Yaraji Mazaka

Descrizione Fisica: Yaraji è un ragazzo snello e impostato fisicamente. Ha una caratteristica che lo distingue dagli altri shinobi del villaggio: I suoi occhi;particolari, anzi unici. Il colore è di un freddo grigio perla e al contrario dei comuni occhi, i suoi iridi sono composti da numerosi cerchi concentrici di colore lilla. I capelli, arrangiati in una capigliatura ispida di un colore arancio acceso. I contorni degli occhi hanno un colore nero accentuato. Veste con una tunica, senza manica dal lato del braccio destro, di colore beige e arancione decorato, sulle spalle, con fiamme di colore grigio, allacciata all’altezza della vita da una cintura di colore blu scuro. Sotto porta una maglia a collo alto dello stesso colore della cintura a maniche lunghe.
I pantaloni sono color arancione e abbastanza larghi per non limitare i movimento del corpo. Indossa infine delle scarpe tipiche delle arti marziali di colore blu, con disegnato all’altezza del collo una nuvoletta arancione.

Descrizione Psicologica: Yaraji possiede un carattere estroverso; socievole e capace di esprimere in modo chiaro le proprie opinioni. Queste doti lo aiutarono molto a legare con il resto della popolazione di Ame, anche se rimanevano sempre persone dubbiose della sua “umanità” , dubbio sollevato dai suoi occhi mai visti in nessun altro ragazzo prima di allora. Dopo il lutto di un suo caro amico rischiò di mutare il carattere in uno freddo e chiuso, ma superò tutto questo grazie alla grande forza di volontà che lo contraddistingueva e che spesso lo faceva intestardire sugli obbiettivi che voleva raggiungere.

Biografia: Era una notte senza luna nel villaggio di Ame, il buio inghiottiva, col suo manto, tutte le case. Solo in una l’oscurità non arrivava, la luce era ancora accesa a quell’ora. D’improvviso il gemito di un neonato interruppe il silenzio che regnava nel quartiere. Il Medico recise il cordone ombelicale e gli diede una pacca sulla schiena dando così l’inizio della sua nuova vita. Dopo che venne lavato però, le assistenti chiamarono di grande urgenza il dottore, erano spaventate e trasferirono questa paura pure ai genitori del neonato che furono tenuti ad attendere per un paio di minuti prima che il dottore, tornato con il bambino sulle braccia fece notare ai genitori gli occhi del piccolo. La madre, sollevata, non capì il motivo di questa confusione solo per un paio di occhi “diversi” , affermò, quindi, che se il destino glieli aveva voluti concedere in quel modo allora suo figlio aveva ereditato gli occhi più belli del mondo e un nome altrettanto particolare avrebbe dovuto accompagnarli; quella stessa notte scelse per lui il nome Yaraji.
Passarono quattordici anni da quella sera, il neonato crebbe e diventò un ragazzo. La sua famiglia, abbastanza agiata economicamente lo istruì nella varie materie scolastiche pagando un insegnante privato per seguirlo. Il padre era uno shinobi del villaggio, la madre invece era un’imprenditrice. Le sue lezioni si concludevano sempre nel primo pomeriggio ma dal momento che le prime amicizie si instaurano a scuola, Yaraji non aveva nessuno con cui passare il resto della giornata, persino i genitori erano assenti dal momento che i loro lavori occupavano le giornate fino a sera. Passava quindi il pomeriggio ad allenarsi da solo in giardino, purtroppo con scarsi risultati.
Una sera venne a cenare la famiglia di un amico del padre, con loro c’era l’unico figlio Izumo Renji, più grande di Yaraji di circa due anni. I due si conobbero e fecero subito amicizia; Izumo raccontò al suo amico di essere uno shinobi come anche il padre. Yaraji era entusiasta e data la sua voglia di diventare anch’egli un ninja, repressa dalla madre preoccupata dai rischi, chiese, segretamente, all’amico di allenarlo, cosa che lui accettò di fare molto volentieri.
Un pomeriggio mentre si allenavano nel giardino di casa Mazaka, tra una pausa e l’altra, Yaraji chiese all’ amico il motivo della sua scelta di divenire shinobi; Izumo prima sorridendo e poi guardando il cielo rispose: “ Perché voglio diventare un eroe, e per diventare eroi bisogna abbracciare i propri sogni e combattere sempre con onore.” Queste furono le sue parole, una frase che si stampò in modo indelebile nella mente di Yaraji.
Trascorse un anno da quando i due presero a frequentarsi. Un giorno Izumo propose di allenarsi in un luogo diverso, fuori dal villaggio, dove stavano costruendo un campo ad ostacoli ora interrotto e abbandonato. Passarono circa tre quarti di ora prima di raggiungere il luogo descritto da Izumo , ma ne valse la pena. Era una vasta pianura tra gli alberi con ostacoli, alcuni rotti altri incompleti. I due non sapevano però che da lì a poco sarebbe cambiato tutto . Erano mukenin, della specie che uccide tanto per divertimento, quelli che si dirigevano verso il loro stesso luogo di allenamento e vedendoli decisero di assalirli. Yaraji e Izumo furono presi alla sprovvista e feriti. I due si rifugiarono sotto un albero, il giovane mazaka era shockato non riusciva a muoversi disteso sotto l’albero a guardare la scena. Izumo cercò di proteggerlo mentre uno dei due mukenin con una katana provò a colpirlo orizzontalmente al volto, impugnando un kunai, parando il colpo ma procurando una ferita verticale a Yaraji causata dall’impatto tra le due armi che fece affondare, anche se poco, la lama del kunai nella sua guancia. Il bandito, però, sorrise e ad un certo punto Izumo notò che la lama del kunai stava venendo tagliata dalla katana del nemico provocando una ferita orizzontale nella guancia di Yaraji. Sempre Izumo diede quindi un calcio al mukenin per evitargli il peggio, ma scordatosi dell’altro ninja venne colpito alle spalle da una lama che gli trapassò il petto. Il corpo senza vita dell’amico cadde vicino a lui e Yaraji in preda al panico cominciò a piangere e...perse i sensi. Quando si risvegliò si trovava nell’ospedale di Amegakure ma Izumo non ce l aveva fatta. Passò quasi un anno in cui si diede la colpa della morte di Izumo e non capiva come mai lui era sopravvissuto ne sapeva chi lo avesse salvato.
Superò questo momento grazie alle sue altre amicizie, fatte grazie all’amico perso, e alla sua forza di volontà, decidendo quindi di fare proprio il sogno di Izumo e diventare un eroe facendo di ciò che gli disse una volta l’amico il proprio motto: “se vuoi diventare un eroe abbraccia i tuoi sogni e combatti sempre con onore . Per fare ciò sarebbe dovuto prima diventare uno shinobi. Decise quindi di iscriversi all’accademia, anche contro la volontà della madre che, però, riuscì a convincere grazie alla sua forte determinazione ripetendo la frase di Izumo.
La madre vide ormai che Yaraji era cresciuto, nel corpo, nel carattere e nello spirito e capì che era maturato a tal punto da riuscire a prendere simili decisioni, quindi lo abbracciò e gli diede il suo consenso. Il giovane Mazaka stava per intraprendere una nuova strada che non sarebbe stata facile.

