, e iniziò a salire le scale. Al momento, infatti, la sua mente era occupata da un solo pensiero. L'imminente scontro lo rendeva incredibilmente eccitato. Finalmente sarebbe stato costretto ad impegnarsi. Ghignò, soddisfatto, mentre il suo sguardò si allargava nel corridoio del primo piano.


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    Shun Lee ormai rilassato si pregustava già la fortuna che i due idioti avrebbe portato nelle sue tasche. Altro che gli spiccioli che si guadagnavo all' accademia come insegnante o nelle comuni missioni che gli affidavano.
    [...]
    Sentiti alcuni rumori provenire dal corridoio i suoi sensi si riattivarono. Qualcuno stava salendo le scale, il rumore che il vecchio legno produce sotto il peso di una persona era inconfondibile. Non si trattava della patrona ma di qualcun' altro. Un cliente? difficilmente si sarebbe trattato di un ninja inseguitore. Era fuori i confini di Konoha. Si preparò comunque per ogni evenienza appoggiando la mano sull' elsa della Katana pronto a colpire chiunque avesse tentato di varcare la soglia di quella porta con un veloce fendente. Si trovava attacco ad una parete lateralmente all' entrata della stanza così da non prendersi un' attacco diretto se avessero sfondato il legno della porta.
     
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  6. Ranuccio
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    I passi di Takeru risuonavano lungo l'angusto corridoio. Senza dubbio Shun Lee si era già accorto che un nuovo avventore era entrato nella vecchia pensione, per cui non c'era motivo di nascondersi o cercare di camminare silenziosamente. Anzi, sarebbe risultato se possibile ancora più sospettoso. Forse il Mukenin non si aspettava che nessun ninja di Konoha fosse in grado di stargli dietro, e per questo aveva preso meno precauzioni possibili, nella fuga. Tuttavia, il suo cuore aveva sussultato certamente ogni qual volta qualche passante lo guardava con troppa curiosità, e ora udendo le assi del pavimento scricchiolare non aveva potuto fare a meno di mettersi in allerta. In fondo, era pur sempre un fuggitivo; e in quanto tale, non poteva cancellare dalla mente il timore di essere catturato e sbattuto in prigione - o peggio, giacchè il suo reato era piuttosto grave. L'Uchiha lo sapeva, anzi si poteva dire che sentisse nell'aria il puzzo della sua paura. Perciò, mentre avanzava lentamente con lo sguardo distratto (benchè fosse estremamente concentrato), pensava alla miglior strategia da utilizzare. L'Henge no Jutsu era ancora attiva, per cui le sue sembianze erano quelle di un vecchio ubriacone. Se avesse agito con troppa impazienza, avrebbe rischiato di far scappare la sua preda. Non poteva semplicemente buttare giù la porta, benchè sapesse in quale stanza cercare. Come un leone, avrebbe dovuto porsi sotto vento ed aspettare il momento migliore per spezzargli il collo.
    Ben inteso, non avrebbe posto termine al combattimento immediatamente. Se quel tipo era così forte come Mustang diceva, non si sarebbe perso l'occasione di affrontarlo faccia a faccia. Certo, in questo modo avrebbe disubbito agli ordini, e probabilmente avrebbe messo in pericolo i due ostaggi. Purtroppo, però, non gliene importava niente. Se finalmente aveva trovato un avversario con cui confrontarsi alla pari, la riuscita della missione poteva aspettare. D'altra parte non considerava nemmeno l'ipotesi di poter essere sconfitto, dunque era sicuro che alla fine tutto sarebbe andato per il meglio. "Eccoci qui", si disse, guardando una porta in legno riportante un piccolo tre dipinto. Non c'era spioncino, per cui Lee non poteva sapere chi si trovasse nel corriodio. Un punto a suo favore! C'erano diverse strategie che Takeru avrebbe potuto adottare, in realtà: avrebbe potuto trasformarsi nella locandiera, per esempio; ma come fare per emulare la sua voce? Meglio, avrebbe potuto bussare ed attendere che il Mukenin venisse a controllare chi lo stesse disturbando; ma gli avrebbe aperto, o più semplicemente avrebbe fatto finta di niente, sperando che se ne andasse? Il Chunin poteva tentare di attirarlo fuori fuori con una scusa, ma quale? Probabilmente qualsiasi cosa avesse detto, Lee si sarebbe insospettivo e allarmato.
    L'Uchiha estrasse un kunai con la mano libera - la sinsitra - e iniziò ad armeggiare con la serratura. Come aveva intuito, si trattava di una vecchia serratura a molla - aveva già avuto modo di forzarne qualcuna, in passato, e perciò sapeva come far scattare il meccanismo interno in pochi secondi. Probabilmente non era molto consono, per un ninja, possedere i fondamenti dello scasso, tuttavia c'era stata ben più di una occasione in cui gli erano risultati molto utili. Qualche mese prima, ad esempio, aveva dovuto introdursi in una fabbrica abbandonata, alla ricerca di macabri saccheggiatori di tombe. Quasi un anno prima, invece, poco dopo la promozione a Chunin, gli era capitato di imbattersi in una pesante cassaforte, contenente fra la diversa merce rubata una preziosa katana che era stato incaricato di recuperare. Sicuramente non sarebbe stato in grado di aprire una porta blindata, formata da troppi ingranaggi. Ma la locandiera aveva sacrificato la sicurezza in favore del risparmio, perciò sarebbe bastato girare il kunai verso sinistra e poi verso destra, fare un po' di pressione con la punta, et voillà, il gioco era fatto. La serratura scattò, producendo un soffuso rumore metallico. Takeru nascose il kunai in tasca e, ancora sotto le sembianze di un vecchio ubriacone, spinse avanti la maniglia.
    La stanza che apparve di fronte ai suoi occhi era piccola e squallida come il resto dell'albergo. A colpo d'occhio notò una finestrella sulla parete a sinistra, troppo stretta affinchè un essere umano vi potesse passare. Al centro, un letto disfatto ricoperto da logore lenzuola. Intorno, poco altro mobilio - un paio di cassettoni e un armadio furono le prime cose che vide. Probabilmente Lee era nascosto da qualche parte, ma in uno spazio così stretto gli sarebbe bastato tenere l'orecchio teso per sentirlo muovere o addirittura solo sospirare. Fra tutte le alternative considerate, quella gli era sembrata la più vantaggiosa: il Mukenin, vedendo un simile soggetto entrare nella sua camera sarebbe stato sorpreso e forse perfino spiazzato. Senza dubbi - vedendo come aveva agito fin'ora - avrebbe tentato di attaccarlo e sbarazzarsi di lui, così da togliere di mezzo un potenziale testimone. Cosa ci si poteva aspettare da un ninja che aveva lasciato dietro di sè tracce e impronte in quantità, dopotutto? Se fosse stato un po' più prudente, l'avrebbe semplicemente buttato fuori a calci: compiere un omicidio nell'albergo significava dopotutto insospettire la proprietaria ed essere costretto ad andarsene prima di aver ripreso le forze, una pessima mossa insomma. In entrambi i casi, comunque, l'Uchiha era pronto a rispondere adeguatamente. Benchè barcollasse e desse l'impressione di reggersi a malapena sul suo bastone (in realtà la katana), ogni fibra del suo corpo era tesa e concentrata sull'obbiettivo.
    - Ma non è questa la mia stanza? - biascicò con voce falsamente roca.


