Classe I A

Per Koyo Aburame

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  1. Ranuccio
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    CITAZIONE
    Posta tu per primo, ti arriverà una lettera due giorni prima dell'inizio, ti preparerai e per le nove di mattina dovrai essere in classe. Il sensei non sarà ancora in aula.

    Cerca di essere il più descrittivo possibile, narra possibilmente in terza persona singolare e distingui con i colori tra 'parlato' 'pensato' 'narrato', descrivi l'arrivo della lettera e cosa fai prima di andare in accademia il giorno stesso.
    Buona fortuna. Cerca di postare più regolarmente possibile. Se non avete tempo scrivilo qui o manda un MP a me.
    Minimo primo post: 12 righe, Massimo: NULLO
    Ricordatevi che la promozione si baserà sulla bravura con cui posterai.

    -NO abbreviazioni;
    -NO post di poche righe
     
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  2. LoLoWizard
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    La giornata era orribile, le nubi coprivano totalmente il sole e di tanto in tanto qualche gocciolone cadeva lento ed inesorabile; il vento ululava tra i palazzi di Konoha e l'umore del giovane Aburame non era diverso da quella giornata, anch'esso cupo e triste.
    La tristezza di Koyo derivava principalmente dalla mancata risposta alla sua richiesta di accesso all'accademia della città; ormai erano passati quindici giorni da quando aveva recapitato personalmente la sua richiesta, sotto forma di lettera, al responsabile delle ammissioni.
    Ancora nessuna risposta però, praticamente tutta la vita del giovane era incentrata sul diventare uno shinobi ma, con l'esclusione dall'accademia la sua vita sarebbe "finita"; ciò che stupiva ancora di più Koyo era che con la sua domanda era correlata una nota di raccomandazione del capo-clan Aburame, elemento di spicco della società della Foglia; la sua ammissione sarebbe stata data per scontata in tutte le accademia del paese.
    Il giovane si sentiva una nullità, uno schifo, non degno di appartenere ad un clan nè ad un villaggio; dalla mattina fino a tardo pomeriggio aveva atteso una risposta fermo nella sala da pranzo della sua casa. Improvvisamente il tempo mutò radicalmente, le nuvole scomparvero lasciando spazio ad un sole rosso in procinto di tramontare, anche il forte vento cessò diventando man mano sempre più leggero.
    Questo cambio repentino nel tempo portò nel giovane Koyo una strana sensazione di serenità e speranza; si alzò quindi dalla sedia sulla quale era stato praticamente tutto il giorno, si avviò verso la porta di casa, non sapeva dove andare ma voleva, a tutti i costi, uscire da quella maledetta casa che l'aveva ridotto uno straccio.
    Appena aprì la porta di casa, si trovò di fronte un uomo intendo proprio a bussare; era alto e snello, di sicuro uno shinobi, Koyo notò subito il coprifronte della foglia; indossava un completo da chunin e occhi strani.
    L'uomo parlò: Eee sì, tu devi essere Koyo Aburame. Il giovane inizialmente non risposte, si sentiva come oppresso da quegli occhi che lo scrutavano da testa a piedi, poi aprì bocca: Sì, sono io. Koyo Aburame del clan Aburame. Cosa desidera? Mia madre non è in casa.
    La bocca dello shinobi si mosse trasformandosi in un piccolo sorriso che, in un certo senso, rassicurò il giovane Aburame, poi continuò lo shinobi:No no, sono qui per te. Devo comunicarti che sei stato accettato all'accademia di Konoha; non che ci fossero dubbi, è solo una formalità questa lettera di conferma. Prima che Koyo potesse aprire bocca per chiedere delucidazioni sul così tardo orario della consegna lo shinobi continuò: Chiedo venia per il tardo orario, purtroppo ci sono stati degli inconvenienti ai quali, ho dovuto, porre rimedio.
    L'Aburame rispose di figurarsi, che non c'era alcun tipo di problema, e mentre nella sua mente malediceva lo shinobi e questi inconvenienti, congedò lo shinobi prendendo la lettera.
    Koyo aprì velocemente la busta e lesse di essere stato accettato, tutta la sua tristezza svanì in un lampo, un senso di insperato orgoglio pervase il giovane ma mantenne il classico auto-controllo degli Aburame e rimase fisicamente impassibile.
    La lettera diceva di presentarsi di li a due giorni alle 9 nove del mattino; i due giorni successivi Koyo li passò vagando senza meta per il villaggio fantasticando nella sua mente sul suo futuro da shinobi.

