Missione Livello C

Per H.Lecter

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  1. Ranuccio
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    CITAZIONE
    La Chiave
    Descrizione: All'interno della lettera che ti è stata consegnata, troverai una comune chiave in ferro, apparentemente di poco valore ma in realtà di importanza fondamentale per Kumo. Questa chiave aprirà una porta blindata che si trova all'interno della Prigione del Villaggio, a pochi chilometri fuori dal Kumo. La porta in questione dà accesso alla cella in cui è racchiuso un criminale catturato pochi mesi fa, Hayato Kusanagi. Kusanagi è colpevole di aver venduto sul mercato nero i segreti di alcuni nostri Clan, fra cui gli Yotsuki, e dovrà essere interrogato a riguardo fra pochi giorni. Il tuo compito è scortare il prigioniero dalla Prigione fino al Palazzo del Raikage, dove lo prenderanno in consegna due Anbu. Fai attenzione, Kusanagi non è che un Genin ma è molto, molto scaltro.
    Buona Fortuna
    Ricompensa: 150 Ryo
     
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  2. H.Lecter
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    Narrato, << Parlato altrui >>, << Parlato >>, " Pensato "
    ~Scheda Kerium Drasumi~


    Erano passati quattro giorni dall'esame di promozione Genin e Kerium continuava ad allenarsi: esattamente il giorno dopo la promozione si era procurato alcune armi ed attrezzature che gli sarebbero state utili durante allenamenti o missioni. Oltre ad una buona scorta di Kunai e Shuriken, si era procurato qualche carta bomba, a suo dire una delle armi più utili di cui un Genin possa disporre, in più si era procurato due Tantò lunghi quadrante centimetro (dieci tutti di impugnatura), che per lui rappresentavano il pezzo forte dell'armamentario. Kerium non amava le armi troppo ingombranti, erano troppo poco maneggevoli e spesso scomode, al contrario, le armi bianche di medie dimensioni gli erano particolarmente affini, data la grande maneggevolezza che possedevano. Certo, a confronto con armi di grossa taglia lame di medie dimensioni faticavano a reggere il confronto, ma se ben utilizzate potevano essere letali e rapide... una combinazione micidiale. Il giovane Ninja (lieto di poter finalmente portare tale titolo) se ne stava nel piccolo salotto del suo modesto appartamento, intento a prendere famigliarità con le sue nuove lame. Stava in piedi, con addosso la classica maglietta nera dai bordi rosso scuro ed un paio di pantaloni neri, mentre sulla testa portava il suo coprifronte nuovo di zecca: stringeva un Tantò nella mano destra e l'altro nella mano sinistra, aveva gli occhi chiusi ed il suo respiro era lievissimo. Nella sua mente, stava visualizzando una sagoma umana, senza dargli un volto preciso o degli abiti ben distinti, a lui importava solo che fosse verosimile per quanto riguardava il corpo in se. Fuori c'era una giornata piuttosto scura, il cielo era ricoperto da nuvole minacciose e di conseguenza anche il villaggio ne era avvolto, anche se fortunatamente non sembrava che si potesse formare un vero e proprio temporale, magari avrebbe piovuto un po, ma nulla di più. La pavida luce che entrava dalla finestra era a malapena sufficiente per illuminare la stanza, che di per se non aveva alcuna fonte di luce interna quali potevano essere lampadine o candele. Il corpo del giovane era parzialmente avvolto nell'ombra, tanto che l'aria concentrata del suo viso si perdeva nel buio: ad un tratto, il giovane strinse maggiormente la presa sui Tantò, dopo di che si mosse. Rimanendo nella stessa posizione, le braccia iniziarono a muoversi velocemente, con colpi secchi e precisi: certo, come potevano essere precisi senza un bersaglio ? Beh, semplice, il bersaglio c'era, ma tutto nella sua mente: la sagoma umana che si stava immaginando era tempestata di colpi, tutti in pini ben precisi. Gola, polmoni, cuore, tutti colpi mirati ad eliminare il bersaglio, poi decise di cambiare stile di combattimento, braccia e gambe, con occasionali colpi alle spalle come se tentasse di mettere fuori gioco un avversario senza ucciderlo. I Tantò fendevano l'aria con un rumore sordo, volteggiando secondo le direttive del giovane, con precisione e velocità, quasi fossero un'estensione del suo corpo. Ma proprio mentre stava portando un violento affondo alla spalla destra del suo avversario immaginario, un rumore richiamò prepotentemente la sua attenzione, facendogli aprire gli occhi. In quel momento, la sagoma nella sua mente svanì e l'affondo si fermò a mezz'aria, qualcuno stava bussando alla porta... e con insistenza per giunta...

    Il giovane appoggiò i Tantò sul modesto tavolo del salotto e si diresse ad aprire la porta: la sua mano ruotò delicatamente la maniglia di ferro, uno strano brivido gli percorse la schiena, chi poteva essere ? Erano bene o male le otto del mattino, l'unica capace di bussare alla sua porta in un simile orario era la vecchia che abitava al piano di sotto, alla quale spesso Kerium offriva il proprio aiuto per lavori che richiedevano un po di muscoli. Il figlio della signora era un Chunin, che però perse la vita in missione ed essendo vedova da qualche anno, non aveva molta gente alla quale rivolgersi; a Kerium non dispiaceva aiutarla, le ricordava molta la vecchia cameriera della sua casa paterna, la signora Ize. Ma con sorpresa del ragazzo, una volta aperta la porta non si trovò davanti la sua vicina: al suo posto c'era un uomo parecchio alto, che indossava una maschera dal volto animale simile a quello di un uccello con lunghe linee blu attorno agli occhi. Aveva i capelli biondi ed indossava un giubbotto grigio senza maniche, munito di molte tasche, con para gambe e para braccia dello stesso colore, appena Kerium fece mente locale, si mise in posizione eretta, portando le braccia lungo i fianchi e piegando la testa leggermente in avanti, come se stesse porgendo un inchino a quella figura mascherata. Quell'uomo era chiaramente un ambu del villaggio della nuvola, tanto che dopo avergli posto un inchino, il giovane stette immobile in attesa che l'uomo pelasse.

