Classe II A

per Rei

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    kage

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    Posta tu per primo, ti arriverà una lettera due giorni prima dell'inizio, ti preparerai e per le nove di mattina dovrai essere in classe. Il sensei non sarà ancora in aula.

    Cerca di essere il più descrittivo possibile, narra possibilmente in terza persona singolare e distingui con i colori tra 'parlato' 'pensato' 'narrato', descrivi l'arrivo della lettera e cosa fai prima di andare in accademia il giorno stesso.
    Buona fortuna. Cerca di postare più regolarmente possibile. Se non avete tempo scrivilo qui o manda un MP a me.
    Minimo primo post: 12 righe, Massimo: NULLO
    Ricordatevi che la promozione si baserà sulla bravura con cui posterai.

    -NO abbreviazioni;
    -NO post di poche righe
     
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  2. Eli-Eli
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    Rei

    Narrato
    Parlato
    "Pensato"
    Voce Aku


    E' buio, come al solito del resto. Ma questa oscurità è sempre così soffocante, fredda, orribile.
    Non si distinguono le forme e nemmeno i colori.. è come essere immersi in un colore a tempera. Tutto è colorato di nero.
    Gli occhi di smeraldo lo capiscono dopo un po'.. non è buio, è che le cose, tutto è colorato di nero. Tranne lei. Lei è come sempre nuda, color bianco.
    Un puntino bianco nel mezzo del nero.
    Ed eccoli.. gli artigli, i rami che si allungano e iniziano a graffiarla. Il sangue inizia a scorrere, troppo per quei miseri taglietti.
    E il colore nero inizia ad espandersi anche su di lei.. dai piedi, fino alle gambe.
    Lentamente l'avvolge, la corrode.
    I fianchi, la vita.. inutile correre, inutile dimenarsi.. perchè i piedi non si staccano dal terreno.
    Paura, paura, paura.
    Angoscia, ansia, panico, disperazione.
    Il nero arriva al torace, alla schiena.. le mani, le braccia, le spalle.
    Ansima, boccheggia come se stesse annegando.. in cerca di aria, in cerca di salvezza.
    Sposta il viso verso l'alto, come a catturare più aria possibile.. ma il nero arriva al collo sottile, ai capelli.
    Il nero entra nella gola, la lingua.. e corrode, colora, gli organi interni.
    Il viso, ormai perduto.
    Rimangono gli occhi.
    Ma è stanca, stanca.. senza forze.. non ce la fa a lottare.
    Chiude gli occhi, il nero l'avvolge.



    La giovane Rei aprì gli occhi di colpo, facendo respirare quegli smeraldi incastonati nel viso diafano.
    E' sudata, anche se la temeratura non è di certo estiva in casa sua.
    Distesa nel letto, la prima cosa che vede è il soffitto della camera.. sembra così lontano e perduto..
    Il petto si alza e si abbassa affannosamente, l'aria le entra nei polmoni sibilando, ed essi, avidi, cercano di trattenerla il più possibile.
    Distesa, cerca di spostare le mani lungo il materasso, come se fosse alla ricerca di qualcosa.
    Le luci sono accesse, strano, ma a lei piace dormire con la luce accesa.. o quanto meno deve esserci almeno una piccola lucina a darle conforto.
    Si alza, mettendosi le mani fra i capelli.. sconvolta e disorientata.. dove si trova? Che stava facendo? Scosta i ciuffi dal volto, e nel frattempo si guarda attorno, con gli occhi sgranati come due grandi dischi piatti.

    Ah.. giusto.. sono a casa mia.. casa mia..

