Classe I D

Per Lucilufur Killua

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  1. Ranuccio
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    CITAZIONE
    Posta tu per primo, ti arriverà una lettera due giorni prima dell'inizio, ti preparerai e per le nove di mattina dovrai essere in classe. Il sensei non sarà ancora in aula.

    Cerca di essere il più descrittivo possibile, narra possibilmente in terza persona singolare e distingui con i colori tra 'parlato' 'pensato' 'narrato', descrivi l'arrivo della lettera e cosa fai prima di andare in accademia il giorno stesso.
    Buona fortuna. Cerca di postare più regolarmente possibile. Se non avete tempo scrivilo qui o manda un MP a me.
    Minimo primo post: 12 righe, Massimo: NULLO
    Ricordatevi che la promozione si baserà sulla bravura con cui posterai.

    -NO abbreviazioni;
    -NO post di poche righe
     
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    kage

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    Se mi permettete vorrei usare la prima persona, mi è molto più comoda. Nel caso ditemelo che modifico il post ^^.
    Ho cercato di limitare le descrizioni dei luoghi in quanto non ho idea di come sia fatta l'accademia (volevo prendere spunto da quella di Konoha, ma se Oto è stata distrutta non credo possa vantarsi di avere una roba simile xD). Spero vada bene come primo post ^^.


    CITAZIONE
    Parlato
    *Pensato*

    Narrato


    Ancora altre dieci e per questa sera basta così

    Ero nel giardino sul retro di casa mia, dove, dato il bel tempo, mi stavo allenando in vista del mio imminente ingresso in accademia della quale però non ricevetti ancora risposta per sapere le date in cui mi sarei dovuto presentare. D'un tratto sentì il rumore del campanello e così, dopo aver finito la serie di esercizi, mi alzai e asciugandomi il sudore andai alla porta con estrema tranquillità. Quando girai la maniglia e guardai chi fosse, notai che non vi era nessuno e così urlai.

    Bambini di merda se dovete fare degli scherzi cambiate casa!

    Mentre richiudevo la porta notai che sullo zerbino era appoggiata una lettera. La presi e tornai in casa fiondandomi sul comodo letto nella mia camera.
    Vissi quegli attimi gustando ogni più piccolo dettaglio: il rumore della ceralacca spezzata, il fruscio della busta che si apriva, il lieve profumo d' inchiostro e la superficie leggermente ruvida della carta. Iniziai a leggere il contenuto. Finalmente l'Accademia ninja di Oto mi aveva comunicato quando dovevo recarmi per imparare le nozioni per diventare un ninja.
    Buttando le cartacce nel cestino vicino alla scrivania, mi spogliai e andai a farmi una doccia rilassante. Uscito, mi preparai velocemente e uscendo di casa incominciai a correre in direzione dell'Accademia. Passavo sui pochi tetti così da far prima anche se mancava un'ora. Quel giorno sarebbe stato il primo giorno della scalata al potere. Mi immaginavo già alle prese con i più grandi segreti del mondo ninja, le grandi soddisfazioni, la guerra. Oh sì, si sarebbe avverato tutto, io già lo sapevo. Dopo pochi minuti fra le strade deserte e distrutte, raggiunsi la mia meta. L' accademia era diventato qualcosa di abbastanza spartano dopo la distruzione del villaggio. Varcai l' ingresso e mi fermai un momento ad ammirare l' emblema di Oto inciso sul muro. Non che me ne fregasse, ma per un po' mi sarebbe stato d'aiuto rimanere fedele a quel villaggio. Poi il mio capo doveva essere uno dei leggendari Sennin anche se a dir la verità non sapevo se l'avessero rimpiazzato come Kage.
    In ogni caso, appena varcata la soglia dell'entrata, fermai uno shinobi, sicuramente uno dei maestri, al quale chiesi indicazioni per raggiungere la mia aula: 1D mi disse leggendo su un foglio dove vi erano tutti gli aspiranti ninja. Un "buona fortuna" partì dalla sua bocca mentre mi incamminavo nel corridoio designato. La guerra forse aveva cambiato alcuni di loro, ero certo che prima difficilmente sarebbero stati in qualche modo gentili. Stavo attraversando il lato opposto dell' accademia rispetto alla strada e, dalle finestre, potevo ora ammirare i vari campi di addestramento perfettamente curati ed attrezzati per ricreare le situazioni più disparate; erano per lo più deserti ma qualche shinobi si stava esercitando nel lancio delle armi mentre altri due provavano varie combinazioni per lo scontro corpo a corpo. Finalmente raggiunsi l' aula, era una sala piuttosto semplice con una grande lavagna che occupava quasi interamente un muro con davanti una piccola cattedra in legno mentre dal lato opposto si trovavano i normali banchi da studente. Mi guardai attorno alla ricerca del maestro o di eventuali compagni di corso, ma notai di essere completamente solo.

    *Ritardatari*

    Pensai subito. Odiavo aspettare.