    Takeru Uchiha
    Stato Fisico: Ottimo
    Statistiche: Normali
    Stato Mentale: Concentrato, attento
    Chakra: 255/260
    Equipaggiamento: 15 kunai, 15 shuriken, 10 cartebombe, 2 fumogeni, 3 fili metallici, 1 katana, 1 accendino

    Sensi Sviluppati - Udito (Livello I)
    Grazie a un particolare allenamento, il ninja avrà un udito più sviluppato del normale. In questo livello, l'udito sarà aumentato di circa il 50%: entro un'area di 10 metri si potranno sentire distintamente i passi di un avversario (che questi stia camminando o correndo), ed entro 3 metri rumori normalmente impercettibili come fruscii o sospiri).

    Tecnica della Trasformazione (Henge no Jutsu)
    Tipo: Genjutsu
    Sigilli: Capra
    Descrizone: Con questa tecnica, è possibile assumere le sembianze di un qualsiasi altro individuo o oggetto. Unica restrizione: il corpo di cui si prendono le sembianze deve avere più o meno le stesse dimensioni del corpo dell'utilizzatore (massimo 1/2 in più o in meno del corpo originale). Se ci si trasforma in oggetti non ci si potrà muovere (tranne disattivando la tecnica, ovviamente). Se ci si trasforma in un altro individuo la propria voce non muterà, così il proprio odore e le proprie capacità fisiche.
    Livello: D Consumo: 5
     
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    kage

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    Il chakra andò ad accumularsi nel muscolo del braccio che impugnava l' elsa della katana non appena sentì un rumore metallico provenire dalla serratura della porta. Si aprì, le gambe si flessero così da permettere un più rapido scatto sulla breve distanza di 1 metro che lo separava dalla persona che stava entrando. Una testa si sporse, poi tutto il corpo. Un vecchietto aveva fatto la sua entrata in scena. La spada ormai era partita ed il colpo non poteva più essere fermato. Infondo cosa poteva essere una vittima in più o una in meno su una ormai incalcolabile lista di cadaveri che si era lasciato alle spalle nella sua carriera di shinobi.
    Il fendente mirava a decapitare il personaggio che li si era presentato innanzi. Era stato abituato a colpire in modo preciso e veloce. Un singolo colpo letale per eliminare alla svelta i nemici senza allarmare i possibili compari.


    CITAZIONE
    Stato Fisico: Ottimo
    Statistiche: Normali
    Stato Mentale: Concentrato, attento
    Chakra: 260/280

    Arte della Spada (Livello II)
    Il ninja, allenatosi a maneggiare la katana, migliorerà nettamente le sue prestazioni nell'uso di quest'arma. In particolare, il braccio (o le braccia), che impugnano la katana avrà un bouns in agilità e destrezza del 50%, rendendo i movimenti complessivamente più fluidi e armoniosi. Inoltre, la precisione dei colpi sarà aumentata del 60%, facendo si che il ninja, raramente, manchi il bersaglio.
    Si potranno inventare tecniche derivate dall'uso della spada (Kenjutsu), massimo di Livello A.

    Iai Giri (Tecnica della Spada Nascente)
    Tipo: Kenjutsu
    Sigilli: //
    Descrizione: Veloce quanto potente tecnica di Kenjutsu. Il ninja concentrerà una medio/bassa quantità di chakra nel braccio che impugna la katana, aumentando momentaneamente le prestazioni dei muscoli. A questo punto, estrarrà la spada dal fodero e tenterà di mandare a segno un rapidissimo fendente. Entrambe le azioni godranno di un bonus del 20% in velocità (per ogni Livello di "Arte della Spada" posseduto), ristretto ovviamente al braccio che impugna la katana. La descrizione del fendente sarà a scelta dall'utilizzatore.
    Livello: C Consumo: 20