    << Tu devi essere Kerium Drasumi... >>

    Per tutta risposta, l'uomo ottenne un lieve cenno della stesa del ragazzo, la cui espressione seriosa era tutta rivolta alla maschera che l'ambu indossava, come se in essa ci potesse leggere chissà cosa. L'uomo mise la mano in una delle tasche del giubbotto e ne estrasse un busta che allungò al giovane. Kerium la prese con delicatezza, esaminandone la superficie. Era ben chiusa e non recava scritte di nessun genere, però c'era da dire che pesava un po troppo per essere una comune lettera, in più al giovane sembrò di sentire all'interno della busta una sorta di oggetto dalla forma allungata.

    << In quella busta c'è una chiave affidatati dal Raikage in persona... se non l'hai ancora capito, questa è la tua prima missione ed é iniziata nel momento stesso in cui hai preso in custodia la busta. >>

    L'ambu fece una pausa, lasciando al giovane il tempo per metabolizzare quella situazione. Dal canto suo, Kerium prese a fissare con insistenza la busta, mentre un certo fervore iniziava a ribollire dentro di lui... finalmente i giochi stavano per cominciare davvero ! Il suo sguardo cambiò, un lieve sorriso gli si dipinse sul volto, mentre la sua enorme pupilla verde unita all'iride fissava quella semplice busta di carta che conteneva l'inizio del suo percorso verso la conoscenza.

    << Il tuo compito sarà dirigerti verso la prigione del villaggio, quella chiave apre la cella di un detenuto di nome Hayato Kusanagi. Kusanagi è colpevole di aver venduto sul mercato nero i segreti di alcuni nostri Clan, fra cui gli Yotsuki, e dovrà essere interrogato a riguardo fra pochi giorni. Dovrai scortare il prigioniero dalla Prigione fino al Palazzo del Raikage, dove io e un mio collega lo prenderemo in custodia. Fai attenzione, Kusanagi non è che un Genin, ma è molto scaltro... tutto chiaro ? >>

    La voce dell'ambu era lievemente distorta dalla maschera, ma era comunque giunta con estrema chiarezza alle orecchie del giovane: una missione interessante... ed anche abbastanza importate, Kerium avrebbe dovuto prestare la massima attenzione. Se questo Kusanagi era tanto scaltro scaltro quanto affermava l'ambu, avrebbe dovuto giocare d'astuzia si dal primo momento in cui l'avrebbe incontrato. Avrebbe dovuto prestarvi molta attenzione e soprattutto avrebbe dovuto studiarlo la dove possibile. Il giovane alzò lo sguardo dalla busta alla maschera dell'ambu, rispondendogli tutto d'un fiato con voce ferma.

    << Sì signore... le garantisco che non deluderò il Raikage ! >>

    L'ambu sorrise, ovviamente Kerium non se ne accorse, ma l'uomo percepiva in lui una forte volontà, se quest'ultima si fosse trasformata in bravura nell'eseguire la missione, tutta sarebbe andato bene, almeno, era quello in cui confidavamo ambedue.

    << Lo spero bene... sappi che ti abbiamo affidato una missione di livello C nonostante tu sia appena stato promosso, per le capacità che hai dimostrato durante il tuo esame... detto ciò, buona fortuna. >>

    A quelle parole, l'ambu svanì in una nube di fumo, lasciando il neogenin a prepararsi per la missione.
    Kerium chiuse la porta e senza fiatare andò a completare quella che sarebbe stata la sua "divisa da battaglia": mise la cintura porta armi, nella quale infilò i due Tantò, chiusi nei loro involucri neri e lucidi. In vita, attaccati alla cintura, assicurò i due porta Shuriken, nel quale divise equamente quest'ultimi, alle cosce assicurò due porta Kunai, svolgendo la stessa azione fatta con gli Shuriken. In fine legò alla propria cintura il marsupio da viaggio, ma lo mise dal lato della schiena, questo dopo averlo riempito con le cinque carte bomba ed i Kunai avanzati. Si mise il grande cappotto nero, grazie al quale erano visibili solo i Tantò sui fianchi ed i porta Kunai sulle cosce, i porta Shuriken ed il marsupio da viaggio erano coperti da quella grande veste scura. Si portò verso il tavolo, sul quale aveva appoggiato la busta contenente la chiave datagli dall'ambu: la prese in mano e la osservò a lungo, convogliando in essa i propri pensieri. Il fallimento non era contemplato, quello che avrebbe preso in custodia era un dannato traditore di Kumo, il Raikage in persona gli aveva conferito quel compito.
    Uscito di casa chiuse la porta ed iniziò ad avvisassi di buon passo verso la prigione; il famigliare paesaggio di Kumo era confortante, per quanto un po spoglio. Per strada c'erano già molte persone, tanto che un dubbio fulminò la sua mente: avrebbe dovuto condurre il prigioniero fino al palazzo del Raikage, dunque doveva passare in mezzo alla folla ? Certo non era comodo, specialmente per tenere in vista un prigioniero, beh, avrebbe trovato una via meno affollata per condurre Kusanagi al suo destino (che il giovane sperava consistesse in molte ore di tortura).
    Continuò a camminare, fino a quando non giunse fuori dal villaggio: si girò per pochi secondi, ammirando la sua patria da fuori le sue mura, cosa che fino a quel momento non era mai capitata. Fortunatamente nella lettera c'erano i dettagli per raggiungere la prigione, oltre che la chiave. Kerium aveva distrutto il foglio con le indicazioni, per una sorta di precauzione abbastanza paranoica, poi aveve rinfilato la chiave nella busta che aveva messo nella tasca interna del giubbotto, una tasca a cerniera in corrispondenza del cuore.

