Classe II B

Per Ayame Yagami

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  1. Ranuccio
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    CITAZIONE
    Posta tu per primo, ti arriverà una lettera due giorni prima dell'inizio, ti preparerai e per le nove di mattina dovrai essere in classe. Il sensei non sarà ancora in aula.

    Cerca di essere il più descrittivo possibile, narra possibilmente in terza persona singolare e distingui con i colori tra 'parlato' 'pensato' 'narrato', descrivi l'arrivo della lettera e cosa fai prima di andare in accademia il giorno stesso.
    Buona fortuna. Cerca di postare più regolarmente possibile. Se non avete tempo scrivilo qui o manda un MP a me.
    Minimo primo post: 12 righe, Massimo: NULLO
    Ricordatevi che la promozione si baserà sulla bravura con cui posterai.

    -NO abbreviazioni;
    -NO post di poche righe

     
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  2. F a l l e n.
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    LA ROSA BLU

    Ayame Yagami I Studente I Link Alla Scheda
    Legenda Post: narrato - *pensato* - "parlato"

    Lunedì

    I pomeriggi uggiosi si susseguivano uno dopo l'altro ultimamente, sarà per via della stagione pensò, rivolgendo le iridi ambrate verso l'alto, tenendo per se la tenera convinzione che anche il cielo stesso soffrisse a modo suo, forse per colpa dell'indifferenza degli uomini che avean smesso di scorgere la sua bellezza oramai da tempo.
    Passeggiando lungo il ciglio stradale, la busta della spesa iniziava a farsi sempre più pesante e i lacci stretti, toglievano la circolazione alle dita affusolate, imbiancando le unghie. Decise di fermarsi Ayame, chiudendo la mano per riattivare la circolazione, mentre le prime goccie di pioggia le segnavano il soprabito, mai indossato in un momento propizio come quello.

    *Meglio sbrigarsi, non voglio prendermi un malanno*

    Riprendendo il cammino verso casa, la giovane si lasciò rapire dalle luci provenienti dalle numerose vetrine, che concedevano di vedere all'interno dei ricolmi negozi in balia del periodo natalizio. Ayame scrutava con gelido sguardo, odiano la felicità dipinta nei volti dei pargoli viziati, felicità che ad ella era stata da sempre preclusa; tuttavia un sentimento opposto, molto simile alla gioia, faceva si da contrastare ciò che la sua espressione in realtà dimostrava, felice del fatto che almeno quei piccoli vivevano un presente migliore del suo passato.
    Raggiunse il piccolo condominio ordunque, salendo i due piani di scale che l'avrebbero condotta nel suo appartamento, nutrendo evidente indifferenza verso le urla e gli sproloqui provenienti dal piano inferiore, oramai odierni.
    L'appartamento di Ayame consisteva in un grigio monolocale reso particolarmente piacevole dalla stessa umidità che sembrava voler divorare le pareti, munito di un piccolo bagno e piano cucina mentre il lettino, posto in disparte accostato ad una parete, appariva disfatto, a testimonianza del sonno che andava interrompendosi di continuo.
    Pur non avendo un lavoro vero e proprio, Ayame riusciva a permetterselo intrattenendo le persone con i suoi origami, aventi forme particolari e uniche nel loro genere, che ella vendeva ai passanti con riscontri abbastanza soddisfacenti.
    L'ambiente risultava pulito e ordinato e come prima cosa, la ragazza dispose la spesa nel frigorifero per poi abbandonarsi alla brandina scricchiolante, che dopo una giornata intensa le sembrava degna di una lussuosa reggia. L'insonnia ultimamente era divenuta una delle sue principali nemiche ed il soffitto, bersaglio dei suoi sguardi persi nel nulla e tacito confessore al quale rivolgere i propri dilemmi; nonostante l'indipendenza avesse rinforzato il suo carattere, ella poteva ancora udire le urla materne ogni qualvolta cercava di abbandonarsi al sollievo del sonno e ignorarle, non faceva altro che rimandare l'inevitabile incontro, che tornava sottoforma di incubo.

    "Basta... Non ce la faccio più. Devo smetterla di pensare. Se solo la mia dannata mente avesse un interruttore, potrei spegnerla e vivere come una persona comune...
    Che darei per essere come tutti gli altri"

    Il sonno andò via via svanendo, lasciando posto alla fame dovuta dal fatto di avere la dispensa piena e lo stomaco vuoto; alzandosi, Ayame iniziò a preparare il necessario per la cena, mettendo a soffriggere l'olio in funzione di un bel trancio di pesce, acquistato al mercato ad un prezzo fortuito.
    La piccola tv in bianco e nero, era uno dei pchi mezzi che permettevano di estreniarsi dalla realtà e le sventure narrate al telegiornale, le facevano capire che al mondo vi erano situazioni molto più gravi della sua... Ma allora perchè tale consapevolezza non la faceva stare meglio? Perchè il pesce faceva così fatica ad essere deglutito, come se anche l'appetito all'improvviso fosse andato scemando?
    Forse la risposta risiedeva nel fatto che il mondo non le interessava, le persone non le interessavano. Nessuno poteva comprendere come si sentisse.
    Lavato il piatto e le poche posate, il suono del campanello spezzò di prepotenza l'atmosfera e recandosi ad aprire, Ayame rimuginò sul fatto di non averlo mai avvertito prima di quell'istante, dimenticandosi addirittura di averlo.

