Missione Livello C

per Eijiro Akasuna

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  1. Ranuccio
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    La Chiave
    Descrizione: All'interno della lettera che ti è stata consegnata, troverai una comune chiave in ferro, apparentemente di poco valore ma in realtà di importanza fondamentale per Suna. Questa chiave aprirà una porta blindata che si trova all'interno della Prigione della Sabbia, a pochi chilometri fuori dal Villaggio. La porta in questione dà accesso alla cella in cui è racchiuso un criminale catturato pochi mesi fa, Hayato Kusanagi. Kusanagi è colpevole di aver venduto sul mercato nero i segreti di alcuni nostri Clan, fra cui gli Akasuna, e dovrà essere interrogato a riguardo fra pochi giorni. Il tuo compito è scortarlo dalla Prigione fino al Palazzo del Kazekage, dove lo prenderanno in consegna due Anbu. Fai attenzione, Kusanagi è solo un Genin ma è molto, molto scaltro.
    Buona Fortuna
    Ricompensa: 150 Ryo
     
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  2. H.Lecter
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    << Parlato >>, " Pensato ", Narrato, - Parlato altrui - Scheda Eijiro Akasuna


    La carne si ruppe sfibrandosi, strappata da un lento morso, come se stesse giocando a tirare la corda con un'affilata dentatura: fu masticata con calma, lentamente, lasciando che il suo sapore unito a quello del sale invadesse la bocca di colui che la stava mangiando. Eijiro era seduto al tavolo della cucina, la schiena ben dritta e le gambe incrociate e distese in avanti, innanzi a lui, un barattolo in vetro pieno di lunghe strisce di carne essiccata, una tazza di tè fatto da poco con foglie di menta ed un frutto maturo. Prese la piccola tazza di ceramica bianca senza manico, sollevò la teiera e versò un po' del suo squisito contenuto, che bevve a lunghi sorsi. Adorava il tè alla menta, era caldo quanto dissetante, in oltre a sua detta gli permetteva di ragionare con maggiore lucidità, tanto che aveva preso l'abitudine di berne sempre uno, due, anche quattro tazze mentre lavorava nel suo laboratorio, così come se ne concedeva una dopo ogni allenamento. Il padre aveva già fatto colazione, difatti sembrava pronto ad uscire, quel giorno si voleva recare al mercato a prendere qualcosa da mangiare e probabilmente anche qualche aiuto liquido per la depressione. Il giovane aveva come sempre uno sguardo lontano, distante da tutto ciò che lo circondava, mentre sorseggiava tè e mangiava carne (amava la carne). Il padre passò davanti all'entrata della cucina, guardando il figlio intensamente: era tutto ciò che gli rimaneva di sua moglie, eppure era così diverso da lei, tranne per quei capelli corvini. Lei era una persona vitale ed amorevole, mentre il figlio per quanto si facesse sempre vedere allegro e cortese, era chiaramente molto freddo e spesso assumeva comportamenti decisamente strani. Eijiro sorrise al padre, in quel periodo sembrava ancora più vecchio del solito, tanto che cominciava a dubitare della sua reale età, gli rivolse un caldo saluto accentuando lo strano sorriso che lo caratterizzava, poi lo vide svanire dietro il muro e sentì il rumore della porta che si chiudeva. Era rimasto solo in casa, tanto che finì con molta calma la sua colazione e si diresse nella cantina che ormai era diventata il suo laboratorio, sperando di potersi mettere a lavoro su Karasu senza interruzioni. Non aveva in programma allenamenti o qualcosa in particolare, anche perché aveva da poco terminato di apprendere il controllo del chakra superiore e la tecnica Oukashou, dunque non aveva molta voglia di tornare ad allenarsi. La marionetta era distesa sulla fredda lastra di pietra rialzata, immobile, con vicino solo due cacciavite dal manico in legno e qualche bullone. Diavolo, Eijiro non aspettava altro che mettere alla prova la sua marionetta e magari potersi permettere un nuovo pezzo per la sua collezione, qualcosa di speciale da abbinare a Karasu. Purtroppo al momento riusciva a controllare una sola marionetta alla volta, al contrario di alcuni membri del suo clan che potevano controllare tranquillamente anche tre. Ma se c'era una cosa di cui era certo, era che un giorno sarebbe diventato un vero e proprio maestro marionettista, in grado di controllare un numero spropositato di marionette ! O almeno si sarebbe sbizzarrito a smontarne molte...
    Prese in mano il cacciavite godendosi la sensazione del legno levigato a contatto con la pelle, voleva provare a vedere da vicino il meccanismo spara Kunai, ma proprio quando stava per girare la prima vite, un rumore proveniente dal piano di sopra lo interruppe. Era troppo concentrato per capirne l'origine, dunque non ci fece troppo caso e decise di riprendere, ma ancora una volta fu interrotto. Sbuffò sonoramente e si diresse al piano di sopra pensando che probabilmente si trattasse del padre: il rumore si manifestò di nuovo e questa volta comprese cos'era, qualcuno stava bussando alla porta.

