Missione livello C

per Rei

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    kage

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    CITAZIONE
    Il tuo compito sarà quello di recuperare il fuggitivo prima che oltrepassi i confini del villaggio di Konoha e del Paese del Riso. Non si tratta di uno shinobi di alto livello quindi il tuo intervento dovrebbe bastare. Il mukenin si presenta come un ragazzo sui ventanni barba incolta, capelli ed occhi neri. Fisico slanciato ed atletico, sull' 1.80m.
    Si troverà in una angusta taverna a riposare e cibarsi. Insieme a lui vi saranno altri criminali di bassissimo rango ma dato il numero non ti conviene trovarteli tutti contro.
    Ricompensa: 200 ryo
     
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  2. Eli-Eli
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    Narrato
    Parlato Rei
    Pensato Rei
    Voce Aku
    Parlato Aku


    Freddo. Tutto è nero ed immerso nel gelo più totale.
    Un gelo che si insinua nelle ossa.. pungente, doloroso, maligno.
    Perchè ho così freddo? Perchè sento il vento ferirmi il viso?
    Non so dove sono.. non so nemmeno chi sono.
    Strano. Terrificante.. ma mi dona pace.
    E' tutto nero e freddo intorno a me.. faccio parte dell'oscurità stessa, io sono il gelo.
    Ma non ho paura, non mi sento soffocare.
    Sono persa, ma so di non essere sola. Davanti a me vedo me stessa.
    E' lei, la riconosco. Non provo rabba.. ne paura.. ne tanto meno odio.
    La amo. L'ho accettata.. è mia amica.
    Siamo in sintonia.
    Mi sorride, con quel suo solito ghigno.. e mi tende la mano.
    La osservo. Mi piace.
    E' tutto così tranquillo.. mi sento forte e potente.
    Allungo la mano verso quella dell'altra me stessa.. il rosso sta avanzando, mangiando il colore nero intorno a noi.
    L'oscurità è finita.. ora c'è solo il rosso scarlatto del sangue.
    Avanza, inzozzando i nostri piedi.. il suo profumo è delizia per i sensi.
    Sorrido.. afferro saldamente la mano di Aku..



    Gli occhi verde smeraldo della ragazzina si aprono lentamente.. stranamente non è sudata, non si risveglia in un letto di sudore. Il battito cardiaco è normale, la testa non le fa alcun male.
    Un sogno non un incubo.
    Oppure è quello che la sua mente vuole farle credere.
    Si alza, dirigendosi come un automa verso lo specchio del bagno, e lì può ammirare i propri capelli mossi.. color rosa ciliegio, tranne delle ciocce davanti che sono di un colore azzurro cielo.
    La pelle del viso cadida e delicata.. perfetta per quei suoi lineamenti fini e dolci.
    Non si può dire lo stesso per il resto del corpo.. già dal collo si intravedono quelle brutte cicatrici, alcune autoinferte, ma per altre non ha ricordi per come possa essersele fatte.
    Scuote la testa, la raccoglie fra le mani delicate ed affusolate.
    Man mano l'espressione muta in terrore, poi in disgusto.
    No, non era un sogno.. ma un altro incubo.
    Rimane a fissare le proprie mani, si concentra su quella che ha stretto la mano di Aku.. disgusto, orrore.
    Velocemente la mette sotto il getto dell'acqua gelata.. poi bollente, poi ancora gelata.. e continua così, fino a quando decide di passare al sapone.
    Si lava le mani con foga.. sfregando, sciacquando, lavando e sciacquando di nuovo.
    Una volta soddisfatta, si lava lava il viso.. con lo stesso procedimento.
    Un rito.. un modo per purificarsi, magari sperando che quella parte marcia di lei sia debellata.

    Sbrigati, o farai tardi.

    La sua voce risuona nella sua testa, seguita da una piccola risata.
    Chiude gli occhi e sospira.
    No, non perderà il controllo.. non lo perderà mai più.. dovesse passare il resto della sua vita immersa nel buio, sola come un cane.
    Ma non ha tempo da perdere quella mattina.
    La sua prima missione l'attende.

    Fuori da casa sua, fuori dalla sicurezza del villaggio che conosce.. è costretta a percorrere strade più o meno sconosciute, chiedendo indicazioni ai diversi paesani.
    Balbetta, timida.. come una normale dodicenne che chiede informazioni a sconosciuti per trovare la via di casa smarrita.
    Ma quello che cerca lei è una taverna, luogo in cui è stato visto per l'ultima volta il fuggitivo che deve recuperare.

