Classe III B

per Asuma Hatake

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    kage

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    Posta tu per primo, ti arriverà una lettera due giorni prima dell'inizio, ti preparerai e per le nove di mattina dovrai essere in classe. Il sensei non sarà ancora in aula.

    Cerca di essere il più descrittivo possibile, narra possibilmente in terza persona singolare e distingui con i colori tra 'parlato' 'pensato' 'narrato', descrivi l'arrivo della lettera e cosa fai prima di andare in accademia il giorno stesso.
    Buona fortuna. Cerca di postare più regolarmente possibile. Se non avete tempo scrivilo qui o manda un MP a me.
    Minimo primo post: 12 righe, Massimo: NULLO
    Ricordatevi che la promozione si baserà sulla bravura con cui posterai.

    -NO abbreviazioni;
    -NO post di poche righe

     
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  2. Shikamaru94
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    Quella mattina le gote color porpora dell'aurora si allontanavano per fare spazio a nuvoloni neri e densi di pioggia: dopotutto si trattava del Villaggio della Pioggia.
    In un'abitazione, situata in periferia, un ragazzo di nome Asuma Hatake, il quale si trovava nel bel mezzo di un sonno prolungato, era inconsapevole di ciò che sarebbe avvenuto di lì a poco. Contemporaneamente un piccione viaggiatore si dirigeva proprio verso l'abitazione del giovane di Ame, tra le zampe stringeva una lettera. Non appena il piccione giunse in prossimità dell'abitazione in questione, si posò dinanzi ad una finestra ed iniziò a beccare il freddo vetro energicamente. Esso provocava un rumore impossibile da ignorare all'interno della casa; avrebbe svegliato il ragazzo. Ed avvenne proprio ciò, Asuma si buttò giù dal letto a causa del insopportabile rumore, dunque con gli occhi semi-chiusi si recò verso la finestra. Alla vista del piccione, il ragazzo spalancò i suoi occhi color nocciola e non appena vide la lettera tra le minuscole zampe del volatile fece un sorriso, e pronunciò le seguenti parole:

    Finalmente, è giunto il momento di diventare uno shinobi.

    Detto ciò, il ragazzo strappò dalle zampe dell'animale la busta contenente la lettera tanto ambita ed iniziò a leggerla, ignorando il volatile che era in procinto di riprendere il volo.
    Il ragazzo trascorse l'intera giornata a leggere e rileggere la lettera in questione senza stancarsi mai, anzi cercando con minuziosa attenzione qualche punto che aveva saltato.
    In realtà la lettera era stata spedita dall'accademia di Ame, la quale invitava il giovane Asuma a prendere parte alle lezioni alla stessa accademia tra due giorni.
    L'indomani il ragazzo si svegliò di buon ora per preparare l'occorrente per la sua prima giornata d'accademia, ma quando capì che dovette attendere ancora molto iniziò a fantasticare sulle sembianze del suo futuro sensei o sulle prove che avrebbe dovuto affrontare, e così si fece strada un altro pensiero:

    E se non dovessi farcela o non dovessi dimostrarmi all'altezza...

    Il ragazzo con gli occhi lucidi afferrò con delicatezza una cornice, che poggiava su un mobile, e la osservò a lungo; essa raffigurava un uomo sulla trentina d'anni ed una donna molto più giovane: erano i suoi genitori. Il ragazzo sapeva quanto aveva e avrebbe dovuto sopportare, purtroppo non vi era nessuno affianco a lui, disposto ad aiutarlo ed a confortarlo nel momento del bisogno. Il ragazzo amareggiato dunque andò a letto presto in modo tale che il giorno seguente risultasse il più riposato possibile.
    L'indomani il ragazzo si svegliò presto, si preparò in un baleno e si precipitò giù per la strada. Nonostante fossero le nove di mattina, il cielo era scuro tuttavia questa non era una novità. Asuma iniziò a percorrere il sentiero che portava direttamente all'accademia, attorno a lui non vi era nulla, a parte le aride e povere abitazioni di Ame. Mentre la pioggia iniziava a battere sul suolo e sul volto di Asuma, egli pensava ancora alle insicurezze del giorno precedente:

    Non posso essere debole, devo farcela per l'onore dei miei genitori.

