Classe V B

per Dakan Uchiha

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    kage

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    Posta tu per primo, ti arriverà una lettera due giorni prima dell'inizio, ti preparerai e per le nove di mattina dovrai essere in classe. Il sensei non sarà ancora in aula.

    Cerca di essere il più descrittivo possibile, narra possibilmente in terza persona singolare e distingui con i colori tra 'parlato' 'pensato' 'narrato', descrivi l'arrivo della lettera e cosa fai prima di andare in accademia il giorno stesso.
    Buona fortuna. Cerca di postare più regolarmente possibile. Se non avete tempo scrivilo qui o manda un MP a me.
    Minimo primo post: 12 righe, Massimo: NULLO
    Ricordatevi che la promozione si baserà sulla bravura con cui posterai.

    -NO abbreviazioni;
    -NO post di poche righe

     
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  2. Dakan
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    Parlato Okuzame (amico di Dakan)
    Parlato Tsukyci ( amica di Dakan)

    L'iscrizione all'accademia ninja di Konoha, era per Dakan non solo un modo per crescere interiormente, ma anche un'esplicito gesto di maturità. Amava giocare con i propri amici, vedere spettacoli reati da artisti da strada. Ma in cuor suo, sapeva anche bene quale fosse il suo grande sogno. Avere anche l'appoggio dei genitori, in quanto parte del clan Uchiha, lo rendeva ancor più motivato.
    Era steso in giardino, la giornata permetteva di riposare. Sole alto e assenza di vento, aspettava l'ora giusta per andare a chiamare i suoi amici, quando la campanella attaccata alla cassetta delle lettere suonò.

    Qualcuno deve aver messo della posta.

    In casa non vi era nessuno. I genitori di Dakan partivano presto per il lavoro, quindi era compito suo svolgere quei piccoli servizi casalinghi.
    Si alzò, incamminandosi verso la porta dove risiedeva la posta. Fuori le mura della casa, voci di passanti risuonavano come cori, mentre il suo passare creava dei lievi rumori dovuti alle foglie secche che si trovavano in terra.
    Aprì la cassetta delle lettere e trovò una busta bianca, con un simbolo rosso cera di lato.


    Questo è il simbolo dell'accademia!!!

    Curiosità, stupore,paura e emozione attraversavano il suo animo. In quella lettere Dakan avrebbe scoperto se poteva far parte dell'accademia o meno. Non aprii subito la lettera. Chiuse gli occhi rivolgendo lo sguardo verso il cielo.

    Speriamo sia un si!!!

    Aprìì lentamente la busta. Al suo interno vi era un foglio di carta piegato a metà. Il colore della carta era bianco crema con scritte nere. ominciò a leggere la lettera.

    CITAZIONE
    L'accademia di Konoha è felice di chiamarla. A partire dal giorno in cui lei riceverà questa lettera, avrà due giorni di tempo per prepararsi . A fine di tali giorni, dovrà presentarsi all'accademia alle ore 9.00 del mattino.

    Poche e misere parole, che però portarono nel cuore di Dakan tantissima felicità. Corse dentro casa, posando la lettera sul tavolo. Chiuse le finestre che erano aperte e uscì di corsa ad avvisare i suoi amici.
    Essi si trovavano al solito parco dove era solito ritrovarsi. Dakan arrivò con un gran sorriso stampato sul volto.


    Ecco l'Uchiha mio preferito. Era ora che arrivassi, dobbiamo fare la guerra contro i ragazzi del clan Hyuga, possibile che devi arrivare sempre in ritardo?

    Dakan si fermò a 4 metri dal suo amico, poggiando le mani sui fianchi per riprendere fiato.

    Oggi non posso fare la guerra mi spiace, mi è appena arrivata la lettere dell'accademia. Mi hanno preso e fra due giorni devo presentarmi lì.

    Non furono sorrisi o abbracci quelli che ricevette Dakan. Non quello che si immaginava purtroppo.

    A bene, vorrà dire che le cose importanti come sempre interferiranno nuovamente sulla guerra al dominio di Konoha.

    Fece una pausa prima di riprendere.

