Una serata di ordinario delirio

Role aperta

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  1. AndreaZena93
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    kage

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    La notizia che vi era stato un attentato a Kusa correva da mesi, dalle stanze dei funzionari era passata in quelle dei capi militari, e poi nei bordelli che spalancavano le loro porte negli angusti vicoli dei villaggi. Trasformata in voci era scivolata tra i carichi dei mercanti che battevano le piste polverose delle terre adiacenti arrivando anche nella più infima taverna del deserto di Suna, i criminali di basso rango ne parlavano con eccitazione. Il mormorio, all’ interno delle pareti sudice, cresceva di minuto in minuto. Il denominatore comune di tutti i discorsi era sempre lo stesso, la strana firma lasciata sul portone del piccolo carcere. Uno smile con un inquietante sorriso sopra.
    Ad un tavolo discosto dagli altri, addossato ad una parete lontana un giovane siede in silenzio. Davanti a lui, accanto ad un bicchiere del sakè di peggior qualità, giacciono delle carte da gioco con cui è intendo a svolgere un solitario. Deve avere poco più di vent’ anni, anche se le guance coperte di una fitta e crespa peluria e gli occhi induriti lo fanno apparire più vecchio.
    Sembra indifferente al luogo in cui si trova. Ma così non è, perfettamente immerso in quella lurida atmosfera, ode tutti i discorsi che le persone all’ interno di quelle mura mormorano. Ne è compiaciuto, quasi scoppia in una delle sue più tipiche risate ma sa di doversi trattenere. Aveva rubato le sembianze di uno shinobi del villaggio in cui si era imbattuto pochi minuti prima, i capelli si sono fatti più scuri così come gli occhi, il viso si è fatto più adulto coperto da una spessa barba. La struttura fisica è mutata, è più alto e robusto. L’ Arte della trasformazione a lui tanto congeniale l’ aveva trasformato in un’ altra persona, il resto era nelle sue doti di attore.
    Non vi è nulla che può dare veramente una parvenza di piano nelle azioni che Joker sta compiendo, il suo scopo è solo quello di portare un po’ di caos, il fine ultimo di ogni sua mossa è proprio questo.
    Appoggia le enormi mani che ora si ritrova sul bordo del tavolo, distende le possenti braccia facendo si che la sedia si sposti all’ indietro permettendoli così di alzarsi. Il sorriso stampato in volto. Si avvicina a passo sicuro al bancone, vi sale sopra attirando l’ attenzione di tutti si schiarisce la voce con qualche colpetto di tosse portando le mani alla gola.
    Le ossa iniziano a mutare, la loro posizione la loro lunghezza. La trasformazione si sta disattivando. I capelli si allungano e cambiano lentamente colore, un verde smeraldo prende il posto del cupo colore prima dominante nella chioma del ragazzo, gli occhi iniziano a brillare quasi di luce propria. Fa un inchino rivolto al suo pubblico, presentandosi. “Signori e signori, lasciatemi presentare. Sono il protagonista dei vostri racconti di questa così bella serata”. Le persone lo guardano con aria di insufficienza, scoppiando in chiassose risate, pensano di trovarsi davanti ad un ragazzo che ha alzato troppo il gomito e che i fumi dell’ alcol ne stiano muovendo le gesta e soprattutto la lingua. Uno di questi prende l’ ormai vuoto calice di birra dal proprio tavolo per il manico e lo lancia in direzione del buffone ritto in piedi sul bancone. Joker non si muove quasi, sposta semplicemente la testa quel tanto che basta ad evitare il bicchiere. La sua espressione cambia, si fa seria. Per quanto questo sia possibile, infondo sul suo pittoresco volto vi è ben impresso un grosso ed inquietante sorriso rosso. “Signore è maleducazione lanciare oggetti contro la star della serata, potevo farmi male se mi avesse colpito”, interrompe il discorso, la lingua esce diverse volte dalla bocca, non c’è un motivo particolare, è quasi più un tic che ha quando pensa, come a tenersi sempre inumidita la rosea pelle delle labbra. “Ora le mostro perché è meglio non interrompermi quando sto svolgendo il mio spettacolo” si avvolge all’ interno del suo mantello e quindi svanisce. La folla si guarda sbigottita intorno alla ricerca della stramba figura del ragazzo. Un urlo seguito da un tonfo rompe il silenzio, un uomo indica la figura apparsa dal nulla sul tavolo al quale era seduto. Dal palmo della mano è già uscito una candida lama, un preciso e rapido fendente recide la pelle del burbero uomo che l’ aveva interrotto. Un