    Sospira più volte, prendendosi la testa fra le mani, quindi ha un sussulto, come se si fosse ricordata di qualcosa solo in quel momento.
    Lo sguardo scatta veloce verso l'orologio.
    Sono le 8:13 del mattino.
    E lei come al solito ha dormito circa tre ore in tutta la notte. E' stanca, distrutta.. ma si alza lo stesso. Non dormirà più ormai, non dopo quell'incubo.
    Strascicando i piedi si dirige verso il bagno, per lavarsi il viso scosso con dell'acqua gelida.
    Sospira, godendosi quel contatto freddo con la pelle.
    Infine, come tutte le mattine, si ferma qualche minuto a fissarsi allo specchio.
    Non per vanità, ovvio.
    Per capire chi è.
    Il viso piccolo, dai lineamenti morbidi e delicati.. pallida, diafana come una bambola d'epoca.
    Gli occhi grandi e di quel colore verde accesso.. così espressivi, così confusi.
    E i capelli mossi.. lunghi fino alle spalle, di quel colore rosa, tranne sul davanti, che diventano azzurri.
    Un accostamento di colori che tuttavia non sta male.
    Eppure si guarda, e ancora non si riconosce.
    Toc-Toc-Toc
    Sobbalza, stringendo le dita sottiili sul bordo del lavandino, mentre a momenti il cuore si stacca dal suo posto per scattarle in gola.
    Qualcuno ha bussato, e la dodicenne non perde tempo, non si guarda nemmeno attorno. Muove i suoi passi meccanici verso la porta ed apre.
    Non c'è nessuno. Nessuno.
    Guarda più volte.. ma niente. Solo a terra, davanti alla porta, vi è una lettera.
    Perplessa, rimane un attimo immobile.. qualche scherzo? Eppure si accuccia, allungando le manine tremanti verso la busta, raccogliendola.
    Strano.
    Rientra in casa, posandola sul tavolo della cucina.
    Strano.
    Non ha mai ricevuto lettere.
    Se ne sta in piedi ad osservare la busta.. vestita con un paio di mutande e una canotta, entrambi gli indumenti sono azzurri.
    La guarda, allunga una mano.
    Poi ci ripensa e la lascia lì.
    No, non la aprirà per il momento.
    La giovane quindi preferisce darsi ad altre mansioni.. turbata dall'incubo e dall'arrivo di quella lettera.
    Così, senza alcun motivo particolare.
    Non mangerà a pranzo, se non qualche fettina di affettato, giusta una o due. E non farà nient'altro di interessante.
    Non uscirà di casa, si limiterà a disegnare tutto il giorno.
    Disegna quello che vuole. Disegna quello che sogna, e se per caso ricorda qualcosa.
    Disegna gli animali. I gatti e i serpenti soprattutto.
    Le piacciono quegli animali.. molto spesso però ha incubi con dei serpenti.
    Sospira, è sera.
    Lo sguardo si posa nuovamente su quella busta.
    La lettera rimarrà su quel tavolo anche quando la giovane Rei andrà a coricarsi nella sua stanza. pronta per un'altra notte insonne.

    Il mattino dopo arriva con un flash.
    Scatta seduta, senza preoccuparsi della testa che inizia a girarle per il brusco risveglio.. come una pazza, corre, ansimando, verso la cucina.. lasciando perdere i suoi riti mattutini.
    La calma non c'è più, ora c'è solo ansia e preoccupazione.
    Le mani febbrili afferrano la lettera, e con degli scatti nervosi, le dita si agitano per aprirla.

    L'accademia! Mi ero iscritta in accademia! Che stupida!

    E finalmente riesce a leggere quelle righe.
    Si era scordata dell'accademia, si era scordata che iscrivendosi avrebbe dovuto aspettarsi una lettera di convocazione.
    E magari il suo indugiare l'avrebbe fatta arrivare in ritardo.. se non addirittura saltare il giorno previsto.
    L'ansia, però, lentamente scema.. non sarà in ritardo, e nemmeno salterà la lezione.
    Sospira, mentre un delizioso sorriso si dipinge sulle sue labbra perfette.. la lettera viene stretta delicatamente al petto, e il viso alzato verso il soffitto.
    I capelli cadono silenziosi alle sue spalle.. e gli occhi vengono chiusi. Un'espressione beata e rilassata.
    Sorride.. mentre la gioia e la felicità, irradiano il suo corpo dall'interno.. come un piacevole calore.

    Si.. Si! Si! Si!

    Inizia a saltellare per la casa, tenendosi stretta al petto quella lettera.. si, era la sua lettera, la sua convocazione, l'inizio della sua vita.
    E dalla gioia nascono le risate.
    Le risate felici ed infantili.. quelle cristalline, che ti fanno sembrare il mondo leggermente più bello e magnifico.
    E gira la giovane Rei, gira su se stessa, salta, ride.. è felice.
    Ma si deve preparare, ha davvero poco tempo. L'indomani deve alzarsi presto, prepararsi con calma ed arrivare puntuale.
    La giornata la passa come il giorno prima, l'unica differenza è che mangia un poco di più, e che sul suo viso c'è gioia e un dolce sorriso che mai l'abbandonerà fino a sera.
    Assolutamente sola nel suo mondo.
    Già.. perchè lui non le avrebbe mai permesso di intraprendere quella carriera. Fortuna che è morto.

    Già.. che fortuna, eh?

    E quella voce dentro alla testa della piccola Rei.. ancora non sa se sia la sua immaginazione, ma è sempre più convinta che si tratti di un'altra ragazza.. uguale a lei solo del fisico, ma dentro la sua testa.
    Quella voce divertita e sadica.. che le attraversa il cervello come una fredda lama.
    E quello che basta per rovinarle la nottata.. per farle vivere altri incubi.