    "Ecco, arrivo..."

    Lo spioncino che dava sull'ingresso le permise di constatare con sospetto che non vi era proprio nessuno ad attendere che aprisse e scostando il piede, si accorse di aver appena peestato qualcosa di sospetto che si rivelò essere una busta chiusa.

    "Vediamo... Una lettera dell'accademia ninja. Finalmente."

    Poggiando la busta sul cuscino con in volto un'insolita gioia, ella si sdraiò nuovamente, lasciando che il rumore della pioggia la cullasse come una dolce ninna nanna.


    Martedì

    Il cielo si aprì di mattino presto, lasciando che i primi raggi di sole filtrassero attraverso le fessure della tapparella, carezzando il volto di Ayame come la mano di una madre amorevole, destandola dal suo sonno.
    Il letto, era riotto ad un insieme di lenzuola zuppe di sudore ed il cuscino, sembrava fosse stato esposto alla pioggia della sera prima, segno di un sonno non proprio quieto.
    Alzandosi in piedi, Ayame si guardò allo specchio, ammirando il giovane corpo nudo ed il riflesso della sua acerba bellezza; i piccoli seni rosati sarebbero divenuti floridi tra non molto e il giovane frutto caratterizzato dalla prima peluria, avrebbe ben presto attirato le malsane voglie di qualche ragazzotto. Il volto era privo di qualsivoglia emozione mentre il cuore giaceva in pezzi.

    *Possibile che esista qualcuno disposto ad amarmi nonostante quella che sono? E io? So ancora amare?*

    Lo specchio tornò di nuovo a scrutare la parete mentre Ayame, aprì uno dei cassetti dello scaffale addetto al vestiario, coprendosi, lasciando appeso alla sedia il soprabito a causa dell'insolita calura che la giornata aveva da offrire, sperando di non doversene pentire nel pomeriggio.
    Avrebbe dovuto dedicarsi nuovamente alla vendita degli origami, approfittando del fatto che la pioggia non li avrebbe rovinati ma nonostante ciò, ella decise di trascorrere la mattinata nel luogo che prediligeva in assoluto, ovvero una porzione della foresta che affiancava il villaggio, trasformata dai momenti di noia in una sorta di piccolo campo d'addestramento all'interno del quale la mente veniva sgomberata dalla fatica e dall'attenzione agli esercizi.
    Immersa nella più totale solitudine, Ayame cercava di colpire la già consumata corteccia dell'imponente quercia, impedendo alla robusta superficie di aprirle le nocche grazie alla fasciatura stretta, imitando ciò che ella desiderava divenire, ovvero un ninja. Oltre che alla lotta, si dedicò ad esercizi per potenziare le gambe e dunque il salto, fino ai più classici addominali; finalmente il momento del pranzo al sacco era giunto e una volta gustato un panino veloce, ella si rimise al lavoro, senza mostrare il minimo cenno di cedimento.
    La determinazione immessa nell'allenamento fù tale che il tardo pomeriggio arrivò in un baleno, facendo si che Ayame decidesse di abbandonare la foresta prima di perdere l'orientamento a causa del buio, accedendo poi alla strada illuminata dalla pallida luce dei lampioni.
    Zoppicando a causa di un colpo troppo duro alla tibia sinistra, la ragazza passò davanti ad un chiosco dal quale proveniva un odore assai invitante, quello del ramen, che purtroppo le tasche vuote le impedivano di acquistare; non appena però il negoziante la vide passare in quelle condizioni, gli si strinse il cuore, rimanendo sorpreso non appena incrociò d'ella lo sguardo dopo averla chiamata:

    "Hei ragazzina, siediti dai. Non ti va di gustare un ottimo piatto di ramen?"

    "Il fatto che non mi sia soffermata a prenderlo, non le fa pensare che non lo voglia? Mi scusi, ma ora devo andare"

    Avrebbe voluto accettare più di ogni altra cosa, ma la diffidenza unita al maledetto orgoglio le impose di proseguire, rifiutando la carità di uno sconosciuto, per lo meno fino a quando egli non le porse comunque il piatto sorridendo.

    "Hai ragione, beh sai ho cucinato un nuovo tipo di ramen e mi servirebbe qualcuno che lo assaggiasse. Ovviamente gratis, dato che sei tu a farmi un favore"

    Messa in questo modo, Ayame si mise seduta, divorando avidamente tutto ciò che si trovava nel piatto, con l'atteggiamento consono a quello di un animale il quale proteggeva il proprio pasto per la paura che gli venisse strappato. Terminato di mangiare, ella si inchinò ringraziando l'uomo, per poi voltarsi e liquidarlo con quelle gelide parole:

    "So bene cosa ha fatto. Passerò domani con i soldi, buona serata."

    Ora il buio della strada l'attendeva ed il suo piccolo monolocale che, anche se malandato, era stato ottenuto grazie ai propri sforzi, senza il favore di nessuno.


