Missione livello B+

per Takeru Uchiha & Azashi Uzumaki

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    kage

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    Venite inviati a fermare una banda di criminali che hanno svaligiato la casa di un decorato ninja di Konoha; fra la refurtiva, l'Hokage vi raccomanda di recuperare la Niubari, famosa katana che il decorato ninja ha ottenuto come trofeo di guerra strappandola dalle fredde mani di uno degli Spadaccini della Nebbia vent'anni prima
    La banda dovrebbe essere composta da diversi di nemici di basso livello di cui dovreste riuscirvi a sbarazzare in fretta senza troppe difficoltà. Il capo della combricola è un mukenin di Kiri in possesso della Tagliateste, altra spada tanto famosa quanto temuta.
    Ricompensa: 300 Ryo



    Edited by AndreaZena93 - 21/11/2011, 21:20
     
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  2. Ranuccio
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    Takeru aveva avuto modo di riflettere molto nella sua degenza. L'ultima missione gli aveva lasciato due spiacevoli souvenir: un paio di costole rotte e una brutta frattura al radio del braccio sinistro. Tornato a Konoha i ninja medici si erano occupati di lui guarendogli le ferite più gravi, ma c'era voluto un mese intero prima che il Chunin potesse tornare nel pieno della forma. Ogni giorno era stato costretto a recarsi all'Ospedale, farsi cambiare le fasciature e lasciarsi visitare, procedimenti che richiedevano sempre almeno un paio d'ore, ed erano estremamente noiosi. Come se non bastasse, gli era stato proibito tassativamente di allenarsi, o tantomeno di svolgere missioni. Invece, con suo grande rammarico, non era stato esentato dal suo incarico di Sensei all'Accademia. Oltre il danno, dunque, la beffa: quattro settimane di completo, totale e disarmante nulla. Le giornate si erano susseguite lentamente le une dietro le altre, tutte uguali e ugualmente inutili. Un vero strazio. Comunque, questo gli aveva dato il tempo di ripensare proprio al suo comportamento tenuto nella missione: era stato decisamente troppo superficiale e ingenuo, i danni riportati ne erano la prova. Aveva sottovalutato l'avversario, lasciandogli la prima mossa e abbassando la guardia. I risultati, ovviamente, erano stati pessimi. Inoltre, aveva ignorato gli avvertimenti di Mustang. Certo, grazie al suo Sharingan aveva saputo risolvere la situazione, ma in futuro non sempre sarebbe stato così fortunato. Perciò, d'ora in poi non avrebbe più commesso simili errori, non si sarebbe più lasciato sorprendere in combattimento, e soprattutto non avrebbe più lasciato al nemico la possibilità di essere il primo ad attaccare.
    C'era in effetti un detto, tramandato nel Clan Uchiha, che riassumeva quanto sopra: "gaishou isshoku", ovvero "uccidere al primo colpo". A quanto pare l'autore era lo stesso Madara Uchiha, capostipite nonchè fondatore di Konoha insieme a Hashirama Senjuu. Anche se Takeru aveva forti dubbi sulla partenità di tale frase, la trovava davvero edificante, giacchè rappresentava perfettamente il corretto uso della sua Kekkei Genkai in battaglia: la preveggenza permetteva di anticipare ogni mossa dell'avversario ed eludere così ogni difesa, portando a segno un sicuro colpo mortale. E in fondo quale migliore metodo poteva esserci per testare le capacità di un nemico, se non quello di mostrare immediatamente la propria potenza? Se si trattava di uno shinobi di basso livello, sarebbe perito. Altrimenti, lo scontro si sarebbe fatto decisamente interessante. Di certo il Chunin non intendeva gettarsi contro ogni Mukenin utilizzando tutto ciò che aveva fin dall'inizio, tuttavia il leone utilizzava la sua incontenibile forza anche per uccidere un coniglio. Insomma, non intendeva più trattenersi e rischiare per questo di essere ferito, così come era capitato contro Shun Lee.
    E la sua risoluzione era visibile nel cambio di vestiario e pettinatura, benchè si trattasse di dettagli infinitesimali. Poco dopo la sua guarigione Mustang l'aveva convocato per affidargli un nuovo incarico, e Takeru aveva indossato, per l'occasione, classici pantaloni e scarpe nere come gli era abituale, ma sopra aveva abbinato un kimono bianco e una larga giacca dello stesso colore, riportante sulla schiena il simbolo degli Uchiha, il ventaglio che alimentava la fiamma del Clan. Questo era l'abbigliamento che tutti i membri più alti degli Uchiha usavano sfoggiare durante le missioni. Anche lui, in fondo, era un ninja d'elite, nonostante fosse piuttosto giovane, e trovava giusto mostrarlo al resto dei suoi incapaci parigrado. Al fianco, due katane, entrambe dalla fodera nera: non poteva sapere chi avrebbe incontrato, ed era meglio essere pronti ad ogni evenienza. Oltretutto trovava piuttosto congeniale possedere una spada di riserva, nel caso una si spezzasse o rimanesse incastrata nel ventre di qualche avversario. Aveva inoltre preferito lasciarsi crescere i capelli, e li aveva legati in una piccola coda, con ciuffi che gli ricadevano sulla fronte spaziosa.
    In piedi nel salotto degli Shogi, gettava lo sguardo nervosamente a destra e a sinistra, senza nemmeno vedere il divano nero in pelle, il bancone e dietro di esso le quattro mensole con la eterocromatica raccolta di bottiglie di alcolici. Ogni tanto si fermava a fissare l'orologio rotondo appeso alla parete, come se potesse far muovere le lancette più veloci solo con il pensiero. Non era Mustang a essere in ritardo, bensì l'Uchiha ad essersi presentato con quasi mezz'ora di anticipo. D'altronde, non appena gli era stata consegnata la lettera di convocazione una settimana prima, un brivido di eccitazione gli era corso lungo la schiena, e da allora non aveva più pensato ad altro. Poichè gli era impossibile restare in casa con le mani in mano, aveva ripreso gli allenamenti forzatamente interrotti a causa delle costole e del braccio rotti, notando con piacere che nel frattempo le sue capacità non erano peggiorate. Mise una mano dentro il kimono e ne trasse fuori un pacchetto di Green Konoha e l'accendino. Si portò una sigaretta alla bocca e l'accese, inspirò nervosamente, poi reclinò la testa all'indietro e buttò fuori una colonna di fumo grigio verso il soffitto. Nemmeno i medici erano riuscito a togliergli questo vizio, benchè avessero cercato con ogni pretesto di farlo smettere; tuttavia il Chunin era decisamente testardo, e perciò aveva ignorato i loro consigli rispondendo con una alzata di spalle. In fondo si trattava di un passatamento che gli rendeva quasi sopportabile le rigide leggi del mondo degli shinobi, il mestiere di sensei, e le tediose giornate che intercorrevano fra una missione e l'altra, e senza probabilmente sarebbe impazzito.
    - Buongiorno, Takeru-kun - disse una voce, alle sue spalle.
    Il ragazzo si voltò di scatto, e sorrise in risposta a un uomo sui venticinque anni, dal volto serio e i capelli argentati, Light Mustang Nara. La prima cosa che gli venne in mente fu di spegnere la sigaretta, e guardò velocemente alle sue spalle, dove su un tavolino di cristallo era appoggiato un posacenere. Ma, diamine, l'aveva appena accesa, e inoltre gli pareva piuttosto indelicato interrompere il suo superiore. Inoltre, pareva che al Re Nero non importasse più di tanto. O meglio, la sua espressione assente e fredda non lasciava trasparire alcun fastidio - a dir la verità, non lasciava trasparire alcunchè. Per cui, lo prese come un tacito assenso, e prese un'altra boccata di fumo.
    - Visti i tuoi ottimi risultati con Shun Lee, ti assegno un nuovo recupero. Questa volta, tuttavia, non si tratta di due ostaggi, bensì di una preziosissima katana.
    Ottimi risultati? Takeru avrebbe avuto da dire in proposito, ma preferì tacere e annuì in silenzio. Certo, aveva portato a termine la missione a tempo di record, ma non ne era stato per niente soddisfatto. Poco gli importava se due mocciosi erano tornati alle loro case sani e salvi, piuttosto era rammaricato di essersi fatto ferire gravemente dal suo avversario. Forse per uno shinobi "comune" qualche frattura rappresentava i così detti inconvenienti del mestiere, ma per un ninja del suo calibro, e soprattutto con un ego esageratamente grande, era un fallimento a tutti gli effetti. Se non altro, aveva l'occasione per cancellare quella macchia dal suo orgoglio. Inoltre, dare la caccia ai Mukenin era qualcosa di davvero divertente, quindi non poteva essere più soddisfatto. Sorrise affabilmente.
    - Kenzu Sakumata è un decorato ninja del nostro Villaggio, che durante la Terza Grande Guerra ha conseguito ineguagliabili meriti. La notte scorsa una banda di criminali non meglio identificati si è introdotta nel suo appartamente e ha rubato la famosa Niubari, una delle Sette Lame di Kiri che Sakumata aveva ottenuto come trofeo, dopo aver abbattuto il suo precedente proprietario.
    Come d'abitudine, il Re Nero allungò un fascicolo riguardante la missione al Chunin. Questo lo aprì, dandogli una frettolosa occhiata. Lo colpì tuttavia la foto del derubato: ascoltando le parole di Mustang se l'era immaginato come un possente guerriero. Invece, si era trovato di fronte la foto di un uomo di mezz'età, sovrappeso, calvo e con lo sguardo decisamente poco sveglio. Più che un decorato ninja, aveva l'impressione si trattasse di un appartenente a qualche famiglia nobile di Konoha, che si era guadagnato un alto grado nell'esercito grazie al denaro e non ai propri meriti. Con tutta probabilità il destino l'aveva giustamente privato della Niubari. Ma questi non erano sicuramente affari di Takeru, che dunque voltò pagina e passò ad osservare una cartina su cui era tracciata una linea rossa zig-zagata.
    - Si tratta di un gruppo di sette criminali, così come ci hanno riferito i due Jonin che hanno tentato di fermarli presso le Mura del Villaggio. A quanto pare non sono particolarmente abili, ma decisamente scaltri, vista la facilità con cui sono riusciti a mettere nel sacco i nostri e scappare. Secondo gli ultimi rilevamenti, quello è il percorso che i sette hanno seguito per allontanarsi dalla Foglia. A quanto pare si stanno dirigendo verso Sud, magari con l'intenzione attraversare il confine ed entrare nel Paese del Tè. Raggiungerli, in ogni caso, non ti sarà difficile: procedono a passo lento e fanno numerose pause. Forse uno di loro è ferito.
    Il Re Nero fece una pausa, probabilmente per lasciare il tempo all'Uchiha di memorizzare tante informazioni. Il ragazzo annuì con il volto serio e deciso, lasciando intendere di non aver perso nemmeno una sillaba. L'incarico non pareva troppo complicato, tuttavia poteva rivelarsi un problema l'inferiorità numerica. Avrebbe dovuto coglierli di sorpresa e soprattutto cercare di non farsi circondare. Stando alle parole di Mustang, si trattava al massimo di Mukenin di Livello B o C, insomma poco più che ladruncoli. Era tuttavia impressionante come fossero riusciti a introdursi a Konoha e compiere un simile furto, oltretutto senza quasi farsi scoprire; e anche quando si erano imbattuti nei due Jonin, l'avevano avuta vinta. Perciò, non si trattava di nemici da sottovalutare.
    - La priorità è recuperare la Niubari. Takeru-kun, contiamo su di te.
    Il Chunin allargò le labbra in un sorrisetto arrogante, quindi fece un cenno affermativo con la testa. Questa volta, ne era sicuro, la missione sarebbe stata un completo successo. Inoltre, qualcosa gli suggeriva che sarebbe stata anche davvero molto divertente. Girò i tacchi e con passo sveltò si diresse verso la porta. Mise la destra sulla maniglia e, prima di uscire, si girò verso il suo superiore.
    - Non la deluderò, Mustang-sama.
    - Un attimo, Takeru-kun - disse il Re Nero, fermandolo.
    Con un cenno della testa indicò qualcosa alle sue spalle. L'Uchiha aggrottò le sopracciglia, non riuscendo a interpretare quel gesto. Che altro c'era? Ormai aveva tutte le informazioni necessarie, inoltre ogni minuto che rimaneva fermo nel covo sotteraneo, i ladri si allontanavano sempre di più. Una volta raggiunto il confine, o peggio una volta salpati in mare, sarebbe stato impossibile ritrovarli. Con suo grande stupore, dalla piccola porta bianca che divideva il salano dall'ufficio dell'Anbu spuntò un suo coetaneo con una folta chioma di capelli rossi. "Un compagno?", si chiese immediatamente il Chunin, con non poco disappunto. Non gli era mai andato a genio dover svolgere una missione trascinandosi dietro un parigrado incapace o peggio una squadra di Genin. Preferiva agire da solo, senza dover fare da balia a un gruppo di shinobi incapaci. D'altronde, se quel tipo faceva parte degli Shogi, così incapace non era. Tuttavia, Takeru non aveva un buon presentimento al riguardo, ma forse era colpa della sua natura troppo sospettosa.
    - Questo è Azashi Uzumaki - riprese Mustang interrompendo i suoi pensieri - E' un ninja medico, e forse potrà tornarti utile, nel caso tu venga ferito di nuovo.
    All'Uchiha parve che sul volto del Re Nero si fosse accennato un sorriso, ma fu questione di un secondo, poichè un istante dopo era tornato di nuovo serissimo. Lo stava prendendo in giro? Un moto d'ira esplose nel suo animo. Essere ferito di nuovo? Dannazione, questa volta nessun Mukenin sarebbe riuscito a toccarlo. Il suo orgoglio aveva sofferto a sufficienza, e non c'era nessun Palmo Mistico che potesse curarlo.
    - Andiamo, Uzumaki - rispose secco senza nemmeno guardare il medico - Cerca di starmi dietro.



    Takeru Uchiha
    Stato Fisico: Ottimo
    Statistiche: Normali
    Stato Mentale: Eccitato, furioso
    Chakra: 260/260
    Equipaggiamento: 15 kunai, 15 shuriken, 10 cartebombe, 2 fumogeni, 3 fili metallici, 1 katana, 1 accendino


    Edited by Ranuccio - 21/11/2011, 22:13
     
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    Ehi, indovina un po'?

    La storia continua.