     
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  8. Ranuccio
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    Takeru fece qualche passo all'interno della stanza, l'orecchio teso, il naso a fiutare l'aria, la mano destra stretta sull'elsa della katana. In quella condizione di pericolo mortale - perchè di questo si trattava: Lee avrebbe potuto attaccarlo a sorpresa da un momento all'altro, cercando di ucciderlo - in quella condizione di pericolo mortale, dunque, solo la sua concentrazione e il suo istinto gli avrebbero potuto garantire la salvezza. Non gli sarebbe bastato solo ascoltare odori e rumori della stanza, cercando di individuare la presenza del suo avversario: ogni fibra del suo corpo, ogni muscolo e ogni nervo avrebbero dovuto essere pronti a una fulminea reazione, come se proprio l'elettricità scorresse nelle sue vene al posto del sangue. I suoi riflessi avrebbero dovuto attivarsi ancora prima che la sua mente realizzasse cosa stava succedendo intorno a lui. E se ciò non fosse avvenuto, la sua fine sarebbe stata decretata. Certo, poteva darsi che il nemico non attaccasse, ma preferiva non essere troppo ottimista. Era ironico come l'Uchiha, il cacciatore, ora dovesse comportarsi da preda e fare attenzione a non essere ammazzato. O forse i ruoli non si erano mai invertiti: lui era rimasto sempre il leone, che attento si avvicinava ad un rinoceronte troppo goffo per nascondere la sua presenza ma dotato di un temibile corno con cui poteva trafiggerlo.
    Il primo fu l'olfatto. Un vago odore di foglie e terriccio si infiltrò nelle sue narici. Poi fu la volta dell'udito. Un lieve stridio metallico gli giunse all'orecchio, proveniendo da destra. Prima, piuttosto debole, poi, in crescendo, sempre più rumoroso; raggiunto il culmine, tuttavia, cessò all'improssivo. Questo gli era bastato per tracciare il quadro della situazione: un uomo che aveva trascorso molto tempo nel bosco stava sguainando un'arma metallica. Perciò, quando i suoi occhi saettarono da un lato, sapeva in anticipo cosa avrebbe visto. I suoi occhi, in un battito di ciglia, rubarono l'immagine del suo assalitore: alto, robusto, faccia squadrata con mascella sporgente, capelli neri tagliati corti e un vestito verde stretto in vita da un haramaki (fascia) di colore leggermente più scuro; una mano sull'elsa, l'altra sulla katana ormai estratta. Anche senza Sharingan, dai suoi movimenti era facile intuire che il colpo che stava per eseguire - anzi che stava eseguendo - era un fendente parallelo al terreno, probabilmente diretto al suo collo.
    Se Takeru si fosse mosso solo ora, sicuramente sarebbe stato decapitato. Quel Lee era decisamente veloce, più di quanto avesse pensato - in fondo Mustang l'aveva avvertito; si, doveva ammettere di averlo sottovalutato. Il Chunin, però, aveva abbassato la testa da più di un secondo, piegando le ginocchia e curvando il busto. Già da quando i primi stimoli uditivi e olfattivi avevano raggiunto i suoi organi di senso, il suo corpo aveva reagito nella maniera più istintiva e veloce, proteggendosi contro un temibile ma elementare attacco ad altezza d'uomo. Ed anche così, tuttavia, la spada gli aveva reciso un ciuffo di capelli. Il Mukenin non era un avversario da prendere alla leggera. Aveva sfruttato l'effetto a sorpresa, ma se si fosse trattato di un semplice parigrado l'Uchiha sarebbe stato in grado di schivare senza alcun problema. Invece... Forse lo Sharingan sarebbe stato davvero inutile?
    "Sto pensando troppo", si disse. Flettè le gambe e compì uno scatto verso sinistra, distanziandosi di un paio di metri. Avrebbe trovato la risposta solo in un combattimento frontale, per cui era inutile stare troppo tempo a rimuginarci sopra. Si alzò in piedi, rilasciando l'Henge no Jutsu, dato che ormai non gli serviva più la maschera di vecchio ubriacone. Solo un ninja poteva compiere movimenti così rapidi, e Lee sicuramente aveva intuito che non si trattava di un semplice civile. Rinfoderata anche la katana nel fodero grigio, iniziò a guardarsi intorno, senza mai tuttavia perdere di vista Lee. Nella stanza non c'era traccia degli ostaggi; poteva averli nascosti nel cassettone o nell'armadio. Oppure, e questa era l'ipotesi peggiore, lo scambio con il compratore era già avvenuto. In tal caso, la missione era fallita, giacchè sarebbe stato pressochè impossibile rintracciarlo.
    - Shun Lee - disse, con il volto serio e la voce dura - Tira fuori i due ragazzi, subito. Non te lo ripeterò un'altra volta.
    Era una minaccia inutile e Takeru lo sapeva. Tuttavia, sperava che il suo avversario si fosse lasciato scappare qualche prezioso indizio per determinare se la transazione era già avvenuta o gli ostaggi erano ancora lì con lui. Probabilmente avrebbe dovuto costringerlo con la forza a parlare, anche se quei pochi metri quadrati (circa una ventina) non era il luogo migliore per combattere. In ogni caso, poteva solo attendere la risposta della sua preda per il momento. La caccia era finalmente giunta al suo culmine, e finalmente il leone e il rinoceronte si ritrovavano uno di fronte all'altro, l'uno pronto a colpire mortalmente e l'altro a difendersi con qualsiasi mezzo a sua disposizione per vendere cara la pelle.


    Takeru Uchiha
    Stato Fisico: Ottimo
    Statistiche: Normali
    Stato Mentale: Concentrato, attento
    Chakra: 255/260
    Equipaggiamento: 15 kunai, 15 shuriken, 10 cartebombe, 2 fumogeni, 3 fili metallici, 1 katana, 1 accendino
     
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    kage

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    L' attacco manco il bersaglio riuscendo a tagliare solamente qualche nero ciuffo dalla testa di quello che sicuramente non era un vecchietto. Ma, un temibile shinobi ma con una velocità comunque nella media. Non paragonabile a quella sviluppata da Lee con i duri allenamenti a cui si era sottoposto.
    Una nuvoletta di fumo e poi il vero volto e aspetto dello shinobi fu mostrato. Un attimo di stupore si intravise sul viso squadrato del neo Mukenin. Una persona conosciuta apparse davanti ai suoi occhi. Un Uchiha con cui aveva svolto una missione tempo addietro. Lo Sharingan, quel dannato occhio scarlatto di cui tanto si vantavano i membri di quel altezzoso clan.
    Avrebbe smontato la loro fama una volta per tutte non appena avrebbe avuto i mezzi adeguati. Ma ora poteva dare una lezione a quel presuntuoso di Takeru.
    All' altezza della testa qualcosa scattò, una forza spaventosa divampò in tutto il corpo, un potere che gli avrebbe permesso di sconfiggere qualsiasi nemico, anche se i contraccolpo che si subiva era quasi pari ai vantaggi quindi avrebbe dovuto sconfiggere lo Shinobi di Konoha in poco tempo.
    Scattò in avanti. Lo sguardo fisso sull' ombra rivale, un metodo che aveva escogitato per poter sfuggire ai Genjutsu oculari. La distanza che li separava sarebbe stata coperta in un batter d' occhio e, una volta avvicinatosi al corpo di Takeru avrebbe cercato di portare a segno 4 colpi con gli arti superiori in direzione del plesso solare così da danneggiare seriamente le costole e spezzare il fiato, oltre che qualche ossa.