    E quando si dice sfortuna.
    Per l'unica volta che si doveva svegliare presto, eccola che fa le cose di fretta. Sono le otto e mezza, e ha solo mezz'ora per prepararsi.. lavarsi, vestirsi e correre in accademia.
    Si veste con la sua canotta fucsia munita di pois bianchi, pantaloncini corti di jeans sfilacciati e calze nere strappate in più punti.
    Sopra si mette una felpa, tenendo al cerniera aperta.
    Si guarda più volte allo specchio.. cerca di nascondere ogni cicatrice che si porta dietro sul proprio corpo.
    Quelle sulle braccia e ai polsi dovrebbero essere coperte bene dalla felpa.. mentre quelle sulle gambe sono coperte dalle calze.. che anche se sono strappate dovrebbero essere perfette.
    Le uniche cicatrici che si vedono sono quelle sul collo e sul petto.. quella parte di pelle diafana che la maglietta non può coprire.
    Infine i lividi sulle mani.. violacei sulla parte esterna, dalla parte dei mignoli.
    Per non parlare delle nocche sbucciate.
    Sembra che abbia fatto a pugni.
    Sospira.. in preda all'ansia.. davvero vuole farsi vedere conciata in quel modo? Solo in quel momento ci pensa.
    Ma ormai è troppo tardi per ripensarci.. esce di casa ed inizia a correre verso l'accademia, sperando con tutto il cuore di non arrivare in ritardo.
    Corre veloce, senza guardare nessuno, tenendo gli occhi bassi.. alzandoli di tanto in tanto per vedere quanto manca.
    Quando finalmente arriva.. si prende qualche minuti all'ingresso per riprendere fiato.
    Minuta, gracile.. piegata sulle ginocchia con le mani su di esse.. respira rumorosamente per riprendere il respiro.
    La felpa le fa decisamente grande.. infatti di tanto in tanto qualche lato cade, lasciandole nuda una volta una spalla e una volta l'altra spalla.. rischiando di mettere in mostra qualche cicatrice di troppo.
    Una volta calmato il battito cardiaco.. si guarda in giro alla ricerca di un'orologio.. è in orario. Perfetto.
    La ragazzina sorride, soddisfatta e sollevata.. quindi si dirige verso la classe che le è stata detta nella lettera: II A.
    Ci impiega un po' a trovarla, ma per fortuna le mancano più di dieci minuti alle nove.
    Una volta trovata.. scopre che la porta è aperta. Bussa timidamente e fa capolino con la testa.
    Ma non c'è nessuno.

    Ovvio.. sono in anticipo..

    Sussurra tra sè e sè, quindi fa la sua entrata nell'aula, andandosi a sedere nella fila in fondo alla classe.
    Ultimo banco. Le piace stare nascosta.
    Man mano che le nove si avvicinano, l'ansia e la paura crescono.. cerca di farsi sempre più piccola.. mentre aspetta il sensei.. col cuore in gola.
    Sarà in grado di farcela?
     
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    kage

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    Light Nara stava camminando tranquillamente lungo i corridoi bianchi dell'Accademia, nonostante fosse in vistoso ritardo. Nonostante ritenesse il mestiere di insegnante una vera e propria perdita di tempo, questi erano i comandi dell'Hokage, e non era permesso disobbedire. Erano ormai quasi 3 anni che insegnava li. In seguito alla sua esperienza maturata sul campo, veniva chiamato come Sensei, e avrebbe dovuto addestrare stupidi marmocchi da quel momento in avanti, sotto un non troppo lauto stipendio mensile. Tuttavia, nessuno gli impediva di arrivare in vistoso ritardo.
    Come al solito, era vestito con un paio di pantaloni neri, una maglia dello stesso colore e il giacchetto distintivo dei Jonin. Il coprifronte, legato al braccio. Si domandava che tipo fosse il nuovo studente. Non che gli interessasse più di tanto, visto che i ragazzi che istruiva ormai sembravano tutti uno uguale all'altro. Sperava, se non altro, che fosse un tipo sveglio, in grado di recepire in fretta le lezioni sul controllo del chakra, sull'uso delle armi e sui fondamenti ninja e di resistere ai duri allenamenti. Si passò una mano fra gli scompigliati capelli color avorio togliendoseli dal viso. Era arrivato alla sua nuova classe. La II A. Aprì la porta e si sedette alla cattedra, lanciando una occhiata di sfuggita ai nuovi allievi. Scrisse qualcosa sul registro, poi lo chiuse e ripose la penna sul tavolo. Alzò gli occhi ghiaccio ed inquietanti ormai famosi per la loro durezza e li guardò, questa volta piuttosto attentamente. Il suo volto dai lineamente fini e puliti assunse per qualche secondo un'aria concentr!ata, poi tornò annoiato. Dopo quasi un minuto di ininterrotto silenzio si presentò:
    - "Piacere, sono Light Nara, Jonin del Villaggio della Foglia. Per qualche tempo sarò il tuo Sensei. Allora, presentati a tua volta e dimmi per quale motivo vuoi diventare ninja."
     
