I demoni bianco e arancione

Role fra Nefertito e Kyoshiro

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    Era mattina presto, e ad Ame si stava rivelando la solita giornata piovosa che metteva una noia infinita a chiunque. Nefertito si era appena svegliata e, andando vicino alla finestra per poter guardare fuori, si rese conto che non aveva nessuna intenzione di passare la giornata in quel villaggio. Ed ecco che la brillante idea sopraggiunse: perchè non intraprendere un viaggio e cambiare aria per un po'?
    Poteva tranquillamente prendere le cose necessarie e partire per qualche giorno, i suoi patetici familiari non glielo avrebbero certo impedito, avevano solo di che provarci. Prese i due porta kunai e li legó intorno alle cosce, prese il suo cerchietto con le orecchie da gatto e se lo posizionó accuratamente sulla testa: ora aveva tutto ciò che riteneva necessario. Scese le scale e uscì di casa, senza preoccuparsi del fatto che qualcuno fosse sveglio o meno, senza lasciar nemmeno un foglietto che dicesse dove stesse andando o quando sarebbe tornata.
    Camminò sotto la pioggià fino alle porte di Ame, per poi fermarsi guardando in maniera pensieriosa tutte le direzioni: da che parte sarebbe andata? C'era così tanta scelta! Alla fine, optò per l'ovest, diretta non sapeva bene dove.

    Dopo svariati giorni di cammino, si ritrovo dinanzi a una sconfinata foresta: decise di inoltrarsi senza nessun timore, sperando che dopo però ci fosse finalmente un villaggio. Cominciava ad essere stanca di viaggiare, non stava imparando poi molto a gironzolare di qua e di là. La foresta sembrava essere particolarmente fitta: alberi altissimi, cespugli e moltissima selvaggina. Iniziò a correre sugli alberi, saltando di ramo in ramo illuminata di tanto in tanto da qualche raggio di sole che riusciva a infiltrarsi in quel tappeto verde. Erano circa quattro ore che percorreva la foresta e, finalmente all'alba del primo pomeriggio, ne arrivò alla fine. Si trovava ora davanti alle porte di un villaggio sulle quali era incisa una foglia: leggendo un sacco di libri aveva imparato tante cose e, una delle cose che aveva imparato, era che quella foglia era il simbolo di Konoha, una delle più forti forze militari del mondo ninja. La prima cosa che Nefertito notò era l'enorme differenza climatica; mentre Ame era quasi perennemente ricoperto dalla pioggia, quel villaggio era accompagnato da un bel sole caldo ma che non dava assolutamente fastidio. Per non aver problemi nel varcare la soglia, decise che forse era meglio metter ben in evidenzia il coprifronte: lo tolse da sotto la camicia e se lo legò intorno al braccio destro, il suo predominante. Poi, finalmente, ne varcó la soglia. In giro sembrava esserci molta vita, le strade erano piene di persone allegre, mercanti che attiravano clienti e clienti che si facevano vanto con altri di ciò che avevano comprato. Ma tutta quella gente significava solo una cosa certa: camminando in mezzo alla folla qualcuno le sarebbe sicuramente finito addosso e ciò era un problema, dato che conosceva molto bene la sua natura di killer. Decise quindi, di aggirare il problema: con un paio di salti salì sul tetto di una casa e iniziò a camminare lentamente in avanti, guardandosi cautamente intorno. Ma bisogna dire che l'osservare le aveva messo una certa fame: quindi, quasi come una coincidenza, buttó gli occhi su una gelateria e gli si piombò dentro, chiedendo un gelato al doppio gusto di qualcosa che le piaceva moltissimo.
    Uscità da lì, risalì nuovamente sui tetti e si sedette tranquillamente su uno di essi guardando con molto interesse la montagna sulla quale erano scolpiti i volti degli Hokage.

    Ah questo gelato era proprio quel che ci voleva..

    Se ne stava tranquilla a mangiare il suo gelato, guardando la montagna, sperando che nessuno andasse a darle fastidio. Infondo, era li come semplice turista, una turista che mangiava un gelato sul tetto di una casa, guardando l'attrazione, per così definirla, più famosa di Konoha.
     