    Venne quindi il giorno designato, la lezione cominciava alle 9 ma, essendo impaziente ed agitato, il giovane si svegliò presto, troppo presto difatti il sole non era ancora sorto.
    L'impazienza era tutto ciò che il giovane riusciva a sentire, non vedeva l'ora di cominciare la sua nuova vita; attese nel letto fino al sorgere del sole, a quel punto si alzò e si diresse in cucina; dopo una frugale colazione uscì diretto all'accademia, era talmente agitato ed impaziente che non salutò la madre ne preso il suo pranzo.
    La giornata era splendida, esattamente come l'umore del giovane, il sole si alzava piano piano dalla linea dell'orizzonte mentre Koyo percorreva di tutta fretta le strade del villaggio; era talmente eccitato che non si accorse neanche di tutte le persone che gli rivolsero la parola salutandolo. La distanza tra la casa di Koyo e l'accademia non era molta ma, a quell'ora del mattino, le strade erano piene zeppe di persona che rallentarono sensibilmente l'andatura del giovane; fortunatamente era partito presto.
    L'accademia era una media struttura costruita vicino al palazzo dell'Hokage, strutturata su un unico piano, quando ci arrivò Koyo nell'area immediatamente adiacente all'accademia era pieno zeppo di giovani e di qualche genitore che dimostrava vistosamente l'orgoglio nei confronti dei propri figlio; vedendo quella scena la felicità del giovane Aburame scese a zero per qualche secondo, si immaginò di essere lì con il padre che lo incitava e incoraggiava.
    Ripresosi dalla visione, la felicità tornò nell'animo di Koyo che decise di entrare immediatamente nell'accademia abbandonando la dolce brezza mattutina per entrare in un luogo con un forte odore di stantio e vecchio, non era infatti una della ultime costruzioni del villaggio anzi, era una delle più vecchie; e si poteva notare dall'intonaco cadente e dagli infissi, non proprio messi bene.
    A Koyo non importava nulla, solo trovare la sua classe, secondo la lettera la I A, ed iniziare le lezioni con il sensei; dopo vario vagare tra i diversi corridoi della scuola trovò finalmente la sua classe e ci entrò di scatto senza neanche soffermarsi un pochino all'ingresso.
    Era una strana aula, piccola ed illuminata scarsamente dalla luce che filtrava da due piccole finestre posizionate sul lato ovest(il lato ove ora non batteva il sole); era l'unico presente, nè altri compagni nè un sensei. Inizialmente fu tentanto dall'uscire e cercare qualcuno che potesse dargli informazioni ma, alla fine, decise di sedersi al primo banco ed immergersi nei proprio pensieri.
     
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  3. Ranuccio
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    Iniziamo bene :smoke:

    Takeru Uchiha stava camminando tranquillamente lungo i corridoi bianchi dell'Accademia, nonostante fosse in vistoso ritardo. Nonostante ritenesse il mestiere di insegnante una vera e propria perdita di tempo, questi erano i comandi dell'Hokage, e non era permesso disobbedire. Qualche mese prima gli era stata inviata una lettera privata, a casa; l'aveva aperta nella speranza che si trattasse di una missione, tuttavia era rimasto deluso. In seguito alla sua esperienza sul campo, veniva chiamato come Sensei, e avrebbe dovuto addestrare stupidi marmocchi da quel momento in avanti, sotto un non troppo lauto stipendio mensile. Tuttavia, nessuno gli impediva di arrivare in vistoso ritardo.
    Come al solito, era vestito con un paio di pantaloni neri, una maglia dello stesso colore e il giacchetto distintivo dei Chunin. Il coprifronte, legato al braccio. Si domandava che tipo fosse il nuovo studente. Non che gli interessasse più di tanto, visto che i ragazzi che istruiva ormai sembravano tutti uno uguale all'altro. Sperava, se non altro, che fosse un tipo sveglio, in grado di recepire in fretta le lezioni sul controllo del chakra, sull'uso delle armi e sui fondamenti ninja e di resistere ai duri allenamenti. Si passò una mano fra i cappelli neri mossi, e li tirò all'indietro. Era arrivato alla sua nuova classe. La I A. Resistette alla tentazione di uscire in cortile a fumare, e anzichè portare la mano al taschino dove teneva le Green Konoha - sua marca prediletta di sigarette - la mise sulla maniglia. Aprì la porta e si sedette alla cattedra, lanciando una occhiata di sfuggita alla nuovo allievo. Scrisse qualcosa sul registro, poi lo chiuse e ripose la penna sul tavolo. Alzò gli occhi scuri e profondi e guardò il ragazzo, questa volta piuttosto attentamente. Il suo volto dai lineamente fini e puliti assunse per qualche secondo un'aria concentrata, poi tornò annoiato. Dopo quasi un minuto di ininterrotto silenzio, disse:
    - Piacere, sono Takeru Uchiha, Chunin del Villaggio della Foglia. Per qualche tempo sarò il tuo Sensei. Allora, presentati a tua volta e ditemi per quale motivo vuoi diventare ninja.
     
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  4. LoLoWizard
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    Non andava bene?


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    Seduto al banco e perso nei meandri della sua mente, Koyo non riuscì a quantificare il tempo che passò da solo in quell'aula cupa.
    Venne destato dal rumore della porta, si stava inesorabilmente aprendo con un cigolio fastidioso. Il giovane vide nell'ombra una figura alta.
    Senza pensarci, si alzò di scatto mentre l'uomo entrava lentamente e si dirigeva verso la cattedra; Koyo rimase in piedi in segno di rispetto. Notò subitò, grazie al coprifronte posizionato sul braccio ed il classico giubbetto degli shinobi di Konoha, che doveva essere o un chunin oppure un jonin.
    Lo shinobi incuteva non poca inquietudine nell'animo dell'Aburame, si sentiva completamente schiacciato ed eliminato dalla sua presenza. L'uomo dai capelli corvini si sedette quindi alla cattedra, dando poco conto al giovane seduto al primo banco, impugnò una penna e scrisse frugalmente sul un quaderno che Koyo, riconobbe successivamente come il registro di classe.
    Ripose penna e registro ed, alzando lo sguardo, fissò per quasi un minuto il giovane allievo, quegli occhi tanto profondi e scuri misero molto a disagio Koyo che si sentì sprofondare in un abisso senza fine; questa brutta sensazione si attenuò, ma non scomparve del tutto, quando l'uomo seduto alla cattedra parlò: Piacere, sono Takeru Uchiha, Chunin del Villaggio della Foglia. Per qualche tempo sarò il tuo Sensei. Allora, presentati a tua volta e ditemi per quale motivo vuoi diventare ninja.
    Disse con tono pacato ed un po' di sufficienza, come se fosse totalmente annoiato e preso dalla voglia di andarsene velocemente da quel posto. La mente di Koyo cominciò a vagare: Un Uchiha, ecco perchè tutta questa inquietudine e poi quegli occhi. Conosco storie sugli occhi Uchiha da far prendere paura ad un esperto shinobi. Non devo più guardarli.
    Il giovane Aburame prese qualche secondo per pensare ad una risposta con almeno un barlume di ragionevolezza poi, stando sempre in piedi fissando il suo interlocutore all'altezza del naso(per evitare gli occhi), rispose con tono basso e quasi impaurito:
    Buongiorno sensei, mi chiamo Koyo Aburame del clan Aburame di Konoha. Sono onorato di essere qua e di avere un membro di un clan così prestigioso come maestro. Fece una breve pausa per osservare le espressioni dell'uomo davanti a lui poi continuò: Ci sono svariati motivi per il quale voglio intraprendere la via del ninja. Primo per onorare il mio clan, come ben sa un sacco di Aburame sono ninja famosi ed importanti. Si può dire che è il mio destino. E secondo devo... Fece una pausa di qualche secondo per raccogliere le forze. Ripristinare l'onore di mia madre, sa mio padre ha disertato diventando mukenin e ciò ha portato mia madre nella disgrazia. Tutt'ora non è ben vista all'interno del clan.
    Koyo era molto sconvolto, non era mai riuscito a dire a nessuno della storia di suo padre, che forse erano stati gli occhi Uchiha a farlo parlare? Fatto sta che si sentiva molto più libero e sincero.
     
