Posta per prima cosa la scheda del PG di prova. Come descritto nelle Regole per la Cattura, si tratterà di un PG di grado Jonin, senza innata, nè tecniche particolari (Segno Maledetto, Abilità Medica e qualsiasi altra tecnica appresa, come il Rasengan). Una volta accettata la scheda, procedi a descrivere il tuo arrivo fino alla "tana" del Bijuu. A quel punto, un admin farà la parte del Demone. Dopodichè, inizierà lo scontro. L'esame servirà la tua capacità di postare, decidendo se sei degno o meno di poter impersonare il Jinchuuriki dello Shukaku. Sconfitta o vittoria sul Bijuu non determineranno significativamente il Nostro Giudizio. Buona Fortuna.
Bene. Ora fai un post d'apertura in cui decidi di andare a catturare il Gboi (oppure te lo ordinano, ti obbligano, te lo chiede un parente o un amico, come vuoi) e pertanto lasci il Villaggio alla sua ricerca. Se vuoi puoi dire che hai ottenuto informazioni su avvistamenti e informazioni riguardo la sua posizione (basta che siano motivazioni coerenti e logiche, niente messaggi dal cielo). La destinazione è ovviamente nel deserto ma la scelta di ciò che compone il paesaggio è a tua scelta, io interverrò successivamente e la quest si svolgerà in base a questa tua scelta iniziale. Termina il post dicendo che raggiungi la meta prescelta e descrivi l' ambientazione.
In mezzo ad un deserto non avrei optato per jutsu Suiton ma queste sono scelte personali (ps, il jutsu Velo di Nebbia è inutilizzabile in quanto manca l' umidità necessaria richiesta dalla tecnica)
Bijuu, molte son le leggende che passano tra i vari paesi ninja su di loro, del loro potere della loro collocazione, ma pochissime di queste sono vere al cento per cento, visto che pochissimi sono i casi delle persone che ne hanno affrontato uno e sono sopravvissuti, dinnanzi alla loro incredibile forza e alla loro quantità di chakra presso che illimitata. Si dice che in totale esistano ben 9 demoni, che invece dice pure un decimo, ancora questa cosa non si sa, si sa solo che la loro grandezza è proporzionale alla loro forza, capaci di distruggere una montagna in meno di un secondo, e oggi a un ragazzo toccava il privilegio o l'amara sorte di trovarsi dinnanzi a uno di loro, dopo avrebbe deciso lui se scappare o meno, però quello era il destino che lo attendeva. Era mezzogiorno, Kensei stava ritornando al villaggio dopo una missione che gli era stata affidata dal Kazekage in persona, molte persone si affidavano a lui, visto che era un ninja molto bravo e dotato, la sua recente promozione da Chuunin a Jonin ne è la conferma, in questi anni era riuscito completamente a farsi amare. Prima le persone cercavano di evitarlo, adesso invece è diventato un ninja modello. Al suo ritorno vide che c'era una grande agitazione al villaggio, Kensei si avvicinò a un vecchietto per chiedergli cosa stava succedendo. Mi scusi ma perché tutta questa agitazione nel villaggio? Il vecchietto gli rispose balbettando un po' per via dell'agitazione e con voce cupa. Gira..Gira voce che poco lontano da qua, sia..sia emersa cosi all'improvviso una grotta nel deserto, si..si dice che al suo interno ci sia un demone. Il jonin rimase a bocca aperta sbigottito, le sue pupille iniziarono a dilatarsi, le mani cominciarono a tremare, non sapeva se essere felice oppure no per la notizia, un demone compare ogni molti anni, e quando lo fa può creare immensi disastri. A tutta velocità corse verso l'ufficio del Kazekage, tenendo saldamente con la mano il cappello da cui non si separava mai, era molto importante per lui visto che era un regalo di suo padre ormai defunto. Perché proprio adesso ha fatto la sua comparsa? Avrà qualcosa d'importante da fare? Voglio andare a indagare, devo chiedere il permesso al Kazekage di lasciami andare a vedere quella grotta, devo farlo per mio padre. Una volta raggiunto l'ufficio del Kazekage, bussò alla porta di legno voleva parlare lui. Avanti Salve Kazekage, sono io Kensei volevo chiederle se... Neache il tempo di finire la frase, che il kazekage approvò subito la sua richiesta. La grotta è apparsa stamattina, nella parte nord del deserto di Suna, avevo già in mente di mandare qualcuno la a indagare, e a