    Mercoledì

    "Dannazione, giornata di merda"

    Fù questa l'impressione di Ayame mentre scorgeva attraverso il vetro l'incessante abbattersi della pioggia sul mondo, facendo si che si pentisse di non aver trascorso almeno una piccola parte della giornata di ieri a vendere i propri origami, cosa che adesso la vedeva addirittura senza un soldo. Le provviste stavano per terminare e gli ultimi risparmi sarebbero stati impiegati per comperare il necessario utile ad andare avanti per quei pochi giorni durante i quali si sperava in qualche piccola entrata, il tutto se il bel tempo lo concedeva.
    Eppure, quel tarlo continuava ad infastidirla cercando di portarle alla mente qualcosa di evidente importanza ma che i vari problemi erano riusciti a cancellare; accertandosi dell'ora, Ayame riuscì finalemte ad intuire quale fosse il misterioso impegno e di tutta risposta, il suo viso assunse un innaturale pallore.

    "Oh no! Devo sbrigarmi o farò tardi in accademia! Sono le otto, posso ancora farcela!"

    Un'ora di tempo per lavarsi, vestirsi e affrontare il tragitto che l'attendeva in balia della pioggia? Si, era decisamente poco ma riuscendo ad organizzarsi al meglio, Ayame riuscì a lasciare la propria abitazione in circa mezz'ora, afferrando all'ultimo momento il caldo soprabito, unico riparo dalle intemperie del tempo. Scese le scale di fretta, il passo veloce si tramutò ben presto in corsa, mentre la pioggia le pungeva il viso come sottili aghi gelati e le numerose pozzanghere, le riempivano i sandali d'acqua.
    Sembrava che le avversità della giornata volessero mettere alla prova la sua determinazione, ignorando che in Ayame tale sentimento divampava come un incendio che di certo una pioggerella invernale non avrebbe mai estinto. Ed ecco finalmente l'accademia che la ragazza raggiunse con le ultime falcate, per poi ripararsi sotto la tettoia posta al di sopra dell'entrata d'ingresso.
    Pur possedendo un carattere forte, un barlume d'innocenza era ancora vivo in ella e la timidezza data dal fatto di essere bagnata fradicia, le impediva di entrare all'interno della struttura, in balia della paura data dall'impressione che il proprio aspetto avrebbe potuto suscitare agli occhi degli insegnanti; dunque si sdette sugli scalini osservando i passanti, in attesa di qualcosa che nemmeno lei conosceva, quando improvvisamente una mano amica le toccò la spalla, accompagnata da una voce maschile:

    "Hei, sei forse una nuova studente? Beh, ti consiglio di sbrigarti sai o inizierai con il piede sbagliato."

    Non appena si voltò scorgendo il viso del giovane, ella arrossì d'imbarazzo, assumendo prontamente il suo atteggiamento burbero con lo scopo di nascondere la cosa.

    "Cosa credi, lo so benissimo anch'io. Ora spostati perfavore."

    La sua reazione le permise tuttavia di entrare senza che nemmeno se ne accorgesse, salendo la scalinata che l'avrebbe condotta, secondo istruzioni, nell'aula atta ad ospitare la lezione. La II B venne raggiunta senza troppe difficoltà e una volta aperta la porta, Ayame potè constatare che l'aula era completamente vuota, nessuna eccezione per l'insegnante, palesemente in ritardo; anche se irritata da tale atteggiamento poco professionale, la fanciulla si arrese all'attesa forzata, ignorando la schiera di banchi per poi sedersi sul bordo della finestra che le permetteva di affacciarsi sul mondo esterno.

    "Ma tu guarda, spero che si sbrighi."

    Informazioni & Status

    Energia: //
    Status Fisico: Ottimale
    Status Psicologico: Irritata
    Armi Impiegate:
    Chakra: Non Appreso


    Abilità/Tecniche Utilizzate:


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    Edited by F a l l e n. - 15/9/2011, 13:55
     
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  3. Ranuccio
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    Takeru Uchiha stava camminando tranquillamente lungo i corridoi bianchi dell'Accademia, nonostante fosse in vistoso ritardo. D'altra parte, non aveva ancora fatto l'abitudine alle strade di Ame, e finiva per perdersi spesso. O, probabilmente, vagava senza meta per la Pioggia volutamente, piuttosto di non fare lezione. Già era abbastanza noioso il compito di Sensei, e come se non bastasse era stato mandato fuori da Konoha per svolgerlo. La motivazione? La stessa, probabilmente, per cui qualche mese prima aveva fatto i turni di guardia presso il confine, con Pel di Carota, alias Yaraji Mazaka. Diplomazia, senza ombra di dubbio. Nonostante la ritenesse una vera e propria perdita di tempo, questi erano i comandi dell'Hokage, e non era permesso disobbedire. Tuttavia, nessuno gli impediva di arrivare in vistoso ritardo.
    Come al solito, era vestito con un paio di pantaloni neri, una maglia dello stesso colore e il giacchetto distintivo dei Chunin. Il coprifronte, legato al braccio. Si domandava che tipo fosse il nuovo studente. Non che gli interessasse più di tanto, visto che i ragazzi che istruiva ormai sembravano tutti uno uguale all'altro. Sperava, se non altro, che fosse un tipo sveglio, in grado di recepire in fretta le lezioni sul controllo del chakra, sull'uso delle armi e sui fondamenti ninja e di resistere ai duri allenamenti. Si passò una mano fra i cappelli neri mossi, e li tirò all'indietro. Era arrivato alla sua nuova classe. La II B. Resistette alla tentazione di uscire in cortile a fumare, e anzichè portare la mano al taschino dove teneva le Green Konoha - sua marca prediletta di sigarette - la mise sulla maniglia. Aprì la porta e si sedette alla cattedra, lanciando una occhiata di sfuggita alla nuova allieva. Scrisse qualcosa sul registro, poi lo chiuse e ripose la penna sul tavolo. Alzò gli occhi scuri e profondi e guardò la ragazza, questa volta piuttosto attentamente. Il suo volto dai lineamente fini e puliti assunse per qualche secondo un'aria concentrata, poi tornò annoiato. Dopo quasi un minuto di ininterrotto silenzio, disse:
    - Piacere, sono Takeru Uchiha, Chunin del Villaggio della Foglia. Per qualche tempo sarò il tuo Sensei. Allora, presentatii a tua volta e ditemi per quale motivo vuoi diventare ninja.