    Ma il sentiero non era infinito, infatti Asuma giunse alle porte dell'accademia e l'ansia si faceva sempre più pressante, come l'umidità che lo attorniava in quel momento. Così afferro con coraggio la maniglia della porta biancastra ed entrò, subito dopo con molta accuratezza cercò la classe che gli era stata riferita nella lettera recapitata due giorni fa. Dopo circa tre minuti la classe venne trovata dal giovane di Ame.
    Ora c'era lui e quella porta semplice, ma in realtà così importante:

    Se la apro, la mia vita muterà drasticamente e il mondo dei ninja mi prenderà con sè, in particolare affronterò numerose missioni, prove, scontri. Ma se non la aprirò vivrò con la consapevolezza di non averci mai provato e con la ferita della codardia.

    Il ragazzo si trovò dinanzi ad una scelta difficile; il momento era carico di importanza ed avrebbe determinato la suo destino per sempre.
    Il desiderio di Asuma sin da piccolo era quello di divenire un grande e glorioso shinobi, ed ora era ad un passo da quel sogno. Quindi con enorme coraggio, che il ragazzo aveva trovato dentro di sè, aprì quella porta ma all'interno della classe non vi era nessuno. Così rimase ad aspettare, ansioso di conoscere il suo nuovo sensei.
     
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    kage

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    Light Nara stava camminando tranquillamente lungo i corridoi bianchi dell'Accademia, nonostante fosse in vistoso ritardo. Nonostante ritenesse il mestiere di insegnante una vera e propria perdita di tempo, questi erano i comandi dell'Hokage, e non era permesso disobbedire. Erano ormai quasi 3 anni che insegnava li. In seguito alla sua esperienza maturata sul campo, veniva chiamato come Sensei, e avrebbe dovuto addestrare stupidi marmocchi da quel momento in avanti, sotto un non troppo lauto stipendio mensile. Tuttavia, nessuno gli impediva di arrivare in vistoso ritardo.
    Come al solito, era vestito con un paio di pantaloni neri, una maglia dello stesso colore e il giacchetto distintivo dei Jonin. Il coprifronte, legato al braccio. Si domandava che tipo fosse il nuovo studente. Non che gli interessasse più di tanto, visto che i ragazzi che istruiva ormai sembravano tutti uno uguale all'altro. Sperava, se non altro, che fosse un tipo sveglio, in grado di recepire in fretta le lezioni sul controllo del chakra, sull'uso delle armi e sui fondamenti ninja e di resistere ai duri allenamenti. Si passò una mano fra gli scompigliati capelli color avorio togliendoseli dal viso. Era arrivato alla sua nuova classe. La V B. Aprì la porta e si sedette alla cattedra, lanciando una occhiata di sfuggita alla nuovo allievo. Scrisse qualcosa sul registro, poi lo chiuse e ripose la penna sul tavolo. Alzò gli occhi ghiaccio ed inquietanti ormai famosi per la loro durezza e guardò il ragazzo, questa volta piuttosto attentamente. Il suo volto dai lineamente fini e puliti assunse per qualche secondo un'aria concentrata, poi tornò annoiato. Dopo quasi un minuto di ininterrotto silenzio si presentò:
    - Piacere, sono Light Nara, Jonin del Villaggio della Foglia. Per qualche tempo sarò il tuo Sensei. Allora, presentati a tua volta e dimmi per quale motivo vuoi diventare ninja.
     