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    Azashi Uzumaki

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    - Parlato




    Nell'ufficio del Re Nero un pesante silenzio metteva a disagio Azashi Uzumaki. Il suo superiore Light Mustang Nara, forse l'uomo più potente della Foglia dopo l'Hokage, lo fissava con aria mite. Il ragazzo era seduto su un divano di pelle nera, troppo elegante e costoso per i suoi gusti, ma sicuramente di ottima fattura e pregiato. In effetti, all'intero di quella stanza non c'era oggetto che non valesse una fortuna: una preziosa scrivania, in legno laccato, occupava un'estremità della stanza; da un lato erano state sistemate due sedie in legno mentre dall'altro una un po' più grande, più simile ad un piccolo trono, la sedia del Re. Librerie tutt'attorno, abbastanza cariche da far piegare il legno fresco di cui erano fatte, così stipate di libri che una vita sola non sarebbe bastata a leggerli tutti; poi un tavolino, di cristallo, qualche bicchiere e la bottiglia di qualche pregiato liquore. E per concludere lui, il Re in persona, che con la sua sola presenza sembrava occupare l'intero ufficio.

    Azashi non riusciva a capire cosa di quell'uomo lo attirasse tanto: in fondo era un adulto come gli altri, alto quanto il ragazzo, esile, con i capelli chiari. Forse erano stati i suoi occhi a colpirlo: zaffiri nella pelle chiara, luminosi come le stelle ma freddi come il ghiaccio. Erano gli occhi del vincitore e del conquistatore, gli occhi di un nuovo che sapeva ciò che voleva e come ottenerlo. Era stato lui a cercarlo, a volerlo nello Shogi, in quella sorta di squadra speciale all'interno del Villaggio della Foglia. Il ragazzo non sapeva perchè aveva accettato: sul momento si era risposto che l'aveva fatto per convenienza, perchè essere membro di un'organizzazione del genere gli sarebbe tornato utile, ma in cuor suo sapeva di averlo fatto perchè era stato il Re a chiederlo. Forse se gliel'avesse chiesto qualcun'altro avrebbe rifiutato, non che avesse mai visto chissà quanti ninja tra quelle mura, ma quell'uomo aveva voluto proprio lui, l'ultimo Uzumaki, per chissà quale ragione. Light Mustang Nara era un uomo più astuto di quanto non desse a vedere, e ciò che appariva non era ben poco.

    Il camice bianco del giovane, appoggiato sulla poltrona, sfrusciò lievemente quando il giovane l'afferrò, alzandosi in piedi. Era rimasto seduto per una decina di minuti, bene o male da quando era entrato nell'ufficio del Re, ad ascoltare. Cercò gli occhi del Nara, provò a leggere qualcosa nel suo sguardo, ma la maschera di mitezza era impenetrabile al suo sguardo e quando il giovane si fece scivolare il camice bianco sulle spalle l'uomo non smise di seguirlo con lo sguardo. Era stata una scelta di Azashi quella di girare sempre con il lungo camice nero dei Ninja medici: molti dei suoi colleghi lo indossavano solo quando entravano in sala operatoria o all'Ospedale della Foglia, ma il ragazzo voleva che tutti capissero che lui era un medico, che il suo compito era salvare vite e non troncarle. Forse voleva rendersi utile, voleva che fosse facilmente riconoscibile nella ressa, così se qualcuno avesse avuto bisogno avrebbero potuto trovarlo subito; o forse era solo un capriccio, poco gli importava.

    Quel camice ceruleo rappresentava ciò che lui era e ciò che voleva divenire, gli attrezzi del mestiere che si portava dietro erano un'altra storia: alla cintura erano appesi i suoi cinque rotoli, i rotoli contenenti i Sigilli del suo Clan, le sue tecniche di difesa più forti. Due sacche, tra l'altro, contenevano qualche piccola cianfrusaglia e un altro rotolo, ma questo creato per attaccare. Pur definendosi un ninja medico, Azashi sapeva di essere in grado di dar battaglia a molti suoi simili e di certo non si sarebbe tirato indietro se necessario.
    "Allora hai capito tutto, Azashi?".
    La voce del Re era calma, piatta, eppure profonda e severa: era la voce di un capo, la voce di un uomo abituato al comando. Gli occhi del ragazzo si posarono di nuovo sulla cartellina nera che stringeva in mano, la cartellina dov'erano state riportate tutte le informazioni riguardo la missione. Il giovane medico si concesse il lusso di abbottonarsi il camice, coprendo così alla vista la cintura piena di rotoli, prima di rispondere. "Sì, signore" commentò debolmente "Ma se possibile vorrei sapere qualcosa sul ninja che dovrò accompagnare".
    Come al solito il volto del Re non si scompose minimamente, ma trasse un lungo respiro prima di parlare. "Si chiama Tekeru, è del Clan Uchiha" spiegò "E' un tuo coetaneo e un valido chunin. Ricopre il ruolo di Lancia all'interno dello Shoji, è molto abile sia nell'arte della spada che nelle illusioni...".

    Il Re si immobilizzò immediatamente e allungò un palmo verso il ragazzo, facendogli cenno di attendere. Come per un riflesso condizionato, gli occhi di Azashi schizzarono in lungo e in largo attraverso la sala senza però cogliere nulla di sospetto. Solo gli occhi del Nara, rimanendo freddi ed impassibili, indugiarono un attimo sull'orologio appeso alla parete. "E' in anticipo" fu il suo pacato commento "Probabilmente freme per l'esitazione. Ti prego di attendere qui qualche minuto...". L'uomo non disse altro e, voltando le spalle al medico, fece per uscire dalla stanza. Si fermò un attimo quando aveva già posato la mano sulla maniglia della porta. "Takeru" disse "E' rimasto ferito nel corso della sua ultima missione. Niente di grave: solo qualche frattura. In ogni caso non si è del tutto ripreso, per questo lo accompagnerai in missione...". Ci fu un lungo istante di silenzio. Azashi avrebbe voluto rispondere che gli stava bene, che avrebbe fatto del suo meglio, ma non lo fece. "Oh, un'altra cosa" riprese il Re "Takeru è molto orgoglioso, un vero lupo solitario, fai attenzione a non adirarlo". A quel punto l'uomo aprì la porta e sparì oltre la soglia, richiudendosela dietro.

    Nei pochi istanti in cui la porta rimase aperta il giovane poté sentire distintamente l'odore del fumo e si chiese se non fosse stato quell'odore ad avvertire il Re. In fondo era un aroma flebile, pungente eppure dolciastro, il classico odore di sigaretta. Quello del fumo era un vizio che molti ninja avevano preso, neppure Azashi ne era del tutto immune, eppure fumare in un luogo del genere gli parve poco rispettoso. Per quel poco che ne sapeva del genere umano, a parere del giovane solo due persone potevano permettersi di essere maleducate in presenza di superiori: gli stolti o i validi. Poichè quella era la sede dello Shogi, uno stolto non avrebbe mai varcato i cancelli, quindi quel Takeru Uchiha doveva essere un ninja di prim'ordine, esattamente come il Re gli aveva detto. "Un lupo solitario" ricordò il giovane "Un ninja molto orgoglioso". Quelle informazioni non facevano che accrescere la curiosità del giovane: conosceva il potere degli Uchiha, aveva letto dello Sharingan, ma non poteva fare a meno di chiedersi se le capacità di preveggenza tanto decantate erano davvero eccezionali come si diceva. Forse quel Takeru gli sarebbe piaciuto, forse sarebbe stata la risposta a molte delle domande del giovane.

    "Buongiorno, Takeru-kun". La voce del Re proveniva dall'altra stanza, filtrata dalla spessa porta in legno. Azashi rimase colpito dalla possibilità che aveva di origliare la conversazione tra i suoi superiori. Certo, Light Nara probabilmente sapeva di quel particolare, ma Takeru no e forse il ragazzo avrebbe sentito qualcosa di interessante. "Visti i tuoi ottimi risultati con Shun Lee, ti assegno un nuovo recupero. Questa volta, tuttavia, non si tratta di due ostaggi, bensì di una preziosissima katana". La voce del capo era fredda e distaccata, come al solito. Il ragazzo ascoltò attentamente quelle parole. "Shun Lee" ripetè mentalmente "Ostaggi". Il medico aveva già sentito parlare dei Lee: più che un Clan legato da vincoli di sangue era il nome che alcuni maestri delle arti marziali acquisivano, iniziavano a chiamarsi "Lee" per distinguersi dai normali lottatori. Se a quella scarsa conoscenza sommava la storia degli ostaggi, Azashi riusciva facilmente a capire a cosa fossero dovute le fratture che quell'Uchiha si era procurato: il suo compito era stato quello di salvare i due sequestrati e per farlo si era scontrato con un Lee. "Se ha incrociato la via di un Lee" riflettè "E tutto ciò che ha riportato è solo qualche osso rotto significa che il fatto suo lo sa e che lo Sharingan funziona piuttosto bene". Certo, le sue erano pure supposizioni, eppure l'abilità in combattimento dei Lee non era stata romanzata come molte altre, quindi chi si definiva un Lee era un vero guerriero.

    "Kenzu Sakumata" continuò il Re "è un decorato ninja del nostro Villaggio, che durante la Terza Grande Guerra ha conseguito ineguagliabili meriti. La notte scorsa una banda di criminali non meglio identificati si è introdotta nel suo appartamente e ha rubato la famosa Niubari, una delle Sette Lame di Kiri che Sakumata aveva ottenuto come trofeo, dopo aver abbattuto il suo precedente proprietario". Era la solita pappardella che aveva rifilato anche ad Azashi, probabilmente in quel momento stava mostrando la cartellina nera anche all'Uchiha. Il derubato era un uomo tarchiatello, dallo sguardo pigro, probabilmente doveva essere stato un valoroso ninja da giovane ma poi l'età aveva avuto il sopravvento sulla sua determinazione. Era una cosa abbastanza comune: una volta finito il periodo delle grandi gesta il corpo annichiliva assieme allo spirito e spesso si cadeva in depressione; i sintomi più evidenti erano il sovrappeso o il malumore, i giorni perdevano luce e le notti erano spese nel dolce oblio dei ricordi. Il ragazzo dovette scuotere la testa per tornare con la mente al presente: i suoi ragionamenti non erano né razionali né basati sull'esperienza diretta, non stava pensando come un vero medico. Però una cosa lo inquietava: per quanto fosse divenuto vecchio e debole, quel tale era comunque stato in grado di sconfiggere uno Spadaccino Leggendario, pertanto le sue abilità non erano da trascurare. Se nonostante tutto dei ninja erano riusciti in un intento così ardito dovevano essere dannatamente sciocchi o dannatamente preparati. Certo, le informazioni in possesso dello Shogi non erano da ignorare e sicuramente il Re avrebbe molto presto avvertito Takeru del numero dei nemici.

    " Si tratta di un gruppo di sette criminali, così come ci hanno riferito i due Jonin che hanno tentato di fermarli presso le Mura del Villaggio". Quelle erano le note dolenti: sette ninja, capaci di tener testa a due Jonin, quindi ben equipaggiati ed addestrati. "A quanto pare non sono particolarmente abili..." continuò il Re "... Ma decisamente scaltri, vista la facilità con cui sono riusciti a mettere nel sacco i nostri e scappare". Appena Light Nara gli aveva parlato di quella missione, il ragazzo l'aveva trovata interessante, ma già iniziava a preoccuparsi: se non era molto scaltri, quei ninja dovevano comunque contare su un arsenale non indifferente per mettere a segno un colpo del genere. Quel Takeru doveva essere molto preparato ma la differenza in termini numerici era evidente: due contro sette. Ciò che ancora di più preoccupava Azashi era il fatto che uno dei sette possedeva già una Spada Leggendaria, quindi doveva essere un ninja molto valente; anche mettendo caso che l'Uchiha potesse tenerli testa, sarebbe stato compito del ragazzo fermare gli altri sei ninja. I numeri erano visibilmente contro di lui. "Ho il Drago di Ferro" ricordò "Posso fermare anche un esercito con il Drago di Ferro". Il Drago di Ferro era uno dei pochi jutsu che il ragazzo era riuscito a creare da sé sfruttando le conoscenze che aveva sui Sigilli: anche se debole poteva divenire una tecnica ad ampio raggio, capace di ferire molti avversari con un solo colpo, se combinata ai suoi sigilli forse se la sarebbe cavata. Come se non bastasse Takeru era un Uchiha, probabilmente era affine all'Arte del Fuoco, Arte che ben si sposava con il Fuuton del ragazzo.
    "Secondo gli ultimi rilevamenti, quello è il percorso che i sette hanno seguito per allontanarsi dalla Foglia. A quanto pare si stanno dirigendo verso Sud, magari con l'intenzione attraversare il confine ed entrare nel Paese del Tè. Raggiungerli, in ogni caso, non ti sarà difficile: procedono a passo lento e fanno numerose pause. Forse uno di loro è ferito".

    Anche quelle erano informazioni di cui Azashi era già al corrente: volendo ammettere che uno degli avversari era ferito, probabilmente gli altri sarebbero stati ancora più cauti. Se era vero che procedevano a rilento, allora forse avrebbero potuto tendere loro un'imboscata. Già un primo piano iniziava a delinearsi nella sua mente, ma in ogni caso avrebbe avuto bisogno della massima collaborazione da parte di quel Takeru. Il silenzio era tornato a regnare nella sala, il ragazzo non udiva più un suono, neppure minuscolo. Probabilmente il chunin stava ragionando su qualcosa, forse era giusto alle stesse conclusioni del medico, questo non sapeva dirlo. Iniziava a spazientirsi: quanto mancava perchè il Re lo facesse accomodare? Finiti i convenevoli avrebbe dovuto presentarlo, no? Perchè stava aspettando? Forse aveva qualcos'altro da dirgli? Le parole che giunsero ovattate poco dopo erano le solite, fredde, parole di circostanza dell'uomo. " La priorità è recuperare la Niubari" Azashi sentì dire " Takeru-kun, contiamo su di te". Sembravano parole di congedo, come se volesse incoraggiare il chunin a mettersi in viaggio. Il ragazzo era davvero confuso: avrebbe dovuto seguire l'Uchiha a distanza? No, il Re gliel'avrebbe comunicato tempestivamente e poi neppure un Chunin, per quanto forte, avrebbe tenuto testa a tutti quegli avversari. Possibile che il loro capo volesse semplicemente divertirsi un po', magari fare uno scherzo?
    "Non la deluderò, Mustang-sama". Il timbro era diverso: era una voce forte, sprezzante, emotiva, una voce diversa dal pacato tono del Nara. "E' la voce di Takeru!" capì Azashi e ciò lo fece rabbrividire. Quella voce era forte ma al tempo stesso fastidiosa, assomigliava leggermente al gracidio dei corvi. Era la voce di un ninja arrogante ma anche capace. Incredibile quante cose potesse dire un semplice modo di parlare. "Un attimo, Takeru-kun". La voce del Re, al contrario, era rimasta calma e pacata. Azashi capì cosa il suo superiore stava per dire, quindi aprì la porta senza respirare.