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  5. Ranuccio
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    No ero serio, stai facendo dei post molto buoni :già: Finiamo in fretta mi sa :smoke:

    Takeru fissò incuriosito l'allievo, quandi sorrise. La sua risposta era stata piuttosto strana, ma ciò che l'aveva colpito era stato il modo in cui il ragazzo aveva fatto di tutto per evitare il suo sguardo. Pareva che stesse nascondendo molto più di quanto non avesse voluto dire. Tuttavia, poichè non erano affari suoi, lasciò cadere la cosa e decise di non indagare oltre. In fondo, gli importava solo che Koyo avesse abbastanza determinazione per portare a termine di duri addestramenti senza troppe lamentele. Il sensei riflettè un attimo su come portare avanti la lezione, gettando a sua volta lo sguardo sul muro bianco. Poteva porle una domanda sul chakra o sui Villaggi Ninja, ma in fondo queste erano nozioni che l'allievo non era tenuta a conoscere. Certi studenti imparavano a memoria pile di libri sull'argomento solo per vomitargli addosso infinite e noiose spiegazioni; si trattava degli stessi che, durante le esercitazioni pratiche, fallivano clamorosamente. Perciò, decise che Koyo avrebbe sostenuto immediatamente gli allenamenti per il controllo del chakra e, solo in seguito, sarebbero passati alla teoria.
    Takeru si alzò dalla cattedra e si diresse verso la porta. L'aprì uscì dalla classe, controllando con la coda dell'occhio che l'Aburame lo seguisse.
    - Il chakra - iniziò, mentre camminavano lungo il corridoio bianco - è l'energia fondamentale che scorre all'interno del nostro corpo. Essenzialmente, è un misto fra l'energia presente in ogni cellula e l'energia spirituale acquistata con l'esercizio e l'esperienza. Scorre liberamente nel nostro corpo, e la maggior parte degli esseri umani non è in grado di gestirlo. Come ninja, dovrai imparare invece a controllarlo a tuo piacimento, sia per rafforzare i tuoi muscoli, sia per eseguire Tecniche, impastandolo e rilasciandolo.
    Fece una piccola pausa, in modo che la spiegazione si imprimesse nella mente dell'allievo. Probabilmente per lui questo era un concetto nuovo, ma ben presto avrebbe preso confidenza.
    - Questa è solo un accenno delle grandi proprietà del chakra. Sappi, tuttavia, che il chakra è presente in ogni persono in una quantità limitata e ben definita, terminata la quale si trova la morte. Non solo: man mano che la tua riserva di chakra diminuisce, la tua stanchezza fisica aumenta, finchè sarai pressochè impossibilitato a muoverti.
    Il sensei svoltò a destra, passando di fronte a una fila di aule. Quindi, raggiunse una grossa porta a vetri che dava sul cortile. La aprì e fece cennò al ragazzo di entrare.
    - Dopo di te.
    Il cortile era un ampio spiazzo di terra creato appositamente per ogni esigenza degli insegnanti. C'era un piccolo lago, nel centro, qualche albero sulla destra, sulla sinistra manichini per l'addestramento nel Taijutsu e infine diversi bersagli dalla parte opposta all'ingresso. Takeru si diresse verso il laghetto - uno specchio d'acqua dal diametro di sei metri e profondo un metro circa - continuando a parlare.
    - La maggior parte delle cose che ti interessano sapere sul chakra le imparerai con le esercitazioni pratiche. Scordati noiose lezioni e verifiche scritte, perchè mi annoiano troppo. Preferisco farti passare subito a questo.
    Pronunciò l'ultima parola proprio come se fosse stata scritta in corsivo, indicando con l'indice della mano sinistra i suoi piedi. Mentre stava completando le ultime spiegazioni, infatti, con disinvoltura aveva iniziato a camminare sull'acqua. Il peso del suo corpo non l'aveva fatto sprofondare, incredibilmente, ed anzi egli se ne stava nel mezzo della pozza come se si fosse trovato sulla terra ferma.
    - Ora ti potrà sembrare assurdo, ma gli shinobi sanno fare molto peggio. Essenzialmente, devi concentrare il chakra dirigendolo verso i piedi, e qui formare una patina che ti permetta di rendere solida e compatta l'acqua sottostante, permettendoti di non cadervi all'interno. Detto così è un po' difficile, me ne rendo conto... Per facilitarti le cose, cerca di visualizzare dentro di te il flusso del chakra, chiudendo gli occhi. Immagina che il tuo centro si trovi all'altezza dell'ombelico e che tu diriga le energie verso gli arti inferiori. Una volta fatto questo, prova a pensare di concentrarne parte a livello delle tue scarpe, come una seconda suola. Devi riuscire a equilibrare il peso del tuo corpo con la densità dell'acqua sottostante: se metti troppo chakra o ne usi troppo poco ti farai un bel tuffo.
    Aveva cercato di essere il più esaustivo possibile, Aveva addestrato parecchi studenti fino ad ora, e quello era il modo più semplice per riuscire a farle completare l'esercizio. Certo, gli sarebbe rischiesti più tentativi, ma in qualche giorno sarebbe stato spontaneo come camminare. Inoltre, tramite le ripetute prove, la sua riserva di energie sarebbe calata, insegnandole anche l'affaticamento che ciò portava.
    - Avanti, prova - concluse, accennando un sorriso. Aveva un buon presentimento.