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  4. Shikamaru94
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    Asuma osservò uno shinobi entrare nell'aula: era sicuramente un jonin, lo si riconosceva dalla giubba che indossava. Era incredibile, si muoveva con così tanta disinvoltura ed in quel frangente lo aveva fulminato con gli occhi. Aveva i capelli color avorio, ma con la poca luce sembrava avesse dell'argento al posto dei capelli. Il suo nuovo sensei doveva essere sicuramente un ninja promettente, infatti era molto giovane per rivestire già il ruolo di jonin del Villaggio della Pioggia. Non appena entrò, si sedette sulla sedia con la cattedra difronte ed iniziò a scrivere sul registro con la penna che pochi secondi prima si trovava accanto al registro, poi la ripose. Dunque posò lo sguardo proprio sull'allievo, il quale lo osservava con immenso rispetto e pronunciò le seguenti parole:

    Piacere, sono Light Nara, Jonin del Villaggio della Foglia. Per qualche tempo sarò il tuo Sensei. Allora, presentati a tua volta e dimmi per quale motivo vuoi diventare ninja.

    Asuma si sentì chiamato in causa, ora era il suo momento:

    Buongiorno Light sensei, mi chiamo Asuma Hatake e sono un giovane del Villaggio della Pioggia. Ho 16 anni e oggi è il mio primo giorno d'accademia. Il motivo per il quale io voglio divenire uno shinobi è...

    Il ragazzo aveva chinato il capo e stringeva con forza i pugni:

    Su dai parla! sto facendo la figura del debole.

    Aveva gli occhi lucidi, non aveva mai avuto il coraggio di parlare dei suoi sogni con qualcuno, dopotuttto la sua esistenza era stata dettata dall'immenso dolore della solitudine. Ma il suo sensei lo stava ancora ascoltando e per questo con gli occhi lucidi disse:

    Sono stanco di vivere nella solitudine e nel dolore, voglio dare un valore alla mia esistenza e soprattutto voglio onorare i miei genitori, anche loro erano degli shinobi.

    Asuma si sentì per la prima volta più libero, aveva dato il suo parere. Ora attendeva la risposta del suo nuovo sensei.
     