    Il tempo sembrava in bilico tra il peggiorare ed il migliorare, se di li a poco avrebbe iniziato a piovere, la strada sarebbe diventata "simpaticamente" fangosa e scomoda da percorrere trascinandosi qualcuno dietro. Ad ogni modo poco importava, Kerium amava l'acqua, un po di pioggia, col suo odore che avrebbe pervaso dolcemente l'aria, l'avrebbe aiutato ad essere più rilassato nell'esecuzione del suo compito. Anche se effettivamente non si sarebbe potuto concedere distrazioni, quel prigioniero sembrava piuttosto scomodo da trasportare e per sua sfortuna il giovane non poteva nemmeno tagliargli le gambe. Kerium era un fedelissimo servo di Kumo, sempre pronto ad obbedire agli ordini e sempre pronto a dare una mano anche per compiti umili, ma era anche estremamente spietato. Non avrebbe esitato un momento ad uccidere o a mutilare se necessario, in certi casi sapeva che ciò sarebbe stato inevitabile, dunque perché porsi problemi ?
    Annegando dolcemente nei suoi pensieri, il giovane finì per giungere alla prigione in meno tempo di quello che avrebbe creduto.

    Le nuvole si sovrapponevano l'una sull'altra, riempiendo il cielo di decine di sfumature di grigio, tanto che sembrava un dipinto astratto. Il vento si era alzato ed una lieve brezza piuttosto fredda attraversava la montagna: il fruscio degli alberi rendeva vagamente inquietante quell'ambiente, anche se (come per la pioggia) a Keium non dispiaceva. La mano destra del giovane accarezzò delicatamente l'impugnatura del Tantò, quel manico nero e liscio, le sue dita fremevano a quella sensazione; in fondo quelle erano le sue prime armi, erano sue e di nessun altro. La confidenza che avrebbe preso con loro nel corso della sua carriera, sarebbe aumentata col tempo, presto o tardi sarebbero diventato un'estensione del suo stesso braccio. Kerium sentiva un profondo legame con le arti magiche, ma non disdegnava affatto l'utilizzo delle armi, tanto che le riteneva di pari importanza alle arti elementari.
    In lontananza iniziò ad intravedere grandi mura grigiastre, cavolo, era davvero inquietante tutto l'insieme di elementi che formavano quella giornata, sembrava un racconto del terrore, con una prigione ed un clima nebuloso... davvero divertente...
    La prigione era un enorme edificio murato, probabilmente pieno di ninja esperti pronti tenere a bada i peggiori criminali di Kumo: Kerium si avvicinò ad una piccola porta, apparentemente l'unico modo di entrare nelle mura. Dopo averla esaminata brevemente, bussò con forza, per poi presentarsi e richiedere implicitamente che qualcuno gli aprisse.

    << Mi chiamo Kerium Drasumi, sono qui per prendere in custodia un vostro prigioniero, mi manda il Raikage... >>

    Detto ciò, il giovane rimase in silenzio ed attese, mentre nella sua mente, iniziavano a scatenarsi pensieri contrastanti sull'aspetto di questo fantomatico Kusanagi...