    Dakan siamo a un passo dal controllo del villaggio per la miseria, sai bene quanto me quanta fatica è servita per poter controllare tutti i parchi gioco del villaggio. E tu all'atto finale che mi vieni a dire? Accademia? Sinceramente ho cose più importanti ora. Vai ora divertiti con i tuoi nuovi amici!!

    Dakan non disse nulla. Aspettava un'acclamazione calorosa, come di chi dopo anni di battaglie, finalmente rientra in patria, ricoperto di allori. Ma l'unica cosa che riuscì a captare era paura. Paura che una volta entrato in accademia non avesse più tempo per stare con i propri amici.

    Okuzame sai benissimo che non sono il tipo di persona che si scorda degli amici, l'accademia dura mezza giornata, ma nel pomeriggio potremmo batterci on gli Hyuga e conquistare tutti i parchi gioco. Come abbiamo fatto fin'ora del resto.

    Okuzame non prese bene le parole di Dakan. Si scaraventò contro di lui, afferrandogli la maglietta e alzandolo da terra. Urlandogli in faccia.

    Razza di piccolo Uchiha, tu non sai quante persone hanno detto la stessa cosa. L'accademia vi rende prigionieri, la mattina state lì e il pomeriggio, invece, vi esercitate in casa nei nuovi jutsu. Poi guardati, appartieni a un clan dove chi ti allena si aspetta più del normale. Ormai sei fuori addio!!

    Lasciò cadere Dakan a terra. Non pensava a quella reazione. Vide i suoi amici allontanarsi, tutti tranne una bambina della stessa età di Dakan. Tsukyci.

    Non dargli retta, die così perchè ti vuole bene e non vuole perderti. Per lui sei un fratello quindi è solamente geloso dei tuoi nuovi amici.

    Alzandosi Dakan diede delle leggere botte con le mani ai pantaloni per pulirli.

    Lo sò, è solo che vorrei he anche voi siate contenti di questo. Molte volte abbiamo parlato dell'accademia. Per me è un sogno e speravo che anche lui fosse felice per me. Comunque ora vado a casa. Salutami tutti e mi raccomando, conquistate anche quel parco.

    Si diresse a casa, dove cominciò a preparare tutto il materiale accademico che poteva essergli utile. Qualche libro, matite e pergamene di basso costo, per poter prendere appunti.


    Il giorno tanto atteso

    I giorni d'attesa per andare all'accademia passarono veloci. Durante il giorno Dakan si preparò fisicamente, correndo per il villaggio a mattina presto, allenandosi a casa facendo flessioni e esercizi nel Taijutsu base.
    La mattina prestabilita Dakan si alzò alle 7. La madre aveva preparato la classica colazione ricca di latte e frutta dolce. Si lavò e vestito con i suoi abiti preferiti, si diresse all'accademia.
    La giornata era soleggiata, con una leggera brezza proveniente da ovest. L'accademia che si trovava ai piedi della grande montagna rappresentante gli Hokage del passato, aveva il suo colore verde con delle finestre in legno. L'entrata era preceduta da alcuni gradini di marmo bianco. Decine di ragazzi e ragazze erano seduti su di essi, intenti a ripassare le forme per i jutsu. Tra loro Dakan riconobbe un ragazzo. Era senza cartella e l'espressione nel suo viso, era di quello che stava lì per fare altro. Era Okuzame. Appena i loro sguardi si incrociarono, Dakan si fermò immobile. Okuzama invece si diresse verso di lui, abbracciandolo e sussurrandogli all'orecchio...


    Il parco è conquistato. Ora tu cerca di conquistare questo posto. Fatti valere per quello che sei amico mio.

    Era la prima volta che Okuzama si rivolgeva a lui con la parola ''amico mio''. Era solito usare abbreviazioni del tipo..strano Uchiha...Uchiha incapace...Uchiha senza occhi. Abbreviazioni senza cattiveria, Dakan lo sapeva bene. Forse era quello il suo modo per esprimere la sua amicizia. Forse era quello il modo giusto per non far dimenticare mai a Dakan il suo amico. Cosa riuscita fondamentalmente. Ogni qualvolta Dakan sentiva la parola Uchiha, l'immagine di Okuzama appariva nei pensieri di Dakan.