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    kage

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    Seguì seppur senza un particolare interesse la motivazione che lo aveva spinto ad intraprendere quella tortuosa strada. Quindi, ne tracciò un profilo psicologico.
    Il sensei riflettè un attimo su come portare avanti la lezione, gettando a sua volta lo sguardo sul muro bianco. Poteva porle una domanda sul chakra o sui Villaggi Ninja, ma in fondo queste erano nozioni che l'allievo non era tenuta a conoscere. Certi studenti imparavano a memoria pile di libri sull'argomento solo per vomitargli addosso infinite e noiose spiegazioni; si trattava degli stessi che, durante le esercitazioni pratiche, fallivano clamorosamente. Perciò, decise che Asuma avrebbe sostenuto immediatamente gli allenamenti per il controllo del chakra e, solo in seguito, sarebbero passati alla teoria.
    Light si alzò dalla cattedra e si diresse verso la porta. L'aprì uscì dalla classe, controllando con la coda dell'occhio che l' allievo lo seguisse.
    - Il chakra - iniziò, mentre camminavano lungo il corridoio bianco - è l'energia fondamentale che scorre all'interno del nostro corpo. Essenzialmente, è un mistro fra ra l'energia presente in ogni cellula e l'energia spirituale acquistata con l'esercizio e l'esperienza. Scorre liberamente nel nostro corpo, e la maggior parte degli esseri umani non è in grado di gestirlo. Come ninja, dovrai imparare invece a controllarlo a tuo piacimento, sia per rafforzare i tuoi muscoli, sia per eseguire Tecniche, impastandolo e rilasciandolo.
    Fece una piccola pausa, in modo che la spiegazione si imprimesse nella mente dell'allievo. Probabilmente per lui questo era un concetto nuovo, ma ben presto avrebbe preso confidenza.
    - Questa è solo un accenno delle grandi proprietà del chakra. Sappi, tuttavia, che il chakra è presente in ogni persono in una quantità limitata e ben definita, terminata la quale si trova la morte. Non solo: man mano che la tua riserva di chakra diminuisce, la tua stanchezza fisica aumenta, finchè sarai pressochè impossibilitato a muoverti.
    Il sensei svoltò a destra, passando di fronte a una fila di aule. Quindi, raggiunse una grossa porta a vetri che dava sul cortile. La aprì e fece cenno a ragazzo di entrare.
    - Dopo di te.
    Il cortile era un ampio spiazzo di terra creato appositamente per ogni esigenza degli insegnanti. C'era un piccolo lago, nel centro, qualche albero sulla destra, sulla sinistra manichini per l'addestramento nel Taijutsu e infine diversi bersagli dalla parte opposta all'ingresso. Il sensei si diresse verso il laghetto - uno specchio d'acqua dal diametro di sei metri e profondo un metro circa - continuando a parlare.
    - La maggior parte delle cose che ti interessano sapere sul chakra le imparerai con le esercitazioni pratiche. Scordati noiose lezioni e verifiche scritte, perchè mi annoiano troppo. Preferisco farti passare subito a questo.
    Pronunciò l'ultima parola proprio come se fosse stata scritta in corsivo, indicando con l'indice della mano sinistra i suoi piedi. Mentre stava completando le ultime spiegazioni, infatti, con disinvoltura aveva iniziato a camminare sull'acqua. Il peso del suo corpo non l'aveva fatto sprofondare, incredibilmente, ed anzi egli se ne stava nel mezzo della pozza come se si fosse trovato sulla terra ferma.
    - Ora ti potrà sembrare assurdo, ma gli shinobi sanno fare molto peggio. Essenzialmente, devi concentrare il chakra dirigendolo verso i piedi, e qui formare una patina che ti permetta di rendere solida e compatta l'acqua sottostante, permettendoti di non cadervi all'interno. Detto così è un po' difficile, me ne rendo conto... Per facilitarti le cose, cerca di visualizzare dentro di te il flusso del chakra, chiudendo gli occhi. Immagina che il tuo centro si trovi all'altezza dell'ombelico e che tu diriga le energie verso gli arti inferiori. Una volta fatto questo, prova a pensare di concentrarne parte a livello delle tue scarpe, come una seconda suola. Devi riuscire a equilibrare il peso del tuo corpo con la densità dell'acqua sottostante: se metti troppo chakra o ne usi troppo poco ti farai un bel tuffo.
    Aveva cercato di essere il più esaustivo possibile, Aveva addestrato parecchi studenti fino ad ora, e quello era il modo più semplice per riuscire a farle completare l'esercizio. Certo, gli sarebbe rischiesti più tentativi, ma in qualche giorno sarebbe stato spontaneo come camminare. Inoltre, tramite le ripetute prove, la sua riserva di energie sarebbe calata, insegnandole anche l'affaticamento che ciò portava.
    - Avanti, prova - concluse, accennando un sorriso. Aveva un buon presentimento.

    CITAZIONE
    Provaci due volte senza riuscirsi, entrambe cadi nel lago. Il procedimento è quello spiegato sopra, eventuali variazioni sono a tuo piacimento (ma non allontanarti troppo da ciò che Light ha spiegato). A te!



    Edited by AndreaZena93 - 8/12/2011, 18:25
     
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  6. Shikamaru94
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    Asuma era rimasto esterrefatto dalla disinvoltura con la quale il sensei gli aveva spiegato la tecnica da adottare, mentre camminava sull'acqua. Aveva capito di che tipo di sensei si trattasse: non amava molto la teoria, per questo lo aveva fatto partire dalla pratica. In realtà il suo ragionamento non faceva una piega, poichè chiunque sarebbe stato in grado di imparare la parte teorica da un vecchio e polveroso libro, ma i risultati pratici non sarebbero stati dei migliori.
    Il ragazzo rimase attento ad ogni parola del proprio sensei , non voleva perdere nemmeno una parola dei vari consigli che il maestro stava annoverando.
    Dunque fece un primo tentativo; seguì con cura tutto ciò che il sensei gli aveva detto ed infine chiuse gli occhi focalizzando il suo chakra, e pensò:

    Devo immettere il chakra sotto la pianta del mio piede.