    CITAZIONE
    Stato Fisico: Ottimo
    Statistiche: Normali
    Stato Mentale: Concentrato, attento
    Chakra: 215/280
    Statistiche: +20% velocità, +50% velocità e forza, +30% forza
    Tecniche:
    Initial Gate (Apertura): La prima porta situata ad altezza della testa consentirà al ninja di attingere ad una forza e ad una velocità pari al 50% delle sue capacità naturali.
    Costo: 15 a turno

    Doppia Rottura
    Tipo: Taijutsu
    Descrizione: Con questo potentissimo attacco di arti marziali, il Ninja porta quattro colpi con gli arti superiori in una sola emissione di fiato. La forza dei colpi è aumentata del 30% durante l'esecuzione della tecnica. Provoca danni medi se colpisce.
    Livello: A Consumo: 30

     
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  10. Ranuccio
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    Takeru non aveva mai avuto un ottimo rapporto con le buone maniere. Da piccolo tendeva a mettersi eccessivamente in mostra, finendo spesso con il disubbidire ai propri genitori e commettere qualche bravata, oppure irrompere nel negozio di famiglia e iniziare a cantare e ballare per destare l'attenzione dei clienti. Col passare degli anni aveva smesso di comportarsi da bambino scalmanato, senza perdere tuttavia il desiderio di mostrare agli altri la sua superiorità. Per qualche tempo si era dedicato con impegno agli studi, ottenendo i complimenti dei maestri per la sua intelligenza e acutezza. Ma ben presto si era stancato di restare giornate intere chino sui libri, perciò aveva lasciato perdere. Cercava un metodo più divertente, ma a quanto pareva la sua vita gli riservava ben poche emozioni; il suo futuro di commerciante di stoffe era già scritto, infatti. Davanti agli occhi aveva la vita spericolata ed eccitante dei ninja, che diversi membri del Clan Uchiha conducevano, ma a quanto pare lui non vi era destinato. Per cercare svago, dunque, aveva preso a frequentare locali nella periferia di Konoha, insieme ad amici non proprio raccomandabili.
    E, in una di quelle sere, si era lasciato scappare qualche commentino di troppo sul grasso che un operaio aveva accumulato intorno ai fianchi - citando testualmente "il tuo culone". A quanto pareva, la battuta non era stata di gradimento nè del manovale, nè dei suoi compagni. Perciò, questi avevano attaccato Takeru in gruppo, con l'intenzione di insegnargli un po' di rispetto. Una impresa decisamente ardua, giacchè in sedici anni di vita nessuno era riuscito ad imporre la sua volontà sul ragazzo. Insomma, iniziarono a conciarlo per le feste, coprendolo di calci e pugni. Essendo dotato di buona agilità e buoni riflessi, il giovane aveva tentato di schivare i colpi, ma con scarso successo: era totalmente circondato. Nonostante il labbro spaccato, tuttavia, non poteva fare a meno di sorridere. In quella baraonda si sentiva, beh, a suo agio. Non ne sapeva esattamente il motivo, ma gli sembrava che trovarsi all'interno di un combattimento (per quanto caotico) fosse qualcosa di intriseco dentro al suo spirito. All'improvviso, i movimenti degli avversari avevano cominciato a farsi lenti. Ora, evitare i loro pugni era uno scherzo. Nell'euforia di poter finalmente rispondere alle botte, non si era curato di quello strano cambiamento. "Gli occhi di un Uchiha!", aveva detto uno degli operai, prima di finire a terra. Lo Sharingan. Dentro le sue vene il sangue degli antenati si era finalmente risvegliato. E ribolliva. Le pupille erano diventate rosse, accompagnate da una Tomoe.
    Da quel momento, la sua vita era radicalmente cambiata. Fugaku Uchiha, il Capoclan (nonchè la prima persona di fronte alla quale si sentì in soggezione), aveva imposto ai suoi genitori di far frequentare l'Accademia al ragazzo. Era fin troppo straordinario che una delle Kekkei Genkai più temute di Konoha si fosse risvegliata senza allenamento, e un potenziale simile non doveva andare perduto. Fin da subito ebbe l'occasione di mettersi in mostra di fronte al Sensei, imparando a controllare il chakra a tempo record. E poi, missioni, scontri, caccia ai Mukenin! Gli pareva che le settimane passassero in un soffio, mentre finalmente poteva sentire la sua anima vibrante e viva. Il mondo si era finalmente aperto di fronte a lui, ed era riuscito ad abbattere le mura che lo rinchiudevano. In realtà, come si accorse tempo più tardi, era solo entrato in una gabbia più grande. Il mondo dei ninja aveva regole ancora più rigide di quelle dei civili. Per il momento, comunque, poteva sopportare di mostrarsi rispettoso e cordiale verso i suoi superiori. Era un giusto prezzo da pagare, almeno fin quando anche quelle spoglie non gli fossero andate strette.
    Probabilmente, in un'altra occasione avrebbe attaccato l'avversario senza esitazione, cercando di mettere fine immediatamente allo scontro. Tuttavia, le parole di Mustang gli avevano fatto scorrere un brivido lungo la spina dorsale. "Quello Shun Lee è davvero molto forte". Da quanto non affrontava un nemico con cui potesse mettere alla prova le sue abilità? Da quanto non sentiva veramente di essere in pericolo di vita? Contro la maggior parte dei Mukenin che aveva incontrato bastava sguainare la sua katana e, poco dopo, era tutto finito. No, non avrebbe sprecato una simile occasione! Non avrebbe mai potuto perdonarselo; per lui sarebbe equivalso alla fuga. Doveva affrontarlo in un combattimento frontale, in cui entrambi potessero dare il meglio di sè. Perciò, aveva atteso. Aveva atteso che Lee faccesse la sua prima mossa, rivolgendogli una inutile minaccia che probabilmente le sue orecchie non avevano nemmeno sentito. Forse si era aspettato che anche per il suo avversario quello scontro fosse un evento del tutto eccezionale, che meritasse uno scenario ben più dignitoso di una squallida camera d'albergo. Per Takeru era difficile immaginare che uno shinobi non fosse attratto da un così eccitante combattimento. In fondo, tutti loro (i ninja) erano abituati a vivere utilizzando costantamente la propria forza per sopravviere, finchè essa diventava un metro di giudizio con cui guardare il mondo. Era impensabile che incontrando un avversario di forza pari o superiore alla propria non si provasse la curiosità di combattere con lui.
    Eppure, si era sbagliato. A Lee non importava uscire in uno spazio aperto, dove avrebbero potuto sfoderare le loro migliori tecniche; nè, probabilmente, gli interessava misurarsi contro di lui. Voleva solo fuggire, tutto qui. Avrebbe diretto ogni briciola della sua forza alla fuga; e similmente ogni sua azione offensiva sarebbe stata compiuta per la fuga. Takeru l'aveva capito quando il Mukenin era scattato avanti. Senza quasi nemmeno dargli il tempo di terminare la frase, si era scagliato contro di lui a testa bassa, mostrando una incredibile velocità ed evitando ogni possibilità di contatto visivo. In un soffio aveva attraversato i due metri che li separavano, lasciando l'Uchiha totalmente impreparato e scoperto. Ancora una volta, dovette ringraziare i suoi riflessi, se il suo corpo si piegò leggermente per assorbire il colpo e le braccia si piegarono davanti al petto, come difesa di fortuna. Quattro incredibili pugni, rapidi come fulmine e altrettanto devastanti, lo raggiungerso all'altezza del plesso solare. Con il fiato mozzato in gola, Takeru fu letteralmente alzato da terra e spedito all'altro capo della stanza, volando per circa tre metri prima di sbattere violentemente contro la parete. Scivolò seduto a terra e un gemito gli uscì dalla bocca, seguito da un rivolo di sangue che scese fino al mento. Socchiuse gli occhi e strinse i denti, cercando di ignorare il dolore, benchè fosse tutt'altro che facile.
    Probabilmente, nessuno era mai stato in grado di ferirlo così seriamente, prima d'ora. Facendo un rapido controllo, il Chunin constatò infatti che aveva l'ulna del braccio sinistro rotta, così come la dodicesima e tredicisima costola sinistra. Inoltre, era in debito di ossigeno, a causa della forte pressione subita sul diaframma. Ogni respiro, da quel momento in poi, gli sarebbe costato fatica e sofferenza. Non sarebbe più stato in grado di muoversi agilmente nè di correre, e per i prossimi trenta secondi, almeno, non sarebbe stato in grado di alzarsi. Questa era la situazione generale, e non era per niente buona. Anzi, si poteva dire che il combattimento era finito. Ma quale combattimento, diamine? Una vampata di calore gli salì alle tempie. Ironicamente, era stato il suo stesso nemico ad impedirgli di sostenere un eccitante scontro. E per questo, Takeru non poteva perdonarglielo. Lee non si era comportato come un ninja. Si era comportato come un essere inferiore, un insetto che cercava spasmodicamente la fuga prima di essere inevitabilmente schiacciato. Non poteva perdonarglielo. Non poteva perdonarglielo. Non poteva perdonarglielo. Non poteva perdonarglielo. Non potev...
    "Dannato bastardo", si disse, facendo largo nella mente fra i pensieri sconnessi. Spalancò gli occhi, con espressione truce. Se fosse morto, l'avrebbe data vinta a Lee. Avrebbe abbandonato tutto ciò in cui credeva, avrebbe perso la sua libertà e il mondo ninja che tanto aveva desiderato. Ormai lo scontro emozionante che aveva sognato nel viaggio dal Villaggio fino alla cittadina poco lontana da Oto. La pupilla si fece rossa, e in essa apparirono tre Tomoe ben definite. A terra, senza fiato, puntò quello sguardo, tanto temuto a Konoha, in faccia al suo avversario, che da quella posizione non poteva più eludere il suo Sharingan. Si diceva volgarmente "fulminare con gli occhi", ma ora il suo nemico sarebbe stato davvero trafitto dal Doujutsu e, salvo imprevisti, sarebbe stato totalmente pietrificato, perdendo tutta la propria incredibile velocità nonchè la capacità di muoversi. Sarebbe diventato una statua, sì, l'effige della viltà, quanto di peggiore esisteva in uno shinobi.