    Takeru Uchiha
    Stato Fisico: Ottimo
    Statistiche: Normali
    Stato Mentale: Annoiato
    Chakra: 260/260
    Equipaggiamento: 15 kunai, 15 shuriken, 10 cartebombe, 2 fumogeni, 3 fili metallici, 1 katana, 1 accendino
     
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  4. F a l l e n.
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    LA ROSA BLU

    Ayame Yagami I Studente I Link Alla Scheda
    Legenda Post: narrato - *pensato* - "parlato"

    Non appena avvertì il suono della maniglia, lo sguardo di Ayame si distaccò per un istante dal panorama esterno, tornando poi a focalizzare la realtà aldilà della finestra; sebbene colui che avrebbe potuto essere un potenziale insegnante fosse entrato all'interno dell'aula, ella non lo degnò della minima attenzione, avvertendo lo scorrere della penna su di un foglio, probabilmente del registro posto sulla cattedra. Che fosse bastato quel poco a minare la sua condotta agli occhi del docente?
    Non le importava, dato che la cosa era reciproca. Il rispetto andava guadagnato e arrivare tardi senza nemmeno lo straccio di una scusante, la diceva lunga sul suo metodo di insegnamento.
    Come se potesse avvertirlo al tatto, lo sguardo attento dell'insegnante la infastidiva non poco, spingendola a porre fine a quel silenzio imbarazzante incontrando quei profondi occhi scuri, constatando che in realtà questi altro non era che un comune ragazzo, ma comunque dall'aspetto più maturo per essere ritenuto un suo coetaneo.

    - Piacere, sono Takeru Uchiha, Chunin del Villaggio della Foglia. Per qualche tempo sarò il tuo Sensei. Allora, presentatii a tua volta e ditemi per quale motivo vuoi diventare ninja.

    All'udire il suono di quella parole, le iridi ambrate si fecero sottili fessure e una repentina sensazione di fastidio si fece strata tra la calma che pocanzi sembrava animare la ragazza, contrariata dall'assoluta banalità di quella domanda.

    "Il mio nome è Ayame Yagami e se avesse utilzzato il fiato per scusarsi del suo ritardo adesso avrebbe la stima di un alunno in più.

    Disse con tono irritato, abbandonando il marmoreo davanzale dirigendosi al banco, per poi prendere posto alla seconda fila, nella parte centrale, in modo da essere faccia a faccia con il nuovo Sensei.

    "Cosa dirle... Potrei far leva sul fatto di avere un grande sogno o di voler seguire le orme di un mio stimato parente, ma credo che ciò l'annoierebbe dato che lo avrà sentito vomitare dalla bocca di qualche ingenuotto, almeno un milione di volte.
    Perchè voglio divenire un ninja? Voglio la forza di un ninja, la conoscenza e il potere da essa derivato. Voglio l'ambizione di un ninja per redimere la mia debolezza.
    Le basta?"

    Senza che nemmeno se ne accorgesse, i pugni si erano serrati e l'espressione che aveva assunto trasudava evidente rabbia. Si era lasciata andare anche troppo per quelle che erano le sue abitudini comportamentali, dunque si ricompose, mantenendo lo sguardo fisso in quello del sensei, in modo da convincerlo della sua determinazione, proseguendo con tono calmo e moderato:

    "Vuole un allievo determinato, da additare con fierezza ogni qualvolta le chiedano chi lo abbia allenato? Mi prenda con se e le assicuro che non ne avrà da pentirsi."

    Una preghiera fatta per intenerire il cuore del ragazzo? no, un semplice dato di fatto.

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    Energia: //
    Status Fisico: Ottimale
    Status Psicologico: Determinata
    Armi Impiegate:
    Chakra: Non Appreso


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  5. Ranuccio
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    La ragazzina lo scrutò per qualche momento, restituendogli lo sguardo intenso con i suoi occhi violacei.
    - Il mio nome è Ayame Yagami - disse poi con tono visibilmente seccato - e se avesse utilzzato il fiato per scusarsi del suo ritardo adesso avrebbe la stima di un alunno in più.
    Takeru accennò un sorriso, benchè non fosse particolarmente divertito da quella insubordinazione. Piuttosto, gli faceva ridere l'audacia con cui la nuova Allieva aveva scelto di intraprendere il corso. Molti aspiranti ninja iniziavano così, con spavalderia, ma dopo qualche mese di duri allenamenti la grande maggioranza gettava la spugna. Dov'era, allora, tutta la loro baldanza? In ogni caso, decise di dargli corda, e non rimproverò un simile comportamento. In fondo l'Uchiha non avrebbe datto il buon esempio se non avesse mantenuto l'autocontrollo, requisito fondamentale di ogni shinobi.
    - Cosa dirle... - continuò poco dopo la ragazza - Potrei far leva sul fatto di avere un grande sogno o di voler seguire le orme di un mio stimato parente, ma credo che ciò l'annoierebbe dato che lo avrà sentito vomitare dalla bocca di qualche ingenuotto, almeno un milione di volte. Perchè voglio divenire un ninja? Voglio la forza di un ninja, la conoscenza e il potere da essa derivato. Voglio l'ambizione di un ninja per redimere la mia debolezza.
    Le basta?