    Asuma si concentrò, o meglio concentrò il chakra sotta la pianta dei propri piedi ed una volta avvenuto ciò disse:

    Wow sento un potere incredibile sotto i miei piedi, ora è il momento di provare.

    Lo studente cammino con molta calma verso lo specchio d'acqua, per poi allungare la gamba destra sopra di esso; lo poggiò ed un attimo dopo...si ritrovò inzuppato fino all'altezza del bacino. Quindi lo studente di Ame immaginò:

    Molto probabilmente avrò concentrato troppo chakra al di sotto del mio piede.

    Con molta testardaggine uscì fuori dall'acqua e provò nuovamente, per la seconda volta. Egli infatti ripropose i vari preparativi che aveva effettuato precedentemente ed infine concentrò il chakra sotto i piedi, ma questa volta con molta accuratezza cercò di dosare il proprio chakra. Dopo poco si recò con incredibile sicurezza verso il laghetto, sucuro di poterci riuscire...
    Nulla da fare anche questa volta l'esito fu negativo, in particolare in questo nuovo tentativo era caduto di faccia in acqua. Purtroppo anche il secondo tentativo ebbe un esito identico al primo.
    Ma lo sguardo di Asuma era quello di un guerriero che non si arrende facilmente, e guardando negli occhi il suo maestro disse:

    Penso di aver capito dove sbaglio.
     
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    kage

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    Prosegui pure nell' esercizio, cerca di amalgamare più che puoi i pensieri ed i discorsi con il resto della narrazione. Per il resto non mi sembra ci siano particolari problemi.

     
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  8. Shikamaru94
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    Dunque il problema principale era la concentrazione di chakra, infatti Asuma nel primo tentativo aveva adoperato tanto di quel chakra che era divenuto più denso dell'acqua stessa tanto da farlo affondare, mentre nel secondo tentativo vi era stato il problema opposto ovvero la poca presenza di chakra non ha permesso la formazione di uno strato che lo potesse mantenere. Il giovane studente attraverso questi due errori era riuscito a capire cosa dovesse fare esattamente: ma ora ne era a conoscenza e non poteva tirarsi indietro. Uscì fuori dall'acqua completamente fradicio, chiuse gli occhi e si concentrò:

    Devo adoperare la giusta quantità di chakra, solo quella necessaria per far si che possa camminare sull'acqua.

    Le nuvole erano cariche di pioggia ed i pochi raggi del sole andavano oramai sparendo, lasciando posto ad un'oscurità imminente, il vento soffiava tra le fronde degli alberi ed attorno ad Asuma vi era il completo silenzio. Lo studente disse tra sè:

    Non voglio cadere nuovamente in acqua dinanzi allo sguardo attento del sensei, Gli farò vedere di che pasta è fatto Asuma Hatake.

    Ma oramai le parole lasciavano posto alla più intensa concentrazione, facilitata dalla chiusura degli occhi. Dopo un minuto di concentrazione e focalizzazione del chakra il ragazzo di Ame si sentiva pronto più che mai ad affrontare la prova in questione.
    Asuma si diresse lentamente verso il bordo del lago e dopo due passi, appoggiò il suo piede umido sulla limpida acqua del lago e con stupore...
     
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    Problemi rilevanti non ci sono, puoi migliorare nella descrizione presente nei post sia dal punto di vista psicologico che della narrazione in generale ma ne avrai modo

     
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8 replies since 8/12/2011, 12:11   140 views
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