Classe I D

Per Key Uchiha

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  1. Ranuccio
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    CITAZIONE
    Posta tu per primo, ti arriverà una lettera due giorni prima dell'inizio, ti preparerai e per le nove di mattina dovrai essere in classe. Il sensei non sarà ancora in aula.

    Cerca di essere il più descrittivo possibile, narra possibilmente in terza persona singolare e distingui con i colori tra 'parlato' 'pensato' 'narrato', descrivi l'arrivo della lettera e cosa fai prima di andare in accademia il giorno stesso.
    Buona fortuna. Cerca di postare più regolarmente possibile. Se non avete tempo scrivilo qui o manda un MP a me.
    Minimo primo post: 12 righe, Massimo: NULLO
    Ricordatevi che la promozione si baserà sulla bravura con cui posterai.

    -NO abbreviazioni;
    -NO post di poche righe

     
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  2. ¬Noctis
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    Capitolo 1.1: L'inizio dell'Accademia



    Narrato
    « Parlato »
    « Parlato Altri »
    Pensato

    P o s t

    Annaspo, corro, visibilmente più fuggo, più mi sembra di girare in tondo, perseguitato da fosche ombre, sospiri nelle tenebre e silenziosi ghigni affioranti da una gorgogliante oscurità in cui mi trovo avvolto.
    Percepisco distintamente come in lontananza il rumore di un carretto in avvicinamento, ma la nettissima sensazione di sprofondare in un vuoto denso, che mi allontana dalla salvezza mi innervosisce : non paura, è odio verso la girandola del caos che non riesco a prevedere.
    Con difficoltà mi sollevo sino alla sommità del baratro per ritrovarmi sulla strada : le luci pungenti del sole mi accecano, mi giro su me stesso, prima che qual bestia vorace mi assalga travolgendomi, mentre le voci nel buio tornano a sorridermi con macabra allegria.
    Un sobbalzo sulla strada mi riporta alla veglia : un piccolo carretto in un piccolosentiero del nord, che s'inerpica sinuoso tra le grandi foreste, collinette e piccoli paesini che passa man mano che cambia destinazione o si ferma in una di esse.
    Poggio la testa sul muro di legno del veicolo, dopo un lungo sonno, più stanco che rilassato. Nei posti di fronte a me, non c'è null'altro che il mio zaino, munito di oggetti qua e la, alcuni vestiti, nel caso mi fossi dovuto cambiare, pieno di scartoffie, indizi e tutto ciò che ero riuscito a racimolare durante la mia ricerca di due anni prima di iscrivermi all'accademia ninja. Già, la mia ricerca : finalmente stavo raggiungendo la mia meta ma, come spesso accade, più mi allontanavo da casa, più mi interrogavo sull'effettiva utilità di quanto stavo facendo. Tecnicamente la mia vita non sarebbe nè cambiata, nè migliorata, per cui era sostanzialmente inutile imbarcarsi in una situazione del genere. Anni di studio in campo tecnico e matematico almeno, mi suggerivano questa conclusione. Il pugno sul legno del carretto che segue, è conseguenza diretta dell'imprecazione contro il fato, le mie folli decisioni e quella sensazione di inevitabilità che circondava il mio viaggio. No, non era neanche legno, nemmeno la soddisfazione di sentirlo infrangersi con violenza, nemmeno il gusto della potenza che ne sarebbe seguito: era una strana plastica che al tocco si piega leggermente, prima di tornare normale, forse con qualche screpolatura qua e la.
    Un suono acuto e penetrante frena il mio libero vagare tra i pensieri, riportandomi alla realtà : era probabilmente l'ultima fermata disponibile, la mia fermata; Tegola ulteriore, addirittura più fastidiosa del trovarsi inutilmente in luoghi dimenticati dal tempo : trovarsi costretto a muoversi a piedi, in questi stessi luoghi.
    Mi muovo lentamente tra la gente che sorride, felice di esser tornata a casa, suppongo, nei carretti che seguivano il mio; Vedo allegre famigliole, coppie di giovani che si tengono la mano, persone anziane aiutate dagli altri passeggeri o passanti e molto altro, di cui non facevo poi cosi tanto caso.
    Li evito tutti accuratamente. Mi infastidisce il contatto fisico, mi ha sempre infastidito.
    Guadagno la prima fila appena arrivato all'interno del villaggio, dopo un lungo viaggio effettuato da un villaggio piu piccolo nelle vicinanze, nel quale ero andato a vendere dei materiali per costruire delle armi; inizio a cercare un ninja informatore, o almeno, qualcuno che mi possa indicare la via per arrivare piu in fretta all'accademia ninja: lo trovo dopo qualche minuto. Porta una sorta di divisa goffa, sporca qua e là di sostanze evidentmente mangerecce, osservando il suo girovita parecchio abbondante, i baffi rossi, gonfi sul viso, sono l'unica peluria che avvolge l'uomo visibilmente, assolutamente calvo e, stranamente sorridente.
    Immagino anche per qualche secondo, con cattiveria, di sentire un certo odore cattivo di alcool provenire dall'uomo, del sake precisamente, ma per una volta mi convinco di essermi immaginato tutto.
    Due parole, il suo fortissimo accento locale, mi porta frequentemente a fingere di guardar di lato, a portarlo fuori dal mio campo visivo. Ma la sua indicazione è chiarissima : il suo indice da gran lavoratore, ruvido e consumato, punta dritto verso il posto che stavo cercando; gia, poiche qualche giorno prima, mentre ero ancora a casa, mi era arrivata una lettera dall'accademia, con scritto che dovevo recarmi direttamente in classe, per sostenere il mio primo esame accademico, che fosse stato pratico o teorico a me poco importava, mi bastava passarlo.
    Sbuffo vistosamente, un respiro profondo e prendo saldamente in mano lo zaino, dopo un cenno del capo ed un sorriso forzato rivolti all'uomo.
    E dire che questa ricerca, la quale consisteva nel vedere e nel sapere, se ero davvero destinato a grandi cose, è nata più per puntiglio che per un reale desiderio di conoscere gli assassini della mia famiglia, anche se a dirla tutta, loro erano e rimanevano sempre, i primi obbiettivi a cui pensavo giorno e notte; Anzi a dirla tutta, non so nemmeno perchè, nell'apprendere dei ripetuti viaggi di mio padre, dalla lettura del suo diario, mi sia deciso ad approfondire. Forse era semplicemente curiosità, ma che dico, era logico, io cercavo solo vendetta, eppure mi convincevo a pensare ad altro, ma certe cose non si pensano neppure, certe cose non hanno bisogno di una motivazione per essere portate a compimento...certe cose si fanno e basta.