    Provaci due volte senza riuscirsi, entrambe cadi nel lago. Il procedimento è quello spiegato sopra, eventuali variazioni sono a tuo piacimento (ma non allontanarti troppo da ciò che Takeru ha spiegato). A te!
     
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  6. LoLoWizard
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    Terrorizzato dalla possibile risposta del sensei, Koyo stette perfettamente immobile, aveva il timore di aver parlato troppo delle sua situazione, cosa non molto consigliabile nel mondo ninja. Il sensei si limitò a sorridere.
    Quel sorriso rallegrò immensamente il giovane, che si sentì di nuovo sereno ed impaziente come quando si era appena alzato dal letto; rispose quindi al maestro con un sorriso dosato, nè troppo evidente nè troppo assente. Era ancora immerso nei suoi pensieri quando l'Uchiha si alzò deciso dalla sua sedia e si diresse velocemente alla porta.
    Koyo era completamente spiazzato, a quanto ne sapeva ora avrebbe dovuto insegnargli le nozioni teoriche invece se ne stavo andando. E la teoria? Non che mi scocci evitare le cose noiose ma...Dove sta andando? Devo seguirlo oppure devo stare fermo qua? Il giovane osservava attentamente il suo sensei mentre apriva la porta e la varcava, nell'indecisione più totale decise di seguirlo quindi, si mise il cuore in pace e si mosse.
    Capì che aveva fatto la scelta giusta quando l'uomo davanti a lui non si lamentò, anzi iniziò a riversargli contro nozioni su chakra e ninja. L'Amurame cercò di carpire il più possibile di ciò che gli veniva detto; senza che se ne accorgesse sorpassarono numerose classi e passarono attraverso diversi corridoi tutti uguali, giunsero infine davanti ad una porta a vetri che dava su un cortile; il sensei la aprì e fece cenno al giovane di passare per primo, Koyo fece esattamente come gli era stato detto.
    I due si trovavano ora in un grande cortile, la cosa che saltò subito agli occhi dell'allievo fu il lago al centro del cortile, una piccola pozza d'acqua che sembrava poco profonda ma con acqua talmente limpida da riuscire a vederne il fondo. L'acqua rifletteva il sole ormai alto nel cielo e quella luce di riflesso accecava gli occhi di Koyo nonostante la maschera che glieli copriva. Il clima era fantastico, faceva caldo ma ogni tanto una dolce brezza fresca inondava il viso del giovane, muovendogli ritmicamente i neri capelli; alla destra del lago c'erano degli alti alberi con una chioma di un verde incantevole che si muovevano a ritmo con il vento producendo un dolce suono mentre sulla sinistra del lago erano presenti alcuni manichini con fattezze abbastanza divertenti, probabilmente usati per il taijustu erano infine presenti alcuni bersagli per le armi a distanza.
    Il sensei riprese a parlare avvicinandosi al lago, il giovane lo fissava incuriosito mentre gli spiegava come camminare sull'acqua; l'ultima parola che pronunciò la disse in modo starno e poi si indicò i piedi, Koyo era incredulo, l'Uchiha stava ora camminando sull'acqua come se fosse un solido pavimento e ciò che stupiva ulteriormente il giovane stava nel fatto che non se ne era nemmeno accorto, lo faceva con disinvoltura come se fosse la cosa più semplice a questo mondo. Il maestro iniziò poi un lungo discorso sul come concentrare il chakra nei piedi in modo da consentire ai ninja di camminare sull'acqua, Koyo ascoltò attentamente cercando di assimilare il più possibile.