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  4. Eli-Eli
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    Narrato
    Parlato
    "Pensato"
    "Voce Aku"
    Parlato Aku


    L'aula non tardò a riempirsi di altri ragazzi e ragazze che, come lei, dovevano affrontare l'inizio del loro viaggio formativo.
    Rei li osservava, ma non si soffermava mai su nessuno in particolare.. non voleva attirare troppo l'attenzione su di sè, era una cosa che preferiva non fare mai.
    Restava seduta composta, seduta al banco dell'ultima fila.
    Piccola e minuta, sperava persino che chi si sarebbe seduto di fronte a lei, l'avrebbe coperta con la sua stazza.
    L'ansia continuava a tormentarla.. non era mai uscita troppo spesso per le strade di Oto, figurarsi socializzare con altre persone.
    Era una cosa che non aveva mai fatto.
    Precisamente.. non aveva la minima idea delle convenzioni sociali, basava tutte quelle cose solo sul suo istinto.
    Nessuno le aveva insegnato l'educazione. Nessuno le aveva detto come parlare con la gente.
    Quello che la ragazzina poteva fare era basarsi sulla sua empatia con gli altri.
    Relazionarsi ed agire come lei vorrebbe che le persone facessero con lei.
    Semplice. Efficace. Lineare.
    Il panico continuava.. tanto che iniziò a tormentarsi le dita sottili tra di loro, tenendole nascoste sotto al banco.
    C'era troppa gente.
    Aveva imparato a leggere e a scrivere da sola, con l'aiuto di qualche libro. Certo l'uomo che l'aveva accolta le aveva insegnato qualcosina.. quel qualcosa che lei aveva usato come base.
    E poi c'era Aku che, difficile crederlo, ogni tanto l'aiutava.
    Era strana, lei.. non si sapeva mai se fosse amica o nemica.
    Sospirò.. il tempo per far divagare i pensieri era scaduto.. il sensei entrò in aula con la velocità di un fulmine e subito si sedette alla cattedra.
    La giovane Rei alzò timidamente lo sguardo, giusto per osservare chi si trovava davanti.
    Osservò l'uomo. I lineamenti del viso, i capelli, il vestiario.. ma si soffermò soprattutto sull'espressione degli occhi e sul suo copri fronte legato al braccio.
    L'ansia aumentò a dismisura.
    Avrebbe dovuto salutare? Sarebbe dovuta rimanere in silenzio?
    Decide di adeguarsi alla classe.
    Rimase quindi in silenzio, limitandosi ad osservare gli altri.. dalla fila dell'ultimo banco, poteva avere una visuale migliore.
    Quando ritornò con gli occhi verdi e speranziosi sul Sensei.. se ne pentì all'istante.
    Ghiaccio. C'era ghiaccio nei suoi occhi. Duri quanto il diamante.. tanto che poteva avvertire il freddo avvolgere quella stessa classe.
    Era quello che non voleva. Odiava quello sguardo.
    Abbassò all'istante lo sguardo.. si fece piccola, piccola.. timida, isolata, timorosa.
    Quando il Sensei parlò.. Rei si stampò nel cervello il suo nome e la sua provenienza.
    Konoha? Perchè un Jonin di Konoha doveva insegnare a Oto? Non ne sapeva molto di geografia e politica... o tutte quelle cose lì.. ma perchè?
    Uno dopo l'altro.. gli alunni si alzavano per rispondere alla richiesta del Sensei.
    Ma Rei non ne ascoltò nemmeno uno.. era persa nel terrore della propria mente.
    Non voleva incrociare mai più quello sguardo.. non voleva trovarsi lì, in quel momento.. insieme a tanta gente sconosciuta.
    Il buio.
    Mai come in quel momento aveva desiderato tanto essere accolta dalle tenebre.
    Il freddo.
    Voleva non essere lei ad affrontare tutto quello. Voleva non essere lei ad alzarsi e parlare davanti a tutti.
    Voleva che per una volta.. fosse l'altra a prendere le redini.
    Il cuore le batteva all'impazzata.. tanto da farle mancare il respiro.. tanto da farla sembrare ancora più pallida.
    Una gomitata leggera la fece sobbalzare.
    Il suo vicino di banco le fece un segno sprezzante con la testa. Era il suo turno.
    Prese un profondo respiro.. e si alzò.
    Tutto girava intorno a lei.
    La testa le pulsava dolorosamente, il respiro mancava.
    Passò a rassegna tutti i presenti.. per poi, ahimè, soffermarsi sul Sensei.. l'autorità.

    Mi chiamo Rei, sensei..

    Parlò dopo un silenzio di qualche secondo, forse un minuto.. un minuto che per lei sembrò essere stato infinito.
    Cercava di trovare le parole, ma nella sua testa non riusciva a formulare un pensiero decente.
    Stava male. Voleva sparire.
    Il tono era troppo basso.

    "Alza la voce, scema."

    Aku. Quel suo riproverò le si conficcò di nuovo nel cervello.
    Forte. Caldo. Bollente. Gelido.
    Una voce che solo lei poteva udire.. racchiusa nella sua testa. Imprigionata, mentre scalpitava per uscire.
    Non ora. Non in quel momento. No.
    Rei prese un respiro ancora più profondo.. chiuse gli occhi.. e ci riprovò.

    Mi chiamo Rei, signore! Vorrei diventare ninja per proteggere il mio villaggio, certo, proteggere chi non può essere protetto.. ma soprattutto vorrei compiere un viaggio formativo per me stessa. Rispondere a diverse domande a cui ora come ora, non ho risposta. Diventare ninja.. non significa per me assumermi solo responsabilità e diveri verso il mio villaggio.. ma significa soprattutto diventare qualcuno. Riuscire.. a capire chi sono.