    " Possibile che un genio come me debba essere costantemente interrotto !?!?!?!? "

    << STO ARRIVANDO ! UN ATTIMO !!! >>

    La voce risultò estremamente seccata, come in effetti era il giovane.
    Quando aprì la porta, si trovò davanti una figura molto più alta di lui, atletica, dal fisico massiccio e vestita con la classica divisa dei ninja di Suna, con la differenza che il giubbotto era grigio e la maglia sotto nera ed aderente. La luce del sole aveva colpito Eijiro appena aperta la porta, tanto che i suoi occhi ancora abituati alla tenue luce di casa, ne furono quasi accecati sul momento, ma non appena si abituò, notò subito che gli era sfuggito il particolare più importante, una maschera con sembianze animali. Un gatto... o forse una lince... insomma, qualcosa di felino: ma quell'abbigliamento poteva significare una sola cosa, quel tizio era un Ambu !!!

    - Eijiro Akasuna -

    La voce dell'uomo risultò distorta, molto probabilmente a causa della maschera che gli copriva totalmente il volto lasciando libera solo la chioma selvaggia più simile a un groviglio di ricci castani che una capigliatura. Il Genin non riuscì a comprendere se quella dell'uomo era una domanda o un'affermazione, in ogni caso rispose con un cenno d'assenso muovendo la testa, eppure l'Ambu rimase li, immobile, a fissarlo dall'alto dei suoi quasi due metri, senza fiatare. Si guardò intorno rapidamente, casa sua si trovava poco fuori dal cuore della città, non troppo lontano dal palazzo del Kazekage: la strada davanti alla sua porta era spesso trafficata a quell'ora del mattino e quel giorno non faceva differenza. Comprendendo che forse l'Ambu preferiva parlare in un luogo più calmo, il giovane si spostò di lato tenendo aperta la porta con la schiena e lasciando tutto lo spazio necessario a far entrare in casa l'uomo. Questi entrò senza particolari convenevoli, quel modo di fare avrebbe potuto seccare alcuni, ma ad Eijiro che al calore umano prediligeva il freddo contatto del legno e dell'acciaio delle marionette non poteva che piacere, ammirava quel modo d'agire tanto pratico e preciso, agli Ambu venivano dati ordini e loro li eseguivano con precisione e irreprensibile impegno... erano come... come... marionette !
    Chiuse la porta dietro di se, aveva in volto un sorriso diverso, che coinvolgeva gli occhi in un'espressione divertita. L'Ambu si fermò poco lontano dalla porta, praticamente a metà tra l'entrata della cucina e il salotto: era una figura davvero interessante, come interessanti sarebbero di certo state le sue parole. Esaminò rapidamente il giovane da dietro la maschera, indossava i suoi lunghi pantaloni neri, una maglietta a maniche corte bianca (piuttosto stropicciata per giunta), di certo al momento non era al massimo del suo aspetto. Eijiro mise le mani in tasca e tentò di mantenere la schiena ben dritta, cosa che raramente faceva se non si trattava di occasioni ufficiali. Nessuno parlava, d'altro canto il giovane non aveva un granché da dire, l'uomo che gli stava davanti l'aveva cercato, era più alto di grado, ergo, probabilmente era li per impartirgli qualche ordine.