quanto pare quel qualcuno sei tu. Mi raccomando fa molta attenzione, e comunque non credere di poter cambiare i pregiudizi della gente catturando il demone, comunque gira voce che sia il monocoda, ovvero il demone chiamato anche Shukaku. Agli ordini. Il ragazzo tornò a casa per prepararsi al meglio per il viaggio che lo aspettava, era agitato, l'adrenalina li scorreva in tutto il corpo, finalmente aveva l'occasione di vederlo, e dimostrare che suo padre non era un bugiardo come crede la gente. Uscito dalle grandi mura di Suna pronto per ciò che lo attendeva ovvero l'ignoto, non sapeva niente su di lui tranne che si trattava molto probabilmente del monocoda. Qualche ora di cammino in mezzo al deserto, dove il sole batte molto forte di giorno alzando di molto la temperatura, al contrario di sera la temperatura si abbassa vertiginosamente. Il tempo era un po' strano c'era qualche nuvola in cielo, anche se era molto improbabile che piovesse, il deserto di Suna non sapeva neanche cosa vuol dire la parola pioggia. Finalmente eccola, questa è la grotta. Dopo un po' di ore di cammino, era giunto finalmente dinnanzi alla grotta, una grotta che però non sapeva quanto era grande, perché in verità l'entrata portava sotto la sabbia, era una grotta sotterranea con l'entrata posta all'esterno, anche se era un po' piccolo l'ingresso, più o meno era alto un metro e novanta e largo sessanta centimetri, ci passava di poco. Un passaggio molto piccolo, chissà chi la scoperto, comunque molte volte son passato di qua, eppure non avevo mai notato la presenza di questa grotta, molto probabilmente è proprio come diceva il kazekage, sarà apparsa all'improvviso. Intorno alla grotta c'era solo una lunga distesa di sabbia, non c'era neanche un impronta sul terreno, non c'era neanche il vento che avesse potuto nascondere o portar via eventuali tracce, quindi sicuramente lui era il primo a essere giunto li. Urahara davanti alla grotta aveva paura e anche tanta, non sapeva se entrare o no, in quel posto completamente buio se non fosse per qualche raggio di sole che filtrava all'interno anche se illuminavano solo l'ingesso, ma il resto della grotta era completamente al buio. Era agitato e confuso sul da farsi, poteva andatesene e far finta che non fosse successo niente, ma facendo ciò, avrebbe fatto solo la fine di suo padre, e lui voleva dimostrare il contrario. Qualche passo doveva fare per entrare in quella grotta, che può portarti alla morte se perdi o alla eterna gloria se ne esci vincitore. La scelta era difficile ma lui non poteva tirarsi indietro. Succeda quel che deve succedere, Monocoda sto arrivando. Strinse forte il cappello che era sulla sua testa, con grande determinazione decise di percorrere quei pochi passi che lo portaranno molto probabilmente sulla strada del non ritorno.
I bijuu erano esseri strani. Potevano rimanere inerti, quasi sopiti per centinaia di anni. Poi, come svegliandosi, mostravano tutto il loro potere, devastando tutto ciò che li circondava. Spesso erano i Villaggi a essere colpiti. I ninja combattevano, a costo della loro vita, finchè il demone che li aveva attaccati veniva scacciato. O almeno questo era quello che si credeva. In realtà, era il bijuu stesso a decidere di andarsene, annoiato di fronte a un mondo che, alla sua vista, non cambiava mai. Generazioni di uomini si avvicendavano, gli anni passavano e tutto era costante. Shukaku, in quel momento, era immobile. Quasi dormiente, immerso nel deserto silenzioso e spelendente sotto la luce del sole, dalla sua tana: una antica fortezza di guardia - o almeno ciò che ne rimaneva - nascondeva l'immenso corpo del Bijuu (oltre venti metri di altezza). All'improvviso, qualcosa urtò la sua calma. Era una minima percezione, è vero, ma comunque tremendamente estranea in quell'ambiente. All'improvviso lo vide. Un uomo. Uno shinobi. Quant'era piccolo. Eppure, nella sua sconfinata ignoranza, sembrava pretendesse di piegare a sè il mondo. Il cercoterio ruggì. Lui e quel minuscolo essere si trovarono faccia a faccia, a poche decine di metri di distanza. Onde di sabbia si propagarono in ogni direzione. Poi, con tono solenne, parlò. - Dimmi il tuo nome, uomo.