    Nome Pg: Killua Lucilufur
    Stato Fisico: Ottimo
    Stato Psicologico: Contento di iniziare la sua scalata al potere.
    Chakra: 30
    Riassunto: Blablabla, arriva la lettera, blablabla, arriva in classe.
    Note: //
     
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    kage

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    Narrato
    Parlato
    Parlato Altrui
    Pensato


    Ero in casa con mia sorella a consumare la cena. Dopo tanto tempo eravamo riusciti con la scusa dell’accademia ad andare via e avevamo trovato un piccolo buco in affitto. Monolocale lo chiamavano, e forse lo era anche stato prima della distruzione del Villaggio. Ma a giudicare dalle dimensioni, sembrava più un buco… ma con la rovina che c’era ad Oto e le finanze che potevano offrire le nostre tasche, certamente non potevamo fare gli schizzinosi.

    Seshiro, sbaglio o sembri piuttosto nervoso?<b>

    Come l’aveva capito? Beh del resto siamo cresciuti insieme ed è stata l’unica persona con cui mi sia mai aperto… è ovvio che sarà capace di cogliere i miei stati d’animo sia dalle parole che dai silenzi.
    Non sapevo cosa rispondere, non me la sentivo di vomitarle addosso le mie preoccupazioni, ma Gin mi conosceva sin troppo bene e ci arrivò da sola.

    <b>Fratellone, non dirmi che è per quella storia dei ninja vero? Ti sei iscritto all’accademia e non ti sta arrivando alcuna risposta su quando cominciano le lezioni vero?<b>

    Chinai il capo. Non sapevo risponderle. Seppure cieca era riuscita a vedere benissimo dentro la mia anima. Sapevo che lei non avrebbe voluto che mi iscrivessi, ma avevo bisogno di quel potere per badare a noi… volevo proteggerla come quel giorno non ero stato in grado di fare.
    Provai a esporre le mie intenzione su un altro piano:

    <b>Beh sorellina… qualcuno deve pur pagare l’affitto. E sai bene che non voglio che ti affatichi.


    Ma la mia menzogna, se così si può dire, non sorbì però l’effetto sperato. Gin mi conosceva troppo bene. Scuotendo i suoi capelli d’argento, mi disse:

    Non è solo questo… te lo leggo dentro. Ti conosco da tredici anni ormai e so come sei fatto. So che è una decisione maturata quel giorno, quando hai parlato con quel ninja. Sentivo il tuo tono di voce, capivo che già da lì iniziavi a bramare potere per difendermi. Sai che non approvo queste cose, potresti rischiare la vita e non lo voglio.
    Sei il mio caro fratellone, non posso permettermi di perderti… ti prego, ritira la domanda!


    Sorrisi commosso.

    Tenera e piccola creatura… Ti preoccupi così tanto per me…

    Gin, sorellina mia. Ormai sono scaduti i termini per ritirare la domanda, tuttavia, ti prometto che uscirò sempre vivo da ogni problema. Non posso evitare di essere i tuoi occhi, né evitare di proteggerti.

    Notai una lacrima uscire dai suoi occhi e, dopo essermi alzato mi avvicinai e passandole un dito sulla guancia l’asciugai dicendo.

    Su, non piangere. Sai che valore do io alle promesse.

    Per tutta risposta la mia sorellina mi abbracciò e io ricambiai l’abbraccio poggiando la sua testa sul mio petto e accarezzando i suoi splendidi capelli argentei.
    Restammo qualche secondo in tale posizione, finchè non si sentì bussare alla porta, mi girai di scatto verso l’uscio.

    chi potrà mai essere a quest’ora?

    Gin, per favore, sta indietro.

    Presi un coltello dalla tavola e lo tenni dietro la schiena impugnato come un pugnale, quindi andai ad aprir la porta, non trovando nessuno se non una lettera poggiata davanti all’entrata.
    La lettera portava il simbolo di Oto, forse era la risposta dell’accademia. Entrai richiudendo la porta alle mie spalle.

    Una lettera? A giudicare da come hai chiuso la porta direi che è la risposta dell’accademia… sbaglio?<b>

    <b>No, non sbagli. L’incontro è tra due giorni alle nove.


    Il sorriso sul mio viso la diceva lunga sul mio stato d’animo e in effetti ero stato piuttosto "festoso" nel chiudere la porta.
    Mia sorella mi si avvicinò e mi ringraziò abbracciandomi, quindi andammo a dormire.
    Passai quei due giorni diviso tra il prendermi cura della mia adorata sorellina e l’allenarmi per via del nervosismo dell’attesa e, il mattino di quel giorno, mi alzai all’alba. Lei ancora dormiva come un angioletto. La guardai e sorrisi, dopo di che preparai la colazione per entrambi e la sua la misi proprio vicino a dove stava dormendo (conoscendola si sarebbe orientata con l’olfatto), quindi le rimboccai meglio le coperte e scappai a far un po’ di flessioni e piegamenti sulle gambe, quindi consumai la mia parte, mi lavai e dopo essermi vestito in fretta e furia mi fiondai fuori dalla porta, assicurandomi di chiudere bene così che nessuno potesse entrare a far del male alla mia sorellina.
    Appena fuori mi misi a correre verso l’accademia, di cui già sapevo la locazione per via di sopralluoghi precedenti.
    Corsi a perdifiato fino a trovarmi proprio dinnanzi al luogo adibito ad accademia.
    Senza pensarci troppo entrai, ancora affannato per la corsa. Dopo di che, mi trovai dinnanzi ad un “piccolo” dilemma. Non sapevo in che aula dovermi recare. Certo, avrei potuto chiedere, ma il contatto umano, preferivo ridurlo al minimo indispensabile. L’idea di ricercarlo mi disgustava fortemente, quindi preferii tenere quel metodo di reperire le informazioni come ultimo.
    Mi guardai attorno spaesato per qualche minuto, fino a che non notai sul muro un piccolo foglio.
    Mi avvicinai al muro incuriosito e lì notai che c’erano dei nomi con delle classi abbinate e altri nomi.