    Edited by H.Lecter - 26/4/2013, 18:28
     
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  3. Ranuccio
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    La Prigione di Kumo era un edificio grigio e imponente, che quasi si confondeva con le montagne in lontananza e la spoglia radura che la circondava. Dalla strada principale si separava un sentiero lastricato di pietre piuttosto ampio e lungo almeno un paio di chilometri, leggermente in salita lungo una bassa collina. Al suo apice, appunto, si trovavano le carceri. Il portone di ingresso era una lastra di ferro massiccia e all'apparenza impenetrabile, su cui erano applicati numerosi Sigilli - probabilmente un espediente contro eventuali fughe. Un espediente superfluo, dato che negli ultimi vent'anni nessun prigioniero aveva potuto lasciare quel posto. Si raccontava che quasi mezzo secolo prima un uomo era riuscito a eludere la sorveglianza e darsi alla macchia, ma forse si trattava di una leggenda, dato che nessuno sarebbe stato in grado di uscire dalle celle blindate e di sconfiggere i numerosi Anbu che pattugliavano ogni singolo corridoio. Non poteva essere altrimenti, considerando che i farabutti lì rinchiusi erano la peggior feccia che aveva mai solcato le vie del Paese del Fulmine.
    La Prigione si sviluppava su tre piani: al primo c'erano gli uffici e le camere per le guardie. Al primo erano detenuti i ladri e gli assassini "comuni", ovvero semplici furfanti di strada. Al secondo si trovavano coloro in grado di usare i Mukenin di Livello C, ovvero coloro che erano in grado di usare il chakra ma la cui potenza non superava quella di un Genin. E poi c'erano i due livelli sotto terra. Riservati ai Mukenin di Livello B ed A, erano strettamente sorvegliati. Si diceva anche che ancora più in basso, nelle profondità della terra, dove la luce del sole non arrivava mai, c'era qualche Mukenin di Livello S. Queste voci non erano mai state confermate nè smentite, ed era d'altra parte raro che venisse catturato un ricercato di questo genere.
    In ogni caso, Kusanagi Hayato si trovava al secondo piano, nella sua cella. Sdraiato sul duro letto, guardava il soffitto bianco con occhi inespressivi. Due mesi di dentenzione, in cui il tempo pareva essersi fermato. Non c'erano finestre - fatta eccezione per qualche feritoia al piano terra - e quindi era difficile stabilire persino se fosse giorno o notte. Secondo i suoi calcoli, in quel momento doveva essere le tre di pomeriggio, ma poteva benissimo darsi che si fosse sbagliato e fossero le undici di mattina. L'unico segnale che scandiva le giornate era la voce delle guardie che ogni sera alle nove ordinava di spegnere le luci e dormire. Oggi, fortunatamente, avrebbe rivisto la luce. L'avrebbero interrogato al Villaggio, e quindi gli era stato detto che un incaricato sarebbe passato a prenderlo. Magra consolazione. Forse gli sarebbe toccata la tortura o qualcosa di peggio, in fondo erano noti i metodi usati dagli Anbu per scucire informazioni ai detenuti. In ogni caso, avrebbe parlato, gli avrebbe detto tutto quello che volevano sapere. Per lui era comunque finita: forse non sarebbe stato giustiziato, ma non sarebbe stato libero per almeno una decina d'anni. Sempre che le accuse a suo carico non si fossero aggravate. L'avevano "beccato" dopo aver venduto un prezioso Rotolo che conteneva informazioni segrete. I compratori erano riusciti a fuggire, ma lui - per inesperienza e per stupore, dato che si era trovato davanti tre Jonin - era stato catturato. D'altra parte non era abituato a trattare merce di quel genere. Di solito, si limitava a furti nelle case dei ricchi o al massimo a traffico d'armi.
    Hayato sospirò a lungo, e si mise una mano sugli occhi color nocciola. Sentiva sotto la nuca, attraverso i biondi capelli corti tagliati sottili, il ruvido cuscino, una sensazione che lo accompagnava tutte le giornate e che stava cominciando a odiare.
    Un rumore di chiavi lo risvegliarono dal suo tepore. Un ninja entrò nella stretta stanza e con dure maniere lo costrinse ad alzarsi. Gli mise delle manette - piuttosto strette, anzi troppo strette - e lo strascinò letteralmente fuori dalla cella. I due camminarono in silenzio nei corridoi, scesero due piani di scale e arrivarono di fronte a un lungo tavolo in marmo. Un altro shinobi lo squadrò dalla testa ai piedi e gli chiese di identificarsi. Hayato pronunciò il suo nome con calma e serietà e il suo numero di matricola, tra l'altro stampato sulla sua tuta nera, la tuta obbligatoria per tutti i carcerati. Quindi venne condotto presso l'uscita della prigione.
    I raggi del sole bagnarono il suo volto giovane dai lineamenti dolci come quelli di un quindicenne, nonostante avesse ventidue anni. Godette alzando lo sguardo della luce reale, notevolmente diversa dalla luce artificiale che era abituato a vedere. Sorrise.
    - Questo è il Mukenin. Presta attenzione e consegnalo al più presto - disse il ninja in tono autoritario, rivolto a Kerium Drasumi. Quindi, girò i tacchi e si diresse con passo militare verso la porta alle sue spalle.
    Hayato, con le mani dietro la schiena - obbligato a tenere quella posizione dalle manette - si guardò intorno, quindi fissò gli occhi sulla guardia che l'avrebbe condotto a Kumo.
    - Scusami, sai drimi l'ora?
    Le sue parole erano quasi scherzose, in fondo per lui quello era un viaggio di piacere, più o meno.



    Hayato Kusanagi
    Stato Fisico: Ottimo
    Statistiche: Normali (Genin Bianca)
    Stato Mentale: Tranquillo
    Chakra: ??
    Equipaggiamento: ??
     
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  4. H.Lecter
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    Narrato, << Parlato altrui >>, << Parlato >>, " Pensato "
    ~Scheda Kerium Drasumi~


    Quell'enorme edificio grigiastro dominava il paesaggio, come un gigante seduto in mezzo a una radura, la sua ombra metteva una certa soggezione, ed in effetti era così grande che pareva poter inghiottire chiunque gli passasse vicino. Dietro quelle mura, c'erano in peggiori malviventi del paese del fulmine e altrettanti Ninja di Kumo a farvi la guardia: uno strano equilibrio quello presente nel ventre di quel gigante grigio. Le guardie sembravano piuttosto autoritarie, tanto che quella a cui Kerium diede la chiave, uscì dalla porta con fare seccato, ed in una perfetta posa militare, che sembrava farlo apparire anche più alto. Un uomo sulla quarantina, con capelli neri molto corti ed un volto scavato nella roccia, dai lineamenti duri e dagli occhi di ghiaccio; dopo essersi presentato, il giovane gli passò la chiave, mentre quest'ultimo (per tutta risposta) gli chiuse la porta in faccia.