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    Osservi la montagna, altezzosa e possente, su cui è scolpito il volto di Hayato Gempachi, l'attuale Hokage, e dei suoi predecessori.
    Solo in un secondo momento, magari mettendo a fuoco tra una leccata e l'altra, scorgi in lontananza quello che in un primo momento ti pare un puntino insignificante ma che, via via, diviene sempre più grande e la sagoma più nitida, quasi famigliare in un certo senso, finché non ne hai l'assoluta certezza. Un ragazzo, per la precisione.
    Venendo dalla direzione della montagna, si muove con la tua stessa agilità tra i tetti di Konoha, immediatamente puoi notare i suoi lunghi capelli grigi che librano nell'aria. Per una coincidenza, o per volere del fato, si avvicina sempre di più alla tua posizione, ma non sembra averti notata, non finché con un ultimo e potente balzo non ti sorvola, facendoti per un attimo ombra, e alzando la testa avresti potuto notare che solo ora il suo sguardo blu come il cielo s'è posato su di te.
    Ti osserva con indifferenza, quell'attimo gli è sufficiente per squadrarti, da piede a capo, e solo quando nota il tuo coprifronte, sembra mutare quell'espressione, come colto da qualcosa di inaspettato.
    Si ferma alle tue spalle, senti il peso del suo corpo che si poggia sulle tegole del tetto, con la stessa delicatezza di un felino.
    Si volta verso di te, e rimane a guardarti con un'espressione interdetta ... Ame? Quasi sospira, non sembra avertelo chiesto di proposito, come se gli fosse sfuggito, cercando quasi una conferma.
    Poche volte gli era capitato di vedere quel simbolo, sui libri di testo. Effettivamente il villaggio della pioggia non poteva vantare una grande fama, e forse ti avrebbe potuto sorprendere che qualcuno potesse conoscere il tuo villaggio d'origine.
    Ti sarebbe bastata un'occhiata, quel ragazzo di nero vestito era un ninja, proprio come te, il coprifronte che portava legato ad una fascia che ne abbracciava il girovita lo dimostrava, ma forse il modo in cui s'era mosso per giungere fino a te era già una prova sufficiente di per sé.
    Io sono Gureshi Kyoshiro, e sono uno shinobi della foglia. E credo che faccia parte dei miei doveri ... Si avvicina lentamente ma costantemente a te, senza esitazione, senza paura ... chiederti il motivo della tua visita, ninja del villaggio della pioggia. Si ferma, ad un paio di metri di te, una distanza di sicurezza. E' evidente che non si fida di te e non vuole avvicinarsi più del dovuto. Nella sua mente è già pronto a tutto.
    In base alla tua risposta dovrò decidere se lasciarti andare o catturarti un avvertimento chiaro, che non lascia spazio a fraintendimenti, ma comunque ti sarebbe stato sufficiente osservare il suo sguardo, duro e tagliente, per capire che non sta affatto scherzando.
     
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    E io che pensavo di mangiare il mio gelato indisturbata..

    Ecco quale fu il suo primo pensiero non appena l'ombra le passò sulla testa: in quel momento aveva capito che quella persona non avrebbe proseguito il suo cammino ma si sarebbe fermato da lei, a romperle le scatole. Possibile che non si potesse stare nemmeno in santa pace a mangiare un caspita di gelato? Un ragazzo dai capelli grigi le si avvicinó: anche lui aveva un colore di capelli insolito, ma Nefertito era l'ultima persona che poteva dire qualcosa. No aspettate, in realtà niente gli avrebbe impedito di dirlo.
    Comunque, capí subito che quel ragazzo era un ninja, piombare da lei in quella maniera non era una prodezza che i normali abitanti di un villaggio potessero o sapessero fare. La ragazza non si stupí più di tanto nel notare che quel ninja conoscesse Ame: in fondo, basta informarsi su qualche libro per conoscere da cosa siamo circondati.
    Invece, le diede fastidio il modo con cui le si pose: chiedeva o meglio, pretendeva di sapere chi fosse e per quale motivo si trovasse li. Per caritá, anche Nefertito poneva queste domande a chi arrivava ad Ame, ma di certo non si metteva a catturare se la risposta non l'aggradava. Se cosi fosse stato, sarebbe risultata molto sospetta la situazione e Ame sarebbe stata presa di mira. Per lo meno, ebbe la decenza di presentarsi. Kyoshiro, nome particolare ma interessante. Ma prima che ricevesse la sua risposta, Nefertito aveva un gelato da finire. Si alzò in piedi a sua volta ed evidentemente scocciata accellerò la sua merenda, finendola in pochi attimi, per poi squadrare nuovamente la sua nuova conoscienza che ovviamente non si fidava di lei.