    - Si - ribattè prontamente il Sensei, con tono deciso - Mi basta.
    Ed era vero. Era decisamente una delle più valide risposte che avesse sentitò negli ultimi anni. La maggior parte dei suoi studenti gli presentavano vuote aspirazioni come "diventare l'Hokage", "eliminare tutti i Mukenin" o "proteggere le persone a me care". Insomma, passasse l'obbietivo di voler diventare il più forte del Villaggio, anche se solo in pochi potevano portarlo a termine. Ma chi poteva arrogarsi il diritto di giudicare e uccidere i criminali, pretendendo poi di essere meglio di loro? Altrettanto stupido cercare il potere per qualcun altro e non per sè, mal celando il proprio egoismo, tra l'altro connaturato all'interno di ogni essere umano. Se non altro, quindi, Ayame Yagami era intelligente.
    - Vuole un allievo determinato, da additare con fierezza ogni qualvolta le chiedano chi lo abbia allenato? Mi prenda con se e le assicuro che non ne avrà da pentirsi - concluse infine la ragazza.
    La sua faccia era livida di rabbia, come se durante il loro colloquio gli fossero si fosse lasciata eccessivamente trasportare; c'era qualcosa che non aveva detto, ma era venuta a galla comunque, non come parole ma sotto forma di quel rossore sulle sue guance.
    - Usciamo in cortile, credo che un po' di aria fresca potrà aiutarti a raffrenddarti - disse Takeru alzandosi dalla cattedra e andando verso la porta.
    "Fin troppo determinata, questa studentessa", pensò. In effetti fino ad ora aveva mostrato un carattere piuttosto forte e anche un certo grado di sconsideratezza. Dopotutto, un sensei più severe avrebbe potuto già decidere di bocciarla, ritenendola inadatta alla carriera di shinobi. Ma un po' di forza d'animo (e non solo fisica) di certo non poteva guastare. O almeno questo era quello che l'Uchiha credeva. Aprì la porta e uscì dalla classe, controllando con la coda dell'occhio che Ayami lo seguisse.
    - Il chakra - iniziò, mentre camminavano lungo il corridoio bianco - è l'energia fondamentale che scorre all'interno del nostro corpo. Essenzialmente, è un mistro fra ra l'energia presente in ogni cellula e l'energia spirituale acquistata con l'esercizio e l'esperienza. Scorre liberamente nel nostro corpo, e la maggior parte degli esseri umani non è in grado di gestirlo. Come ninja, dovrai imparare invece a controllarlo a tuo piacimento, sia per rafforzare i tuoi muscoli, sia per eseguire Tecniche, impastandolo e rilasciandolo.
    Fece una piccola pausa, in modo che la spiegazione si imprimesse nella mente dell'allieva. Probabilmente per lei questo era un concetto nuovo, ma ben presto avrebbe preso confidenza.
    - Questa è solo un accenno delle grandi proprietà del chakra. Sappi, tuttavia, che il chakra è presente in ogni persono in una quantità limitata e ben definita, terminata la quale si trova la morte. Non solo: man mano che la tua riserva di chakra diminuisce, la tua stanchezza fisica aumenta, finchè sarai pressochè impossibilitata a muoverti.
    Il sensei svoltò a destra, passando di fronte a una fila di aule. Quindi, raggiunse una grossa porta a vetri che dava sul cortile. La aprì e fece cennò alla ragazza di entrare.
    - Dopo di te.
    Il cortile era un ampio spiazzo di terra creato appositamente per ogni esigenza degli insegnanti. C'era un piccolo lago, nel centro, qualche albero sulla destra, sulla sinistra manichini per l'addestramento nel Taijutsu e infine diversi bersagli dalla parte opposta all'ingresso. Takeru si diresse verso il laghetto - uno specchio d'acqua dal diametro di sei metri e profondo un metro circa - continuando a parlare.
    - La maggior parte delle cose che ti interessano sapere sul chakra le imparerai con le esercitazioni pratiche. Scordati noiose lezioni e verifiche scritte, perchè mi annoiano troppo. Preferisco farti passare subito a questo.
    Pronunciò l'ultima parola proprio come se fosse stata scritta in corsivo, indicando con l'indice della mano sinistra i suoi piedi. Mentre stava completando le ultime spiegazioni, infatti, con disinvoltura aveva iniziato a camminare sull'acqua. Il peso del suo corpo non l'aveva fatto sprofondare, incredibilmente, ed anzi egli se ne stava nel mezzo della pozza come se si fosse trovato sulla terra ferma.
    - Ora ti potrà sembrare assurdo, ma gli shinobi sanno fare molto peggio. Essenzialmente, devi concentrare il chakra dirigendolo verso i piedi, e qui formare una patina che ti permetta di rendere solida e compatta l'acqua sottostante, permettendoti di non cadervi all'interno. Detto così è un po' difficile, me ne rendo conto... Per facilitarti le cose, cerca di visualizzare dentro di te il flusso del chakra, chiudendo gli occhi. Immagina che il tuo centro si trovi all'altezza dell'ombelico e che tu diriga le energie verso gli arti inferiori. Una volta fatto questo, prova a pensare di concentrarne parte a livello delle tue scarpe, come una seconda suola. Devi riuscire a equilibrare il peso del tuo corpo con la densità dell'acqua sottostante: se metti troppo chakra o ne usi troppo poco ti farai un bel tuffo.
    Aveva cercato di essere il più esaustivo possibile, Aveva addestrato parecchi studenti fino ad ora, e quello era il modo più semplice per riuscire a farle completare l'esercizio. Certo, gli sarebbe rischiesti più tentativi, ma in qualche giorno sarebbe stato spontaneo come camminare. Inoltre, tramite le ripetute prove, la sua riserva di energie sarebbe calata, insegnandole anche l'affaticamento che ciò portava.
    - Avanti, prova - concluse, accennando un sorriso. Aveva un buon presentimento.