    Grazie mille, mi fà molto piacere che tu sia venuto qui oggi. Farò del mio meglio e oggi pomeriggio verrò a festeggiare con voi al parco.

    Un'ultimo saluto e i due si divisero. Dakan ora era cario al punto giusto, salì le scale senza badare a nessuno. Seguì le indicazioni all'interno del grande edificio, cui pavimento interno era in legno, ed entrò nell'aula assegnata.
    Era vuota. Dakan con timore di aver sbagliato stanza, controllò nuovamente che fosse la stanza giusta. Decise quindi di sedersi al primo banco. Erano tutti liberi, forse era in anticipo, forse il suo futuro sensei era in ritardo. L'unica cosa che sapeva, era dare il massimo.
     
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    kage

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    Parlato da altri

    Light Nara stava camminando tranquillamente lungo i corridoi bianchi dell'Accademia, nonostante fosse in vistoso ritardo. Nonostante ritenesse il mestiere di insegnante una vera e propria perdita di tempo, questi erano i comandi dell'Hokage, e non era permesso disobbedire. Erano ormai quasi 3 anni che insegnava li. In seguito alla sua esperienza maturata sul campo, veniva chiamato come Sensei, e avrebbe dovuto addestrare stupidi marmocchi da quel momento in avanti, sotto un non troppo lauto stipendio mensile. Tuttavia, nessuno gli impediva di arrivare in vistoso ritardo.
    Come al solito, era vestito con un paio di pantaloni neri, una maglia dello stesso colore e il giacchetto distintivo dei Chunin. Il coprifronte, legato al braccio. Si domandava che tipo fosse il nuovo studente. Non che gli interessasse più di tanto, visto che i ragazzi che istruiva ormai sembravano tutti uno uguale all'altro. Sperava, se non altro, che fosse un tipo sveglio, in grado di recepire in fretta le lezioni sul controllo del chakra, sull'uso delle armi e sui fondamenti ninja e di resistere ai duri allenamenti. Si passò una mano fra gli scompigliati capelli color avorio togliendoseli dal viso. Era arrivato alla sua nuova classe. La V B. Aprì la porta e si sedette alla cattedra, lanciando una occhiata di sfuggita alla nuovo allievo. Scrisse qualcosa sul registro, poi lo chiuse e ripose la penna sul tavolo. Alzò gli occhi ghiaccio ed inquietanti ormai famosi per la loro durezza e guardò il ragazzo, questa volta piuttosto attentamente. Il suo volto dai lineamente fini e puliti assunse per qualche secondo un'aria concentrata, poi tornò annoiato. Dopo quasi un minuto di ininterrotto silenzio si presentò:
    - Piacere, sono Light Nara, Jonin del Villaggio della Foglia. Per qualche tempo sarò il tuo Sensei. Allora, presentati a tua volta e dimmi per quale motivo vuoi diventare ninja.

     
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  4. Dakan
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    Parlato Light Nara

    Dakan era preso ad osservare la classe. Una stanza quadrata, cui a nord era riposta la cattedra del sensei, mentre avanti alla cattedra vi era 4 file di banchi, che arrivavano fino all'altra parte del muro. 20 banchi in tutto.
    Nel lato dove vi era la porta d'entrata, Dakan notò dei quadri raffiguranti alcuni spezzoni dei parchi di Konoha. Li conosceva bene, aveva passato molto tempo a giocare con i suoi amici lì.


    Chissà cosa staranno facendo ora, quale battaglia avranno inventato per poter passare il tempo.