    Ora si è soggetti a minacce anche mentre si mangia un semplice gelato?

    La solita arroganza e il solito tono tagliente, cose ormai normali nel suo modo di parlare, forse non se ne rendeva nemmeno conto.. Ma ciò, poco importava.

    Il mio nome è Nefertito e non ho un vero motivo per stare qua.

    Alzò un attimo gli occhi al cielo e un'enorme nuvola bianca le passò sopra, dando una sfumatura strana ai suoi occhi dorati. Sospirò e riportó lo sguardo sulla sua controparte, per poi andare a grattarsi sulla testa con la mano sinistra poco più dietro rispetto al cerchietto con le orecchie da gatto.

    Ame e la sua pioggia sono cosi noiosi che mi è venuta voglia di cambiare aria per qualche giorno. Vuoi seccarmi ulteriolmente o posso tornare al mio dolce far niente? Su, vai a fare il bravo ninja protettore della patria da un'altra parte.

    Sorrise senza timore, ben conscia del fatto che stava provocando qualcuno di cui non conosceva nulla in un posto ben lontano da quello che era il suo territorio. Ma infondo, stava proprio li il divertimento no? Conoscere nuove cose nei piu svariati modi, aveva imparato che le persone, in balia delle provocazioni altrui, tendevano a essere completamente differenti rispetto a una situazione di normalità. Francamente, sperava che non ci volesse cosi poco per farlo alterare: era stufa di persone che non riuscivano a intrattenere con lei una conversazione al suo stesso livello e, se proprio doveva disturbarla ancora, tanto valeva rendere la cosa un po' più interessante e divertente.
     
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    La sentinella continua a fissarti, seguendo con lo sguardo ogni tuo movimento.
    Come un soldato ben addestrato, rimane composto ad analizzare la situazione, e - come ha avuto premura di avvisarti - avrebbe potuto decidere anche di passare alle maniere forti, se ti fossi dimostrata un soggetto pericoloso.
    Nonostante questo, non ti fai alcun problema a mostrare la tua natura irriverente ed arrogante.
    Lontana da casa, in un territorio a te completamente sconosciuto, dove il tuo interlocutore ha il vantaggio di giocare in casa. Un vantaggio non trascurabile e, per tua sfortuna, è consapevole di possederlo.
    Credi che Konoha sia il tuo parco di divertimenti? Ti chiede, retoricamente Non osare sfidarmi, ninja del villaggio della pioggia. In quelle ultime parole puoi percepire un cambio di tonalità, ora caldo e aggressivo.
    Colui che fino ad un attimo prima sarebbe potuto sembrarti non molto diverso da una statua di ghiaccio, ora ti mostra un lato di sé completamente diverso; il suo sguardo e la sua energia, tutto di lui, non può essere descritto in nessun altro modo se non ... intimidatorio.
    E con questa nuova veste ti rivolge la parola Seguimi Un ordine, impartito con una naturalezza disarmante, come fosse nato per impartire comandi.
    Il suo successivo silenzio è quasi assordante, non c'è bisogno di parlare, ti basta guardare l'espressione del suo viso, aggrottata e altezzosa, per capire che qualsiasi disubbidienza ti sarebbe costata cara.
    Il messaggio ti arriva, nitido, da quegli occhi blu come un cielo in tempesta.
    Ubbidisci o ti distruggo.
    L'atmosfera si riscalda, puoi sentirlo, al minimo movimento inconsulto è pronto a saltarti addosso, lo avverti dall'energia che lo circonda: è pronto per una battaglia.