    Takeru Uchiha
    Stato Fisico: Ulna sinistra rotta, dodicesima e tredicesima costola destra rotte, danni lievi al diaframma, senza fiato
    Statistiche: Normali
    Stato Mentale: Furioso, indignato
    Chakra: 185/260
    Equipaggiamento: 15 kunai, 15 shuriken, 10 cartebombe, 2 fumogeni, 3 fili metallici, 1 katana, 1 accendino

    Tre Tomoe
    Quando il ninja attiva lo Sharingan, l'iride diventa rosso e compaiono le tre Tomoe. Caratteristiche Sharingan Tre Tomoe:
    - i riflessi sono aumentati del 30%;
    - il ninja migliora la precisione dei suoi attacchi del 30%;
    - il ninja, tramite i muscoli dell'avversario, vede un'immagine prossima dei suoi movimenti. In questo modo, potrà prevedere con una buona precisione e con breve anticipo i movimenti degli avversari (solo di ninja con velocità non superiore alla propria del 50%). Inoltre, se si conosce la tecnica che l'avversario sta utilizzando, si può prevederla in base ai sigilli utilizzati;
    - visione del sistema circolatorio avversario;
    - si possono contrastare le illusioni di qualsiasi livello senza spesa di chakra;
    - si possono copiare i movimenti, le tecniche di Taijutsu, Ninjutsu e Genjutsu fino a livello A. Possono essere previste e possono essere riprodotte in seguito nello stesso combattimento. Tutte le tecniche riprodotte possono essere memorizzate nella scheda.
    Consumo: 10 per turno