    Oltre la spalla del Nara, al margine della stanza, lo vide: Takeru Uchiha. Il vestiario di quel ninja gli ricordava leggermente un samurai, uno di quei samurai che si leggevano nelle storie per ragazzi: due katane al fianco catturavano subito lo sguardo, pantaloni e scarpe nere erano nella norma, un kimono bianco contrastava spiccatamente con il resto dell'abito e sopra una giacca, forse da viaggio. Poi lo sguardo deviava sui capelli, senza motivazione: fin troppo lunghi per un ragazzo della sua età, erano stati legati dietro al capo in maniera, sembrava, casuale, lasciando vari ciuffi liberi. Azashi, doveva ammettere, non aveva mai avuto molta cura per i propri capelli: rossi come il fuoco, cadevano dal suo capo come le spine di un istrice, eppure vedere una chioma lunga sul capo di un ragazzo, per di più di un chunin, lo lasciò sorpreso. Infine furono gli occhi a colpirlo, ma lo fecero così violentemente da mozzargli il fiato: neri come l'inchiostro, profondi come un pozzo, al giovane gli parve di potercisi perdere dentro. Erano dello stesso colore della pece ma infuocati, bollenti di quella che sembrava rabbia e frustrazione. Per alcuni istanti i due si fissarono, in silenzio, mentre Azashi contemplava estasiato come un semplice sguardo potesse trasportare tante emozioni. Gli occhi di quel Takeru gli facevano paura, eppure non vedeva l'ora di poter ammirare lo Sharingan all'opera. "Questo è Azashi Uzumaki" presentò il Re " E' un ninja medico, e forse potrà tornarti utile, nel caso tu venga ferito di nuovo".

    Lo sguardo di Takeru si caricò ulteriormente di quella che al giovane sembrava rabbia. Era indispettito per qualcosa, ma cosa? Il Re gli aveva detto che era un ninja molto orgoglioso, forse l'avere un medico al suo fianco non l'aggradava? Quelli, di certo, non erano affari suoi: il compito di Azashi sarebbe stato quello di curare l'Uchiha e l'avrebbe fatto ad ogni costo. Gli occhi del ragazzo scivolarono di nuovo sulle katane che il ninja portava alla vita, chiedendosi se le usasse entrambe in combattimento. Un Uchiha capace di combinare l'arte della spada alla preveggenza dello Sharingan poteva risultare pericoloso, non era il genere di avversario con cui scherzare. Il medico non potè fare a meno di chiedersi nuovamente se il potere di quegli occhi era grande come si raccontava. "Andiamo, Uzumaki. Cerca di starmi dietro". La voce di Takeru era fredda e distaccata. L'Uzumaki in questione era convinto che non sarebbe stato facile lavorare con un elemento del genere. Gettando un ultimo sguardo al Re, lo seguì fuori dall'edificio.

    Note
    Matt--2
    Azashi Uzumaki
    • Stato fisico: Ottimo

    • Chakra: 100/100

    • Equipaggiamento:
      - Scheda

    Azioni Effettuate






    Edited by Azashi - 5/12/2011, 19:05
     
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    I fuggiaschi si trovano accampati all' aperto poco fuori il porto di Degarashi pronti a salpare verso Kiri, loro paese natio.
    La barca che li riporterà indietro salperà in serata non appena il mare si sarà dato una calmata così da permettere una traversata tranquilla.
    Non si faranno cogliere impreparati quindi inutile tentare un' imboscata. La Niubari che tu stai cercando è ben salda alla cinta del capo dell' operazione l' unico vero ostacolo della missione.
     
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  5. Ranuccio
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    - Hai in mente un piano, infermiere?
    Takeru parlò con un fil di voce, sicuro tuttavia che il compagno l'avesse sentito. Circospetto, sporse la testa oltre il muro di una vecchia rimessa navale. Gli bastò un attimo per individuare i nemici, o meglio controllò che non si fossero mossi dall'ultima volta che gli aveva osservati. Quindi, tornò a nascondersi. Sia Takeru che l'Uzumaki erano stati piuttosto cauti nell'avvicinarsi, e avevano preferito mantenere una distanza di sicurezza di venti metri circa, nel caso uno dei furfanti avesse posseduto olfatto o udito estremamente sviluppati, oppure che fosse in grado di percepire il chakra. Così non sembrava, giacchè da ormai un'ora i ladri se ne stavano fermi, seduti sulla chiglia di un piccolo gozzo ribaltato. Erano stati per tutto il tempo silenziosi, in muta attesa. Parevano delle statue. Solo uno, in effetti, era in piedi, più avanti, a pochi passi dal molo, incurante degli spruzzi d'acqua che ad ogni ondata lo colpivano. Anch'egli, dunque, pareva l'albero di una nave, e non un essere umano. Legata alla sua cintura, stava la Niubari. L'Uchiha l'aveva vista subito, e il suo cuore aveva fatto un balzo. Ecco il prezioso trofeo di Kenzu Sakumata, che lui stesso aveva probabilmente rubato durante la Guerra, ironicamente. I ladri osservavano il mare in burrasca, che si infrangeva con vigore contro la riva. Nell'aria c'era un pungente odore di salsedine, e il vento sferzava il viso. In cielo, grosse nuvole nere minacciavano pioggia, e ogni cosa, aveva assunto un colore più cupo e più tetro. Forse qualcuno avrebbe interpretato quei segni come un brutto presagio, ma il Chunin non era tipo da superstizione, fortemenente convinto che ogni uomo avesse la possibilità di plasmare il proprio destino. Lui ci vedeva solo una brutta giornata per uscire in barca.
    Takeru si voltò verso il suo compagno e incarcò un sopracciglio, aspettando che rispondesse alla sua domanda. In un'altra occasione, probabilmente il Chunin si sarebbe buttato nella mischia, magari usando cartebomba e bombeluce per confondere i suoi avversari. Lo Sharingan unito alle sue capacità di spadaccino, avrebbero fatto il resto. Ma il campo di battaglia era quella vecchia rimessa navale, di cui non era rimasto altro che qualche trave di legno marcia, lo scheletro di una incompiuta imbarcazione, attrezzi da carpentiere rotti, e altra spazzatura. Il capanno dietro cui stavano nascosti, in effetti, segnava una netta linea di demarcazione con i nuovi depositi, massicci edifici grigi che si snodavano per un paio di chilometri lungo la costa, fino al porto. Insomma, tentare una imboscata sarebbe stato pressochè impossibile. Per Takeru l'unica soluzione possibile era avanzare, avanzare implacabili e a volto scoperto. Aveva sentito, tempo prima, che negli scacchi le prime tre mosse erano uguali per entrambi i giocatori, e servivano per occupare sulla scacchiera le caselle strategicamente più importanti. E questa frase gli era tornata in mente, ora, benchè non avesse piena attinenza con la loro condizione. Per prima cosa, non aveva mai amato gli scacchi, che non lasciavano spazio alla sua grande immaginazione e inventiva. Ad esempio, perchè non poter muovere gli scacchi in tre dimensioni? E perchè ogni pezzo era obbligato a rivestire fino alla morte un ruolo preciso? Era certo che ogni pedone avesse sognato di muoversi diagonalmente come un'alfiere. Secondo, al momento non aveva una vera e propria strategia da mettere in pratica. Fosse stato da solo, si sarebbe semplicemente lanciato contro gli avversari, curando di non farsi circondare. Non sapeva quanto fossero forti, ma era piuttosto sicuro che non sarebbe stato un problema eliminare i furfanti seduti sulla chiglia. Intuito, probabilmente, o forse con il tempo si era abituato a valutare le abilità dei nemici solo con uno sguardo. Per lo stesso motivo, era certo che il tizio in piedi fosse il capo, giacchè emanava un'aura di potenza e autorità intorno a lui. Inoltre, aveva la refurtiva legata alla cintura, un punto a favore della sua ipotesi.
    Restava il fatto che non era da solo, ma al suo fianco c'era un Genin di cui conosceva solo sommariamente le abilità. Durante il viaggio, il lungo viaggio, l'Uchiha aveva mantenuto un furioso silenzio almeno per una cinquantina di chilometri. Avevano oltrepassato le porte del Villaggio, avevano attraversato la foresta, saltando di ramo in ramo, avevano superato la cittadina di Otafuku Gai senza fermarsi - non ce n'era tempo - e infine erano arrivati nei pressi di Degarashi, il tutto senza aprire bocca. Non riusciva a capacitarsi di come Light Mustang avesse potuto affidargli una balia, e per tutto quel tempo aveva semplicemente mantenuto lo sguardo freddo e concentrato, diretto di fronte a sè lungo la strada che c'era da percorrere. In ogni caso, sarebbe stato davvero infantile e stupido se non avesse voluto fare gioco di squadra. Ovviamente, lui avrebbe eliminato il capo dei furfanti e lui avrebbe preso il merito per il recupero della Niubari. Tuttavia, visto che era costretto a tirarsi dietro un compagno, tanto valeva sfruttarlo per alleggerirsi il lavoro. In fondo, l'Uzumaki poteva essere utile per sbarazzarsi degli avversari più deboli, che Takeru trovava davvero noiosi da uccidere. Per questo motivo, aveva interrotto il silenzio:
    - Come membro del Clan Uchiha, posseggo lo Sharingan, di cui avrai certamente sentito parlare. In caso contrario, tale Kekkei Genkai mi permette di avere una visione anticipata dei movimenti del corpo umano, riuscendo così a prevedere le mosse del mio nemico. Inoltre, sono un buon spadaccino e un ottimo utilizzatore di Genjutsu. I miei elementi sono il Katon e il Raiton.
    Si era limitato all'essenziale, giacchè non era importante che Azashi conoscesse per filo e per segno le sue capacità: in fondo si sarebbe limitato ad eseguire gli ordini. Al contrario, il Chunin aveva cercato di scoprire il più possibile sulle abilità. Il ragazzo possedeva l'Arte del Vento e l'Arte dell'Acqua, che ben si sposavano con i suoi Fuoco e Fulmine, coprendo la quasi totalità delle nature del Chakra; era un medico, anche se in battaglia non sapeva quanto questo potesse servire; infine era un grande conoscitore dei Fuuinjutsu, ovvero delle Tecniche di Sigillo che sfruttava per molteplici scopi. Ora, che si trovavano a dover assaltare un gruppo di sette ladri su un campo di battaglia che non giocava a loro favore, era una buona idea approfondire questo argomento.
    - Sei hai qualche Fuuinjutsu utile, è il momento di estrarlo dal tuo cilindro, infiermiere.
    Il solo fatto che avesse trovato per Azashi un nomigliolo offensivo con cui chiamarlo, significava che ormai aveva imparato a tollerare la sua presenza, o almeno l'aveva accettata come un fatto ineluttabile: per Takeru, infatti, canzonare e prendere in giro un altro essere umano era una grande forma di intimità. Se qualcuno non gli andava a genio, semplicememente lo ignorava. Nonostante il tratto più caratteristico dell'Uzumaki fossero i capelli, rossi come il fuoco, il fatto che fosse un medico, e che fosse lì per curarlo da eventuali ferite lo mandava ancora in bestia, e perciò aveva scelto quel particolare soprannome. Quindi, il Genin doveva ritenersi molto fortunato per un tale privilegio. Ancora una volta, il Chunin si sporse oltre il loro nascondiglio, dando una occhiata ai loro nemici. Tutto tranquillo per il momento. Notò, tuttavia, e questo era davvero interessante, che il capo - o meglio quello che lui supponeva essere il capo - portava sulla schiena una gigantesca spada, una delle così dette Zambakuto. Fin ad allora non ne aveva mai vista una dal vivo, perciò gli venne spontaneo chiedersi quale stile di combattimento fosse abbinato ad un'arma dal peso superiore ai quindici chilogrammi (come minimo), e non potè trattenere un brivido lungo la schiena. Era davvero curioso di misurarsi contro un Mukenin che era stato in grado di superare i rigidi sistemi di sicurezza di Konoha. Questa volta non avrebbe potuto distrarsi nemmeno un secondo, giacchè probabilmente si trattava di un avversario molto intelligente, oltre che estremamente abile.


    Takeru Uchiha
    Stato Fisico: Ottimo
    Statistiche: Normali
    Stato Mentale: Eccitato, concentrato
    Chakra: 260/260
    Equipaggiamento: 15 kunai, 15 shuriken, 10 cartebombe, 2 fumogeni, 3 fili metallici, 1 katana, 1 accendino
     
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    Ehi, indovina un po'?

    La storia continua.

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    Azashi Uzumaki

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    Le ore erano trascorse rapidamente ed in silenzio. Appena fuori da Konoha, Takeru era schizzato come una saetta fra gli alberi ed Azashi si era dovuto impegnare a seguirlo. Il camice bianco sventolava ad ogni balzo, una chiazza bianca nel verde della vegetazione, ma il ragazzo non vi aveva badato: la schiena del suo superiore, sempre qualche metro avanti a lui, gli aveva permesso di non rendersi conto dello scorrere del tempo. I capelli dell'Uchiha, aveva notato, erano stati legati con molta abilità: benchè più lunghi del normale, ad ogni passo sventolavano di qua e di là senza che neppure una ciocca ribelle potesse infastidire il ninja. Il giovane era davvero stupito. Gli era capitato altre volte, in vita sua, di vedere persone con i capelli lunghi, ma mai shinobi. Perchè aveva scelto di tenere una capigliatura del genere? Gli piaceva? Di rado i ninja tengono conto di ciò che indossano... Era confortevole? Capelli lunghi significavano un possibile appiglio per il nemico, quindi ancora più problemi. Incredibile: un medico come lui, un semplice Genin, estasiato da alcune ciocche danzanti. Il giubbotto del Chunin, come aveva notato appena usciti da Konoha, presentava l'emblema del Clan Uchiha: un ventaglio bianco e rosso. Era un simbolo, come il camice per il ragazzo, un simbolo che li rendesse diversi dalla massa di ninja che andavano a morire. Per un po' il ragazzo si era chiesto se loro due non fossero più simili di quel che pensavano, ma fissando le spalle del ninja, perennemente voltate, si convinse che non poteva essere così. Gli era antipatico, c'era qualcosa in lui che non gli piaceva, ma non aveva ancora capito cosa: Takeru sembrava altezzoso, presuntuoso ed arrogante, un vero "lupo solitario" come l'aveva definito il Re.