    Provaci due volte senza riuscirsi, entrambe cadi nel lago. Il procedimento è quello spiegato sopra, eventuali variazioni sono a tuo piacimento (ma non allontanarti troppo da ciò che Takeru ha spiegato). A te!
     
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  6. F a l l e n.
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    Ayame Yagami I Studente I Link Alla Scheda
    Legenda Post: narrato - *pensato* - "parlato"

    - Usciamo in cortile, credo che un po' di aria fresca potrà aiutarti a raffrenddarti

    Il suono di quelle parole che seguiro l'antecedente "si", riempirono il cuore di Ayame di nuova speranza, consapevole che il cammino verso il compimento dei suoi propositi era iniziato con il piede giusto. Con un mezzo sorriso stampato in volto, la giovane seguì il maestro uscendo dall'aula, immettendosi nel medesimo corridoio che pocanzi l'aveva condotta verso il luogo ove la sua formazione ninja avrebbe avuto inizio.
    Ordunque la fatidica spiegazione in merito alla misteriosa energia che ella conosceva solo per bocca d'altri, non tardò ad arrivare, suscitando in Ayame una particolare curiosità.

    - Il chakra è l'energia fondamentale che scorre all'interno del nostro corpo. Essenzialmente, è un mistro fra ra l'energia presente in ogni cellula e l'energia spirituale acquistata con l'esercizio e l'esperienza. Scorre liberamente nel nostro corpo, e la maggior parte degli esseri umani non è in grado di gestirlo. Come ninja, dovrai imparare invece a controllarlo a tuo piacimento, sia per rafforzare i tuoi muscoli, sia per eseguire Tecniche, impastandolo e rilasciandolo.

    "Mmm... Capisco"

    Immersa nella spiegazione, la ragazza rimase sorpesa nel sapere che non era il chakra in se a dover essere acquisito, quanto la padronanza dello stesso. E dire che Ayame non aveva mai percepito una particolare sensazione o indizio che le facesse notare la presenza del chakra nel suo corpo.

    - Questa è solo un accenno delle grandi proprietà del chakra. Sappi, tuttavia, che il chakra è presente in ogni persono in una quantità limitata e ben definita, terminata la quale si trova la morte. Non solo: man mano che la tua riserva di chakra diminuisce, la tua stanchezza fisica aumenta, finchè sarai pressochè impossibilitata a muoverti.

    Strabiliante, il suo utilizzo era addirittura correlato al proprio status fisico.
    Assorta nei suoi dubbi e perplessità, la kunoichi sembrò estraniarsi dal mondo che la circondava, lasciando che la voce dell'insegnante fosse la sua unica giuda e lo sguardo rivolto al suolo, le impedisse di accorgersi del susseguirsi delle aule, che una dopo l'altra segnarono la strada verso la porta che dava direttamente all'esterno.
    Anche se a prima vista poteva sembrare un semplice cortile, guardando con attenzione era possibile notare come l'ambiente circostante fosse stato reso consono ad un vero e proprio campo d'addestramento ninja, munito di attrezzi ed aquipaggiamenti del caso, caratterizzato da un piccolo specchio d'acqua proprio nel mezzo che sinceramente, le sembrò non centrare proprio nulla con il resto.

    - La maggior parte delle cose che ti interessano sapere sul chakra le imparerai con le esercitazioni pratiche. Scordati noiose lezioni e verifiche scritte, perchè mi annoiano troppo. Preferisco farti passare subito a questo.

    Ovviamente, Ayame non poteva di certo immaginare che il laghetto in realtà potesse servire per portare a compiento l'impossibile, o per lo meno era questo ciò che pensava mentre, muovendo il primo passo in corrispondenza della superficie azzurra, il maestro vi passeggiò senza difficoltà alcuna e soprattutto, senza cadere goffamente.
    Lo sguardo incredulo seguiva il ragazzo raggiungere il mezzo mentre gli orecchi, bramosi della spiegazione riguardante quel prodigio, attendevano che il segreto fosse svelato.