Decise di oltrepassare il limite che divideva il deserto di Suna con la grotta misteriosa, non sapeva quali pericoli avrebbe potuto incontrare sul suo cammino, ma una cosa era certa uscire da li non sarebbe stato per niente facile. Ogni passo che faceva sentiva come una morsa che lo stringeva, il cuore batteva sempre più velocemente, le mani facevano fatica a smettere di tremare, non sentiva alcun rumore, odore e non vedeva niente, ma il suo sesto senso gli diceva di correre, perché li dentro c'era un grandissimo pericolo. In genere era il cacciatore a spaventare la preda, ma questa volta non era cosi, si vede che la preda era talmente forte da spaventare il cacciatore. Camminava sempre più lentamente faceva sempre più fatica a respirare, continuò a camminare in quella strada che non sapeva dove conducesse, in quella discesa ripida tenendo la mano appoggiata alla parete della grotta visto che non vedeva assolutamente nulla. Il bijuu però aveva già captato la sua presenza, la presenza di un topolino che voleva entrare nella tana di un leone, quindi un essere inferiore rispetto alla grande essenza del demone. Al improvviso un onda urto, che non altro che un gride, fece spaventare il giovane Jonin, un grido talmente possente a far crollare l'entrata alla grotta, ormai per lui era finita non poteva più tornare avanti. E questo cosa cavolo era? Ormai non poteva più tornare indietro, la via era bloccata doveva continuare ad avanzare, teneva ben saldamente una mano sul cuore per sentire i veloci battiti e l'altra sempre appoggiata alla parete sporca. Dopo qualche minuto cominciò ad intravedere un fascio di luce, continuò a camminare ancora fino ad arrivare a una distesa di sabbia, a quanto pare la grotta conduceva a questo posto sperduto, un posto completamente sottoposto alla luce del sole e senza un po' di vento, la grande distesa era circondata da solide pareti di roccia, e in mezzo a questa distesa c'era una gigantesca creatura. A veder tale creatura solo il respirare era complicato, una grandissimo demone color ocra e con le striature viola e con una coda, il suo volto ricordava molto quello di un tasso. Quindi è lui il monocoda, il grande demone chiamato anche Shukako. Kensei cercò di riprendersi non poteva mostrare segni di paura se no sarebbe stato come perdere a tavolino. Cercò di riprendersi anche se risultava molto faticoso il sol guardarlo, capì che nessuna delle leggende degli uomini era vera, perché con semplice parole si non poteva esprimere una tale potenza, e ad ogni modo era molto improbabile che qualcuno sarebbe riuscito vincitore contro di lui. Ad un certo punto il demone si rivolse al uomo Dimmi il tuo nome, uomo. Perché il mio nome? a cosa gli servirò saperlo. Comunque devo smetterla di tremare, da quando son partito sapevo a cosa andavo incontro, ormai è troppo tardi per tornare indietro, non resta altra soluzione dovrò combattere, in ogni caso sarà meglio rispondergli se lo faccio arrabbiare fin dall'inizio per me è finita. Con la mano alzò il cappello che gli copriva gli occhi, decise che era meglio guardarlo negli occhi per fargli un po' più impressione, o almeno dimostrare che non aveva affatto timore di lui. Mi chiamo Kensei Urahara, Jonin delle grande villaggio della sabbia e oggi son venuto fin qui per catturarti. A vederlo da fuori sembrava una persona decisa e che sapeva quel che faceva, una persona senza paura, ma la verità era un altra cioè bravo a recitare la parte dell'eroe, lui dentro di se provava una paura incolmabile, ancora non aveva subito alcun colpo e già provava dolore alla pancia, la sentiva vuota, come se dentro non ci fosse niente, questo a causa dell'agitazione. Rimase paralizzato dov'era ad aspettare una eventuale risposta del Bijuu, aveva paura ad attaccare, voleva rimandare il più possibile, anche di pochi minuti, lo scontro.
Shukaku ascoltò in silenzio le parole del ninja, concedendogli di vivere ancora qualche minuto. Il suo obbiettivo, a quanto pare, era assoggettare il demone al suo volere, ottenendo la sua forza per trionfare sugli altri esseri umani ed ottenere la leadership sul mondo. "L'ambizione della tua debole razza non ha limiti... Kensei Urahara." Tacque per un momento, come se stesse ponderando una decisione. Poi, emise il suo verdetto. "La mia esistenza, così come il mio potere, sono pressochè infiniti. Ho trascorso gli ultimi otto anni in un lungo sonno. Ora, il mio corpo ha bisogno di essere svegliato dal torpore. Ti concedo di attaccarmi. Ma sappi: da qui in poi non avrai possibilità di fuga. Sarà la tua morte, o..." Quanto di più simile a un sorriso si dipinse sul muso del cercoterio. Quello che stava per dire era irrealizzabile, e entrambi lo sapevano bene. O, per lo meno, questo era quello che il monocoda pensava. "... la mia sconfitta."