E una lacrima cadde per terra...
E una voce flebile accarezzava l’aria...


“Abbraccia i tuoi sogni e diventa un eroe...”



Fama Ame (Villaggio d'Origine): 30
Fama Konoha: 0
Fama Iwa: 0
Fama Kumo: 0
Fama Kiri: 0
Fama Kaze no Oukoku: 10
Fama Oto: 0
Totale: 30

Livello I (Genin)
Il ninja in questo stadio non ha ancora sviluppato le complete abilità dell'innata ma presenta già i segni del suo grande potere. Il ninja controlla 2 elementi. E' possibile inserire in scheda una tecnica a propria scelta, superando il limite consentito dal grado. La riserva di chakra aumenta del 10%.

Livello II (minimo chunin)
Il ninja in questo stadio non ha ancora sviluppato le complete abilità dell'innata ma presenta già i segni del suo grande potere. Si controllno 2 elementi. E' possibile inserire in scheda due tecniche a propria scelta, superando il limite consentito dal grado. La riserva di chakra aumenta del 15%.

Shigure Kintoki (Periodo dorato delle pioggie autunnali)
Tipo: Ōkatana
Descrizione: Spada antichissima tramandata da generazione all'interno della famiglia di Yaraji. Prima di lui il padre aveva brandito questa eccezionale arma. La Shigure è una katana di circa 1.10m; 80 di lama e 30 di manico.
L’impugnatura in legno, laccato nero, è ricoperta di pelle di razza rivestita con una fettuccia di seta nera intrecciata. Il fodero è molto particolare, infatti esternamente la katana sembra una normale spada di bambù usata per il kendo, e se brandita con particolare maestria, con un fendente rapito, mostrerà la vera natura della spada si rivelandosi per quella che è realmente.
La guardia, o tsuba, è decorata sempre con polveri d’oro e presenta un disegno a forma di fenice.
La lama, dello stesso colore della notte, è stata forgiata alternando strati di ferro acciaioso con percentuali variabili di carbonio. L’alternanza di acciaio dolce e acciaio duro gli ha conferito una enorme resistenza così come anche il procedimento di tempratura è stato seguito con delle fiamme di chakra assicurando alla lama un filo abbastanza duro che è stato poi affilato, così da poter garantire delle proprietà di taglio a dir poco eccellenti.
La storia di questa eccelsa arma ha accompagnato sempre quella dei Mazaka e la tradizione ha sempre voluto che al primogenito, raggiunto il rango Chunin fosse data in eredità questa katana. L'eredità della famiglia Mazaka era, ora, nelle mani di Yaraji.
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Tecniche Derivate