    Nella ressa di gente ad Otafuku Gai, attraversato di corsa cercando di non dar troppo nell'occhio, Azashi aveva avuto difficoltà a trovare la schiena di Takeru tra la folla. Di tanto si perdeva, confondendola con quella di qualche uomo o perchè lo sguardo era stato rapito da qualcosa di interessante, quindi si voltava di qua e di là cercandola, si chiedeva se il Chunin si fosse accorto della sua scomparsa, ma poi la trovava, al limite del suo campo visivo, immobile. L'Uchiha avrebbe potuto seminarlo in qualsiasi momento, avrebbe potuto immobilizzarlo o addirittura ucciderlo, ma non l'aveva fatto. Quell'ostentato silenzio suscitava nel giovane un misto tra timore e rispetto: Takeru gli appariva come una figura distante, una persona che viveva in un mondo totalmente diverso, qualcosa di abissale li separava. Forse era l'esperienza in battaglia, forse il loro modo di parlare, di agire o di vestire, forse le diverse strade che avevano scelto di percorrere. In fin dei conti l'Uchiha era una Lancia, la forza tattica d'assalto dello Shogi, mentre lui cos'era? Un semplice pedone, abituato a svolgere qualche mansione d'ufficio e che desiderava solo un piccolo laboratorio dove condurre i suoi esperimenti. Forse era proprio la differenza dei sogni a renderli così lontani: Takeru era un uomo d'azione mentre lui era un uomo di scienze, un ricercatore, un medico. Il suo ambiente ideale era tra quattro pareti spesse, in una stanza piena di provette e miscugli vari, ad analizzare nuovi campioni o qualche tessuto. Era naturale che quel posto gli andasse stretto, che provasse una qualche sofferenza all'idea di trovarsi lì, all'aria aperta, a caccia di chissà quali nemici. Quello non era un lavoro adatto a lui, ma allora perchè lo stava svolgendo?

    Curiosità. Quella era l'unica, semplice, risposta che era riuscito a darsi mentre attraversava quel che rimaneva del cantiere navale di Degarashi: da quando aveva visto le due katane dell'Uchiha era stato curioso di ammirarne le tecniche, da quando aveva saputo della sua abilità oculare non aveva resistito alla tentazione di vedere quanto fosse efficace quel potere né di sapere più cose su Takeru Uchiha e sul mondo. Forse era per quel motivo che si era unito allo Shogi, che aveva seguito il Re: era semplicemente curioso. Quella risposta lo tranquillizzava, gli dava sicurezza e giustificava la sua presenza lì. Lui era curioso, lui doveva vedere il mondo ed i misteri che nascondeva, lui doveva capire. All'improvviso si era reso conto che non vi era altro posto dove volesse essere e che nessun laboratorio lo avrebbe mai soddisfatto come il lavoro che stava per compiere. Lui, Azashi Uzumaki, Genin medico al servizio della Foglia, stava per assistere il Chunin Takeru Uchiha in uno scontro contro dei ninja traditori del Villaggio della Nebbia. Persone di un paese lontano, uomini che non avevano mai visto quelle terre, la possibilità di vedere tante nuove tecniche e conoscere tante cose nuove. Non poteva farsi scappare un'occasione del genere. Persino quel cielo plumbeo, carico di nubi ed oppressante, non influenzava il suo umore. Si costrinse a tornare lucido, a non pensare a cavolate del genere: se i ninja erano di Kiri c'erano ottime possibilità che appartenessero all'elemento acqua, pertanto la pioggia avrebbe potuto rendere lo scontro più difficile.

    "Hai in mente un piano, infermiere?". Le parole di Takeru erano come una doccia fredda: il Chunin l'aveva trascinato lì, dietro quel muro vecchio e pericolante, e alla fine si era deciso a rivolgergli la parola. Lo aveva chiamato "infermiere". Dentro il ragazzo un pizzico d'orgoglio avvampò, ma sapeva bene che far ragionare uno stolto significava abbassarsi al suo livello, quindi preferì sorvolare. In ogni caso gli aveva parlato, ciò significava che aveva accettato la sua presenza o che gli serviva qualcosa. L'odore della salsedine gli irritava il naso: era un odore penetrante, molto intenso e secco, si insinuava nelle narici del ragazzo e gli essiccava la gola facendogli venire sete. Lo scroscio delle onde, distanti un tir di lancia, non era da meno: forti ed impetuose, erano udibili anche dalla loro posizione, pur non vedendolo direttamente Azashi ben immaginava lo sciabordio ed il confuso vorticare delle acque scure. Il vento, poi, soffiava dritto verso di loro aggiungendo al rumore delle forti sferzate che colpivano ed attraversavano alcuni pezzi di ferro e mattoni abbandonati da quelle parti, facendoli sibilare minacciosamente. In effetti quel posto era simile ad un cimitero: il muro dietro al quale i due si erano riparati era un cimitero di vecchie tegole, tubi di ferro arrugginiti e quanto il tempo aveva lasciato di alcuni pilastri. Il muro stesso, forse ultimo sopravvissuto di qualche capannone, era scrostato e cadente, con ampie crepe e vari parti d'intonaco scoperte. Eppure era molto grande, un nascondiglio quasi perfetto. Il rumore dell'acqua e il vento favorevole, quasi per benevolenza divina, sembravano rendere ancora più difficile la loro individuazione.

    Solo una volta il ragazzo aveva osato gettare lo sguardo oltre il muro, quanto bastava perchè si facesse un'idea della situazione: alcuni ninja seduti sul piccolo relitto di un'imbarcazione rovesciata, uno in piedi, un'enorme spada e diverse altre nei foderi. Takeru, più tenace, aveva gettato lo sguardo oltre il rifugio più volte, ma in cuor suo il giovane reputava quel comportamento rischioso: avevano avuto un'idea del nemico, sapevano dove si trovava, di cos'altro avevano bisogno? Certo, anche lui era curioso di vedere le spade leggendarie della Nebbia, però bisognava anche essere in grado di ragionare lucidamente. Forse questo il Chunin lo sapeva, forse aveva un suo modo di agire e di pensare diverso da quello del ragazzo, forse pensava di farcela da solo. "No" scartò velocemente "Per quanto abile resta pur sempre un uomo solo, anche ammesso che riesca a non farsi circondare, lo Sharingan presenta un angolo buio troppo vasto. Pur senza che lo attacchino alle spalle basterebbero uno o due attacchi laterali per sfondare la sua difesa". Forse se fosse stato uno Hyuga sarebbe stato diverso, ma quello non era il momento di pensarci. Doveva ragionare in fretta e costruire un piano abbastanza semplice da essere attuabile. Se avessero attaccato in maniera sfrontata i ninja si sarebbero dispersi per poi accerchiarli, uno schema abbastanza elementare, mentre se avessero attaccato da due posizioni di verse molto probabilmente i ninja avrebbe primo colpito lui e poi sarebbero fuggiti. Per un accerchiamento decente sarebbero stati necessari almeno tre ninja dello stesso calibro di Takeru e neppure in quel caso avrebbero avuto la certezza di successo.

    Se si fossero trovati un una foresta Azashi avrebbe potuto sfruttare la vegetazione per coprire le proprie tracce, era abbastanza abile nel costruire piccole trappole o sorprese, ma in quel caso avrebbe dovuto fare tutto il possibile sfruttando la copertura che offriva quel muro, un'impresa veramente difficile. "Come membro del Clan Uchiha, posseggo lo Sharingan, di cui avrai certamente sentito parlare". Il ninja aveva ripreso a parlare, stranamente stava divenendo abbastanza loquace. "In caso contrario" proseguì "tale Kekkei Genkai mi permette di avere una visione anticipata dei movimenti del corpo umano, riuscendo così a prevedere le mosse del mio nemico. Inoltre, sono un buon spadaccino e un ottimo utilizzatore di Genjutsu. I miei elementi sono il Katon e il Raiton.". Fuoco e fulmine, entrambi elementi che ben si sposavano con il vento e l'acqua che il giovane poteva sfruttare, forse l'accoppiamento non era stato del tutto casuale. Diceva di essere uno spadaccino e un maestro di Genjutsu, ma entrambe quelle arti non si sposavano al loro tipo di situazione: la spada permetteva di fronteggiare molti avversari, ma le sue tecniche erano limitate alle dimensioni dell'arma; i Genjutsu, al contrario, erano efficaci su ogni distanza ma il loro effetto era limitato ad uno o due bersagli e di rado erano in grado di coprire un area più vasta. Le abilità di Takeru ben si sposavano con il combattimento diretto, con la mischia, ma in una situazione come quella i Ninjutsu sarebbero tornati ancora più utili. Sì, da quella distanza era molto difficile far cadere in un'illusione un nemico e anche se lo avesse fatto non avrebbe poi ottenuto molto. "Sei hai qualche Fuuinjutsu utile, è il momento di estrarlo dal tuo cilindro, infermiere".

    Sentendo parlare di tecniche di confinamento il ragazzo si paralizzò: cosa sapeva l'Uchiha delle sue capacità? Erano coetanei eppure dimostrava molto di più, sia nell'atteggiamento che nel fisico. Si era documentato su di lui? O forse gli era bastato conoscere il suo Clan per capire tutto?
    Stranamente un cinico sorriso si allargò sul volto del giovane. "Più che qualche Fuuinjutsu" sussurrò "Io ho un piano". Le mani sudate si increspavano ad ogni bottone mentre, assai goffamente, Azashi tentava di sbottonarsi il camice. Se non avevano altre possibilità non restava che giocarsela d'astuzia, per quanto neppure la sua idea fosse totalmente perfetta. Appena l'ultimo bottone fu rimosso, quasi strappato via, la mano del giovane scattò in una delle piccole bisacce che portava dietro la vita, ne analizzò a tentoni il contenuto e, fremendo per l'eccitazione, tirò fuori un comunissimo rotolo. Il ragazzo si chinò a terra, aprendo il rotolo per un paio di palmi, quando bastava affinchè fossero visibili alcuni sigilli che avevano lo scopo di richiamare le armi contenute. "Una delle mie tecniche più efficaci" spiegò "Prende il nome di Drago di Ferro. Spiegato brevemente è una sorta di enorme tubo che mi consente di scagliare molte armi abbastanza in fretta". Appoggiò a mano sul primo sigillo del rotolo, imprimendovi una ridicola quantità di chakra. "L'efficacia della tecnica varia in base al numero di armi utilizzate" proseguì "Più armi lancio, più il raggio d'azione della tecnica diviene ampio". Una piccola nube di fumo esplose dal rotolo, Azashi si voltò verso takeru per alcuni istanti così da non essere infastidito dalla coltre. "Qui dentro ho cinquanta kunai e altrettanti shuriken, una quantità più che sufficiente a generare non pochi casini".

    Quando la nebbia si fu diradata, nella mano del ragazzo era comparso un normale kunai. Il giovane lo strinse fino a sentire il freddo acciaio contro il palmo e poi lo sollevò affinchè il Chunin ne vedesse il filo ed il piccolo sigillo impresso sopra con l'inchiostro. "Ma ciò che rende queste armi davvero pericolose" continuò "Sono questi Sigilli: sono simili a quelli delle cartabombe, il principio è lo stesso, solo che anzichè generare un'esplosione creano delle folate di vento". Dovette fermarsi un attimo a riprendere fiato. "Ho impresso al loro interno il mio chakra fuuton, ogni sigillo è simile ad una qualsiasi tecnica di vento non troppo forte". Abbassò l'arma e l'appoggiò nuovamente sul rotolo. Sperava che il Chunin si rendesse conto di ciò che quel rotolo conteneva: un sigillo di quella potenza inciso su ogni arma, cento armi in grado di generare lame di vento. "Immaginate" proseguì, la voce ormai eccitata "Cosa accadrebbe se scagliassi tutte queste armi sul nemico e voi usasse una tecnica di elemento Fuoco nello stesso istante in cui attivo i Sigilli. Esattamente come il vento ingigantisce il fuoco, la vostra tecnica acquisirebbe una potenza inimmaginabile, come se fosse potenziata da un centinaio di tecniche fuuton, e potrebbe causare ingenti danni con un sol colpo". Forse quella era la loro unica possibilità: arrostirli tutti prima che si rendessero conto di cosa stava accadendo. Ci fu una seconda nube di fumo ed il kunai sparì di nuovo nel rotolo, Azashi si voltò a fissare i profondi occhi di Takeru

    "Ma è un piano rischioso" proseguì "Una volta colpiti dai kunai, i nemici si disperderebbero e combinare i Sigilli al fuoco risulterebbe inutile". Il giovane si concesse un attimo di pausa fissando i tubi di ferro e i pochi mattoni dimenticati lì attorno, a pochi centimetri da loro. La sua idea poteva funzionare, ma per metterla in atto aveva bisogno della cooperazione del Chunin e in cuor suo sperava anche che avesse alcune cosette di cui aveva bisogno. "Pertanto ho pensato" riprese "Ad una finta iniziale che costringerebbe i nostri avversari ad ammucchiarsi in un sol punto e li renderebbe facilmente bersagli dei nostri attacchi ". Indicò i tubi di ferro ed i mattoni. "Se aveste con voi alcune cartebomba, potrei generare delle rudimentali esplosioni e sfruttare la pressione generata da queste ultime per scagliare due fumogeni ai lati dei nostri avversari. A questi fumogeni, nello stesso modo, farei seguire alcuni kunai, così che i ninja si convincano di un attacco da più direzioni. Pensando di essere circondati si stringeranno in un punto, probabilmente a cerchio o semicerchio, così che la loro difesa non abbia angoli ciechi ". Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, tentando di stimare quanto mancasse alla pioggia. "A quel punto interverrò io: scalerò la parete e mi scaglierò su di loro con la mia tecnica. Mi sarebbe tornato utile qualche altro fumogeno o bombe esplosive, ma vedrò di farne a meno". Il suo sguardo si posò di nuovo su Takeru, ma non incrociò quegli occhi. "A quel punto sarà il vostro turno: dovrete intervenire appena le armi toccheranno terra, nello stesso istante io attiverò i Sigilli. La combinazione tra la vostra tecnica e le bombe di vento dovrebbe ingigantire il fuoco e permetterci di farne fuori parecchi".

    Il giovane si concesse un lungo sospiro. "ma c'è una falla in questo piano" ammise "Nel momento in cui mi vedranno, i ninja potrebbero disperdermi o caricarmi, ignorando l'effetto dei fumogeni. C'è anche la possibilità che si buttino in mare per fuggire". Se gli avversari si fossero dispersi per Azashi sarebbe stata la fine, ne era cosciente: una volta schivato il suo attacco, avrebbero approfittato della sua guardia scoperta per colpirlo tutti insieme. Un'idea poteva essere quella di riservare i fumogeni alla sua protezione, ma ne aveva bisogno per confondere i ninja e non far capire loro da dove provenivano i kunai che doveva lanciare. Il fumo era indispensabile al suo piano: accerchiati da una cappa densa, i ninja si sarebbero sentiti confusi, l'attacco improvviso ai lati li avrebbe spaventati e confusi ancora di più, costringendoli a farsi scudo a vicenda. Era necessario, se volevano vincere, rompere la loro sicurezza e sopratutto far sì che non si rendessero conto del numero di nemici che li fronteggiava. Certo, il lancio di quei fumogeni avrebbe coperto in parte anche le sue azioni, ma il giovane non poteva fare a meno di reputarsi un facile bersaglio. C'era sempre il problema del mare: da quella parte non avrebbero avuto ostacoli, sarebbero potuti saltare nelle onde in cerca di scampo dal fumo. "Se avessimo delle palle di luce" sussurrò a denti stretti "Sarebbe tutto più facile...".