    Avanti, prova La voce del sensei riportò il giovane Aburame alla realtà, ora doveva trasformare tutta la teoria che gli era stata riversata addosso in atti pratici. Il panico si impossessò totalmente della mente del giovane allievo, dimenticò in un solo istante tutto quello che si era impegnato ad apprendere; iniziò anche a tremare.
    Vide successivamente che il suo maestro gli stava sorridendo, fu come un raggio di sole in una giornata tempestosa, Koyo riacquistò quindi la ragione e con essa si ricordò tutto ciò che l'Uchiha gli aveva detto, sapeva che non sarebbe stato facile ma divenne, inspiegabilmente, fiducioso nelle proprie capacità. Tastò quindi, con il piede destro, la superficie dell'acqua; notò immediatamente che si trattava di normalissima acqua quindi ne dedusse che il maestro aveva effettivamente utilizzato il chakra per muoversi liberamente sul filo dell'acqua.
    Ok, per lui è semplicissimo. Posso farcela, alla fine non è poi così complicato. Koyo si avvicinò ulteriormente alla limpida pozza d'acqua, il vento si era alzato leggermente portando con sè alcune nuvole candide che oscuravano di tanto in tanto il sole; cercò quindi di percepire il proprio chakra, inizialmente non sentì proprio nulla, chiuse poi i propri occhi per cercare una maggiore concentrazione, concentrò tutti i suoi pensieri sul suo ombelico e all'improvviso percepì, per qualche istante, un qualcosa di caldo. Sì, lo sento. Posso farcela.
    L'eccessiva fiducia nelle proprie capacità lo porto ad un primo fallimento; con una grande concentrazione mosse il proprio chakra(non con poca difficoltà) dalla sua fonte fino ai piedi quindi, convinto di averlo dosato correttamente, mosse il primo piede sulla superficie dell'acqua, il piede sprofondò immediatamente. Lo sconforto si impadronì per qualche minuto del giovane, che cadde in uno stato di apparente catalessi; ripresosi ripetè il procedimente da capo, si concentrò sulla propria fonte di chakra, con la concentrazione lo spinse sotto i propri piedi e cercò di dosarne meglio la quantità, ripetè nella mente le parole del sensei:Se metti troppo chakra o ne usi troppo poco ti farai un bel tuffo. Koyo trovò la "dosazione" del chakra la parte più complicata dell'intera operazione.
    Il vento fischiava sempre più forte ed il sole veniva oscurato sempre più costantemente. Ci sono, ora sono pronto! Mosse il piede destro sul filo dell'acqua, il piede era stabile sulla superficie; fiducioso in se stesso e nella sue capacità mosse velocemente anche il piede sinistro sull'acqua, sembrava riuscirci ma, all'improvviso, cadde disastrosamente con il sedere nell'acqua.
     
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  7. Ranuccio
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    Ok direi che ci siamo :già: Se per te va bene passerei all'Esame aperto QUI
     
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6 replies since 2/3/2013, 18:52   107 views
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