Bloccato. Anzi, bloccati. Il difficile poteva dirsi completato, limitare la possibilità di movimento nei nemici è l' abilità principale di un Nara tramite l' utilizzo della propria ombra. Ma in questo Light aveva utilizzato un jutsu più potente, una vera e propria prigione di carne da cui nessuno ancora era riuscito a scappare. E, lui non sarebbe stato sicuramente il primo. Avrebbe continuato la sua carriera di Ninja finchè ogni traccia di disturbo alla quiete non fosse stato debellato. Il bushin del mukenin iniziò a compiere velocemente alcuni sigilli per poi far apparire davanti ai suoi piedi un' ingente massa terrosa. Il Gyoku quasi istintivamente portò la mano destra nel porta oggetti, percepito al tatto il freddo metallo e la ruvida carta si strinse attorno all' arma in questione estraendola. Si trattava di un comune shuriken al quale però vi era legato il sigillo necessario per la dislocazione. Quindi lo lanciò verso l' alto in modo tale da conficcarlo nel tessuto. Si sarebbe trovato ad un metro, forse poco meno, dalla testa dell' avversario. Senza battere ciglio Light sparì dal campo della battaglia. L' ondata di fango si infranse sulla rosea pavimentazione di carne. Sarebbe stato l' ultimo attacco permesso al clone, si era stancato e la posizione assunta dal vero avversario non preannunciava niente di buono. Le braccia rivolte verso la parete che dava all' esterno come se stesse caricando il chakra per eseguire una tecnica in grado di distruggere quelle mura. Riapparso usò stese il braccio destro per lanciare uno dei propri kunai, afferrato qualche istante prima, sul quale era posta una cartabomba pronta ad infierire sul clone immobilizzato. Data la distanza limitata a poco più di 1 metro il colpo sarebbe andato sicuramente a segno eliminando il clone. Poco prima che esplodesse l' ordigno eseguì un secondo lancio dello stesso shuriken in direzione del vero obbiettivo. Terza dislocazione dall' inizio dello scontro. Riapparve ad una distanza assai ravvicinata pronto per eseguire l' attacco conclusivo.