    - Ora ti potrà sembrare assurdo, ma gli shinobi sanno fare molto peggio. Essenzialmente, devi concentrare il chakra dirigendolo verso i piedi, e qui formare una patina che ti permetta di rendere solida e compatta l'acqua sottostante, permettendoti di non cadervi all'interno. Detto così è un po' difficile, me ne rendo conto... Per facilitarti le cose, cerca di visualizzare dentro di te il flusso del chakra, chiudendo gli occhi. Immagina che il tuo centro si trovi all'altezza dell'ombelico e che tu diriga le energie verso gli arti inferiori. Una volta fatto questo, prova a pensare di concentrarne parte a livello delle tue scarpe, come una seconda suola. Devi riuscire a equilibrare il peso del tuo corpo con la densità dell'acqua sottostante: se metti troppo chakra o ne usi troppo poco ti farai un bel tuffo.

    Deglutì nervosamente Ayame chiudendo gli occhi, mentre la sua attenzione era focalizzata a guardarsi dentro, anche se per motivi diversi da quelli che di solito la spingevano a farlo, cercando di visualizzare il percorso del proprio chakra come il maestro aveva detto. Il centro le era ben chiaro ma a parte quello, lo sbaglio di voler guardare con gli occhi dell'ambizione le impedì di razionalizzare, venendo contro gli insegnamenti del sensei, convinta che trascurando qualche passaggio sarebbe potuta giungere comunque alla soluzione del dilemma.

    *Al diavolo, per quanto mi concentri non riesco ad avvertire un bel niente. Beh, se ci è riuscito lui non vedo perchè debba fallire*

    Senza nemmeno pensarci mosse i primi passi verso la vergogna cadendo rovinosamente in acqua, riuscendo a toccare il fondale con i piedi facendo si che solo il capo rimanesse in superficie, rendendo la situazione ancor più ridicola.
    Nonostante la determinazione fosse il suo punto di forza, la cocciutagine derivata dalla stessa era anche il suo più grande difetto, che le impediva di esprimere le sue vere potenzialità.
    Uscì dal laghetto con il volto imbronciato e gli abiti zuppi, cosa che la spinse a buttare a terra il soprabito non appena ne ebbe l'occasione e far sfoggio del suo perfetto fisico di adolescente, risaltato ancor più da toppino e jeans strappati perfettamente abinati.

    "Ora si fa sul serio!"

    Chiuse nuovamente gli occhi con la consapevolezza che aggirare le regole non era di certo una buona soluzione, concentrandosi verso il centro della sua energia, dal quale il chakra avrebbe avuto origine, stavolta con impegno e determinazione ancor maggiori, riuscendo ad avvertire una strana sensazione proprio nel punto indicato dal maestro.
    Era come se qualcosa vorticasse freneticamente nel suo stomaco e basandosi su di esso, Ayame cercò di immaginare una moltitudine di piccoli canali, grazie ai quali il chakra sarebbe stato veicolato fino alle gambe, giungendo poi al disotto dei sandali creando la medesima patina che aveva permesso al sensei di passare il laghetto, facilitando la concentrazione.

    *Lo sento... Credo di esserci più o meno. Ma ora come doso il chakra?*

    Beh, forse quella era l'incognita principale e non avendo alcuna informazione da associare al dosaggio del chakra, la ragazza optò semplicemente per il mantenimento di quel particolare stato, che le conferiva per lo meno una vaga consapevolezza di quell'energia misteriosa.
    Ponderando con attenzione ogni passo cercando di non spezzare quel legame, Ayame riuscì a rimanere sospesa per almeno un secondo, senza che nemmeno se ne accorgesse, cadendo ancora una volta in acqua, lasciando che stavolta la rabbia prendesse il sopravvento.

    "Dannazione! Eppure stavolta ero sicura di farcela."

    Informazioni & Status

    Energia: //
    Status Fisico: Ottimale
    Status Psicologico: Furente
    Armi Impiegate:
    Chakra: Non Appreso


    Abilità/Tecniche Utilizzate:


    - Code By Hitsu. Vietata La Copia Senza Permesso -

     
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  7. Ranuccio
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    Takeru seguiva con gli occhi ogni movimento dell'allieva, e benchè avesse il volto annoiato si stava quasi divertendo nell'osservare la tenacia con cui la ragazza cadeva in acqua e un secondo dopo stava già riprovando. Per lui, ormai, si trattava di un meccanismo quasi involontario, che non gli richiedeva alcuna fatica o concentrazione; ma ricordava che diversi anni prima, quando si trovava al posto di Ayame, non era stato così semplice rimanere in equilibrio sullo specchio d'acqua. In ogni caso, aveva acquisito la totale padronanza delle sue energie interiori in una settimana di tempo, dopo estenuanti allenamenti che spesso si protraevano fino dopo la mezzanotte. Era più forte di lui: quando si prefiggeva un obbiettivo, piuttosto di cadere a terra stremato, doveva portarlo a termine, e se possibile anche in poco tempo. D'altronde non avrebbe sopportato che qualche studente compagno di corso lo battesse.
    - Riposati un po' - disse alla ragazza.
    Questa era caduta in acqua due volte, e la sua espressione accigliata trasmetteva tutta la frustazione del fallimento. In realtà, benchè non se ne fosse accorta, la seconda volta il chakra era stato dosato correttamente, e per un istante il suo piede destro aveva poggiato sull'acqua come se essa fosse un solido pavimento in marmo. Non era semplice riuscire a stabilizzare il flusso d'energia, una volta trovata la giusta quantità.
    - Sei a buon punto - continuò.
    Poichè era ancora a mollo, le si avvicinò e gli porse una mano, aiutandola a tornare a riva. Non poteva dargli molti consigli, purtroppo. Il controllo del chakra era qualcosa di strettamente personale, che dipendeva dal peso, dalla struttura fisica e persino dalla propria determinazione. Ayame, come ogni ninja, avrebbe trovato il suo equilibrio.
    - Tieni un piede a terra e poggia l'altro sull'acqua, finchè non sentirai che la superficie sotto di esso sia diventata compatta e dura. A quel punto, prova ad avanzare e fare lo stesso con entrambi i piedi. Mi raccomando, rimani concentrata e focalizza il chakra.
    Questo era quanto il Sensei poteva ancora aggiungere. Lui stesso aveva usato quel metodo, tempo prima; procedere gradatamente era infatti la strada migliore per completare l'esercizio. Non aveva mai incontrato nessun allievo, infatti, che non fosse stato in difficoltà, ai primi tentativi. Ma la pratica rendeva perfetti, dopotutto. Rimase in attesa che Ayame seguisse le sue direttive, sempre con quell'espressione poco attenta e quasi distratta che gli era abituale, e che celava il suo vero stato d'animo.