    Note
    Matt--2
    Azashi Uzumaki
    • Stato fisico: Ottimo

    • Chakra: 100/100

    • Equipaggiamento:
      - Scheda

    Azioni Effettuate




     
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  7. Ranuccio
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    - Una delle mie tecniche più efficaci prende il nome di Drago di Ferro. Spiegato brevemente è una sorta di enorme tubo che mi consente di scagliare molte armi abbastanza in fretta.
    L'Uzumaki parlava in fretta e in modo concitato, sbottonandosi nel frattempo il camice con mani quasi tremanti. Che fosse agitato o eccitato, com'era Takeru, il Chunin non avrebbe saputo dirlo. Il ogni caso, il suo sguardo era fermo e deciso: aveva qualcosa in mente.
    - L'efficacia della tecnica varia in base al numero di armi utilizzate. Più armi lancio, più il raggio d'azione della tecnica diviene ampio.
    L'Uchiha lo ascoltava con attenzione, chiedendosi dove volesse arrivare e soprattutto perchè sprecasse fiato con quella serie di particolari abbastanza inutili. Una piccola nube di fumo esplose dal rotolo, e Azashi si voltò verso di lui per alcuni istanti così da non essere infastidito dalla coltre.
    - Qui dentro ho cinquanta kunai e altrettanti shuriken, una quantità più che sufficiente a generare non pochi casini. Ma ciò che rende queste armi davvero pericolose sono questi Sigilli: sono simili a quelli delle cartabombe, il principio è lo stesso, solo che anzichè generare un'esplosione creano delle folate di vento.
    Fra le mani, ora, stringeva un kunai al cui manico era legato un sottile filo e al filo un rettangolo di carta, in effetti molto simile a una cartabomba. Solo un'occhio attento avrebbe notato che i Kanji su di esso impressi erano diversi. Takeru alzò un sopracciglio, un poco stupito. Prima di allora, non aveva mai visto qualcosa del genere. Forse si trattava di una invenzione dello stesso ninja medico, anche se dubitava che fosse a tal punto intelligente. Non aveva un'aria particolarmente sveglia, in effetti. Meglio non giudicare dalle apparenze, comunque, e attendere che finisse di esporre questo benedetto piano.
    - Ho impresso al loro interno il mio chakra fuuton, ogni sigillo è simile ad una qualsiasi tecnica di vento non troppo forte. Immaginate cosa accadrebbe se scagliassi tutte queste armi sul nemico e voi usasse una tecnica di elemento Fuoco nello stesso istante in cui attivo i Sigilli. Esattamente come il vento ingigantisce il fuoco, la vostra tecnica acquisirebbe una potenza inimmaginabile, come se fosse potenziata da un centinaio di tecniche fuuton, e potrebbe causare ingenti danni con un sol colpo.
    Nella sua voce si leggeva ormai facilmente l'eccitazione, che per il momento l'Uchiha non condivideva. C'erano tutte le premesse per un attacco a distanza, e lui non era mai andato matto per gli attacchi a distanza. Avrebbe preferito uscire finalmente da dietro quel nascondiglio - non ne poteva davvero più di stare rannicchiato e parlare a bassa voce per non farsi scoprire - e gettarsi sugli avversari. Sette uomini non erano poi così tanti da sconfiggere, e senza dubbio sarebbe stato in grado di portare a termine l'incarico da solo, motivo per cui ancora sopportava a stento la presenza di quel compagno. Uccidere o farsi uccidere, questo era la massima che ogni shinobi fosse tenuto a seguire. Ed il Chunin l'applicava nella sua forma più letterale, senza mai tirarsi indietro di fronte ad alcun combattimento, al punto da mettere a rischio la propria vita senza alcun riguardo. Dopotutto, il suo talento innato era come un duro blocco di marmo, che poteva essere scolpito solamente tramite potenti colpi di martello e scalpello. Le sue abilità uscivano tanto più incremenetate quanto più la missione era pericolosa. Per lo stesso motivo, era raro che si allenasse da solo, e a volte era perfino arrivato a rifiutare gli allenamenti di Fugaku Uchiha, Capoclan, preferendo partire alla caccia di qualche Mukenin o affrontare una banda di mercenari o assassini. Aveva bisogno che l'adrenalina scorresse nelle sue vene, per superare i propri limiti. Quindi, non poteva trovare stimolante l'idea di Azashi.
    - Ma è un piano rischioso. Una volta colpiti dai kunai, i nemici si disperderebbero e combinare i Sigilli al fuoco risulterebbe inutile. Pertanto ho pensato ad una finta iniziale che costringerebbe i nostri avversari ad ammucchiarsi in un sol punto e li renderebbe facilmente bersagli dei nostri attacchi - indicò i tubi di ferro ed i mattoni - Se aveste con voi alcune cartebomba, potrei generare delle rudimentali esplosioni e sfruttare la pressione generata da queste ultime per scagliare due fumogeni ai lati dei nostri avversari. A questi fumogeni, nello stesso modo, farei seguire alcuni kunai, così che i ninja si convincano di un attacco da più direzioni. Pensando di essere circondati si stringeranno in un punto, probabilmente a cerchio o semicerchio, così che la loro difesa non abbia angoli ciechi. A quel punto interverrò io: scalerò la parete e mi scaglierò su di loro con la mia tecnica. Mi sarebbe tornato utile qualche altro fumogeno o bombe esplosive, ma vedrò di farne a meno.
    Tuttavia, Takeru doveva tener presente che gettandosi nella mischia avrebbe messo in pericolo la vita di quel novellino, che sapeva elaborare tattiche complesse ma difficilmente aveva una grande esperienza sul campo di battaglia. A dirla tutta, quel piano poteva funzionare, se entrambi agivano in sicronia. Se fosse andato a segno, certamente avrebbe fatto loro risparmiare le energie e soprattutto avrebbe portato all'eliminazione della grande maggioranza dei ladri. Era piuttosto sicuro, tuttavia, che l'uomo in piedi sarebbe sopravvissuto. Sentiva, o meglio sapeva, sì sapeva con certezza che possedeva capacità fuori dal comune. Se l'Uzumaki pensava di porre fine alla missione con un solo attacco, si sbagliava di grosso. Ma era stato piuttosto bravo nel mettere a punto una simile strategia, doveva riconoscerlo. Forse si era sbagliato sul suo conto. In realtà, vedeva in lui le parole di Light Mustang ("potrà tornarti utile, nel caso tu venga ferito di nuovo"), che al solo pensiero lo facevano impazzire di rabbia, e non poteva fare a meno di trasferire la rabbia su quel ragazzo.
    - A quel punto sarà il vostro turno: dovrete intervenire appena le armi toccheranno terra, nello stesso istante io attiverò i Sigilli. La combinazione tra la vostra tecnica e le bombe di vento dovrebbe ingigantire il fuoco e permetterci di farne fuori parecchi.
    Ovviamente. Non appena aveva accennato a tecniche di fuoco, Takeru aveva saputo che il piano richiedeva l'esecuzione un Jutsu Katon da parte sua. Bene, gli pareva che potesse funzionare. Mentalmente, cercò di figurarsi ciò che sarebbe successo: lui stesso avrebbe lanciato fumogeni, e i nemici avrebbero avuto la vista offuscata; dopodichè, avrebbe lanciato kunai con cartabomba così da far risultare un attacco da più direzioni, come se fossero caduti in una imboscata; impauriti e disorientati, si sarebbero stretti spalla contro spalla, in un unico punto, ove fosse più facile colpirli; forse, sarebbero direttamente rimasti immobili sulla chiglia della barca; a questo punto sarebbe intervenuto Azashi con il suo Drago di Ferro, lanciando le armi dotate di Sigilli carichi di Chakra Fuuton in direzione frontale, coprendo con questa mossa un'area piuttosto grande; infine, il Chunin sarebbe intervenuto di nuovo per eseguire il Goukakkyu no Jutsu, o forse il Ryuuka no Jutsu, generando una fiamma dalla dimensioni spropositate che avrebbe lasciato ben poche vie di scampo agli avversari. In effetti, i furfanti avevano come unica via di fuga il mare in burrasca alle loro spalle, che non gli avrebbe garantito di certo un sicuro rifugio. C'era comunque la possibilità che qualcuno di essi si buttasse in acqua, incurante delle grosse onde che si infrangevano sulla riva. Inoltre, poteva essere che qualcun'altro, anzichè rimanere immobile di fronte al finto accerchiamento, decidesse di darsela a gambe.
    - Ma c'è una falla in questo piano. Nel momento in cui mi vedranno, i ninja potrebbero disperdermi o caricarmi, ignorando l'effetto dei fumogeni. C'è anche la possibilità che si buttino in mare per fuggire.
    Anche il ninja medico era arrivato alle stesse conclusioni, ma era piuttosto difficile che queste eventualità si realizzassero. In effetti, la reazione più spontanea di fronte a una imboscata era quella di chiudersi in ritirata, e non partire all'attacco. Solo uno shinobi dotato di grande sangue freddo e enorme esprerienza avrebbe potuto avere una simile reazione. Takeru era abbastanza sicuro che i furfanti, a eccezione del loro capo, fossero solo mezze cartucce, anche se avrebbe preferito eliminare quel fastidioso "abbastanza". In ogni caso, la strategia presentava solo questo difetto, per cui valeva la pena tentare. In caso di fallimento, sarebbe intervenuto personalmente, raccomandando al Genin di restare nascosto. Convinto, l'Uchiha gli fissò gli occhi in faccia ed annuì.
    - Va bene.
    Infilò la mano sinistra nel porta armi legato alla sua cintura, e con le dita sentì la ruvida superficie dei fumogeni. Ne afferrò due, tenendoli fra indice e medio, medio e anulare. Sporgendo appena il braccio oltre il muro del capanno, li lanciò imprimendogli una traiettoria parabolica, così che cadessero il più lontano possibile. Come calcolato - era piuttosto abile nell'uso delle armi di piccola taglia - entrambe le sfere caddero poco distanti dai nemici. Non appena toccarono terra esplosero, producendo una fitta e spessa nebbia grigia che avrebbe offuscato loro totalmente la vista. Ma Takeru si era già munito nel frattempo di sei kunai, tutti muniti di cartebomba. Stava dando fondo al suo equipaggiamento, ma non aveva importanza, purchè la strategia avesse effetto. Questa volta si protese totalmente oltre la parte, lasciando così il suo nascondiglio. In fondo c'era il fumo a coprire la sua presenza, per cui non aveva di che preoccuparsi. Chiuse gli occhi, aspettando che il chakra fluisse ad essi. Quando li riaprì, l'iride aveva mutato il suo colore da nero profondo a rosso vermiglio, con disegnate tre piccole virgole, le Tomoe. Distanziò leggermente i piedi, strusciando le scarpe nere a terra, e piegò un poco le ginocchia, assumendo un assetto stabile. Quindi, con un colpo secco dei polsi, fece partire i primi due kunai. Entrambi in direzione frontale, nel centro della nube, con una traiettoria leggermente discendente così che toccassero terra nei pressi della barca rovesciata. Un altro scatto, e di nuovo due saette luccicanti squarciarono l'aria, questa volta con traiettoria ascendente, così che salissero verso il cielo e poi ricadessero verso il basso, giungendo sulle teste degli avversari. Ora era il momento dei lanci più difficili. Strinse le palpebre, fino a ridurle a due piccole fessure in cui brillava una scintilla di fuoco. Le ultime due armi partirono l'una verso destra e l'altra verso sinistra. Il Chunin le aveva scagliate imprimendogli una leggera rotazione con il polso, e come previsto seguirono una direzione parabolica, entrando nella nube dai lati. Grazie allo Sharingan la precisione dei suoi attacchi era notevolmente aumentata, e perciò era quasi totalmente certo che le esplosioni avrebbero circondato i furfanti.
    Azashi, intanto, aveva scalato la parete grazie al controllo del Chakra e, salito in cima al capanno, aveva eseguito il Drago di Ferro. Un turbine nero farsi strada avido e maestoso, come un vero drago, per gettarsi infine fra la nebbia violacea con forza. L'Uchiha si voltò giusto in tempo per ammirarlo, e rimase estremamente affascinato dalla potenza e dall'eleganza che al tempo stesso quel Jutsu trasmetteva. Non aveva tuttavia dimenticato il suo compito: le sue mani stavano componendo i Sigilli Serpente, Drago, Lepre, Tigre, mentre il petto si gonfiava d'aria. Portò leggermente indietro la testa, quindi si sporse in avanti aprendo la bocca: un altro drago, questa volta di fuoco, comparve sul campo di battaglia. Se ciò che l'Uzumaki aveva detto era vero, ben presto le due bestie leggendarie si sarebbero fuse per dar luogo a una imponente e inarrestabile massa di fiamme, che avrebbe inghiottito senza pietà i ladri, lasciandoli totalmente carbonizzati. Il Ryuuka no Jutsu era già di per sè una Tecnica ad ampio raggio, ma cosa accadere se a potenziarlo c'erano un centinaio di lame di vento?