    Il tono bello alto. Determinato e sicuro.
    Sarebbe durato almeno fino a metà del discorso.. poi l'ansia e la consapevolezza di stare parlando troppo, iniziò a seccarle la gola.
    I pugni si chiusero forte.. e cercò di conficcarsi le unghie nei palmi delle mani.. a sangue.
    Verso al fine.. la sua voce era già ritornata ad essere flebile.
    Sincera, ma timida.
    Era emersa con lo slancio datole da una scarica elettrica al cervello.. ma finita l'adrenalina, rimaneva solo lei.

    Ehm.. scusi.. perchè lei che è di Konoha.. insegna qui a Oto? Non ci sono Sensei qui da noi?

    Ingenua e stupida. Ma nessuno l'aveva domandato, e forse per tutti era chiaro il perchè alla sua domanda.
    Ma lei non sapeva.. a lei non era mai stato detto nulla.
    Nell'aula solo silenzio. E lei.
    Solo lei, lo sguardo di tutti puntati sulla sua minuta figura.. e lo sguardo duro del Sensei.
    Lei.. e una risatina gelida e divertita nella sua testa.
     
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    kage

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    Seguì seppur senza un particolare interesse le motivazioni che li avevano spinti ad intraprendere quella tortuosa strada. Quindi, ne tracciò i profili psicologici.
    Il sensei riflettè un attimo su come portare avanti la lezione, gettando a sua volta lo sguardo sul muro bianco. Decise che avrebbe optato per una brevissima introduzione generale, includendo anche la risposta alla domanda alquanto insolita della minuta ragazzina, per passare così subito dopo al chakra. Non avrebbe posto quesiti ne verifiche scritte, in fondo queste erano nozioni che l'allievo non era tenuta a conoscere. Certi studenti imparavano a memoria pile di libri sull'argomento solo per vomitargli addosso infinite e noiose spiegazioni; si trattava degli stessi che, durante le esercitazioni pratiche, fallivano clamorosamente.
    Il suo sguardo si spostò nuovamente sulla classe, gli studenti erano tutti seduti attenti a ciò che avrebbe spiegato. "Come ben tutti, o quasi, sapete la nuova geografia del mondo ninja è molto cambiata nell' ultimo decennio, infatti i confini di molti villaggi sono cambiati. Soprattutto per quanto riguarda questo Paese." Si fermò, nella mente ancora le immagini di quanto accaduto poco tempo prima. Orochimaru aveva fatto scoppiare una guerra che solo grazie all' intervento dell' elitè non divenne mondiale. Vi erano state numerose vittime, purtroppo anche alcuni civili ci avevano rimesso la vita, non tutti erano riusciti a scappare da Oto quando Konoha e Kumo iniziarono a far evaquare il villaggio prima di attaccarlo. Ed ancora una volta la Serpe bianca era riuscita a scappare... Merda...
    Sul volto dello Shirokage una smorfia di rabbia sembrò comparire per un breve istante prima di risparire con il riesumarsi della spiegazione. "Dopo quanto accaduto Konoha ha deciso di aiutare la rifondazione del vostro paese gestendo l' arruolamento delle nuove reclute, almeno finchè non si riuscirà a creare un nuovo e solido governo". Si stoppò nuovamente, avrebbe atteso qualche secondo per cambiare argomento e passare ad uno più consono a loro.
    - Ora il chakra - iniziò, così la spiegazione delle basi ninja - è l'energia fondamentale che scorre all'interno del nostro corpo. Essenzialmente, è un misto fra l'energia presente in ogni cellula e l'energia spirituale acquistata con l'esercizio e l'esperienza. Scorre liberamente nel nostro corpo, e la maggior parte degli esseri umani non è in grado di gestirlo. Come ninja, dovrai imparare invece a controllarlo a tuo piacimento, sia per rafforzare i tuoi muscoli, sia per eseguire Tecniche, impastandolo e rilasciandolo.
    Fece una piccola pausa, in modo che la spiegazione si imprimesse nella mente degli studenti. Probabilmente per loro questo era un concetto nuovo, ma ben presto avrebbero preso confidenza.
    - Questa è solo un accenno delle grandi proprietà del chakra. Sappiate, tuttavia, che il chakra è presente in ogni persona in una quantità limitata e ben definita, terminata la quale si trova la morte. Non solo: man mano che la vostra riserva di chakra diminuisce, la stanchezza fisica aumenta, finchè sarete pressochè impossibilitati a muovervi.
    Il sensei si alzò e si diresse verso l' uscita dell' aula per immettersi nel lungo corridoio - "Ora vi farò vedere alcuni impieghi dal chakra in maniera pratica", svoltò a destra passando di fronte a una fila di aule. Quindi, raggiunse una grossa porta a vetri che dava sul cortile. La aprì e fece cenno ai ragazzi di uscire all' aria aperta.
    - Dopo di te.
    Il cortile era un ampio spiazzo di terra creato appositamente per ogni esigenza degli insegnanti. C'era un piccolo lago, nel centro, qualche albero sulla destra, sulla sinistra manichini per l'addestramento nel Taijutsu e infine diversi bersagli dalla parte opposta all'ingresso. Il sensei si diresse verso il laghetto - uno specchio d'acqua dal diametro di sei metri e profondo un metro circa - continuando a parlare.
    - La maggior parte delle cose che vi interessano sapere sul chakra le imparerete con le esercitazioni pratiche. Scordatevi noiose lezioni e verifiche scritte, perchè mi annoiano troppo. Preferisco farvi passare subito a questo.
    Pronunciò l'ultima parola proprio come se fosse stata scritta in corsivo, indicando con l'indice della mano sinistra i suoi piedi. Mentre stava completando le ultime spiegazioni, infatti, con disinvoltura aveva iniziato a camminare sull'acqua. Il peso del suo corpo non l'aveva fatto sprofondare, incredibilmente, ed anzi egli se ne stava nel mezzo della pozza come se si fosse trovato sulla terra ferma.
    - Ora vi potrà sembrare assurdo, ma gli shinobi sanno fare molto peggio. Essenzialmente, dovete concentrare il chakra dirigendolo verso i piedi, e qui formare una patina che vi permetterà di rendere solida e compatta l'acqua sottostante, permettendovi di non cadervi all'interno. Detto così è un po' difficile, me ne rendo conto... Per facilitarti le cose, cercate di visualizzare dentro di voi il flusso del chakra, chiudendo gli occhi. Immaginate che il vostro centro si trovi all'altezza dell'ombelico e dirigiate le energie verso gli arti inferiori. Una volta fatto questo, provate a pensare di concentrarne parte a livello delle scarpe, come una seconda suola. Dovete riuscire a equilibrare il peso del corpo con la densità dell'acqua sottostante: se mettete troppo chakra o ne usate troppo poco vi farete un bel tuffo.
    Aveva cercato di essere il più esaustivo possibile. Aveva addestrato parecchi studenti fino ad ora, e quello era il modo più semplice per riuscire a farle completare l'esercizio. Certo, gli sarebbe richiesti più tentativi, ma in qualche giorno sarebbe stato spontaneo come camminare. Inoltre, tramite le ripetute prove, la loro riserva di energie sarebbe calata, insegnando anche l'affaticamento che ciò portava. Si posizionarono su diverse file, 3 ragazzi avrebbero tentato simultaneamente l' esercizio fino al completamento per tutti del primo e secondo tentativo.
    La ragazzina minuta che ad inizio lezione aveva posto la domanda al Sensei si posizionò in una delle ultime posizioni. Light si avvicinò ad essa, la voce sarebbe stata gentile - Avanti, prova! - concluse, accennando un sorriso. Aveva un buon presentimento.