    Dunque: questa volta completi l'esercizio, ovviamente impiegando un po' più di tempo dei tentativi precedenti. Rimani in piedi per tre secondi circa e poi sprofonda. Fatto questo, passeremo all'Esame, dove ti darò dritte su consumi del chakra, affaticamento derivato da essi e utilizzo Tecniche.
     
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  8. F a l l e n.
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    LA ROSA BLU

    Ayame Yagami I Studente I Link Alla Scheda
    Legenda Post: narrato - *pensato* - "parlato"

    - Usciamo in cortile, credo che un po' di aria fresca potrà aiutarti a raffrenddarti

    Le difese erette da Ayame nei confronti del giovane sensei stavano via via crollando, come un fragile castello di carte soffiato via dal vento della fiducia. Porgendole la mano infatti, egli la aiutò ad uscire dal laghetto, al quale fù destinata dall'ennesimo falimento e quel semplice gesto che ella guardava con occhi di meraviglia, le permise di esternare un sentimento che assai raramente aveva dato prova di sentire, ovvero la gratitudine.

    "Non ne avevo bisogno ma... Grazie"

    - Tieni un piede a terra e poggia l'altro sull'acqua, finchè non sentirai che la superficie sotto di esso sia diventata compatta e dura. A quel punto, prova ad avanzare e fare lo stesso con entrambi i piedi. Mi raccomando, rimani concentrata e focalizza il chakra.

    Colpendo il suolo con un pugno ben assestato, la ragazza si maledì per non aver pensato da sola ad una soluzione così banale, alzandosi in piedi animata da nuova determinazione, per poi rivolgere i gelidi occhi in funzione dello specchio d'acqua che stavolta avrebbe certamente domato.

    *Devo aver fatto la figura della sciocca... Meglio riscattarsi prima che il maestro inizi a farsi un'idea sbagliata di me.*

    Gli occhi si chiusero nuovamente e i palmi delle mani si incontrarono all'altezza del petto, come se impiegati in una sorta di tacita preghiera; la concentrazione stavolta iniziò seguendo un principio diverso dal precedente, che cercò di coinvolgere tutti gli elementi che pocanzi erano stati visti come d'intralcio, portandoli in simbiosi con il fluire del chakra.
    Il soffiare del vento, il cinguettio degli uccelli che nascosti dalle verdi foglie nutrivano i loro piccoli... Tutti questi fattori di per se banali, andarono ad uniformarsi con il proprio "centro", aiutati dalla respirazione profonda che permetteva al cuore di mantenere un ritmo regolare, che non andasse a turbare quel delicato equilibrio.
    Dunque la misteriosa energia tornò nuovamente a vorticare, stavolta con un'intensità che Ayame avvertì come maggiore, mentre ella si apprestava ad alzare il piede destro e poggiarlo sulla superficie del laghetto, increspando le calme acque; improvvisamente, fù come se il chakra fluisse nelle gambe con netta facilità rispetto all'esperienza di prima, giungendo alla base dei sandali in pochi istanti.

    *Bene, è ora*

    Spostando il peso sul piede destro senza perdere di vista il flusso del proprio chakra, Ayame si accorse di potersi affidare totalmente alla sua nuova abilità, cercando di considerare il velo di chakra come una sorta di scalino in modo che la paura di cadere in acqua non turbasse i suoi intenti. Ora, entrambi i piedi potevano dirsi sospesi al di sopra dell'acqua e ottenuta una certa stabilità supportata dalla consapevolezza del proprio peso complessivo, Ayame decise di sorpendere il maestro mantenendo quel risultato per il maggior tempo possibile, che purtroppo non corrispose a più di una manciata di secondi.
    Di nuovo zuppa fino al collo, stavolta la sua espressione sembrava soddisfatta e un sorriso sprezzante la accompagnò durante l'ennesima fuoriuscita dal laghetto.

    "Visto? le avevo detto che ce l'avrei fatta no?"

    Informazioni & Status

    Energia: //
    Status Fisico: Ottimale
    Status Psicologico: Soddisfatta
    Armi Impiegate:
    Chakra: Non Appreso


    Abilità/Tecniche Utilizzate:


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  9. Ranuccio
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    CITAZIONE
    Ok, ti ho aperto l'Esame qui! Ti darò tutte le istruzioni dopo il primo post.

     
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8 replies since 14/9/2011, 10:32   116 views
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