    Takeru Uchiha
    Stato Fisico: Ottimo
    Statistiche: Normali
    Stato Mentale: Eccitato, concentrato
    Chakra: 220/260
    Equipaggiamento: 9 kunai, 15 shuriken, 4 cartebombe, 3 fili metallici, 2 katane, 1 accendino


    Katon: Ryuuka no Jutsu (Drago di Fuoco)
    Tipo: Ninjutsu
    Sigilli: Serpente, Drago, Lepre, Tigre
    Descrizione: Richiede molta abilità e controllo del chakra per poterla usare. Impastando molto chakra nella bocca si potrà emettere una colonna di fuoco diretta verso l'avversario. La colonna prenderà la forma di un drago, e viaggerà in linea retta. La velcità è piuttosto elevata, tuttavia il diametro della fiammata non supera i 3 metri. Il fuoco può essere canalizzato attraverso fili metallici. Provoca danni medio-gravi se colpisce. Il raggio d'azione è di 15 metri circa.
    Livello: B Consumo:30

    Tre Tomoe
    Quando il ninja attiva lo Sharingan, l'iride diventa rosso e compaiono le tre Tomoe. Caratteristiche Sharingan Tre Tomoe:
    - i riflessi sono aumentati del 30%;
    - il ninja migliora la precisione dei suoi attacchi del 30%;
    - il ninja, tramite i muscoli dell'avversario, vede un'immagine prossima dei suoi movimenti. In questo modo, potrà prevedere con una buona precisione e con breve anticipo i movimenti degli avversari (solo di ninja con velocità non superiore alla propria del 50%). Inoltre, se si conosce la tecnica che l'avversario sta utilizzando, si può prevederla in base ai sigilli utilizzati;
    - visione del sistema circolatorio avversario;
    - si possono contrastare le illusioni di qualsiasi livello senza spesa di chakra;
    - si possono copiare i movimenti, le tecniche di Taijutsu, Ninjutsu e Genjutsu fino a livello A. Possono essere previste e possono essere riprodotte in seguito nello stesso combattimento. Tutte le tecniche riprodotte possono essere memorizzate nella scheda.
    Consumo: 10 per turno

    Perizia nelle Armi da Lancio (Livello 1)
    Il ninja possiederà una notevole abilità e maestria nell'uso di armi di piccolo taglio (come Kunai o Shuriken), sia nel combattimento corpo a corpo che a distanza. Si possiederà infatti una precisione maggiore (+25%) nel lancio di Kunai e Shuriken, riuscendo a colpire pressochè ogni tipo di bersaglio (anche di ridotte dimensioni o in movimento). Il bonus è valido fino a un massimo di 4 armi lanciate contemporaneamente e fino a 12 metri di distanza. Inoltre, nel corpo a corpo si maneggeranno i kunai con agilità e destrezza migliorata (+25%).


    Edited by Ranuccio - 12/12/2011, 22:13
     
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    kage

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    Vengono ridotti quasi tutti in pessime condizioni ad esclusione del portatore delle spade leggendarie troppo distante per subire danni e di uno dei suoi sottoposti che, corso in direzione del mare vi si butterà per poi riapparire poco più tardi bagnato dalla testa ai piedi ma fortunatamente illeso.

    - - - -



    - Alla fine ci hanno raggiunto capo! - A parlare fu l' unico uscito indenne da quell' imboscata ad ampio raggio, grazie alla sua innata velocità riuscì a togliersi dal punto critico prima che potesse subire ingenti danni.
    Con calma quasi inumana Hayato si girò in direzione del sottoposto, nulla sembrava poter turbare la sua quiete, nemmeno quanto appena successo. Avrebbe sterminato l' oppositore senza sprecare tempo, doveva completare la missione nel tempo che gli era stato concesso altrimenti avrebbe perso la lauda ricompensa.

    CITAZIONE
    Hayato
    Stato Fisico: ottimo
    Stato Mentale: calmo
    Chakra: 300/300

    CITAZIONE
    Suigetsu
    Stato Fisico: ottimo
    Stato Mentale: calmo
    Chakra: 120/120

     
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  9. Ranuccio
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    Takeru osservò impressionato il drago nerastro creato da Azashi scindersi con un rombo in una multidudine di lame trasparenti. La nube viola prodotta dai fumogeni fu sguarciata e dissolta, mentre il suo Ryuuka no Jutsu venne totalmanete inghiottito all'interno di quella tempesta di vento. Le fiamme, inizialmente, si affievolirono e apparvero tremolare, come se fossero sul punto si spegnersi. Poi, all'improvviso, il fuoco divampò, più potente che mai, gettando intorno una luce accecante. La combinazione di Katon e Fuuton produsse un devastante effetto, abbattendosi implacabile sulla barca rovesciata ove sedevano i nemici. Il rumore di una esplosione riempì l'aria, potente e impetuoso. Il Chunin alzò istintivamente le braccia per proteggersi dalle scheggie di legno sparse ovunque, osservando soddisfatto quello spettacolo: decisamente, un ottimo lavoro di coppia. Una folata di sabbia si alzò per qualche secondo, coprendo la loro visuale e impedendogli di valutare l'entità dei danni che avevano prodotto. L'Uchiha era sicuro del loro successo, giacchè la loro coordinazione era stata perfetta ed entrambi erano stati precisi al millimetro. I più deboli fra i nemici, certamente, erano stati colpiti ed eliminati sul colpo. Si voltò verso l'Uzumaki, gettandogli una occhiata di intesa. In questo modo avevano risparmiato un bel poì di tempo, e lui aveva l'opportunità di combattere subito contro il Mukenin più forte, senza doversi occupare prima delle mezze cartucce.
    Qualche secondo dopo, la sabbia ricadde sul litorale in una pioggia dorata, e in un altro paio di istanti la vecchia rimessa navale era tornata sotto i loro occhi nella luce cupa. Le ipotesi di Takeru trovarono conferma: il capo, con la spada gigantesca legata dietro la schiena e la Niubari alla cintura, si era salvato, e per di più senza muoversi di un millimetro dalla sua posizione. Sulla cannottiera nera che indossava non si era posato nemmeno un granello di sabbia, e lo stesso si poteva dire per i pantaloni azzurri, perfettamente integri e puliti. Si era solamente voltato per individuari gli autori di quel trambusto, e ben presto il suo sguardo si era incrociato con quello di Azashi e del Chunin. Alla sua destra (a circa quattro metri da lui), c'era inoltre uno dei suoi sottoposti. I suoi abiti - un semplice kimono grigio e sotto un paio di pantaloni scuri - presentavano diversi strappi, e per lo più erano bagnati. Segno che si era salvato solo per un soffio, buttandosi in mare prima che le fiamme ardessero la sua carne. Doveva aver avuto riflessi più veloci dei suoi compagni che avevano avuto un destino meno fortunata. In ogni caso, le sue abilità erano notevolmente inferiori al suo superiore, ed all'Uchiha era bastato uno sguardo per capirlo. Probabilmente, Azashi l'avrebbe sconfitto senza troppi problemi. Dunque, entrambi avrebbe dovuto sostenere uno scontro uno contro uno, giacchè ormai era finito il tempo delle strategie e degli attacchi a sorpresa. Ora avrebbero dovuto affrontarsi faccia a faccia, così come piaceva a Takeru.
    Questi fece qualche passo avanti, con aria sicura e un sorriso arrogante stampato sul volto. Non poteva fare a meno di essere eccitato e divertito. C'erano ben poche cose che trovava più divertenti che combattere: per assurdo, trovarsi di fronte alla morte lo faceva sentire vivo, anzi gli pareva di poter afferrare la sua stessa vita fra le mani e plasmarla a proprio pacimento; lottare fino allo stremo delle forze, persino oltre, per evitare di soccombere sotto i colpi dei nemici, gli garantiva una scarica di adrenalina difficilmente eguagliabile; infine, come descrivere la vittoria contro un avversario di potenza pari o superiore alla propria? Un nettare degno di un dio e più dolce del miele! Per qualche istante, negli scontri, sentiva davvero di potersi ergere al di sopra degli uomini, di trascendere la sua essenza di mortale nella fatica, nel dolore e nel sangue. Perciò, gli era davvero difficile trattenere quel sorriso. Intorno, tutto era scomparso. La larga striscia di ceneri che il suo Jutsu Katon aveva lasciato a terra gli era totalmente indifferente, così come i resti della barca e dei quattro furfanti carbonizzati. L'Uzumaki era uscito dal suo campo visivo, e gli pareva che al mondo, in quel momento, esistessero solo lui e il capo dei furfanti. Niente l'avrebbe potuto distrarre. Per lui non si trattava più di portare a termine la missione, ma di sconfiggere ad ogni costo il Mukenin che si trovava danvanti.
    "Gaishou isshoku", fu l'unico pensiero che attraverso la sua mente. Uccidere al primo colpo, così come tramandava Madara Uchiha. Takeru, lentamente, appoggiò la mano sull'elsa di una delle due katane che portava alla cintura. Aveva già una chiara idea dell'attacco che avrebbe sferrato: nessuna esitazione, nessuna pietà, nessuna distrazione. Avrebbe cancellato con il sangue dell'avversario l'errore commesso contro Shun Lee. Questa volta avrebbe mostrato fin da subito la forza del suo Sharingan, senza trattenersi. Se quel tizio fosse sopravvissuto, tanto meglio: in tal caso, voleva dire che era davvero un Mukenin di alto livello, e il combattimento sarebbe stato ancora più eccitante. Avvicinatosi di circa una dozzina di metri, il Chunin si fermò. Le sue condizioni fisiche erano eccellenti, e avrebbe potuto percorrere gli otto metri restanti che lo separavano dal capo in un paio di secondi. Il sottoposto si trovava troppo lontano per intervenire in tempo. E comunque, cosa avrebbe potuto fare? Senza contare che probabilmente anche Azashi era pronto ad attaccare, e perciò l'avrebbe tenuto occupato. Le condizioni erano ottimali, perciò era giunto il momento di agire.
    Takeru concentrò il chakra nelle proprie gambe, pronto a scattare in avanti. Nel frettempo, fissò i suoi occhi in quelli del nemico, spalancando le pupille e assicurandosi così che potesse vedere chiaramente il suo Sharingan. Sarebbe bastato un istante, e tramite quello sguardo l'avversario sarebbe caduto in una illusione, senza alcuna via di scampo. Differentemente dai normali Genjutsu, la sua percezione della realtà non sarebbe stata distorta: bensì, il suo corpo sarebbe stato attraversato da una intensa scarica di dolore, e avrebbe perso totalmente la concentrazione. La sua mente sarebbe stata annebbiata, confusa e incapace di reagire adeguatamente. Chissà se in tali condizioni sarebbe stato in grado di brandire la sua Zambakuto? L'Uchiha si lanciò in avanti, cercando di imprimere tutta la forza che possedeva nello slancio. Inoltre, abbassò lievemente il busto, rendendosi più aereodinamico. Così, più che correre parve letteralmente planare sul terreno sabbioso, lasciando dietro di sè una scia dorata. Come calcolato non impiegò più di due secondi per avvicinarsi al capo dei ladri, e a meno di un metro da lui sguainò una delle due katane con il braccio destro. Con una rapidità e leggerezza dei movimenti che solo uno spadaccino poteva possedere, portò in avanti la spada, puntando il kissaki contro il petto del nemico, esattamente in corrispondenza del diaframma. Il suo corpo si protese in un unico slancio, diventando tutt'uno con la lama e - cosa ben più importante - conferendogli la spinta che quasi settanta chili di peso potevano garantire. Un colpo perfetto ed elegante, tanto semplice quanto pericoloso. Se il nemico fosse caduto nel Kashaku, non avrebbe avuto alcuna via di scampo, e sarebbe perito lì, sulla riva del mare, sotto quel cielo carico di pioggia. Ma anche nel caso fosse riuscito ad evitare l'illusione, avrebbe dovuto fare i conti con lo Sharingan, in grado di prevedere ed anticipare qualsiasi sua mossa. Takeru si muoveva in anticipo di quasi un secondo rispetto a lui, e ciò rendeva vana ogni forma di difesa. La vittoria era scontata.


    Takeru Uchiha
    Stato Fisico: Ottimo
    Statistiche: Normali
    Stato Mentale: Eccitato, concentrato
    Chakra: 175/260
    Equipaggiamento: 9 kunai, 15 shuriken, 4 cartebombe, 3 fili metallici, 2 katane, 1 accendino


    Tre Tomoe
    Quando il ninja attiva lo Sharingan, l'iride diventa rosso e compaiono le tre Tomoe. Caratteristiche Sharingan Tre Tomoe:
    - i riflessi sono aumentati del 30%;
    - il ninja migliora la precisione dei suoi attacchi del 30%;
    - il ninja, tramite i muscoli dell'avversario, vede un'immagine prossima dei suoi movimenti. In questo modo, potrà prevedere con una buona precisione e con breve anticipo i movimenti degli avversari (solo di ninja con velocità non superiore alla propria del 50%). Inoltre, se si conosce la tecnica che l'avversario sta utilizzando, si può prevederla in base ai sigilli utilizzati;
    - visione del sistema circolatorio avversario;
    - si possono contrastare le illusioni di qualsiasi livello senza spesa di chakra;
    - si possono copiare i movimenti, le tecniche di Taijutsu, Ninjutsu e Genjutsu fino a livello A. Possono essere previste e possono essere riprodotte in seguito nello stesso combattimento. Tutte le tecniche riprodotte possono essere memorizzate nella scheda.
    Consumo: 10 per turno

    Kosen (Zanna della Tigre)
    Tipo: Kenjutsu
    Sigilli: //
    Descrizione: Il ninja concentrerà una medio/bassa quantità di chakra nel braccio che impugna la katana, aumentando momentaneamente le prestazioni dei muscoli interessati. A questo punto, tenterà di mandare a segno un veloce e preciso affondo, in grado di provocare ferite gravissime se diretto a organi vitali. Tale affondo sarà inoltre eseguito con un aumento di velocità del 20% per ogni Livello di "Arte della Spada" posseduto.
    Livello: C Costo: 15

    Kashaku (Tortura)
    Tipo: Genjutsu
    Sigilli: //
    Descrizione: Semplice Genjutsu, attivabile dopo aver stabilito un contatto visivo con il nemico (il quale non dovrà trovarsi a una distanza superiore ai 15 metri). La tecnica non provoca vere e proprie illusioni, ma si limita ad agitare momentaneamente il flusso di chakra avversario, causando forte stordimento e confusione. L'effetto del Genjutsu dura per circa 15 secondi, durante la quale l'utilizzatore potrà compiere qualsiasi azione voglia.
    Livello: C Costo: 20
    Kai: 25

    Arte della Spada (Livello 1)
    Il ninja, allenatosi a maneggiare la katana, migliorerà nettamente le sue prestazioni nell'uso di quest'arma. In particolare, il braccio (o le braccia), che impugnano la katana avrà un bouns in agilità e destrezza del 25%, rendendo i movimenti complessivamente più fluidi e armoniosi. Inoltre, la precisione dei colpi sarà aumentata del 40%, facendo si che il ninja, raramente, manchi il bersaglio.
    Si potranno inventare tecniche derivate dall'uso della spada (Kenjutsu), massimo di Livello B.

    Maestro nei Genjutsu (Livello 2)
    Restrizioni: almeno 4 Genjutsu di Livello C o superiore in scheda
    Il ninja si specializza nell'uso dei genjutsu, preferendo quest'arte ninja alle altre due; il ninja possiederà maggior esperienza sia nell'uso dei Genjutsu, e sarà più facilitato a riconoscere le illusioni avversarie e liberarsi da esse. In particolare, il costo del Kai per spezzare una tecnica verrà diminuito di 1/4. Invece, i proprio genjutsu risulteranno potenziati del 25% (con un aumento relativo del costo del Kai).
    Il bonus non vale contro ninja di grado pari o superiore che possiedano lo Sharingan.
    Si potranno creare Genjutsu massimo di Livello A.