    Kerium era curioso di vedere come fosse questo Kusanagi: se lo immaginava tozzo, coi capelli neri spettinati ed un inspira barba a coprirgli il mento, con un paio di occhi putti ed un sorriso furbesco. Quello era il suo personale ritratto di un traditore, una persona in grado di tradire il proprio villaggio per chissà quale obbiettivo, anche se per la maggior parte doveva trattarsi di motivi economici. Ecco, quello era il motivo più spregevole di tutti a detta di Kerium; lui trovava deplorevole sacrificare anche la ben che minima cosa per i soldi, se poi si trattava della fiducia del proprio villaggio, la cosa era ben peggiore. Il giovane dava molta importanza alle informazioni, in quanto (sotto un punto di vista bellico e non solo) rappresentavano una forma di conoscenza piuttosto rilevante. Chi conosce il proprio nemico, sarà sempre un passo avanti, ergo una buona fonte di informazioni poteva alterare la riuscita di una strategia a tal punto da trasformare una battaglia disperata in una grande vittoria. Proprio per questo motivo, Kerium trovava molto difficile provare pietà per Kusanagi, un uomo che vende i segreti del proprio villaggio, lo espone a nemici che con essi si prendono un bel vantaggio. Ad ogni modo poco importava, ora mai Kusanagi era nelle mani degli Ambu, lui di certo non se lo sarebbe lasciato scappare, anche perché non poteva certo fallire in una missione importante come quella.

    " Raikage... "

    I pensieri del giovane si fecero tutti monchi quando tornò con la mente alle parole di colui che gli aveva affidato la missione: quel compito gli era stato assegnato dal Raikage in persona, dunque per nulla al mondo l'avrebbe deluso. C'era da dire che Kerium (avendo vissuto tutta la vita nella villa di famiglia) non aveva mai visto il Raikage, tanto che in un certo senso, gli sembrava strano prendere ordini da qualcuno che non conosceva nemmeno. Però le gerarchie funzionavano così, lui ne era consapevole; al momento era la rotella più piccola di un enorme ingranaggio, dunque l'unico modo che aveva per girare era attendere che le rotelle più grandi iniziassero a girare. Era tutto molto funzionale, alla fine quello era un ordine prestabilito davvero molto equilibrato e semplice, quindi era piuttosto piacevole parteciparvi.
    Ad ogni modo, era ora di prendere in custodia Kusanagi... in effetti la guardia ci stava mettendo un bel po, neanche stesse scendendo agli inferi per prenderlo. Il giovane rimase in attesa, fino a quando la porta si aprì, ed un uomo molto, molto giovane, praticamente un ragazzo ne uscì, con dietro la medesima guardia che si era presentata a Kerium poco prima. Il ninja guardò attentamente Kusanagi, non era minimamente come se lo aspettava, non ci aveva azzeccato nemmeno col colore dei capelli. Probabilmente aveva pochi anni più di lui e nonostante la giovane età si era già macchiato di tradimento, chissà cosa lo aveva portato ad un tale gesto...
    La guardia prese congedo in maniera piuttosto spiccia ed autoritaria, lasciando il "pacco" a Kerium, con la raccomandazione di consegnarlo al più presto possibile. Kusanagi non sembrava molto preoccupato, anzi, era decisamente tranquillo. Dal canto suo, Kerium era immerso nel suo consueto stato di freddezza, il suo sguardo impassibile fissava Kusanagi la cui tranquillità era quasi sospetta. Un'ennesima folata di vento squassò la piana desolata, i capelli neri del ninja si scompigliarono lievemente, con alcune ciocche che gli finirono in volto. Cavolo, i due giovani era figure decisamente contrastanti...

    Scusami, sai dirmi l'ora ?

    La voce del mukenin giunse alle orecchie di Kerium come uno nota stonata, era piuttosto fastidiosa, per chissà quale motivo poi...
    Ad ogni modo, Kerium si portò dietro il prigioniero, osservò accuratamente le manette e ne afferrò la catena che legava quei due braccialetti metallici. Sembravano salde, in oltre, entro un raggio di tre metri, lui poteva sentire anche i rumori più difficili da udire, dunque gli sarebbe stato facile notare un tentativo di scassinamento.

    << Non camminare mai a più di quaranta centimetri da me, se lo farai ti colpirò alle gambe, non fare scherzi o avrai il medesimo risultato: comunque è tarda mattinata, circa le undici... ora andiamo >>

    Kerium mise una mano sulla schiena di Kusanagi e gli diede una lieve spinta per incitarlo a muoversi; quella missione sarebbe dovuta procedere liscia e pulita, senza intoppi o ritardi. Il giovane sapeva bene che non poteva eliminare Kusanagi in caso di problemi, ma nulla gli impediva di impossibilitarlo alla fuga. Per ora non ce n'era bisogno, dunque non avrebbe agito, ma in caso di tiri mancini del mukenin non avrebbe esitato a metterlo in riga, a tal proposito aveva già un paio di idee. Nella sua mente, continuavano a ronzare le parole dell'Ambu che lo metteva in guardia sull'astuzia di Kusanagi, ragion per cui avrebbe dovuto tenerlo costantemente sott'occhio.

    CITAZIONE
    Stato Fisico: Eccellente
    Statistiche: Genin Bianca, +25% precisione shuriken e kunai +25% abilità coi kunai nel corpo a corpo (perizia armi da lancio livello I)
    Stato Mentale: Freddezza
    Chakra: 80
     