    - Sto per affidarti una missione molto importante per il Regno del Vento: se riuscirai a portarla a termine, renderai un buon servizio a tutti noi e perfino al nostro re. -

    La voce dell'Ambu era piuttosto fredda e composta, come il suo corpo perfettamente immobile, al contrario di Eijiro che a quelle parole aveva alzato un sopracciglio e curvato il sorriso verso la guancia destra, assumendo quasi un'espressione di sfida. Come prevedibile, finalmente il Genin avrebbe avuto l'occasione di mettersi alla prova, cosa che desiderava fare da un bel pezzo. In oltre a detta dell'uomo, avrebbe reso un grande servizio a Suna e al Regno del Vento... ad essere onesto, di quello al giovane non importava nulla. Lui era un meccanismo, come quello di una marionetta: quando i gesti del burattinaio ne decretavano le movenze, lui era sempre pronto ad eseguirle alla perfezione. Semplice no ? Gli ordini arrivavano e lui ubbidiva, quella era la volontà di una marionetta, la vera essenza del clan Akasuna secondo Eijiro, tanto che disapprovava i membri del suo clan troppo impegnati a riflettere su ciò che gli veniva ordinato. Ma se pur così stranamente fedele, il Genin non era privo di una propria volontà, volontà che per giunta lo portava ad essere un elemento molto, davvero molto instabile.

    << Come sempre, l'arte degli Akasuna è al totale servizio del re... dunque, quali sono i miei ordini ? >>

    La voce del giovane era piatta, amorfa, del tutto priva di sentimento o interesse, ma anche senza nessuna traccia di noia o delusione. L'Ambu reputò strano che un giovane Genin alla sua prima missione si dimostrasse così freddo, eppure il suo sguardo non lasciava dubbi: l'oro dei suoi occhi era così gelido da sembrare ghiaccio ambrato, mentre il sorriso sul suo volto sembrava letteralmente scolpito nel marmo. La freddezza era una cosa importante per un ninja, specialmente in situazioni critiche, e quel giovane sembrava averne da vendere. L'uomo mise la mano in una delle tasche del giubbotto ed estrasse una busta bianca sigillata col simbolo di Suna, una clessidra, quest'ultima impressa in cera lacca di un vivo colore rosso. La passò a Genin, dandogli il tempo di esaminarla come preferiva; Eijiro la soppesò, al tatto era liscia, anzi, leggermente ruvida. Dentro c'era qualcosa di piccolo, piuttosto pesante per la sua stazza, di forma allungata ed irregolare.

    - In quella lettera c'è una chiave, la dovrai consegnare alla prigione della sabbia, non molto lontano da Suna. Quella chiave servirà ad aprire la cella di un detenuto di nome Hayato Kusanagi, che si è macchiato dell'infamia di tradimento tentando di vendere sul mercato nero segreti appartenenti ai nostri clan, tra cui proprio il clan Akasuna. Una volta consegnata la busta e tolto dalla cella Kusanagi, dovrai provvedere affinché arrivi al palazzo del Re il prima possibile: li, due Ambu lo prenderanno in custodia... ti è tutto chiaro ? -

    Eijiro chinò leggermente la testa a sinistra, scompigliando ulteriormente la sua chioma corvina, mentre sul suo volto si dipinse un'aria compiaciuta e forse leggermente beffarda.

    << Portare la lettera con la chiave alla prigione, prendere il componente difettoso e riportarlo al palazzo del re... sì, direi che é tutto chiaro... >>

    L'uomo innanzi a lui era dubbioso sul termine "componente difettoso", ma ovviamente si riferiva a Kusanagi; la cosa davvero strana era che il ragazzo sembrava aver usato quel termine seriamente e non come uno stupido vezzeggiativo. Ad ogni modo, per quanto il ragazzo sembrasse bizzarro, la missione era stata affidata a lui, dunque avrebbe potuto non essere stupido come i suoi atteggiamenti. L'Ambu volle comunque assicurarsi che il giovane capisse la serietà di ciò che stava per fare, anche perché alla fine si trattava di estorcere informazioni utili al Regno del Vento, dunque ne andava della sicurezza di tutti.

    - Meglio per te che tu abbia capito, ti ricordo che nonostante sia di livello C, questa missione ha la sua rilevanza. In oltre dovrai prestare molta attenzione, Kusanagi é un tipo scaltro, non sottovalutarlo. -