    Edited by Ranuccio - 21/12/2011, 00:18
     
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    Ehi, indovina un po'?

    La storia continua.

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    Azashi Uzumaki

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    "Va bene". Takeru non si scompose più di tanto, forse un accenno di curiosità balenò nei suoi occhi mentre osservava quei particolari kunai, ma se provò qualcos'altro non lo diede a vedere. Azashi sospirò soddisfatto: se il suo superiore si fosse attenuto al piano lo scontro sarebbe durato pochi istanti e la loro missione sarebbe finita senza un eccessivo dispendio di forze. Un colpo del genere avrebbe colto i loro avversari impreparati, ne era sicuro, e sarebbero caduti facilmente preda del loro attacco combinato. Neppure il loro capo, colui che possedeva quell'enorme spada, si sarebbe potuto difendere efficacemente da un attacco improvviso. Sì, di lì a pochi minuti sarebbe finito tutto e loro sarebbero tornati a casa.

    Dopotutto l'Uchiha non si era dimostrato così ottuso: certo, lo avvolgeva ancora un'aura autoritaria, tuttavia sembrava aperto al dialogo ed anche molto sveglio; forse un po' altezzoso ma si poteva sorvolare su questo aspetto. Chissà perchè il Re aveva voluto porre il ragazzo come supporto, anche da solo il ninja se la sarebbe cavata egregiamente. Fu allora che un movimento rapido e sicuro balenò davanti agli occhi del medico: il Chunin, estratta la mano da una tasca, lanciò in aria alcuni piccoli oggetti proprio oltre il loro muro. I riflessi di Azashi non erano così rapidi da permettergli di seguire chiaramente tutta l'azione, ma quelle cose lanciate avevano tutto l'aspetto di fumogeni. "Che diavolo..." pensò "Che diavolo sta combinando?".

    Si udì un sibilo secco e subito l'aria si riempì di un odore acro e pungente, l'odore del fumo artificiale. Takeru intanto si mosse, così in fretta che il medico potè appena seguire il contorno della sua figura con gli occhi, aggirò il muro che li separava dai loro nemici e sparì. Azashi rimase un altro istante immobile, impietrito, sbalordito dal gesto del Chunin. Perchè si era mosso in quel modo? Perchè non aveva aspettato? Che diavolo aveva in mente? Lo aveva preso in giro? Se il suo piano non gli era piaciuto perchè non ne avevano parlato? Che bisogno c'era di gettarsi nella ressa in quel modo? Era arrabbiato ed al tempo stesso deluso: quell'uomo era un pazzo, che bisogno c'era di esporsi così tanto?
    L'odore acre dei fumogeni gli irritò ancora di più il naso: il loro piano stava funzionando. Un'altra idea lo colpì improvvisamente. "Quel folle non si è gettato nella ressa, si sta assicurando che il mio piano funzioni".

    Takeru aveva deciso di agire in prima linea perchè sapeva che il medico non avrebbe potuto scagliare quei kunai con sufficiente precisione, molto probabilmente aveva capito che una falla del genere avrebbe potuto complicare la situazione e per ciò non aveva voluto correre rischi. Era disposto a gettarsi nello scontro pur di mettere in atto le loro intenzioni. Se ciò che il ragazzo stava pensando era vero, allora lui si era comportato da idiota rimanendo lì fermo come uno stoccafisso anzichè agire immediatamente. Non c'era un attimo da perdere, l'Uchiha contava su di lui.
    Controllo del Chakra (Base)
    Abilità fondamentale per un ninja, si basa sul controllo del chakra, ovviamente a livello molto basso. Infatti, concentrando il chakra in determinate parti del corpo, si potrà creare uno strato di chakra sottilissimo, così da camminare sull'acqua o su pareti verticali, senza il benchè minimo dispendio di energie.
    Si appoggiò al muro, le mani gli formicolavano mentre il chakra permetteva una perfetta aderenza. Era una delle cose più semplici che aveva imparato all'Accademia: come camminare sui muri. Si concentrò ancora di più su quel formicolio finchè non sentì le mani unite al freddo cemento come delle ventose. Appoggiò prima un piede, poi l'altro, infine scalò il muro come se fosse un ragno.

    Cercava di muoversi in fretta, il più in fretta possibile, mantenendo al massimo la concentrazione e senza pensare a nulla fuorchè ciò che doveva fare. In pochi attimi fu in cima. Appena si issò sulla parete rimase senza fiato: sotto di lui, ad una decina di piedi di distanza, una densa coltre di fumo oscurava la vista. Dall'alto gli parve di scorgere alcune figure, certamente vedeva molti membri del gruppo nemico, stretti l'uno all'altro come pecore impaurite. Non sapeva dove fosse Takeru, ma il fumo si era fatto ancora più denso sotto di sé e per riuscire a scrutarvi in mezzo avrebbe avuto bisogno anche lui dello Sharingan. In alto, oltre la massa, c'era il mare mosso: le sue onde rabbiose trasportavano schiuma scura fino alle rive sotto il porticciolo; una delicata brezza e l'odore della salsedine sfiorava il viso del ragazzo, irritandogli le narici già infastidite dal fumo. Si mise in piedi sul precario appoggio, ispirò profondamente e balzò il più lontano possibile.

    Si scordò di respirare. Il camice svolazzava al vento. Si sentiva leggero, con le farfalle allo stomaco e l'aria fredda che gli feriva le mani. Sapeva che di lì a poco sarebbe precipitato di sotto, spinto dalla forza che attrae tutti i corpi a terra, ma doveva sbrigarsi. Sotto di lui l'inferno andava lentamente scemando: la nube di fumo stava scomparendo, sospinta dalla brezza marina, e riusciva a scorgere i profili dei suoi avversari. Sembravano così indifesi, piccoli ed insignificanti, pecore mandate al macello. Ma quelli non erano affari suoi: avevano fatto una scelta, come aveva fatto lui tra l'altro, pertanto ne avrebbero pagato le conseguenze. La sua mano, tremolante per l'eccitazione, scavò nella piccola borsa che portava alla vita fino a trovare il piccolo rotolo di pergamena. Non si sarebbe trattenuto, aveva bisogno di tutta la potenza possibile.

    Tecnica di Confinamento: Danza Selvaggia del Drago di Ferro
    Fuuinjutsu - Taijutsu
    Tecnica di combattimento molto rapida e versatile che unisce l'arte dei sigilli ad una discreta padronanza delle armi da lancio. Il ninja, dopo aver composto i Sigilli, aprirà il rotolo davanti a sé (nel quale dovranno essere contenute almeno 10 armi); dal rotolo scaturirà un drago nero di chakra di diametro 1 metro ed estensibile per una lunghezza massima di 15 metri, la creatura non potrà cambiare direzione se non lievemente. La pericolosità della tecnica consiste nel fatto che il drago, al suo interno, contiene le 10 armi poste nel rotolo
    e la sua unica funzione è quella di "mirino" per le armi. La velocità del drago sarà del 20% superiore a quella del ninja più un ulteriore 20% per ogni stadio "perizia con le armi da lancio" posseduto dall'utilizzatore. Oltre che per le armi, se colpisce, la tecnica causa danni medi da taglio. Ogni dieci armi usate (oltre quelle richieste per la tecnica) permette la creazione di un ulteriore drago (senza pagare nuovamente il costo della tecnica) ed aumenta il danno totale inflitto di mezzo grado (da medio a medio-grave ecc.)
    Consumo: 20
    Afferrò il rotolo e compose i sigilli con le mani; la sua tecnica non era molto difficile da eseguire ma il risultato sarebbe stato notevole. Sentiva il chakra fluire dal suo corpo al rotolo, che pulsava fra i suoi palmi, lo spalancò il più velocemente possibile mentre iniziava a scivolare verso terra. Ci fu uno scoppio, poi un secondo, poi molti altri mentre degli inquietanti draghi neri prendevano vita dal rotolo del ragazzo e si dirigevano verso i suoi avversari, nella nebbia artificiale che si andava diradando. Ogni volta che un drago veniva evocato il respiro del giovane veniva mozzato da un colpo che lo respingeva all'indietro. Le creature generate dal chakra puntavano contro i ninja radunati in gruppo e sparvero rapidamente nel turbinio d'ombre. Poi si udirono dei tonfi, alcuni pesanti e molti altri più leggeri, lo stridere dell'acciaio e poi il silenzio glaciale.

    Azashi sentì un blocco nel petto, qualcosa che gli impediva di respirare: i dragoni si erano schiantati al suolo liberando le armi che contenevano. Quanti ne aveva ucciso?
    Le ombre si diradarono ed il medico notò il ninja sotto di sé mentre precipitava goffamente: era il suo turno. Unì le mani e compose nuovamente un sigillo, il suo chakra si espanse in tutta l'aria fino a captare le deboli tracce degli esplosivi posti sulle armi, che detonarono. Gli parve di sentire un grido, poi solo il suono del vento simile a quello della brezza che accarezzava Konoha in primavera. Poi venne l'inferno di fuoco: l'Uchiha soffiò dalle sue labbra un drago incandescente verso i suoi avversari. Azashi, ormai a poco più di due lance d'altezza, poté vedere il drago scivolare in avanti verso i suoi avversari, piegarsi ed ondulare alle lame di vento prodotte dai suoi sigilli ed ingigantirsi sempre più. In pochi istanti le fattezza del drago scomparvero e rimase solo un'informe massa di fuoco, palpitante e rovente. Questa fiamma si contorceva e si dimenava, poi precipitò sui ninja avversari e le urla quella volta le udì distintamente.

    Avrebbe voluto vomitare. Probabilmente se fosse stato da solo ed in un altro contesto l'avrebbe fatto, ma in quel momento sentiva le viscere totalmente vuote e sgombre quindi, anche volendo, non avrebbe avuto nulla da vomitare. Le grida durarono solo pochi attimi, ma gli echi rimasero sospesi nell'aria del porto per diversi istanti accompagnando gli spiriti dei morti nel luogo della loro eterna dimora. L'aria era stata invasa da fumo e cenere; alcuni fuochi, spauriti, ardevano ancora a mezz'aria e si spensero rapidamente toccando terra. La combinazione tra vento e fuoco aveva trasportato su quel porticciolo un sottile strato di sabbia che si andava depositando dolcemente ai loro piedi. L'aria era pesante, satura di odori nauseabondi, resa irrespirabile dai cadaveri carbonizzati. Azashi sentiva qualcosa sulle labbra, come la saliva che si andava solidificando sulla bocca dei moribondi fino a formare un sottile strato appiccicoso. Vi si passò la manica del camice sopra e notò uno strato di grasso scuro, gli venne la nausea.

    Se non altro quello scontro era finito, a breve sarebbero tornati a casa, sperò che la spada non fosse rimasta carbonizzata nell'attacco. Takeru era vicino a lui ma non gli apparve né rilassato né soddisfatto, nei suoi occhi brillava ancora la brace dello Sharingan, vedeva qualcosa che al ragazzo sfuggiva. Fu seguendo il suo sguardo che il ragazzo riuscì a scrutare oltre la cenere sospesa, dove il contorno di una possente figura era ancora nitido e delineato. Il capo nemico era sopravvissuto, probabilmente le fiamme non lo avevano neppure raggiunto. Era un uomo possente, oltre che fisicamente emanava un'aura di autorevolezza e forza, un leader al pari dell'Uchiha. Ma ciò che colpì il giovane fu l'enorme spada che portava sulle spalle, così grande da spuntare ben oltre la sua spalla. Doveva essere un'arma molto pesante, difficile da brandire, ma al tempo stesso molto pericolosa se usata per affrontare altri spadaccini. A confronto le katane che il suo superiore portava erano meri stuzzicadenti. Era vero che le abilità di uno spadaccino non dipendevano solo dalla sua spada, ma un'arma di quelle dimensioni poteva causare non pochi problemi.

    "E' quella" ricordò "E' quella la Tagliateste". Il Re gli aveva detto che il capo della banda ne era in possesso, ma non immaginava si trattasse di uno spadone del genere. In effetti il nome era piuttosto azzeccato: quella spada sembrava fatta per decapitare.
    "Alla fine ci hanno raggiunto capo!". Si udì un'altra voce provenire dalla stessa direzione del nemico, poi gli ultimi spauriti cumuli di cenere si depositarono a terra ed il medico potè notare un giovane lì vicino. Si morse un labbro: quel ragazzo aveva scampato il loro attacco combinato, doveva essere molto veloce o molto astuto. Due avversari contro due, quel combattimento sembrava farsi interessante. Azashi non stava nella pelle dall'eccitazione: poter vedere un Uchiha combattere contro uno spadaccino leggendario non era cosa che si vedeva tutti i giorni, probabilmente avrebbe assistito a molte tecniche interessanti. Anche quel ragazzo era di un altro villaggio, probabilmente padroneggiava qualche abilità particolare, ma l'interesse nei suoi confronti scemava se paragonato a quello che nutriva per lo scontro che stava iniziando.

    Takeru aveva occhi solo per il suo rivale, immobile sotto quel cielo scuro appariva simile alla statua di Madara Uchiha nella Valle dell'Epilogo. Il suo Sharingan sembrava analizzare l'avversario con meticolosa precisione; il suo sguardo era così intenso che al giovane parve di scorgere al suo interno le fiamme crepitanti di un falò. Una mano scivolò sulla katana, morbidamente. Voleva colpire da quella distanza? Avrebbe usato qualche tecnica a lungo raggio? Forse voleva lanciare la sua arma, in fondo sarebbe stato un attacco del tutto inaspettato. Poi, all'improvviso, l'occhio destro di Azashi iniziò a bruciarli. Il medico restò a bocca aperta mentre, con un fluido movimento, l'Uchiha si scagliava in avanti contro il suo rivale.

    Era uno scatto felino, agile e veloce, tanto che il ninja sembrava scivolare sul terreno. Azashi rimase immobile a fissarlo con l'occhio che ancora pizzicava. Per quale motivo aveva reagito in quel modo? Il suo occhio destro conteneva un sigillo per contrastare le illusioni, possibile che Takeru avesse lanciato un Genjutsu al suo avversario? Se le cose stavano così il suo attacco sarebbe risultato molto difficile da evitare, consentendogli una facile vittoria. Il ragazzo non poteva fare a meno di stupirsi per il fatto che ben due ninja fossero sopravvissuti, ma quel numero si sarebbe ridotto in fretta. E l'altro ninja? Il medico di certo non lo avrebbe attaccato, benchè curioso di conoscenza non gli sembrava una buona idea cercare lo scontro diretto, se quel ragazzo si fosse messo in mezzo peggio per lui. In quel momento il giovane era interessato ad un altro scontro, molto più avvincente. "" si ritrovò a pensare mentre la lama di Takeru puntava il petto dell'avversario "Questo scontro non posso perdermelo".