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  5. Ranuccio
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    Scappare? Aveva accarezzato l'idea piùù volte, ma sapeva che era una impresa impossibile. Tuttavia, da quando gli avevano comunicato che sarebbe stato trasportato a Kumo, aveva iniziato a pensarci sempre più spesso, fino a creare dei veri e propri piani di fuga. Inutili piani di fuga. Se c'era una cosa che aveva appreso durante gli anni da ladro era che l'improvvisazione pagava sempre, nelle situazioni più critiche. D'altra parte, se il tentativo di scappare fosse fallito, la condanna si sarebbe notevolmente aggravata. Il gioco valeva la candela?
    Con aria rilassata e serene, Hayato iniziò a parlare alla sua guardia.
    - Allora, sei un Genin? Un Chunin? Chissà che rottura portare in giro un prigioniero per tutta la Nuvola. Mi spiace averti disturbato amico.
    Le manette erano proprio strette. Dubitava che sarebbe riuscito a sfilare i polsi. Forse con un kunai... Fortunatamente, in caso di necessità, la sua Kekkai Genkai gli permetteva di combattere anche senza mani. Probabilmente se in carcere avessero saputo questo particolare, avrebbero preso più provvedimenti, e questo andava indubbiamente a suo vantaggio.
    Lo shinobi era al suo fianco, mentre i due percorrevano la strada lastricata affiancata da alberi, e stavano per immettersi nella via principale verso Kumo. Il viaggio sarebbe durato all'incirca un paio di ore. Non appena la strada compì una svolta a destra, furono abbastanza lontani dal carcere, che gli alberi oscuravano parzialmente alla vista; Hayato sapeva che gli Anbu non sarebbero potuti intervenire, in caso di bisogno, giacchè ormai c'era una ventina di minuti dalla prigione. Attivò la sua Innata, e granelli di sabbia nera cominciarono a fluire dal terreno, a circa una decina di metri dietro di loro. Poichè non facevano alcun rumore, sarebbe stato pressochè impossibile accorgersi di loro, ovviamente a meno che si avessero gli occhi sulla nuca. Dopo nemmeno un minuto, la sabbia si compattò in una ventina di sferette grandi come biglie, quindi piovve contro lo shinobi, a una velocità piuttosto elevata. Sfruttando la confusione che si sarebbe prodotta, Hayato balzò verso sinistra, cercando di lasciare la strada ed allontanarsi velocemente nella radura. Procedendo a passo svelto, in meno di dieci minuti avrebbe raggiunto le montagne più vicine e sfruttato qualche grotta per nascondersi. Sarebbe bastato anche un solo secondo di distrazione per la sua guardia, e lui avrebbe potuto fuggire indisturbato.

    CITAZIONE
    Stato Fisico: illeso
    Stato Mentale: concentrato
    Chakra: 75/100

    Livello 1 (genin)
    Al ninja che utilizza questa innata è permesso muovere fino a 15 kg di polvere di ferro, ricavandola dal terreno.
    - Si possono muovere oggetti metallici delle dimensioni massime di un kunai fino a 2,5 metri di distanza (dopo di che cadono a terra inerti).
    - Si può controllare Sabbia di Ferro fino a 15 m.
    - Durezza della sabbia pari al ferro
    Chakra: 5 a turno

    Satetsu Shigure (Pioggia di sabbia di ferro)
    Tipo: Ninjutsu
    Descrizione: Ricorrendo a questa tecnica si concentra la sabbia di ferro in un numero variabile di sfere di metallo (20 per ogni livello dell'Innata utilizzato), che saranno lanciate contro l'avversario da una distanza minima di 5 metri. Le sfere sono poco precise ma grazie alla loro alta velocità, riescono a perforare numerose difese di media entità. Ogni sfera può causare danni di medio/lievi.
    Livello: C Costo: 20
     
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  6. H.Lecter
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    Narrato, << Parlato altrui >>, << Parlato >>, " Pensato "
    ~Scheda Kerium Drasumi~


    Cos'è che tiene in vita un Ninja in situazioni ad alto rischio ?... Su chi può contare quando tutti sembrano tramare alle sue spalle ?... In pratica, cosa fa portare a termine una missione in condizioni totalmente sfavorevoli ? Semplice, la paranoia ! Quella smania famelica di voler prevedere ogni evento con la massima precisione, che corrode la mente col sospetto ed il dubbio, in grado di mettere in allerta anche la persona più indifferente... una vera e propria benedizione. Certo, alcuni potrebbero pensare che basti un po di buon senso, ma non Kerium: il buon senso non guasta ovviamente, ma da solo è perlopiù inutile. Al contrario, la paranoia porta ad esaminare ogni possibile scenario, fino ai limiti dell'inverosimile, facilmente superabili per giunta; ovviamente, come con qualsiasi meccanismo della mente umana, la paranoia andava accuratamente controllata, per non dire contenuta. Ovviamente un essere in preda ad una forte paranoia, perde il senso della realtà, condannando la propria mente a vagare in un labirinto di dubbi angoscianti ed incertezze terrorizzanti. Mentre si incamminavano sul sentiero spoglio e roccioso, il giovane Ninja teneva stretta la catena che legava le due manette, mentre il suo cervello era impegnato a dare origine a ipotetici scenari di fuga. Kusanagi aveva la mani saldamente incatenate, ciò gli avrebbe impedito di formare sigilli o di dar vita a mosse di Taijutsu che richiedessero l'utilizzo delle braccia; l'unico punto a cui Kerium doveva stare ben attento erano le gambe, se avesse provato a colpirlo con qualche calcio o avesse provato a compiere strane mosse, lui avrebbe dovuto fermarlo all'istante ! E come promesso, avrebbe dovuto toglierli la possibilità di usare le gambe...