    MALEDETTI BASTARDI! A spezzare quell'atmosfera, ormai rovente, fu necessaria una voce fuori scena che attirò l'attenzione del Genin, che rivolse il suo sguardo sulla strada sotto di loro.
    Vide sei uomini circondare una piccola famiglia, composta da un uomo, una donna e, probabilmente il loro bambino piccolo di appena 8 anni che sembra esser stato preso in ostaggio da uno dei briganti.
    Le urla del padre riuscirono ad attirare l'attenzione di Kyoshiro, che non ebbe alcun dubbio sul da farsi Mh... Sei davvero fortunata E, sussurrando quelle parole, compie un balzo, raggiungendo la coppia presa di mira, l'uomo, malconcio, sembrava aver provato a ribellarsi con risultati alquanto scadenti.
    Uno dei briganti si fece avanti, all'arrivo di Kyoshiro E tu chi cazzo sei?
    Gureshi Kyoshiro, Shinobi della foglia. Lasciate andare il bambino, altrimenti ... ancora una volta, venne ricoperto da un'energia intimidatoria che emanava superiorità ... Dovrete vedervela con me.

    E tu, cosa farai, Nefertito? E' la tua grande occasione per levare le tende ... o rimarrai ad osservare l'evolversi della situazione?
     
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    Kyoshiro non sembrava aver preso molto bene le risposte avute da Nefertito, certo non aveva ceduto alle sue provocazioni ma il modo con cui le si rivolse in seguito fu diverso al tono usato in precedenza. In quel frangente si capì quanto i due ragazzi erano - o forse, sembravano - diversi: quella frase detta dal ragazzo con serietà, nella mente della kunoichi si trasformò in un qualcosa di divertente, come se dalla bocca del ragazzo all'orecchie di Nefertito il tono o le parole fossero cambiate.
    Con un insopportabile ghigno arrogante stava per rispondere a quella che lei riteneva essere una battuta, ma nel momento in chi stava per aprir bocca, Kyoshiro le
    ordinò di seguirlo. Un ordine? No, questo non lo poteva digerire. Come si permetteva quell'essere appena conosciuto di darle un ordine? Eppure Nefertito aveva ampliamente dimostrato di non aver alcun timore di lui! Adesso negli occhi della ragazza si era accesa una vaga sorte di interesse: se aveva osato rivolgersi a lei in quella maniera, vuol dire che non dubitava minimamente delle proprie capacità e, solitamente, chi non dubita di esse o è molto forte o nasconde un qualche tipo di abilitá segreta. "Accettò" di seguire Kyoshiro, ma dopo qualche passo, un urlo rapì la loro attenzione: spostando lo sguardo su ciò che li aveva attirati, i due ragazzi notarono una scena alla quale il ninja di Konoha non resistì, infatti farfugliò qualcosa e si andò ad unire a quella baraonda per strada. In quello stesso istante, quel briciolo di interesse andò quasi a svanire: trovava ridicolo che persone che avevano potenzialità si mettessero a proteggere delle inutili persone, era molto meglio se quelle perdevano la vita dato che non erano in grado di badare a se stesse.. Era la regola del piu forte, dove chi vince sopravvive e chi è debole perisce. Gli istinti di Nefertito si fecero quindi presenti; nella sua testa immagini di sangue, corpi sventrati e smorfie di dolore divamparono come se fossero cose normali, ma la ragazza sapeva bene che non poteva darsi alla pazza gioia in quel posto, nel pieno centro di Konoha dove chissà quanti altri ninja oltre a quello che aveva incontrato erano pronti ad attaccarla. Tuttavia, invece di approfittare della situazione per darsela a gambe, decise di rimanere ad osservare lo svolgersi della scena, dimostrando ancora una volta di non temere minimamente in nessuna maniera il ragazzo che sembrava essere duro come il ghiaccio, inoltre era proprio curiosa di vedere se la sicurezza che riponeva in se stesso aveva motivo di essere fondata. Si sedette quindi sul cornicione della casa su cui si trovava, la gamba destra che penzolava nel vuoto, la gamba sinistra rannicchiata vicino al corpo in modo da fornire sostegno al braccio sinistro sul quale Nefertito appoggiò il mento e il braccio destro disteso lungo il fianco. Era proprio curiosa di vedere come sarebbe andata a finire, ma di certo non sarebbe intervenuta nemmeno nel peggiore dei casi.. Per quanto la riguardava, potevano morire tutti.
     
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