    Magen: Kasegui no Jutsu (Illusione Demoniaca: Tecnica dei Pali Imprigionanti)
    Tipo: Genjutsu
    Sigilli: //
    Richiede: Sharingan Tre Tomoe o superiore
    Descrizione: Per prima cosa, il ninja dovrà aver attivato lo Sharingan a Tre Tomoe. Dunque, stabilendo un contatto visivo con l'avversario (il quale dovrà trovarsi entro una distanza di 15 metri), lo intrappolerà in un potente Genjutsu. Il nemico vedrà infatti il suo corpo trafitto da decine di acuminati pali di legno. Oltre al dolore fisico estremamente intenso (benchè illusorio), questi avrà l'impressione di essere totalmente immobilizzato. La tecnica dura al massimo un turno. Durante l'esecuzione il ninja utilizzatore sarà libero di muoversi a proprio piacimento.
    Livello: A Costo: 60
    Kai: 80

    Maestro nei Genjutsu (Livello 2)
    Restrizioni: almeno 4 Genjutsu di Livello C o superiore in scheda
    Il ninja si specializza nell'uso dei genjutsu, preferendo quest'arte ninja alle altre due; il ninja possiederà maggior esperienza sia nell'uso dei Genjutsu, e sarà più facilitato a riconoscere le illusioni avversarie e liberarsi da esse. In particolare, il costo del Kai per spezzare una tecnica verrà diminuito di 1/4. Invece, i proprio genjutsu risulteranno potenziati del 25% (con un aumento relativo del costo del Kai).
    Il bonus non vale contro ninja di grado pari o superiore che possiedano lo Sharingan.
    Si potranno creare Genjutsu massimo di Livello A.
     
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    kage

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    Qualcosa successe quando ormai vicino alla preda il corpo fu immobilizzato da numerosi paletti. Aveva commesso un errore, uno di quelli imperdonabili che gli sarebbe costato caro, molto caro. Sicuro di aver ormai l' incontro in pugno dopo aver portato a segno la sua prima offensiva si era avvicinato senza prestare la giusta attenzione a quegli occhi infernali. Per un solo attimo li aveva guardati, dall' alto in basso. Quasi in segno di superiorità. Aveva dimostrato che il suo potere era superiore alla migliore arma di Konoha.
    Ora si trova bloccato, a pochi centimetri dall' avversario gravemente ferito. Un altro solo attacco e avrebbe portato a segno una seconda vittima. E, invece. I suoli si erano scambiati, non poteva far altro che stare ad aspettare la mossa nemica.

    CITAZIONE
    Stato Fisico: Ottimo
    Statistiche: Normali
    Stato Mentale: Concentrato, attento
    Chakra: 200/280
    Statistiche: +20% velocità, +50% velocità e forza

     
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  12. Ranuccio
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    Takeru osservò compiaciuto il nemico, immobile come una statua, e non potè etrattenere un sorrisetto maligno. Era davvero ironico che fosse bastato un solo sguardo per far perdere a Lee, grande esperto di Taijutsu e conoscitore del Loto proibito, ogni capacità di attaccare e difendersi. Era la giusta punizione, dopotutto, per essersi comportato da vigliacco, ed aver anteposto la fuga a un leale combattimento fra ninja. L'Uchiha aveva perso la rara occasione di sostenere uno scontro con un avversario suo pari, ma era stato profondamente deluso. Dopo i primi istanti di rabbia, ora la sua mente si era calmata, e il suo animo era tornato limpido e imperturbabile come un cielo estito. O sarebbe stato meglio paragonarlo a una notte buia e profonda, in cui la luce della luna era stata per un attimo oscurata da un passeggero temporale. Dentro di lui, infatti, non c'era alcun sentimento che si potesse definire limpido, anzi, l'oscurità era la caratteristica che più si addiceva ai suoi pensieri. Le intense fitte che gli mandavano a intervalli regolari le costole rotte avevano contrubiuto a calmarlo: erano il segnale che, se avesse indugiato ancora, avrebbe avuto poche speranze di sopravvivere. Perciò, ora era lucido, e lucidamente determinato a porre fine a quella sottospecie di noioso scontro. In effetti, dentro di lui era rimasto solo un vago senso di nausea.
    Fece un respiro profondo, cercando di riprendere fiato. Ci riuscì solo per metà, e non potè evitare di tossire violentemente. Faceva fatica a muovere le dita della mano sinistra, e probabilmente non avrebbe potuto comporre i Sigilli. Sul suo volto c'era ancora quel gigno arrogante, e i suoi occhi rossi erano fissi in faccia al nemico. Avrebbe voluto alzarsi, ma non era certo che le gambe l'avrebbero retto. Comunque, non aveva motivo di stare in piedi. Poteva tranquillamente colpire a morte Lee da quella posizione e con un braccio solo. Un osservatore esterno non avrebbe mai pensato che proprio Takeru, in simili condizoni, aveva in realtà la situazione in pugno. Tutto merito dello Sharingan, l'arma più potente del Villaggio della Foglia. No, la sua arma più potente. Era solo merito suo se era riuscito a sviluppare capacità così grandi, e il Clan centrava ben poco. Era riconoscente di aver ricevuto il sangue degli antenati e con esso la loro Kekkei Genkai, ma il suo legame con gli Uchiha finiva qui: un maestro con un sasso poteva battere un novizio armato di shuriken. E allo stesso modo c'erano molti Uchiha che non erano mai riusciti a sbloccare le Tre Tomoe, e ancora di più che nemmeno avevano risvegliato l'Innata.
    Fece scivolare la mano destra al porta-shuriken legato alla coscia e vi infilò dentro la mano. Era sicuro di avervi inserito tre kunai con cartabomba, preparati per ogni evenienza, e infatti le dita immediatamente sentirono il contatto con il freddo metallo e la ruvida carta. Tenendo i ferri fra indice e medio, medio e anulare, anulare e mignolo, li trasse fuori, lentamente. Poi, all'improvviso, fece scattare il polso, lanciando le armi di fronte a sè. Colpire un bersaglio immobile era decisamente semplice, fin troppo semplice, tanto da ricordargli le lezioni dell'Accademia. Aveva mirato al ginocchio sinistro, alla coscia destra, e infine all'avambraccio braccio sinistro - una piccola vendetta, quest'ultima. Le deflagrazioni gli avrebbero quasi certamente devastato gli arti, rendendogli impossibile di utilizzare il Taijutsu o tantomeno di camminare. Aveva pensato di colpirlo direttamente alla testa, mettendo fine alla sua miserabile vita: ma quella scelta gli era parsa fin troppo indulgente verso un insetto come Lee, che meritava di conoscere quale destino toccasse ad un vigliacco. Inoltre, non era detto che gli ostaggi si trovassero nella stanza, per cui poteva aver bisogno di interrogarlo.