    Tosta come prima missione..

    Mugugna a bassa voce, parlando a se stessa.. curandosi di non farsi sentire.
    Indossa la sua canotta fucsia con i pois bianchi.. sopra di essa una felpa azzurra abbastanza leggera a maniche lunghe, che porta aperta.
    Pantaloncini di jeans corti, sfilacciati, calze nere strappate in più punti.. ed infine gli anfibi neri ai piedi.
    L'equipaggiamento addosso, ma la fascia distintiva con sopra il simbolo di Konoha è tenuta allacciata alla vita, certo.. ma nascosta dalla felpa lunga.
    Konoha.. avrebbe preferito di gran kunga avere il simbolo del proprio villaggio.. dopo tutto, anche se erano sotto la tutela di Konoha, ciò non equivaleva a perdere la propria appartenenza.

    Certo.. parlo proprio io di appartenenza.. che non so nemmeno chi sono.. per quel che mi riguarda potrei persino provenire da chissà quale villaggio..

    Sospira, sussurrando ancora poche parole.. quindi si guarda attorno attorno attentamente.. nascondere la fascia voleva essere una tattica.
    Se si fosse avvicinata al fuggitivo mostrandosi come ninja incaricata di catturarla.. be, la fuga era inevitabile.
    Aveva preferito scegliere una tattica più defilata, calma.
    Certo era armata.. ma nessuno poteva scambiarla per un ninja di Oto ( o Konoha, tutto quello scambio di simboli l'aveva confusa ) in missione.
    Se fosse riuscita a trovare la taverna, di sicuro come prima cosa avrebbe dato un'occhiata intorno, con circospizione..
    C'era uscite secondarie?
    Cosa poteva osservare da eventuali finestre?
    Dove era situato il suo obiettivo all'interno della taverna? Che stava facendo?
    Era con amici? Da solo?
    Se un'occhiata dall'esterno non fosse servita, allora sarebbe sicuramente entrata, cercando di mettere da parte la paura, il tremore, l'imbarazzo e il senso di disorientamento.
    Avrebbe provato a sembrare una ragazzina tosta, una piccola criminale.
    Be...tutto sommato lo era.
    Si era macchiata in passato della morte dell'uomo che l'aveva accolta.
    Era un'assassina con problemi di testa.

    CITAZIONE
    Stato fisico: Incolume
    Stato mentale: Nervosa, ma abbastanza determinata, cerca di mantenersi calma
    Chakra: 80/80
    Equipaggiamento: 10 kunai, 10 shuriken, 5 carte bomba, 3 fumogeni, 1 nekote, 1 bastone
    Soldi: 135 Ryo
     
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    kage

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    Masaki Tenma, questo il nome del criminale che stai cercando, vide un locale, l'insegna annerita dal tempo non permetteva di conoscerne il nome. Si fece avanti, spinse la porta in legno ed entrò. Nonostante da fuori sembrasse un luogo squallido, l'interno era piuttosto accogliente. Le pareti erano dipinte di rosso e bianco, dando una calda sensazione famigliare. Un lungo bancone correva lungo la parete più lunga, e di fronte ad esso erano sistemati numerosi tavoli, quasi tutti occupati, al momento. La clientela era piuttosto varia: operai, contadini, anche qualche ninja. Qualcuno si girò, vendendolo entrare, poi ritornò a giocare a carte o a bere birra. Le grida e gli schiamazzi erano piuttosto sostenute, e quando si avvicinò al bancone, dovette alzare la voce per farsi sentire dal barista. Poco dopo l'uomo, calvo e grasso, col ventre prominente schiacciato da un grembiule, gli portò un bicchiere riempito di una sostanza dal colore bruno. Il ragazzo annusò il liquore, quindi lo buttò giù tutto d'un sorso. La gola gli bruciò per qualche secondo, per poi lasciargli una sensazione di calore nello stomaco. Non disdegnava l'alcol, di tanto in tanto, e d'altra parte sembrava che in quel posto non servissero altro. Girando leggermente la testa, gettò lo sguardo alle sue spalle, nella sala.
    Nessuno farà caso del tuo ingresso, infondo non porti il coprifronte e sei poco più che una bambina. Solo il proprietario arriccerà un po' il naso per la stranezza del nuovo cliente.
    Decidi te cosa fare, ma ricordati: Masaki è un criminale in fuga. Diffiderà di chiunque gli si avvicini, persino di una bambina come te. Fa attenzione!
     
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