solco lungo il viso come una specie di sorriso si disegna. Quindi un secondo fendente taglia l’ aria prima di staccare di netto la testa dal collo dello sventurato. La mano sinistra tiene per i lunghi e sporchi capelli il cranio della vittima. Lo porta affianco al suo viso e lo guarda. Si compiace del lavoro svolto esplodendo in una delle sue risate. Il sangue schizza fuori dal collo ormai mozzato tingendo di rosso le logore tavole di legno della taverna. Se ne esce come se non niente fosse successo, la testa gocciolante ancora stretta nella mano. Cinque, forse sei passi quelli che fa nella sabbia prima di essere circondato dagli amici della vittima, ormai ripresisi dallo shock. Gli si buttano tutti contro, in simultanea. Scoppia a ridere, lancia la testa verso l’ alto. Quando la riprende i suoi avversari sono tutti stesi a terra privi di vita. La sua danza era stata letale come al solito.
    Riprende la sua camminata, fischietta felice. Mancavano ancora diverse ore prima di raggiungere l’ ingresso del villaggio.
    I piedi avanzano ormai sulla calda sabbia per inerzia, trascinandosi sul soffice suolo. La bocca spalancata e la lingua completamente essiccata tocca quasi il mento. Le spalle curve lasciano cadere gli arti lungo i fianchi, dondolando ad ogni passo. “Tu non hai sete testa?” si rivolge ad essa quasi potesse riceverne una risposta, cosa che stranamente succede. La bocca del Joker quasi si socchiude, una voce distorta ne esce. “Idiota, stiamo camminando da quasi 3 ore in mezzo al deserto, dovevi procurarti dei liquidi prima di fare tutto quel casino nella taverna” qualche attimo di silenzio e poi la strana voce riprende “Questo non sta accadendo davvero! Non lo sai? C'è un omino là fuori... un tizio con la macchina da scrivere... è tutto frutto della sua immaginazione malata...“
    Joker si ferma, guarda la testa incredulo poi guarda verso l’ alto. “Bastardo fammi avere dell’ acqua, adessoooo!”
    Quasi per miracolo davanti ai suoi occhi, inizia ad apparire una piccola oasi. “La vedi anche te?” “Ovvio, io vedo ciò che vedi te. Ora vai, tuffati e beviamo tutta quell’ acqua” ” il ragazzo psicopatico inizia così a correre per poi tuffarsi, nuota a dorso girando di tanto in tanto la testa e bevendo quanta più acqua più possibile. Riposa un po’ li, immerso per metà in quella limpida e fresca pozza d’ acqua poi si rimette in viaggio. Il clima sta cambiando, è ormai calata la notte e tutto si è immerso nelle tenebre, la brezza tipica del deserto stava salendo. Aumenta il passo quasi facendosi trasportare dal vento al pari delle foglie staccatesi dagli alberi in autunno.
    Le vedono, le porte del villaggio ormai sono li davanti a loro. “Ci siamo riusciti testa”, annusa l’ aria attirato in negativo da quell’ orrendo odore che adesso stava circondando il suo amico. “Puzzi come una carogna, potevi metterti il profumo dopo il bagno”, la testa stavolta non risponde, quasi fosse offesa.
    E' inutile capire come possano uscire dei discorsi così malati da un semplice ragazzo. Quindi non fateci caso, i veleni presenti nel suo corpo hanno da tempo ormai intaccato la sua sanità mentale. Prima o poi vi ci abituerete...
    Joker alza lo sguardo davanti a se, nota di non essere da solo. “Toh, una persona viva” ride. La testa si gira e con i suoi occhi ormai spenti e da cui iniziano a nascere piccoli vermetti guarda Hisoka, “Chissà ancora per quanto lo terrai in vita, mi butterai e andrai in giro con la sua testa? Ammettilo ti sei già stancato di me e non vedi l’ ora di scaricarmi”
    Joker inclina la testa sul lato, “Gelosone” le dita lunghe scivolano lungo i tratti ormai deformi del viso cadaverico, nella mano compare quasi dal nulla una carta bomba che attacca sulla fronte di Testa. Il volto del nostro psicopatico amico si fa serio, apre la mano sinistra. I capelli scivolano lungo le dita, il cranio inizia una lenta discesa verso la sabbia ma non arriverà mai a toccarla. La gamba destra di Joker si muove veloce intercettandola, un poderoso calcio la spinge verso il cielo. La mano che prima la stringeva in una stretta morsa ora compone il sigillo richiesto. Booooooom!
    Schizzi di sangue e cervella si spargono ovunque nei paraggi. “Non mi piacciono le persone gelose” Ahahahahahahahahahaha
    Quindi posa il suo sguardo sul ragazzo davanti a se, la lingua ritorna a leccare le labbra. Chissà quale malata idea stava andando a formarsi.

    Edited by AndreaZena93 - 25/8/2014, 22:56
     
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