Stava li in piedi fermo ad ascoltare ciò che il demone doveva dirgli, non riusciva a muovere un dito per la paura, ma doveva riprendersi, doveva combattere per sopravvivere, e se sarebbe riuscito a trionfare contro il monocoda, avrebbe ricevuto una grande ricompensa. L'ambizione della tua debole razza non ha limiti... Kensei Urahara. Disse il demone guardando la faccia del giovane Jonin, però non poteva farci niente quella frase era completamente vera, gli uomini son fatti cosi, poche son le persone che si accontentano di quello che hanno, tanti con quelli che vogliono sempre di più e per avere quello che vogliono molti sono disposti a sacrificar vite umane. La mia esistenza, così come il mio potere, sono pressochè infiniti. Ho trascorso gli ultimi otto anni in un lungo sonno. Ora, il mio corpo ha bisogno di essere svegliato dal torpore. Ti concedo di attaccarmi. Ma sappi: da qui in poi non avrai possibilità di fuga. Sarà la tua morte, o la mia sconfitta. Morire io? Probabile, ma tanto ormai cos'ho ancora da perdere, i miei genitori son morti, la ragazza che mi piaceva e stava con me mi ha tradito, che senso ha vivere, l'unica cosa che mi dispiace è morire in luogo deserto come questo, nessuno verrà a pregare sul mio corpo. Pensava guardando alto il cielo limpido, aveva ormai smesso di sudar freddo e di aver paura, ormai si era rassegnato al suo destino, iniziò a pensare alla sua infanzia e tutto quello che aveva passato, e gli venne in mente suo padre, il motivo per cui era li. Che fifone ignorante son stato, scusami padre, comunque è vero molto probabilmente morirò, ma se proprio devo morire lo faro combattendo. Allora ho io l'onore di aprire le danze, preparati. Disse mentre abbassava il cappello, poche erano le strategie che poteva adottare, visto che molte tecniche che possedeva erano del Suiton, e in mezzo al deserto sono praticamente inutilizzabili, sapeva bene che per aver qualche possibilità di vittoria doveva tener bene le distanze, niente attacchi frontali o illusioni, servivano attacchi potenti e ben precisi. Ok andiamo. La distanza tra i 2 era circa 15 metri, alzò l'indice e il medio della mano destra in alto poco più avanti del petto e sovrappose in modo perpendicolare l'indice e il medio del altra mano andando a formare una specie di croce e all'improvviso comparvero 2 cloni di consistenza fisica uguali e identici a lui. I 2 cloni si portarono poco più avanti dell'originale, e ognuno di loro teneva nelle mani 2 kunai con attaccati una cartabomba ciascuno. Mentre i cloni cominciarono a far fluire il chakra all'interno delle armi, in modo da farle diventare più affilate e perforanti, kensei che era dietro di loro compose il sigillo della capra, e concentrando una notevole quantità di chakra più di quella richiesta in modo da aumentarne il raggio d'azione della tecnica, e i suoi polmoni iniziarono a riempirsi d'aria. Adesso. I 2 cloni lanciarono i 4 kunai verso la testa del bijuu, difficilmente poteva sbagliare il bersaglio visto le notevoli dimensioni del demone e l'abilità di lancio di Kensei, appena i cloni lanciarono i kunai, l'originale dopo una spinta in avanti rilasciò con violenza tutta l'aria accumulata, in questo modo poteva aumentare notevolmente la velocità dei kunai e il loro potere di perforazione che era già aumentato in precedenza, e ovviamente anche il vento creava i suoi bei danni. Anche se i kunai potenziati in quel modo poco potevano fare, se non perforarsi si e no per un centimetro nella pelle del Bijuu, però attaccati ad essi c'erano delle cartebombe, 4 in totale ognuna attaccata al manico di un kunai, che esplosero contemporaneamente andando a creare una notevole esplosione. Sarebbe troppo bello se bastasse questo per batterti.... Una combinazione d'attacchi molto veloce visto che non chiedevano tanti sigilli, o tanto tempo di ricarica le tecniche che aveva usato. Urahara stava i fermo in piedi, con davanti a se i 2 Kage Bushin, a guardare quali danni aveva provocato la sua strategia, aspettando con ansia che la nuvoletta nera che copriva la faccia del bijuu sparisse.