    Takeru Uchiha
    Stato Fisico: Ulna sinistra rotta, dodicesima e tredicesima costola destra rotte, danni lievi al diaframma
    Statistiche: Normali
    Stato Mentale: Indignato
    Chakra: 175/260
    Equipaggiamento: 12 kunai, 15 shuriken, 7 cartebombe, 2 fumogeni, 3 fili metallici, 1 katana, 1 accendino

    Tre Tomoe
    Quando il ninja attiva lo Sharingan, l'iride diventa rosso e compaiono le tre Tomoe. Caratteristiche Sharingan Tre Tomoe:
    - i riflessi sono aumentati del 30%;
    - il ninja migliora la precisione dei suoi attacchi del 30%;
    - il ninja, tramite i muscoli dell'avversario, vede un'immagine prossima dei suoi movimenti. In questo modo, potrà prevedere con una buona precisione e con breve anticipo i movimenti degli avversari (solo di ninja con velocità non superiore alla propria del 50%). Inoltre, se si conosce la tecnica che l'avversario sta utilizzando, si può prevederla in base ai sigilli utilizzati;
    - visione del sistema circolatorio avversario;
    - si possono contrastare le illusioni di qualsiasi livello senza spesa di chakra;
    - si possono copiare i movimenti, le tecniche di Taijutsu, Ninjutsu e Genjutsu fino a livello A. Possono essere previste e possono essere riprodotte in seguito nello stesso combattimento. Tutte le tecniche riprodotte possono essere memorizzate nella scheda.
    Consumo: 10 per turno

    Perizia nelle Armi da Lancio (Livello 1)
    Il ninja possiederà una notevole abilità e maestria nell'uso di armi di piccolo taglio (come Kunai o Shuriken), sia nel combattimento corpo a corpo che a distanza. Si possiederà infatti una precisione maggiore (+25%) nel lancio di Kunai e Shuriken, riuscendo a colpire pressochè ogni tipo di bersaglio (anche di ridotte dimensioni o in movimento). Il bonus è valido fino a un massimo di 4 armi lanciate contemporaneamente e fino a 12 metri di distanza. Inoltre, nel corpo a corpo si maneggeranno i kunai con agilità e destrezza migliorata (+25%).
     
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    Ok, fai il post di chiusura... Lascio a te la scelta di come finire la missione, Lee ti dirà solo all' ultimo dove si trovano i ragazzi poi sverrà...
     