    CITAZIONE
    Provaci due volte senza riuscirci, in entrambi i casi cadrai nel lago. Il procedimento è quello spiegato sopra, eventuali variazioni sono a tuo piacimento (ma non allontanarti troppo da ciò che Light ha spiegato). A te!
     
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  6. Eli-Eli
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    Narrato
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    "Pensato"
    "Voce Aku"
    Parlato Aku


    Ecco.. la sua figura l'aveva fatta. Rei era riuscita a passare per l'ignorante del gruppo.
    Piccola ed insignificante. Ma cosa c'era di strano? Non era quello che la ragazzina voleva? Passare inosservata.
    Eppure quegli sguardi divertiti e da derisione le facevano davvero male.
    Le penetravano la carne, le ossa.
    Quegli occhi freddi e divertiti.. uniti alla risata sghignazzante della voce dentro alla sua testa.
    Rischiava di impazzire. Rischiava una crisi di nervi.
    La pressione, l'ansia, l'imbarazzo.
    Fortunatamente il Sensei iniziò la lezione e quindi le sue parole riempirono il suo martoriato cervello.
    All'inizio le sue parole arrivavano lontane alle sue orecchie.. distratta, come se si dovesse ancora riprendere dalla brutta figura di prima.
    Ma lentamente le nozioni sul chakra sembravano infilarsi subdolamente nella sua mente.. attirandola come una farfalla verso una ragnatela.
    Le parole del sensei risultarono interessanti.. stranamente interessanti.. forse per la prima volta la ragazzina scoprì la bellezza della cultura.
    Imparare qualcosa di nuovo era stranamente meraviglioso per lei.. mentre gli occhi sembravano diventare sempre più grandi, carichi di stupore e felicità.
    La schiena si fece dritta.. incurante ormai di voler passare inosservata.. si ritrovò ad allungarsi nel suo posto in modo da poter osservare meglio il sensei.
    Si rimproverò per aver scelto un posto così lontano.
    Erano affascinanti tutte quelle nozioni.. e cercò di memorizzarsele al meglio.
    Non aveva aperto libro prima di andare in accademia.. certo, qualcosina l'aveva letta.. ma non era brava a leggere e quindi non si impegnava più di tanto nello studio.
    Ma se si trattava di ascoltare.. allora era diverso.
    L'ascolto era okay.
    La distraeva, la impegnava.
    Passare alla parte pratica era di certo la cosa migliore per la giovane dagli occhi verdi.
    Sorrise.. sussultando un attimo sulla sedia per via dell'eccitazione.. e quindi seguì tutti gli altri quando si alzarono dal proprio posto per seguire la strada indicata dal sensei.
    Iniziò a trotterellare cercando di mantenere il passo degli altri.. così.. carina e sorridente.
    Una piccola pulce intenta a seguire un branco di ragazzini..chi emozionato come lei, chi indossava la propria faccia da superiore e da 'so tutto io'.. e chi invece pareva persino annoiato.
    Lei, dal canto suo, non vedeva l'ora di mettere in pratica quello che aveva appena ascoltato.
    Aveva una forma di energia dentro di sè? Il chakra? E davvero le avrebbe permesso di eseguire tecniche? Non ci poteva ancora credere.
    Ignorante ed ingenua.