    Note
    Matt--2
    Azashi Uzumaki
    • Stato fisico: Ottimo

    • Chakra: 80/100

    • Equipaggiamento:
      - Scheda
      - Rotolo




     
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    kage

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    Hayato rimase fermo, nonostante il suo avversario lo stesse caricando a grande velocità ed un forte senso di stordimento e confusione ne agitava la fredda mente.
    Un Uchiha dagli occhi rosso cremisi, era quello il nemico che avevano scelto quelli della Foglia per riprendersi il bottino di guerra. Ne aveva già affrontati altri e, come si poteva ben vedere, era ancora li. Non si sarebbe mai fatto battere da uomini che usano semplici trucchetti come erano le arti illusorie. L' avrebbe decapitato e portato a casa la testa così da aggiungerla alla già ampia e macabra collezione.
    La kissaki attraversò il corpo ma non una singola goccia di sangue uscì. Il corpo, per via di particolari geni, si scompose completamente in acqua evitando quel mortale colpo.
    Dalla pozzanghera che velocemente riprendeva fattezze umane partì un veloce e piccolo proiettile semi liquido diretto all' altezza del quadricipite femorale. Data la velocità e la distanza assai limitata solamente un ninja formidabile ne sarebbe uscito lievemente ferito.
    Nel frattempo Suigetsu si affrettò nel compiere i sigilli richiesti dalla tecnica. Un fitto banco di nebbia iniziò a scendere coprendo la totalità del terreno di combattimento.
    Scattò in direzione del nemico lasciato rimasto nelle retrovie fino a che, arrivato nelle vicinanze, circa 5 metri, compose nuovamente alcuni seal. Grossi spiedi di ghiaccio vennero indirizzati contro l' avversario con l' intento di eliminarlo il più velocemente possibile.

    CITAZIONE
    Hayato
    Stato Fisico: ottimo
    Stato Mentale: calmo
    Chakra: 285/300
    Innata:
    Livello 3 (Minimo Chunin Rossa)
    La capacità di controllare la grande quantità d'acqua all'interno del proprio Corpo è al grado di Praticante Esperto. Caratteristiche Livello 3:
    - Corpo composto dal 90% d'acqua (50 litri).
    - Possibilità di scomporre in acqua ogni parte del corpo (le parti scomposte menterranno sempre la loro forma originaria). Per scomporre una parte del corpo in acqua sarà necessario 1 secondo, per tutto il corpo 3 secondi.
    - Immunità dai danni da taglio e da impatto fino a gravi mentre si è scomposti. Da ustione diminuiti di due gradi.
    - Le parti scomposte risentiranno normalmente dei Jutsu Doton.
    - Se una parte scomposta viene colpita da un jutsu Raiton di Livello C, il tempo di scomposizione nel turno successivo salirà a 5 secondi. Per i jutsu Raiton di Livello B l’innata non potrà essere usata per 2 turni e per quelli superiori ad A 3 turni. Inoltre il Ninja subirà la scossa elettrica come se non fosse trasformato.
    - Mentre si è scomposti parzialmente si potranno utilizzare solo tecniche derivate dall'Innata.
    - Innata mantenibile per un massimo di 8 turni.

    Mizudeppou no Jutsu
    Tipo: Ninjutsu
    Descrizione: Trasformando parzialmente il proprio dito indice in acqua, si potrà scagliare ad alta velocità contro l'avversario un proiettile liquido dal diametro di circa 2 cm. Tale proiettile avrà capacità perforanti piuttosto elevate, vista anche la rapidità con cui viene a contatto con la pelle; se colpisce, dunque, potrà causare danni medio/lievi da taglio, penetrando nella carne per un massimo di 5 cm a seconda della zona colpita. Il proiettile potrà arrivare a una massima distanza di 8 metri.
    Livello: C Costo: 15

    CITAZIONE
    Suigetsu
    Stato Fisico: ottimo
    Stato Mentale: calmo
    Chakra: 70/120
    Innata:
    Livello 2 (Minimo Genin Gialla):
    È possibile ghiacciare fino a 20 m3 d’acqua fino ad uno spessore di 5 centimetri al contatto con le mani. Al rilascio dell' innata l' acqua si sgela dopo 1 turno.
    Si possono controllare fino a 8 metri cubi d'acqua, a patto che questi si trovino alla massima distanza di 2 metri da sè.
    L'acqua si ghiaccia con una velocità superiore al 30% di quella del ninja.
    Consumo: 10 per Turno

    Sensatsu Suishou (Tecnica Segreta del Cristallo Mortale)
    Tipo: Ninjutsu
    Sigilli: Drago, Lepre, Cavallo, Bue, Drago
    Descrizione: Tramite il congelamento del vapore acqueo presente nell'atmosfera si creano in aria una ventina spiedi di ghiaccio di medie dimensioni che, dirigendosi automaticamente verso l’avversario, lo trafiggeranno. La particolarità della tecnica è che gli spiedi hanno una velocità alta, per cui schivarli è piuttosto difficile. Utilizzabile anche da lontano fino a 5 metri di distanza. La tecnica può causare anche danni medio/gravi se si viene colpiti da tutti gli spiedi.
    Livello: B Consumo: 25

    Tecniche:
    Kirigakure no Jutsu (Tecnica del Velo di Nebbia)
    Tipo: Ninjutsu
    Sigilli: Metà destra sigillo Capra, con braccio parallelo a terra. Metà sinistra con braccio in alto.
    Descrizione: Il ninja sfruttando l'umidità presente nell'aria crea una densa cortina di nebbia nel raggio di 50 metri. La vista normale diventa quindi inutile, sia per l'utilizzatore, sia per gli avversari. Il jutsu non può essere utilizzata in luoghi troppo secchi.
    Livello: B Consumo: 15 + 5 mantenimento

     
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  12. Ranuccio
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    Takeru era costretto a prendere decisioni critiche pressochè ogni giorno, durante le missioni. Ormai era capace di mantenere una certa lucidità e un buon autocontrollo persino quando la sua vita era in pericolo. Tuttavia, era sempre confuso se si trattava di scegliere fra la salvezza di un compagno o la buona riuscita della missione. Pensieri contrastati si affollavano nella sua testa e anche dopo aver preso una decisione rimaneva dubbioso. In realtà era piuttosto egoista, e se avesse dovuto seguire la sua natura non avrebbe esitato a preferire il successo in battaglia. Se uno shinobi era così debole da non riuscire nemmeno a difendere sè stesso, allora era solo un peso e per quanto gli riguardava poteva anche morire. Ma la morale dei ninja imponeva che si dovesse proteggere un membro della propria squadra; e sebbene Takeru la ritenesse una totale idiozia, nella maggior parte dei casi la seguiva alla lettere - non senza provare un vago senso di disagio. Sapeva bene che i suoi superiori l'avrebbero malvisto, se avesse fatto di testa propria; e lui non voleva essere considerato un elemento di disturbo fra i ninja di Kumo. Non se voleva salire di grado nel minor tempo possibile, almeno.
    Non appena intorno a lui calò un fitto velo di nebbia, dunque, la sua mente andò subito al Genin di Konoha, che ancora stava parzialmente nascosto dietro il capanno. Si era mostrato piuttosto abile, quantomeno nell'inventare la strategia di attacco che aveva eliminato gran parte degli avversari. Ma non sapeva come se la cavasse in un vero combattimento, e soprattutto se era in grado di reagire adeguatamente alla momentanea impossibilità di utilizzare la vista. Per quanto gli riguardava, Takeru non si era fatto cogliere impreparato. Non appena la densa cappa grigiastra l'aveva avvolto, qualcosa dentro la sua testa era scattato. Click. Aveva teso l'orecchio, restando in ascolto per un paio di secondi. Immediatamente aveva riconosciuto dei passi, a circa sei metri di distanza, se non andava errato. Si era ritrovato parecchie volte in mezzo a bombe fumogene, e ben presto aveva imparato come affrontarle. Il suo udito era piuttosto allenato, e nel complesso non gli riusciva troppo difficile schivare gli attacchi nemici persino senza l'ausilio degli occhi. E anche l'offesa gli riusciva in modo soddisfacente, ad essere sincero. Ovviamente non riusciva a determinare con esattezza la posizione degli avversari, soprattutto se si trovava lontano da loro. Perciò, sarebbe stato uno spreco di energie utilizzare Ninjutsu o armi da lancio. Ma, se riusciva ad avvicinarsi abbastanza, non avrebbe avuto problemi a provocare danni considerevoli.
    Il Chunin si era invece sorpreso che la sua katana non fosse penetrata a fondo nel petto del Mukenin. Questi, un momento prima che la kissaki toccasse la sua pelle, si trasformò letteralmente in acqua, lasciando che la spada lo attraversasse senza causargli apparenti ferite. Che si trattasse di una Kekkei Genkai o di una Tecnica, questo Takeru non lo sapeva, ma di certo era una grossa scocciatura. Era difficile eliminare un avversario che non poteva essere ferito. Tuttavia, al momento doveva ignorarlo. Aveva già preso la decisione di salvare il suo compagno. Come al solito aveva dovuto ignorare tutti i propri istinti che gli suggerivano di continuare a combattere contro quel nemico ben più interessante, e fare la parte dell'eroe. In ogni caso aveva deciso di lasciare la propria katana all'interno del capobanda, per sondare fino a dove la sua metamorfosi potesse spingersi. Era in grado di muoversi nonostante fosse tramutato in acqua, oppure doveva prima riprendere le sue normali sembianze?
    L'altro Mukenin doveva trovarsi quindi a circa sei metri di distanza, verso destra. Pareva allontanarsi da quella posizione e se il Chunin non si sbagliava, si stava dirigendo contro Azashi. Inspirò profondamente, mentre un'alta quantità di chakra invadeva il suo corpo sotto forma di stimoli elettrici. Un brivido gli corse lungo la schiena e gli fece rizzare i peli sulla nuca. Ancora prima di essere completamente cosciente, era già scattato in avanti. Ogni muscolo del suo corpo, stimolato per raggiungere la massima prestazione, era in grado di generare velocità e forza straordinarie. Probabilmente, se la nebbia non avesse coperto l'intera zona, Azashi e i due ladri non avrebbero visto altro che una scia bluastra. La Raiton no Yoroi era davvero un'arma incredibile. Takeru sentì un bruciore intenso all'altezza della scapola destra, ma non se ne curò più di tanto, concentrato com'era sull'obbiettivo. Non sapeva esattamente di cosa si trattasse, ma non era un danno grave e non gli avrebbe compromesso alcun movimento. Nel giro di un secondo coprì la distanza che lo separava dal Mukenin diretto contro il suo compagno. L'avrebbe colpito con il gomito e il tricipite del braccio destro, cercando di imprimere nell'attacco tutta la sua potenza. Se fosse andato a segno, non solo avrebbe fermato l'avversario, ma probabilmente gli avrebbe inflitto gravi danni.


    Takeru Uchiha
    Stato Fisico: Ottimo
    Statistiche: Velocità, Forza + 100%
    Stato Mentale: Eccitato
    Chakra: 250/370
    Equipaggiamento: 15 kunai, 15 shuriken, 10 cartebombe, 2 fumogeni, 3 fili metallici, 1 katana, 1 accendino


    Raiton no Yoroi
    Tipo: Ninjutsu
    Sigilli: //
    Descrizione: Attraverso questa tecnica, il ninja potenzierà fino al massimo limite consentito il proprio sistema nervoso, anzichè toccare direttamente i muscoli. La tecnica si basa sul continuo invio al cervello di una media quantità di chakra raiton, sotto forma di impulsi nervosi. Così facendo, le proprie sinapsi neurali saranno potenziate esponenzialmente, diventando incredibilmente rapide. Ciò avrà un duplice effetto: potenziare i riflessi, permettendo una reazione più pronta a stimoli visivi, uditivi, tattili o olfattivi; potenziare i muscoli di tutto il corpo mediante stimoli nervosi, con un aumento di velocità e forza. Il chakra ricoprirà l'interno corpo del ninja diventando visibile sotto forma di un velo azzurro/bianco. Nei Livelli alti, inoltre, l'Armatura potrà difendere il ninja da Tecniche di tipo Raiton. Aumento dei riflessi, velocità e forza dipenderanno dal grado del ninja utilizzatore. Mentre l'armatura è attiva non si potranno utilizzare Genjutsu o Ninjutsu di alcun tipo.
    Consumo: variabile

    Livello 3
    Lo Yotsuki è a livello di praticante esperto nell'utilizzo del chakra raiton per potenziare il proprio fisico, e i bonus che riceverà saranno di medi. Caratteristiche Raiton no Yoroi Livello 3:
    - Riflessi aumentati del 75% (il tempo di risposta a stimoli uditivi, olfattivi, visivi e tattili sarà diminuito di 3/4).
    - Forza e Velocità aumentate del doppio.
    - Danni provenienti da Taijutsu diminuiti di un grado (es: medi = lievi).
    - Danni provenienti da Ninjutsu, cartebomba e armi diminuiti di mezzo grado (es: medi = medio/lievi), fatta eccezione per i Ninjutsu Fuuton.
    - Impossibilità di utilizzare Genjutsu o Ninjutsu di alcun tipo mentre la Raiton no Yoroi è attiva.
    Consumo: 25 a turno

    Sensi Sviluppati - Udito (Livello II)
    Grazie a un particolare allenamento, il ninja avrà un udito più sviluppato del normale. In questo livello, l'udito sarà aumentato di circa il 75%: entro un'area di 20 metri si potranno sentire distintamente i passi di un avversario (che questi stia camminando o correndo), ed entro 6 metri rumori normalmente impercettibili come fruscii o sospiri.

    Erubō (Gomitata)
    Tipo: Taijutsu
    Descrizione: Si tratta di un colpo potente, in cui il ninja cerca di imprimere maggiore forza possibile. Consiste in un semplice colpo di gomito. Solitamente, il braccio inutilizzato viene sfruttato per sorreggere il braccio che colpisce, garantendo di mantenere una posizione salda e rigida all'impatto. Provoca danni lievi se colpisce. Quando la Raiton no Yoroi è attiva, il danno sale esponenzialmente. Quando la Raiton no Yoroi è attiva, il danno sale di mezzo grado per ogni Livello dell'Armatura posseduto (Livello 1: danni medio/lievi; Livello 2: danni medi; ecc).
    Livello: C Costo: 10


    Edited by Ranuccio - 11/3/2012, 22:40
     
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