    Detto ciò e assicuratosi che il giovane gli prestasse orecchio, l'Ambu non attese repliche e svanì in una nube di fumo bianco che si diradò alla stessa velocità con cui era apparsa. Il giovane tossì un paio di volte, pensando che il ninja poteva anche uscire dalla porta senza tutta quella teatralità, anche perché probabilmente con quella nuvola aveva sparso tutta la polvere del pavimento suoi mobili che dopo avrebbe dovuto pulire lui stesso, ovviamente una gran seccatura.
    Beh, ciò che doveva fare era chiaro, dunque si diresse nello studio ad armarsi: si mise la cinghia per la schiena alla quale assicurò Karasu, la marionetta era abbastanza grande da coprirlo totalmente da dietro, tanto che la sua chioma castana e del tutto spettinata era a contatto con quella corvina e da poco più ordinata di quella del Genin. Prima di mettersi la cinghia però, si vestì coi suoi consueti vestiti neri, aggiungendo infine il foulard bianco e dipingendosi il volto con la pittura di guerra nera, tracciando cinque righe a partire da sopra le labbra fino al terminare del mento. Per terminare il suo armamento, assicurò due porta Kunai alle cosce riempiendone ciascuno con tre delle medesime armi per un totale di sei Kunai, due porta Shuriken in vita ai due lati opposti, mettendoci dentro cinque Shuriken ciascuno ed in uno anche un Tantò, infine sistemò una tasca aggiuntiva sempre all'altezza della vita, ma questa volta la mise nella parte anteriore, tanto che era praticamente all'altezza del ventre, quest'ultima la riempì con sei cartebomba. Era pronto, tanto che tutto fischiettante, uscì di casa, chiuse la porta e si diresse verso l'entrata del villaggio, toccandosi di tanto in tanto il petto, poiché per essere certo di non perdere la busta con la chiave, l'aveva messa all'interno della camicia, che era ben protetta dalla cinghia di cuoio che gli avvolgeva il petto e la schiena.
    Il paesaggio desertico all'esterno di Suna era davvero spoglio, fatta eccezione per qualche roccia che sbucava fuori dalla sabbia e a volte grandi pezzi di statue che Eijiro osservava con interesse pensando a quanto tempo potessero avere e soprattutto a come fossero finite seppellite dalla sabbia. C'era da dire che tutti gli abitanti del Regno del Vento sapevano quanto la sabbia potesse dimostrarsi forte ed insidiosa, perfino in una situazione di apparente calma. In quel grande deserto, il giovane era come un minuscolo punto nero che vagava nell'immensità dorata, in direzione della prigione della sabbia; dal poco che sapeva Eijiro, un edificio monumentale che si ergeva li da prima della sua nascita. Si diceva che ospitasse ogni sorta di criminale, perfino quelli più pericolosi e crudeli, tra cui una bella schiera di traditori, anche se sua nonna gli aveva detto che dall'incoronazione di Eiji Okuda quella prigione era diventata semplicemente un posto dove il re faceva richiudere chi osava opporsi al suo volere. Ovviamente il giovane non ci aveva badato molto, anche se si era domandato se fosse vero, in quanto tale il re doveva essere poco furbo: perché imprigionare chi gli si opponeva se poteva ucciderli ? Eijiro quando quella vecchia rincitrullita era ancora viva aveva imparato a non darle troppo retta, come aveva imparato che una mente cieca come la sua non poteva vedere lo splendore della sua arte e la magnificenza del suo compimento. Quel giorno, in quella missione, lui avrebbe potuto dare inizio al compimento della sua arte, così da iniziare il lungo cammino per diventare un vero, inimitabile, supremo artista. Ed ecco l'entrata alla scala del successo, la prigione della sabbia ! Era davvero imponente come si vociferava, tanto che quando la vide, Eijiro era ancora molto lontano dall'entrata, che per di più trovò non con poca fatica. Una volta innanzi alla porta di quella colossale costruzione, tanto grande che avrebbe potuto ospitare perfino un demone, bussò con forza tentando di attirare l'attenzione delle guardie.

    << Eijiro Akasuna a rapporto ! Sono qui per ordine del re, devo prendere in custodia un detenuto !!! C'è nessuuunoooo ? >>

    Poco serioso, così appariva il suo comportamento, ma in fondo era fatto così Eijiro, sempre pronto a fare tutto ciò che gli passava per la testa, fregandosene di apparire bizzarro o del tutto fuori di testa. Mentre attendeva una risposta, estrasse la lettera ancora sigillata col sigillo della sabbia, stringendola nella mano, pronto a fornirla a qualsiasi carceriere gliel'avesse chiesta.