    Quel laghetto era veramente stupendo.. limpido e piatto.. Rei non aveva mai visto nulla di più bello ed intenso.
    Ci perse minuti ad osservare quello specchio d'acqua.. perdendosi l'introduzione del sensei, ovviamente.
    Mentre osservava il lago.. le parole del ragazzo le entravano nella mente placidamente.. proprio come quell'acqua.
    Rei preferiva guardarsi attorno ed ascoltare con attenzione, senza perdersi nessuna di quelle importanti parole.
    Quando riportò lo sguardo sul sensei, quindi, non riuscì a trattenere un piccolo urletto di stupore.

    Ah!

    Stupita, esterrefatta.. senza parole.
    Il sensei se ne stava sulla superficie dell'acqua, e ci camminava pure!
    Decise che avrebbe voluto farlo anche lei. E non era proprio per quello che si trovavano lì fuori?
    Si posizionarono su tre colonne.. e per quanto il tempo sembrava passasse veloce, alla piccola Rei sembrava comunque infinito.
    Stare lì ad aspettare il suo turno non faceva altro cheaumentare la sua anzia.. tuttavia il sensei la raggiunse, rivolgendole poche.. ma efficaci parole.
    La ragazzina sorrise timidamente, annuendo.. l'aveva imbarazzata, certo, ma il suo incoraggiamento le fece molto piacere.. dandole quel pizzico di fiducia in più che forse le sarebbe bastato per fare una mediocre figura.
    Si avvicinò al bordo del laghetto.. quindi chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi al meglio.
    Cercò di visualizzare il chakra all'interno del proprio corpo.. un flusso lento, placido.. pacifico..
    Come un fiume, intento a scorrere nel proprio letto.
    Cercava di avvertirlo dentro di sè.. cercava di avvertire il suo scorrere, l'energia che imbeveva il suo giovane corpo.
    La immaginò come un'energia posta al centro del ventre.. intenta a concentrarsi sempre di più.
    Come se ci fosse una specie di diga a tenerla confinata in quel punto.. e una volta che la diga viene aperta.. ecco che il flusso di chakra è libero di scorrere veloce lungo gli arti inferiori.
    Le gambe, i polpacci..via, via.. scorre verso i piedi.
    L'unico interrogativo era la quantità di chakra da usare? Non aveva idea di quanto dovesse impiegarlo nei piedi.
    Concentrandosi cercò di formare quella patina di chakra sulla pianta delle scarpe.. come aveva visto ai piedi del sensei.
    Cercò di concentrare una quantità che non fosse troppa.. non voleva disperdere troppa energia.
    Così mise un piede.. piano, prima per saggiare l'acqua.. ed infine il secondo piede.
    Tremolò qualche secondo.
    Poi cadde giù nell'acqua come una pera cotta.

    Aaaah!!

    Cacciò un urlo per la sorpresa.. iniziando ad annaspare in preda al panico.
    Fra tutte quelle cose che nessuno le aveva insegnato.. il nuoto rientrava fra quelle.
    Ed eccola lì la piccola Rei.. intenta a bere un poco d'acqua ed ad afferrarsi sul bordo del laghetto.. sulla riva.
    Annaspando, ansimante.. e tossendo.. la ragazzina riesce a tirarsi fuori dall'acqua per poi restare in ginocchio.
    E dire che l'acqua non era nemmeno tanto profonda.
    Si mette ben presto in piedi, guardandosi nervosamente intorno, cercando di non creare fin troppa scena fra gli alunni.
    Le risatine le arrivano chiare alle orecchie, come pugnalate alla schiena.. ma cerca di non badarci.

    Uhm... be... poco chakra..