    […]



    Il Villaggio di Konoha, nel quale sono nato e vissuto, quella mattina, era molto più tranquillo del solito e la gente proseguiva la sua vita di sempre in tutta serenità e tranquillità; decisi quindi di approfittare di tale avvenimento, per passare prima da un mio vecchio amico, per mettere apposto la mia tenuta da shinobi.
    Bisogna tuttavia precisare che era ancora l'alba, il sole non aveva ancora fatto capolino del tutto. Molta gente era ancora cullata dalle rassicuranti tenebre di Morfeo. Il paesaggio che mi si parava davanti non era dei più spettacolari, quei grigi edifici squadrati che erano le case del quartier popolare non rappresentavano una gran vista, ma gli effetti di luce che i raggi solari ancora pallidi creavano sul quel cielo crepuscolare, erano degni di nota. In men che non si dica, perso nell'ammirazione del cielo, finii contro un uomo, sulla terra, il quale pareva ancora più distratto di me in quel momento; Si scusò con me, anche se forse non era tutta colpa sua, e preoseguì di corsa il suo cammino. I vicoli che seguiva non li conoscevo tutti alla perfezione, ma dopo anni di girovaghi di qua e di la per il villaggio, avevo in mente la conformazione planare della zona, quindi talvolta imboccavo con sicurezza piccole stradine anonime, da cui un'estraneo si sarebbe tenuto ben alla larga, e in meno di una decina di minuti raggiunsi il mio obiettivo.
    Avevo anche prestato attenzione a evitare i quartieri più malfamati, odiavo vedere la gente costretta all'accattonaggio o a darsi alla criminalità per poter sopravvivere anche solo un giorno in più.
    Era il lato del mondo che cercavo di evitare per ora, non potendolo cambiare in alcun modo, perchè mi procurava un'immenso disgusto.
    Il negozio del mio amico sarto, si presentava come una piccola e graziosa casetta, decorata con dei grafiti raffiguranti degli strumenti del mestiere e qualche panno: una bella trovata. Quando aprii la porta, un campanello collegato ad essa avvisò il proprietario della presenza di un cliente, il quale si presentò subito dalla stanza retrostante.
    Era pieno di abiti ovunque, di forbisci, di aghi, di spilli, di manichini e quant'altro; Mi sfilai la giacca con cura e la posi delicatamente sul bancone, quasi fosse un figlio:

    « Eila Draifus, tutto bene??? Vorrei che mi rattoppassi le lacerazioni subite da questo giubbotto, da lasciare tuttavia tali le sfilacciature all'estremità inferiore, per cortesia! »

    Dopo una brave chiaccherata, lasciai all'anziano il mio abito, uscii fuori dal negozio e aspettai 10/20 minuti, dopodiche rientrai e trovai tutto pronto in men che non si dica, le sfilacciature erano ben risaldate e le macchie e i buchi erano spariti: insomma un lavoro coi fiocchi, merito di chi lo fa con passione; ma ancora piu scoinvolgente fu' il rifiuto del vecchio di ricevere soldi, poiche sosteneva che quello fosse un regalo o, per meglio dire, un'augurio per la mia premiazione a Genin, anche se ancora non avevo dato nemmeno un'esame accademico, se non quello che dovevo tenere oggi stesso: finalmente ero pronto a partire!

    […]



    Pesanti passi sul sentiero che mi si parava davanti, con pochi minuti di camminata, eccomi arrivato al mio obbiettivo; con cattiveria e una certa prestanza fisica, mi faccio infine avanti nella parte finale della stradina, che presentava una grande pendenza, rispetto al pezzo di strada che avevo percorso prima.
    Arrivato finalmente all'accademia, entrai all'interno di essa, salii il primo piano, girai 2 - 3 volte i corridoi e arrivai fino alla classe a me assegnata; poi entrai e vide 5-6 banchi messi li a caso e disposti in 2 file, mentre sulle pareti e in classe non c'era niente e nessuno.
    « Tsè... E io che pensavo di arrivare in ritardo...Beh spero che non mi facciano aspettare molto! »
    Cosi decisi di andarmi a sedere da qualche parte, da far in modo di recuperare un pò anche le energie; infine aspettai, con impazienza, l'arrivo del mio Sensei.

    S t a t u s

    »Status

    Grado: Studente
    Energia: Bianca
    Chakra: 30/30
    Condizione Mentale: Pronto
    Condizione Fisica: Illeso
    Consumi:-
    Recuperi:-
    Slot 0/1:-
    Techiche 0/1:-
    Bonus:-
    Malus:-

    •Armi ed Equipaggiamento

    Shuriken 2/2
    Kunai 3/3
    Sacche Porta Oggetti/Porta Shuriken 3/3
    Custodia Porta Armi 1/1