    Un altro scenario che la sua fantasiosa mente aveva costruito, si basava sulla comparsa di ipotetici nemici: come aveva detto l'Ambu, Kusanagi doveva essere interrogato, probabilmente avrebbe dovuto fare i nomi dei suoi clienti, quelli che erano riusciti a fuggire, gli stessi che avrebbero potuto inviate degli assassini per uccidere il loro ex mercante. O magari avrebbe dovuto fronteggiare ipotetici complici giunti per liberare il compagno: ma in ambe due i casi, restava il fatto che prevedere quando Kusanagi sarebbe stato trasferito, era praticamente impossibile senza infiltrati negli Ambu, il che Kerium dava praticamente per impossibile. Certo, avrebbero potuto inviare degli uomini a spiare la prigione da lontano, ma sarebbe stata una mossa pressoché inutile per quanto era protetto quel posto. Le figure dei due giovani procedevano a passo spedito verso Kumo, era l'una l'opposto dell'altra: Kusanagi aveva i capelli biondi e gli occhi chiari, un viso solcato da un lieve sorriso ed un certo fascino, Kerium aveva i capelli neri ed occhi rossi con pupilla ed iride unite in un unico globo verdastro, mentre la sua pelle piena di suture aveva un innaturale pallore, quasi cadaverico. Il mostro che faceva da guardia all'uomo, questo poteva sembrare ad un osservatore distratto, ed in un certo senso era così: probabilmente nell'immaginario collettivo doveva essere un tipo come Kusanagi a scortare un prigioniero come Kerium, probabilmente anche suo padre la pensava così. Invece era Kerium ad essere la guardia della giustizia, il fedele servo del Raikage, un ragazzo con caratteristiche abbastanza inumane da essere considerato da alcuni una progenie diabolica. Ma a lui non importava assolutamente niente, svolgeva il proprio lavoro con cura e si esercitava costantemente per rendere il suo corpo forte abbastanza da reggere un alto consumo di chakra, il che avrebbe comportato una maggiore opportunità di utilizzo di arti magiche.
    Si guardava attorno il giovane Ninja, tirando di tanto in tanto un'occhiata al prigioniero, per quanto improbabile fosse la sopraggiunta di nemici, era meglio restare in stato di allerta. Abbandonarono il sentiero spoglio e roccioso, fino ad immergersi nel bosco non molto lontano da Kumo: quel posto non piaceva minimamente a Kerium, era un luogo perfetto per tendere agguati e far perdere le proprie tracce. Ad un tratto il mukenin si rivolse a lui, con patetiche scuse sul fatto di averlo scomodato; l'unica cosa che dispiaceva a Kerium, era di non poter assistere ai metodi di "estrapolazione forzata di informazioni" che utilizzavano gli Ambu. Trovava estremamente interessanti tali pratiche, poiché esse rappresentavano un dilettevole modo di assimilare informazioni, cosa che a lui premeva enormemente. Kusanagi permettendosi un po troppa confidenza, chiese al giovane quale fosse il suo grado... per tutta risposta ottenne il silenzio. Kerium non era tanto stupido da rivelare il proprio grado e dunque le proprie ipotetiche capacita, difatti continuò a camminare, buttando di quando in quando un'occhiata in giro, come se nulla fosse. Ad un tratto, qualcosa sembrò attraversare l'aria a gran velocità, dapprima il giovane non ci fece troppo caso, non aveva sentito rumori metallici o di altro genere. Girò la testa verso destra per tenere d'occhio la boscaglia, quando qualcosa lo colpì violentemente sulla schiena e sul braccio teso sulle manette di Kusanagi. Un'espressione di dolore si dipinse sul volto di Kerium, che istintivamente si mise sul fianco per ridurre la superficie da del "bersaglio", perché era chiaro che qualcuno l'aveva preso per tale ! Kusanagi approfittando della situazione si divincolò dalla presa del giovane, che alla perdita del contatto con la fredda catena metallica, ebbe come una scossa al cervello. L'aria intorno a lui era attraversata da piccole sfere grigiastre, che bersagliavano l'aria in cui si trovava senza troppa precisione: Kerium non poteva avanzare con tutto il corpo in quel turbinio di proiettili, avrebbe solamente rischiato di essere ferito, magari proprio alle gambe, il che avrebbe dato troppo vantaggio a Kusanagi. Fortunatamente la paranoia del giovane lo aveva portato a valutare una situazione di fuga o comunque di allontanamento del prigioniero. Delle tecniche che conosceva l'unica utile poteva essere la Mizurappa, ma anche se l'avesse colpito, l'avrebbe scaraventato lontano, l'opposto del suo attuale obbiettivo. Fortunatamente... Kerium era un mostro...
    Il suo braccio sinistro (quello più vicino a Kusanagi ) iniziò ad agitarsi, le suture sul polso rientrarono velocemente sotto pelle, ad un tratto, il suo braccio si era allungato di un metro ! Un compatto fascio di filamenti neri come la notte collegava il polso all'avambraccio, permettendogli di estendersi fino a un metro in più del normale, ma non era ancora finita: in corrispondenza del polso, dieci filamenti si staccarono dal mucchio di propri simili, allungandosi in avanti a tutta velocità. Quella mossa era studiata per poter raggiungere un'incredibile estensione nel giro di pochissimi istanti, poiché il braccio da solo avrebbe potuto raggiungere un massimo di un metro di estensione, ma facendo partire dieci filamenti neri in corrispondenza del polso, avrebbe aggiunto ben tre metri di estensione, per un totale di quattro metri. L'unico svantaggio fu che i proiettili lanciati dal mukenin erano un ventina, ed un altro riuscì a raggiungere il petto del giovane, che per un momento fu tentato di muoversi, ma così facendo avrebbe dato un vantaggio a Kusangi. Dunque rimase fermo, anzi, si abbasso leggermente sul petto per l'improvviso dolore, ma fece in modo di non muovere in braccio: fortunatamente il suo corpo essendo formato internamente da filamenti di fibre nere, aveva un'innaturale resistenza ai colpi contundenti, dunque fatta eccezione per il proiettile di sabbia che gli lasciò un taglio lungo il petto e quello che gli sfregiò la schiena, gli altri due che lo raggiunsero non crearono troppi danni, escluso il dolore del momento.
    Ad ogni modo, se Kerium fosse riuscito a raggiungere Kusanagi solamente col braccio (ipotesi improbabile) gli avrebbe afferrato saldamente la caviglia con la mano ed avrebbe sfruttato le fibre nere per avvolgergli le gambe ed il collo: in caso solamente le fibre nere fossero riuscite a raggiungerlo, quattro gli avrebbero avvolto le gambe, due il collo e due il petto e l'avrebbero violentemente tirato a se o immobilizzato. Ma nel caso in cui nemmeno quattro metri di estensione fossero riuscite a raggiungere il mukenin, avrebbe sfruttato le fibre nere per afferrare saldamente un albero e usando tali fibre come le corde di un fionda, si sarebbe scaraventato su Kusanagi, ovviamente ben armato di Tantò... e con una simile velocità di slancio, difficilmente l'avrebbe seminato.