    Eijiro Akasuna
    Stato Fisico: Eccellente
    Stato mentale: Divertito e curioso
    Statistiche: Genin Bianca, +25% precisione shuriken e kunai +25% abilità coi kunai nel corpo a corpo (perizia armi da lancio livello I), maggiore velocità nell'esecuzione delle tecniche (controllo del chakra livello I)
    Chakra: 80

    Tecniche utilizzate: ///

    Mosse effettuate: ///



    Edited by H.Lecter - 12/2/2014, 23:58
     
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  3. Ranuccio
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    La Prigione di Suna era stata scavata nella roccia stessa dell'altopiano Taishan, che si ergeva solitario in mezzo al deserto per oltre dieci chilometri e toccando i seicento metri di altezza; le sue pareti scoscese levigate da tempeste di sabbia millenarie erano interrotte spesso da crepe e anfratti di varia grandezza, fra cui a volte si facevano largo secchi arbusti che parevano cercare di fuggire dalla morsa mastodontica della pietra. L'edificio, eretto all'incirca cent'anni prima e a una distanza di trenta chilometri dal Villaggio, era largo e basso; da lontano, lo si sarebbe detto l'ultimo enorme cassetto aperto in un altrettanto gigantesco canterano. Effettivamente, colui che lo aveva progettato evidentemente aveva dovuto pensare il Paese del Vento sarebbe stato popolato da criminali: nonostante raggiungesse appena i trenta metri di altezza, si allargava per trecento metri. Al centro della facciata principale era presente un grosso portone nero, di ferro, la cui solidità si indovinava a prima vista, alto più di quattro uomini. Solo due finestre interrompevano lo sconfinato muro: entrambe appartenevano ad un sola stanza, posta sulla destra e a poca distanza dal tetto; in realtà erano così piccole rispetto al resto della costruzione che quasi scomparivano, soprattutto quando il proprietario di quella stanza tirava le tende accecato dal sole. E questo accadeva quasi sempre, giacchè il Direttore Kamo Serigawa nonostante i venticinque anni di attività nella Prigione non si era ancora abituato all'accecante sole del deserto.
    In quel momento, Serigawa era appena tornato nel suo ufficio all'ultimo piano e, appunto dopo aver chiuso le tende, si era lasciato cadere sulla poltrona in pelle nera, che aveva scricchiolato sotto i suoi oltre centoventichili e il metro e novantacinque di altezza. In realtà non era grasso, o meglio sebbene fosse ingrassato rispetto agli anni della gioventù ancora si notava sotto il completo grigio che indossava il fisico muscoloso e prestante; e se i bicipiti possenti tiravano ancora la camicia quando fletteva il braccio, da seduto il ventre dilatato premeva contro i bottoni. Inforcò gli occhiali rotondi e con espressione corrucciata si rivolse ad alcuni fascicoli che teneva sulla scrivania in legno. Oltre a quel mobile, la stanza era piuttosto spoglia: sulla parete di fronte si trovava un divano rosso, che risaltava sulle pareti dipinte a calce, e sopra di esso un quadro raffigurante Suna; alla sinistra, le due finestre; sulla destra, la porta; alle spalle, una libreria di media grandezza, peraltro mezza vuota, su uno dei ripiani della quale era stata posta una foto di Eiji Okuda. Serigawa aveva tenuto la stessa cornice in cui un tempo c'era il ritratto dell'ultimo Kazekage, Soichiro Takeda, sostituendone semplicemente il contenuto. E ciò riassumeva perfettamente il suo pensiero sull'Ouka: la forma di governo era all'apparenza cambiata, ma si trattava solo di un formale cambiamento; in definitiva un capo aveva succeduto ad un altro, solo che questa volta non era stato eletto da un ristretto gruppo di ninja, bensì solo approvato. In realtà ormai era tanto abituato a rimanere fra quelle mura rocciose che guardava distaccato a Suna come a un remoto villaggio posto a migliaia di chilometri di distanza, con cui non avesse poi molto a che fare. Stimava però Eiji Okuda per la fermezza che aveva saputo dimostrare in alcune situazioni, e che gli ricordava lo stesso pugno di ferro che applicava su sottoposti e ancora più sui prigionieri. Inoltre, gli aveva lasciato il completo controllo sulla Prigione.