    †Edit: //

    ¤Off Topic: //

     
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  3. Ranuccio
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    Takeru Uchiha stava camminando tranquillamente lungo i corridoi bianchi dell'Accademia, nonostante fosse in vistoso ritardo. Nonostante ritenesse il mestiere di insegnante una vera e propria perdita di tempo, questi erano i comandi dell'Hokage, e non era permesso disobbedire. Qualche mese prima gli era stata inviata una lettera privata, a casa; l'aveva aperta nella speranza che si trattasse di una missione, tuttavia era rimasto deluso. In seguito alla sua esperienza sul campo, veniva chiamato come Sensei, e avrebbe dovuto addestrare stupidi marmocchi da quel momento in avanti, sotto un non troppo lauto stipendio mensile. Tuttavia, nessuno gli impediva di arrivare in vistoso ritardo.
    Come al solito, era vestito con un paio di pantaloni neri, una maglia dello stesso colore e il giacchetto distintivo dei Chunin. Il coprifronte, legato al braccio. Si domandava che tipo fosse il nuovo studente. Non che gli interessasse più di tanto, visto che i ragazzi che istruiva ormai sembravano tutti uno uguale all'altro. Sperava, se non altro, che fosse un tipo sveglio, in grado di recepire in fretta le lezioni sul controllo del chakra, sull'uso delle armi e sui fondamenti ninja e di resistere ai duri allenamenti. Si passò una mano fra i cappelli neri mossi, e li tirò all'indietro. Era arrivato alla sua nuova classe. La III A. Resistette alla tentazione di uscire in cortile a fumare, e anzichè portare la mano al taschino dove teneva le Green Konoha - sua marca prediletta di sigarette - la mise sulla maniglia. Aprì la porta e si sedette alla cattedra, lanciando una occhiata di sfuggita alla nuovo allievo. Scrisse qualcosa sul registro, poi lo chiuse e ripose la penna sul tavolo. Alzò gli occhi scuri e profondi e guardò il ragazzo, questa volta piuttosto attentamente. Il suo volto dai lineamente fini e puliti assunse per qualche secondo un'aria concentrata, poi tornò annoiato. Dopo quasi un minuto di ininterrotto silenzio, disse:
    - Piacere, sono Takeru Uchiha, Chunin del Villaggio della Foglia. Per qualche tempo sarò il tuo Sensei. Allora, presentati a tua volta e ditemi per quale motivo vuoi diventare ninja.
     
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  4. ¬Noctis
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    Capitolo 1.2: L'inizio dell'Accademia



    Narrato
    « Parlato »
    « Parlato Altri »
    Pensato

    P o s t

    Sento nel profondo del cuore un'inquietudine che non ha nome, graffia l'anima e sussurra parole oscure alla mia mente. Serpeggia nei miei pensieri un desiderio malsano di fuga, di buttare tutto in aria e tornare indietro, calpestare con foga le carte che avevo portato con me senza un'apparente ragione, tornare indietro, protetto dagli omaccioni tondeggianti a guardia del villaggio, del calore del caminetto d'una famigliola e , perchè no, della mia casa, dei miei ricordi e del tepore di una casa tanto ricolma di ricordi della mia infanzia e giovinezza.
    Davanti alla lavagna di quella classe bianca e vuota, il mio piede, preso di mira da un tic nervoso che avevo quasi sempre, si ferma, il mio cuore sembra smettere anch'esso di battere nell'attesa di una decisione, circondato da tanto gelo che sembra iniziare a penetrare la mia pelle ed entrare in profondità.
    Non crollo a terra, nè perdo i sensi, nè ancora avviene qualcosa di magico o di miracoloso.
    Impreco a bassa voce contro le divinità del mio passato, se realmente esistivano, colpevoli di divertirsi alle mie spalle, prima di ridere di queste poche parole : proprio io, che davo peso a leggende e fantasie create da poveri stolti bisognosi di trovare un appiglio, una speranza per una vita altrimenti inutile.
    In verità mi rendo conto, dopo qualche istante che quei pensieri non mi appartengono, non mi sono mai lasciato andare dinanzi ad una difficoltà, nè ho mai desiderato abbandonare una sfida apparentemente insormontabile. Tutto il contrario, infatti.
    Dunque non ero io a tentennare, non il mio spirito a flettersi sotto il martellante ritmo delle tempeste di dubbi della mia mente; la verità si fa strada rapidamente e senza sforzo nei miei pensieri: non ero più solo da tempo, non si trattava soltanto di una sensazione.
    Sbotto in una risata sguaiata, non rinfrancato o più sicuro, piuttosto colmo di vergogna per esser stato preda di pensieri che non mi sono mai appartenuti, vergogna per esser stato debole e facile bersaglio.
    Ad un certo punto all'interno della classe, entrò il mio sensei, che si mise seduto vicino alla scrivania, scrisse qualcosa su un foglio bianco, dopodiche taqque; alcuni minuti di silenzio a fissarci negli occhi.
    I più al giorni d'oggi, sottovalutano il sottile significato che si cela in un'occhiata tra due persone. È semplicemente incredibile come lo sguardo degli altri possa cambiare una persona; pare un gesto che scruta in tutto silenzio e mistero l'anima altrui, soprattutto quando quest'ultima, ha i tuoi stessi pensieri. L'ammirazione della parte celata d'una persona, quella mai mostrata ad occhi d'altri, eppur uno sguardo specchia la propria anima nelle altre persone, la risalta, la confronta.
    L'Aiutare gli altri considerando le proprie esperienze: concetto tutt'oggi dimenticato, o forse mai tenuto in considerazione, per lo più non da tutti. Avvolte dimentichiamo quanto sia importante per una persona piacere o essere amata per quello che è, o per quello che vorrebbe diventare o fare in futuro e non per quel che si vuol che diventi, o per quello che fa per se stesso o per gli altri. Punti di vista su sfaccettati fronti, di diverse forme e qualsivoglia dimensioni; un cubo scomposto, screziato di riflessi - ricordi affranti, incisi nei lati, negli angoli, dove ci si nasconde nei momenti di timore, di ansia, di solitudine. Vaga come un "naufrago" alla deriva, nella discordia e nei conflitti della mente e della psicologia, sempre nell'oblio dell'indecisione e del dubbio.
    Quello sguardo per quell’attimo sfuggente colpii come un falce affilata il mio corpo inerme, sfregandolo come una bambola di pezza.
    Ero partito alla volta di Getsu, sperando di trovare una persona che mi potesse capire, assistere e insiegnare le basi per un futuro al quale io guardavo e non a quello che sperava lui...e grazie a dio la trovai, mi dava quella sensazione di persona decisa e ferrea che nessuno poteva nemmeno immaginare, se non io stesso.
    Poi accennandomi un sorriso si presentò:

    « Piacere, sono Takeru Uchiha, Chunin del Villaggio della Foglia. Per qualche tempo sarò il tuo Sensei. Allora, presentati a tua volta e ditemi per quale motivo vuoi diventare ninja»

    Wo, uno del mio stesso clan come maestro, non dico che era il mio giorno fortunato, ma si avvicinava; mi alzai in piedi, guardandolo negli occhi, mi inchinai, come si vuol fare da persona educata e mi presentai a lui:

    « Il mio nome è Key Uchiha, sono l'ultimo superstite della mia famiglia; non si preoccupi non le racconterò la mia storia di vendetta per filo e per segno, sappia soltanto che voglio diventare uno dei ninja piu forti del mondo e che raggiungerò il mio obbiettivo ad ogni costo; le dirò di piu', in realtà, all'inizio ero intenzionato anche a diventare un Mukenin, ma pultroppo al mio livello sarebbe stata dura; voglio distruggere una nazione intera anche, ma questa è una cosa secondaria, prima voglio trovare alcune persone...una volta polverizzate loro, andrò avanti coi miei obbiettivi!!!»

    Poi mi fermai, pochi secondi di silenzio, in attesa di una ri-risposta del sensei: una cosa era certa, non avevo assolutamente peli sulla lingua!

    S t a t u s

    »Status

    Grado: Studente
    Energia: Bianca
    Chakra: 30/30
    Condizione Mentale: Pronto
    Condizione Fisica: Illeso
    Consumi:-
    Recuperi:-
    Slot 0/1:-
    Techiche 0/1:-
    Bonus:-
    Malus:-

    •Armi ed Equipaggiamento

    Shuriken 2/2
    Kunai 3/3
    Sacche Porta Oggetti/Porta Shuriken 3/3
    Custodia Porta Armi 1/1

    †Edit: //

    ¤Off Topic: Ho cambiato i colori per il parlato mio e altrui, almeno cosi si capisce meglio :sisi:

     
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  5. Ranuccio
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    CITAZIONE
    Esame QUI

     
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