    Un sorriso si scavò sul suo giovane volto. Osservò anche l'altro lato della stanza, dove vi erano 3 grandi finestre, utile per far passare un pò di luce. La finestra centrale era leggermente aperta, così da far passare un pò d'aria.
    Il pavimento, dove allegramente stava battendo il piede destro, a ritmo di una canzone che amava ascoltare, era in mattonelle lisce gialle.
    Continuava a scrutare, finchè non sentì l'entrare di una figura. Subito Dakan si ricompose, osservando con curiosità la persona entrata.
    Aveva dei pantaloni neri, con una maglia scura. Il giacchetto tipico di chi aveva superato l'esame chunin. Al braccio (destro?), aveva legato il coprifronte, simbolo dell'appartenenza al mondo shinobi. Aveva degli occhi chiari e dei capelli color avorio. Dakan paragonò quei capelli a un color bianco panna. Osservava la sua camminata e riuscì anche a intravedere un piccolo sguardo di curiosità da parte della persona.


    Dalla divisa che indossa, sicuramente deve essere lui il sensei. Chissà che tipo è...

    L'uomo si accomodò alla cattedra, scrivendo delle cose sul registro per poi richiuderlo. Posò la penna e cominciò a fissare Dakan. Quest'ultimo ebbe da prima un'aria concentrata, per poi tornare alla tranquillità di prima. Un silenzio che durò un minuto, ma per Dakan sembravano ore. Fù il sinsei a interrompere quel silenzio.

    Piacere, sono Light Nara, Jonin del Villaggio della Foglia. Per qualche tempo sarò il tuo Sensei. Allora, presentati a tua volta e dimmi per quale motivo vuoi diventare ninja.

    Si aspettava questa domanda Dakan. Prima dell'iscrizione, aveva avuto l'opportunità di parlare con altri ragazzi più grandi, nella maggior parte dei casi, nei preliminari, la domanda sulla motivazione che può portare un ragazzo a scegliere una vita di duro lavoro e sacrificio, era fin troppo logica. Prese fiato e concentrato rispose on tranquillità. Tranquillità che nascondeva però un forte imbarazzo.

    Il mio nome è Dakan Uchiha. Ho 13 anni e fin da bambino coltivo la passione per essere ninja. Posso dirle che mi piace, ma sono anche consapevole che non avendo mai fatto qualcosa di più pericoloso di recuperare un gatto sopra un ramo, probabilmente il mio mi piace essere ninja è solamente una raffigurazione di quello che posso aver sentito o visto. Credo che una delle ragioni sia mettermi alla prova, oppure arrivare a un buon livello per poter difendere ciò che amo o vivo. Viaggiare forse, ma sono ben consapevole che non è un'agenzia di viaggio questa.

    Esponeva i suoi pensieri, Dakan amava farlo con le persone cui ci si trovava bene. Quella persona, sconosciuta, riusciva a dargli fiducia.

    Spero di non averla delusa, ma se posso, vorrei chiedere la stessa cosa a lei. Cosa ha spinto lei da ragazzo a iscriversi. Nel corso del tempo poi, cosa le ha fatto capire che questa era la sua strada?

    Curiosità e voglia di sapere. Dakan rappresentava forse una fascia d'età ancor più giovane di quella che presentava fuori. Era curioso si, ma anche conscio di quello che diceva. Aspettava risposte.
     
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    kage

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    Seguì seppur senza un particolare interesse la descrizione che Dakan, questo era il nome con cui lo studente si era presentato, dava di se. Ne tracciò un profilo psicologico rispondendo poi, in un secondo momento, alla domanda postali.
    - "Da generazioni la mia famiglia serve il Paese offrendo le proprie abilità per proteggere i suoi cittadini. Non potevo non entrarvi anch' io in questo mondo in cui mettersi continuamente alla prova e migliorare, diventare sempre più forti entrare nella leggenda."
    Parole pronunciate senza un filo di emozione, come se fosse una cosa comune da dire. Era freddo, non lasciava trapelare le sue emozioni, il suo stato d' animo.

    CITAZIONE
    Non ci sono particolari problemi, ogni tanto qualche errore di battitura e qualcuno di distrazione.
    Il personaggio seppur ancora all' inizio mi sembra discretamente impostato psicologicamente, la descrizione in generale nei post è buona.
    Detto questo ti apro l' esame genin saltando l' ultima parte qui.

     
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4 replies since 20/11/2011, 21:21   72 views
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