    “ Spero tu sappia che appena ti avrò fra le mani... ti spezzerò le gambe... ”

    CITAZIONE
    Stato Fisico: Lieve taglio sulla schiena, taglio medio-lieve sul pettorale sinistro
    Statistiche: Genin Bianca, +25% precisione shuriken e kunai +25% abilità coi kunai nel corpo a corpo (perizia armi da lancio livello I)
    Stato Mentale: Forte desiderio di render invalido Kusangi
    Chakra: 70
    Tecniche utilizzate: Tecnica dell'Estensione delle Fibre Nere
    Tipo: Hijutsu
    Richiede: Controllo delle Fibre Livello 1
    Descrizione: Grazie a questa prodigiosa tecnica il ninja può far fuoriuscire dal proprio corpo le fibre nere e manovrarle a proprio piacimento. L'estensione delle fibre varia ovviamente a seconda del livello dell'innata, mentre la loro forza rimane sempre 1/5 di quella dell'utilizzatore. Possono essere usate per afferrare oggetti (di peso non superiore a katane) o per intrappolare gli avversari. La velocità delle fibre è quella dell'utilizzatore aumentata del 20%.
    Livello: C Consumo: 10
     
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  7. Ranuccio
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    Senza mani quel combattimento sarebbe stato molto, molto difficile. Aveva davanti un ninja di Kumo, per di più in possesso di una pericolosa Kekkei Genkai. Questi aveva schivato gran parte dei proiettili della sua Satetsu Shigure riportando pochi danni sul suo corpo, quindi aveva allungato gli arti superiori per catturarlo. Le sue braccia si erano divise a livello del bicipite, del gomito e del polso, rimanendo unite da filamenti neri. Difficilmente avrebbe potuto scappare in quelle condizioni. Rimanere sulla difensiva al momento non era la scelta più saggia: il suo piano di fuga originale era andato in fumo, e il suo avversario l'avrebbe raggiunto in poco tempo se avesse continuato a correre. Dunque, l'unica alternativa che gli rimaneva era combattere e tentare di mettere fuori gioco il nemico, per lo meno per il tempo che bastava a darsela a gambe.
    - D'accordo, allora diamoci dentro. Non trattenerti, mi raccomando.
    Sul suo volto c'era un sorriso, perchè dopotutto sgranchire un po' i muscoli intorpiditi gli faceva piacere. D'altra parte, per un uomo le cui aspettative di vita erano piuttosto brevi, tanto valeva gustarsi ogni secondo. "Beh... Con queste manette credo proprio che non potrò compiere sigilli", pensò cercando di muovere i polsi doloranti. Poco male. Avrebbe usato le gambe per il momento.
    Girati i tacchi, scattò in avanti, evitando le due mostruose braccia dirette contro di lui procedendo a zig zag. Anche se la sua forza non era eccezionale, la sua velocità non aveva niente da invidiare a quella degli altri shinobi e in un paio di secondi bruciò la distanza che li separava. Quindi, arrivato a un metro di distanza da lui, spiccò agilmente un salto, roteò su sè stesso, e infine tentò di colpire la testa dell'avversario con il tallone destro, quindi la sua spalla destra con il piede sinistro. I due calci erano slegati l'uno dall'altro, per cui schivarne uno non avrebbe pregiudicato la riuscita dell'altro. Giacchè le braccia del Genin di Kumo erano estese in modo innaturale, difficilmente avrebbe potuto ritirarle in tempo e utilizzare le mani per proteggersi. Ugualmente, in quelle condizioni presumeva che la sua agilità fosse diminuita, quindi era improbabile che riuscisse a schivare entrambi i colpi.

    CITAZIONE
    Stato Fisico: illeso
    Stato Mentale: concentrato
    Chakra: 65/100

    Vento della Foglia
    Tipo: Taijutsu
    L'esecutore, prende una corta e veloce rincorsa verso l'avversario, con un aumento di velocità del 10%. Una volta arrivato a circa un metro di distanza da esso, l'esecutore compie un salto, inziando a ruotare su se stesso in senso orario, arrivando così a sferrare sul volto o sul busto dell'avversario un potente calcio portato col tallone della gamba destra, poi, continuando a ruotare su se stesso, colpirà nuovamente il volto o il busto dell'avversario con il piede della gamba sinistra. Evitare il primo calcio non pregiudica l'esecuzione del secondo. La tecnica causa danni lievi.
    Consumo: 10
     
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6 replies since 25/4/2013, 23:06   147 views
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