    Probabilmente da una parte ci sono i maestri, dall’altra gli studenti. Quindi mi basterà cercare il mio nome e potrò finalmente capire qual è la mia classe. Infine da qualche parte ci sarà anche una piantina dell’edificio.

    Dopo qualche secondo di ricerca, trovai il mio nome.

    A quanto pare sarò in compagnia… cominciamo bene!

    Pensai con disappunto vedendo che non ero il solo a dovermi recare in quell’aula per quella lezione.
    Poi, come da programma cercai la piantina perdendo altro tempo e, una volta trovata mi recai là. L’aula ID.
    Un grande orologio appeso nell'ampio corridoio mi informava che erano già le nove, il che mi innervosì immaginando di avere già gli occhi altrui addosso, quindi imprecai tra me e me ed entrai. La stanza era piuttosto piccola e dal lato della cattedra aveva una enorme lavagna che occupava quasi tutta la parete.
    Passai poi ad osservare la cattedra di legno, dunque i banchi dello stesso materiale.
    Poi vidi anche le finestre che davano sul villaggio regalando una vista non male, se non fosse per la distruzione intorno ancora non ben cancellata dalle ricostruzioni.
    A quanto sembrava, c’era già un ragazzo che avrà avuto pressappoco la mia età. Senza dire nulla, andai verso il punto della classe che si trovava agli antipodi rispetto a quel ragazzo, senza nemmeno degnarlo d’uno sguardo. Meno avevo a che fare con la gente, meglio era.

    Nome Pg: Seshiro
    Stato Fisico: Illeso
    Stato Psicologico: Seccato
    Chakra: 30
    Riassunto: Seshiro riceve la lettera, passano due giorni e si reca in classe rimanendo seccato per via della presenza d'altri.
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  4. Ranuccio
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    Takeru Uchiha stava camminando tranquillamente lungo i corridoi bianchi dell'Accademia, nonostante fosse in vistoso ritardo. D'altra parte, non aveva ancora fatto l'abitudine alle strade di Oto, e finiva per perdersi spesso. O, probabilmente, vagava senza meta per la Nebbia volutamente, piuttosto di non fare lezione. Già era abbastanza noioso il compito di Sensei, e come se non bastasse era stato mandato fuori da Konoha per svolgerlo. La motivazione? La stessa, probabilmente, per cui qualche mese prima aveva fatto i turni di guardia presso il confine fra il Paese del Fuoco e il Paese del Riso. Diplomazia, senza ombra di dubbio. Nonostante la ritenesse una vera e propria perdita di tempo, questi erano i comandi dell'Hokage, e non era permesso disobbedire. Tuttavia, nessuno gli impediva di arrivare in vistoso ritardo.
    Come al solito, era vestito con un paio di pantaloni neri, una maglia dello stesso colore e il giacchetto distintivo dei Chunin. Il coprifronte, legato al braccio. Si domandava che tipo fosse il nuovo studente. Non che gli interessasse più di tanto, visto che i ragazzi che istruiva ormai sembravano tutti uno uguale all'altro. Sperava, se non altro, che fosse un tipo sveglio, in grado di recepire in fretta le lezioni sul controllo del chakra, sull'uso delle armi e sui fondamenti ninja e di resistere ai duri allenamenti. Si passò una mano fra i cappelli neri mossi, e li tirò all'indietro. Era arrivato alla sua nuova classe. La I D. Resistette alla tentazione di uscire in cortile a fumare, e anzichè portare la mano al taschino dove teneva le Green Konoha - sua marca prediletta di sigarette - la mise sulla maniglia. Aprì la porta e si sedette alla cattedra, lanciando una occhiata di sfuggita agli allievi. Scrisse qualcosa sul registro, poi lo chiuse e ripose la penna sul tavolo. Alzò gli occhi scuri e profondi e guardò i due ragazzini, questa volta piuttosto attentamente. Il suo volto dai lineamenti fini e puliti assunse per qualche secondo un'aria concentrata, poi tornò annoiato. Dopo quasi un minuto di ininterrotto silenzio, disse:
    - Piacere, sono Takeru Uchiha, Chunin del Villaggio della Foglia. Per qualche tempo sarò il vostro Sensei. Allora, presentatevi a vostra volta e ditemi per quale motivo volete diventare ninja.
     
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3 replies since 16/6/2014, 23:04   74 views
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