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  14. Ranuccio
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    Takeru osservò i kunai giungere a destinazione; non appena le armi toccarono il corpo del nemico, deflagrarono con potenza, spandendo nelle circostanze una piccola onda d'urto e un gran polverone. Socchiuse gli occhi fino a trasformarli in due sottili fessure in cui brillava il suo rosso Sharingan. Nonostante fosse ormai sicuro della vittoria, dannatamente sicuro, la carriera di ninja gli aveva insegnato a non abbassare mai la guardia. Così, anche nel momento del trionfo, manteneva l'attenzione vigile e l'orecchio teso. Benchè fosse un gran codardo, Lee aveva dimostrato ottime capacità combattive; e al solo pensiero, il sangue dell'Uchiha ancora ribolliva. Quello che poteva essere il suo scontro migliore, l'occasione per mettersi alla prova, la spinta per superare i suoi limiti, si era infine trasformato in un brevissimo e banalissimo scambio di colpi. Non aveva mostrato nemmeno un decimo del suo vero potenziale, e probabilmente lo stesso si poteva dire del suo avversario. Superare i suoi limiti? Figurarsi! Raramente gli era bastato così poco per mettere al tappeto uno shinobi! Certo aveva subito della ferite - e ben pochi in passato erano riusciti a provocargliene di tanto gravi - ma erano dovute a un errore di giudizio: se avesse attaccato per primo, infatti, la situazione si sarebbe volta subito a suo favore. E invece aveva aspettato, invitando Lee a fare la prima mossa. Sicuramente, d'ora in poi avrebbe preso le missioni con più serietà, evitando di lasciarsi trasportare dai moti del suo animo. Una disattenzione in più e forse - anche se l'ipotesi gli pareva assurda - avrebbe potuto morire.
    Il fumo lentamente andava diradandosi. Un'ombra, muovendosi al rallentatore, si avvicinò a Takeru. Questi ebbe un sussulto, credendo sulle prime che il suo avversario avesse trovato un modo per evitare ogni danno, quasi fosse invulnerabile. Premette la schiena contro la parete, cercando di fare forza con le gambe e tirarsi in piedi, tastando il terreno con la mano destra in cerca della katana. Il suo corpo non reagiva ancora come avrebbe desiderato, benchè il dolore al diaframma si stesse attenuando - era perfino riuscito a trarre un paio di profondi respiri senza tossire. Fortunatamente, guardando meglio, notò che la sagoma nera non si stava avvicinando, bensì stava cadendo a terra. E, pochi secondi dopo, gli giunse il tonfo sordo di un corpo esanime che sbatteva pesantemente a terra. Sollevato, Takeru non potè fare a meno di scoppiare in una lunga e sonora risata. Lee giaceva ai suoi piedi, agonizzante. Tornato serio, l'Uchiha strinse i denti, afferrò la spada e usando questa come sostegno, si tirò su in piedi con uno sforzo così grande da provocargli il fiatone. Per qualche secondo, guardò il suo nemico con aria di sufficienza, notando che così steso al suolo pareva davvero un verme. Le cartebomba gli avevano pressochè distrutto l'avambraccio sinistro, mentre le gambe avevano non avevano riportato danni a tal punto gravi.
    - Dimmi dove hai nascosto gli ostaggi, e avrai salva la vita.
    La voce di Takeru risuonò imperiosa nella stanza. Non sapeva se lo avrebbe davvero risparmiato, ma era pronto ad ucciderlo senza pietà se non avesse risposto alla sua domanda. Un insetto simile si meritava una punizione, di certo. Ma cos'era peggio? Lasciarlo lì, agonizzante nella squallida stanza d'albergo? In questo modo avrebbe avuto tutto il tempo di riflettere sulla sua codardia, e qualora si fosse salvato, le ferite subite quel giorno l'avrebbero tormentato per anni - sarebbe stato fortunato se fosse riuscito a camminare di nuovo, ma sicuramente non avrebbe più usato il Taijutsu. Oppure, eliminare seduta stante la feccia, che in fondo meritava di scomparire dalla faccia della terra. Non c'era alcun briciolo di pietà negli occhi di Takeru, e lo sguardo spaventato del Mukenin lo sapeva. Poichè non poteva parlare - il dolore glielo impediva - si limitò a indicare con un cenno del capo l'armadio contro il muro. L'Uchiha superò il suo corpo tremante, sconvolto dal dolore e dalla paura della morte, e barcollando si diresse verso il mobile indicatogli. Appoggiò la katana contro la parete, così da avere la mano libera. Il suo corpo stava recuperando velocemente e, nonostante gli servissero cure mediche e riposo, riusciva a stare in piedi anche senza l'aiuto di un sostegno.
    Aprì l'anta, e come previsto si trovò di fronte i due ostaggi, legati e imbavagliati. Uno, un tipo dai capelli lunghi e lisci di colore nero, vestito con un kimono bianco, era privo di sensi. L'altro, un ragazzino dai capelli castani arruffati, guardò il Chunin con aria supplicate e al tempo stesso terrorizzata, nell'incertezza che si trattasse di un complice di Lee oppure il loro salvatore. Per sua fortuna, si trattava della seconda. Bastava un occhiata per capire che si trattava di due ingenui e incapaci studenti, nient'altro che pivellini alle prime armi. Tuttavia, i loro geni avrebbe fruttato migliaia di ryo sul mercato nero, anche se loro probabilmente non se ne rendevano conto. Takeru si chinò in avanti, e una fitta alle costole lo colpì come un pugnale. Chiuse gli occhi un momento, cercando di ignorarla. Quando li riaprì, l'iride era tornato nero. Non c'era più bisogno dello Sharingan, adesso. Con la sinistra slegò il ragazzo castano, quindi gli porse il braccio e lo aiutò ad uscire. Questi si guardò intorno, confuso e spaesato. Comprensibile, dato che insieme al suo compagno era stato infilato in un sacco per almeno dodici ore e poi sbattuto in quello stretto armadio. Quando scorse il corpo di Lee, qualche metro più in là, face un passo indietro, terrorizzato. Il Chunin gli mise la sinistra sulla spalla, sorridendogli affabilmente.
    - Tranquillo - disse, con tono calmo e amichevole - Ho già pensato io a lui. Non è più in grado di farvi del male. Ora, vorrei farti qualche domanda, d'accordo?
    Il ragazzino annuì, senza tuttavia riuscire a staccare gli occhi dal rapitore.
    - Tu sei Senjuu Hideaki, giusto?
    Annuì ancora.
    - E quello è Hyuga Satoshi?
    Un altro cenno con la testa.
    - Sei ferito?
    Questa volta, la risposta fu negativa.
    - Il tuo amico? E' stato colpito da Lee?
    - No, no... - finalmente Hideaki fece sentire la propria voce - Lui... Lui è svenuto non appena ha minacciato di ucciderci, se non stavamo zitti e fermi.
    Sicuramente il Mukenin li aveva trattati con i guanti per paura di rovinare la merce.
    - Riesci a camminare?
    - Certo.
    - Bene, allora andiamo via.
    L'Uchiha slegò l'Hyuga e lo prese sotto braccio, nonostante portare un simile peso morto non era di certo un toccasana per le sue costole. L'importante era lasciare l'albergo e trovare un pronto soccorso. Avrebbero dovuto passare la notte nella cittadella, giacchè non erano nelle condizioni di poter viaggiare. Inoltre, fra poche ore sarebbe calato il sole, e preferiva non attraversare di notte la foresta. Il mattino dopo avrebbe affitato una carrozza, sperando che l'Hokage gli rimborsasse le spese. Tutte le volte che doveva salvare degli ostaggi o salvare mercanti dalle grinfie di qualche furfante ci rimetteva sempre un sacco di ryo. I tre superarono il corpo di Lee, e Takeru gli lanciò un'ultima occhiata. Aveva preso una decisione: non l'avrebbe ucciso. In rispetto alla parola data, ma soprattutto perchè questa gli sembrava la punizione migliore da infliggergli. Con tutta probabilità, comunque, sarebbe morto dissanguato entro due o tre ore. Se anche si fosse salvato, beh, non avrebbe più costituito una minaccia per Konoha e per nessun altro Villaggio. Forse, inconsciamente il Chunin non desiderava ancora combattere seriamente contro di lui, e perciò sperava che in un modo o nell'altro quell'occasione sarebbe potuta giungere in futuro. La missione era stata fin troppo noiosa e deludente, soprattutto se pensava che erano stati gli Shogi ad affidargliela. D'altro canto, se non altro era stata piuttosto veloce e non gli aveva fatto perdere troppo tempo. Tornato al Villaggio si sarebbe immediatamente fatto sistemare braccio e costole da un ninja medico, e poi avrebbe ripreso gli allenamenti. Gli incarichi di Livello B ormai gli davano poche soddisfazioni, ed era convinto che una volta promosso a Jonin avrebbe ricominciato a divertirsi come un tempo, quando era ancora un Genin novello.


    Takeru Uchiha
    Stato Fisico: Ulna sinistra rotta, dodicesima e tredicesima costola destra rotte, danni lievissimi al diaframma
    Statistiche: Normali
    Stato Mentale: Annoiato
    Chakra: 175/260
    Equipaggiamento: 12 kunai, 15 shuriken, 7 cartebombe, 2 fumogeni, 3 fili metallici, 1 katana, 1 accendino
     
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    kage

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    Soliti tuoi post, molto ben fatti sotto ogni punto di vista.

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