    Rossa in viso.. come un pomodoro.. ma di certo non intenzionata a mollare proprio in quel momento.
    Leggermente sfiduciata ed imbarazzata per la figura, eccola che ritenta la concentrazione.
    Il chakra al centro del suo ventre.. che via via si distribuisce lungo le sue gambe ed infine verso la pianta degli anfibi che porta ai piedi.
    Come un cuscinetto.
    Come una seconda suola.
    Più chakra di prima.. molto di più. Non vuole rischiare di mettercene troppo poco.
    Ancora, ancora di più. Ed eccola che riprova.
    Questa volta non deve nemmeno aspettare qualche secondo.. in verità non fa in tempo nemmeno a mettere il secondo piede sull'acqua.
    Questa volta la giovane Rei cade nuovamente nel laghetto.. di testa.
    Ma questa volta Rei non si perde ad affogare nelle acqua disturbate.. si affretta ad uscire dall'acqua e a mettersi da parte.
    Solo in quel momento si lascia cadere sulle ginocchia.. completamente desolata.
    La disperazione prende possesso della sua testa.. zuppa dalla testa ai piedi.. come un piccolo pulcino bagnato.
    I capelli appiccicati al delicato viso.. e i vestiti impregnati sgocciolano sul terreno.

    Uff...sono una frana..

    Sussurra appena, al limite del piagnucolamento.
    Sfiducia e convinzione di non farcela.. ecco cosa sta provando in quel preciso istante.
    Mentre in fondo, dentro di lei.. nascosta nell'ombra della sua mente.. qualcosa inizia a smuoversi.. come attirata da tutta quella sua mal sopportazione.
    Pensieri non suoi, sentimenti completamenti diversi.. sono ancora piccoli e lontani.. ma di sicuro stare ferma ad autocommiserarsi servirà a farli diventare sempre più forti.
     
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    kage

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    Controllava ogni loro minimo movimento, anche il più piccolo. Persino le singole smorfie del viso. Stava completando il loro profilo psicologico, doveva capire se i ragazzi che aveva davanti sarebbero diventati qualcuno o come molti sarebbero rimasti nell' anonimato.
    "Ritentate, così non ci siamo ancora. Non avete concentrato correttamente il chakra nei piedi. Come vi ho detto prima, dovete lasciarlo fluire, in giusta quantità, fino agli arti inferiori, in modo che crei una patina compatta sotto le suole delle scarpe. La concentrazione è fondamentale.
    Avanti riprovate."


    Questa volta ci riesci
     
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  8. Eli-Eli
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    Le parole del sensei erano lontane ed ovattate.
    Con movimenti meccanici, da automa.. la ragazzina mantiene lo sguardo verde perso nel vuoto, in uno stato catatonico.
    Non si era mai messa in gioco come in quel momento, e non pensava fosse qualcosa di così difficile per lei.
    Lentamente le mani delicate si muovono sui vestiti, andando a strizzarli in modo da eliminare l'acqua in eccesso.
    Dai vestiti.. poi passa ai capelli, strizzandoli.
    Gli occhi, nel frattempo, vuoti.. si posavano su ogni studente. Uno ad uno li osservava con gli occhi dell'altra.
    Tutti stavano avendo i loro primi insuccessi.
    Nessuno, a quanto pare, ce l'aveva ancora fatta.
    Un sussurro.. delicato e gelido.. iniziò a graffiarle il cervello con artigli piccoli, sottili.
    Il piccolo corpicino inizia a tremare.
    Impotente.
    Da sola davanti al buio.
    Nel suo stato catatonico.. in bilico tra la lucidità e la follia.
    Si alza dal suolo, camminando senza proferire parola.. fino ai bordi del laghetto.
    Lo sguardo si trova lontano in quel momento. Perso ai limiti del suo oblio interiore.
    Gli occhi vengono chiusi lentamente.. con calma, una tranquillità che potrebbe sembrare snervante.
    Il respiro viene calmato, regolarizzato. Si concentra sul respiro, rilassando ed isolandosi da tutto il resto. Da tutto ciò che la circonda.
    L'energia scorre dalle cellule.. concentrandosi più che può, cerca di confluire quell'energia al punto centrale del ventre.
    Cerca di avvertirla, senza fretta.. con calma, pacata.
    Una volta che si sente sicura.. una volta che si sarebbe abituata ad avvertire quell'energia dentro di lei.. ecco che cerca di farla scorrere verso le gambe.
    Incalana il chakra, lo spinge, si concentra per farlo passare nei piedi.
    Isolata da quell'ambiente, isolata dagli altri alunni.. si visualizza.
    Solo lei e il lago.
    Solo il suo chakra e la superficie dell'acqua.
    Cerca di concentrare una quantità di chakra sulle piante delle sue scarpe.
    Dei cuscinetti.. alimentati da una quantità di chakra che non sia nè troppa nè troppo poca.
    Cerca, concentrandosi, di trovare una via di mezzo per la quantità di chakra.. regolandosi in base ai due primi tentativi.
    Senza fretta.
    Ci impiega il tempo che le serve. E solo quando si sentirebbe pronta.. eccola avanzare i primi passi.
    Prima il piede sinistro.. poi il destro.
    Occhi chiusi, sempre concentrata al massimo, cerca di trovare equilibrio fra lei, i suoi piedi, i cuscinetti di chakra e la superficie dell'acqua.
    Camminerebbe.. sperando che quel suo terzo tentativo vada per il verso giusto.
    Ancora non lo sa.. immersa in quel suo stato meditativo.
    O catatonico. Comunque sia sembra totalmente isolata dal mondo esterno.
     
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    kage

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