    I documenti che stava analizzando riguardavano il trasferimento di Hayato Kusanagi, un mukenin di basso Livello che era stato catturato qualche mese prima ed era stato gettato in una cella al secondo piano. E per secondo piano si intendeva "secondo piano sotterraneo", giacchè lo sviluppo dell'edificio era quello di un iceberg, che mostrava in superficie la punta e nascondeva in realtà al di sotto il novanta per cento della sua massa. La punta erano gli uffici amministrativi ed un centinaio di celle, in cui venivano rinchiusi ladri, assassini e altri criminali che non erano in grado di usare il chakra, per un totale di due piani costruiti sopra il deserto. Il resto, invece, si estendeva nelle profondità dell'altopiano, per altri quattro piani appositi per i mukenin che conoscevano le Arti Ninja; l'ultimo di essi si trovava a duecento metri e vi erano seppelliti i più pericolosi individui che avevano messo piede nel Regno del Vento. Ma questa architettura era sconosciuta ai più, e tutta la popolazione di Suna (compresi molti militari) conoscevano solo ciò che avevano visto, ovvero la superficie. Il trasferimento di Kusanagi non turbava particolarmente il Direttore, trattandosi appunto di un criminale di basso rango. Tuttavia, come confermavano dal rapporto della sua cattura, era molto scaltro e c'erano voluti anni prima che riuscissero a mettergli le mani addosso. Dall'aspetto, tuttavia, sembrava un mukenin nella norma: era un uomo poco più che venticinquenne, con i capelli biondi tagliati corti, la faccia sveglia e i lineamenti puliti; non aveva un fisico particolarmente muscoloso ma le sue membra erano agili e scattanti. E in effetti da quanto risultava dal rapporto era più bravo a rubare e scappare piuttosto che combattere: una volta accerchiato dai ninja di Suna e toltagli ormai qualsiasi via di scampo, si era infatti arreso spontaneamente. Tuttavia nei giorni successivi all'incarcerazione aveva chiesto, anzi supplicato continuamente le guardie di dargli da bere, lamentandosi del gran caldo; soddisfatte le sue richieste, aveva tramutato il suo corpo in acqua ed aveva provato a sgusciare fuori dalle sbarre della sua cella. Ma le guardie, avvezze a misurarsi contro ogni tipo di Tecnica e Abilità, l'avevano bloccato immediatamente con Jutsu Raiton e Doton. Da quel momento era stato tenuto in regime di stretta disidratazione, giacchè la sua Kekkei Genkai sembrava poter funzionare solo se ingeriva frequentemente alte quantità di liquido.
    Per portarlo a Suna dovevano attraversare un deserto sconfinato; era dunque impossibile che Kusanagi potesse, sotto il sole cocente, riuscire a bere qualcosa. E al suo fianco avrebbe avuto comunque due ninja di scorta che l'avrebbero tenuto sott'occhio per tutti i venti chilometri che li separavano dal Villaggio. Non c'era dunque di che preoccuparsi. Poco prima, dall'ufficio del Direttore era uscito proprio uno dei suoi sottoposti, a cui era stato assegnato il trasferimento; un tal Aoshi Shinomori, Chunin che lavorava alla Prigione da circa sette anni, avvezzo a quel genere di compiti. Aveva infatti fatto parte di una scorta in una dozzina di occasioni in totale, senza che mai un prigioniero, in sua presenza, riuscisse a scappare. Era un giovane allampanato dai capelli neri lunghi fino alla spalla, solitamente raccolti in una coda; vestiva sempre con il giubbotto distintivo del suo grado color ocra e sotto un vestito nero, così d'altra parte come vestivano tutti gli altri dipendenti di Serigawa, non particolarmente flessibile neppure sull'abbigliamento. Shinomori aveva sorbito malvolentieri tutte gli ordini, avvertimenti, raccomandazioni e intimazioni del Direttore per oltre mezz'ora; pur mantenendo per tutto il tempo uno sguardo serio e un atteggiamento composto, in realtà avrebbe voluto schiaffeggiare il faccione di quell'energumeno e urlargli nelle orecchie che no, non era un novellino e, sì, sapeva fare il suo lavoro dopo sette anni di attività. Purtroppo una simile reazione avrebbe significato essere licenziato e probabilmente cacciato a calci (letteralmente) dalla Prigione; avrebbe dunque perso l'opportunità di guadagnare abbastanza esperienza per essere promosso Jonin e per di più il suo fondoschiena ne avrebbe risentito per lungo tempo. Quindi, era stato zitto annuendo. Aveva tuttavia prestato particolare attenzione alle informazioni riguardo all'Essenza d'Acqua (così Serigawa chiamava la particolare abilità di Kusanagi) e come prevenire la sua attivazione - niente di troppo complicato, a quanto sembrava.
    Il prigioniero era stato prelevato e preparato per il viaggio: gli erano state poste una catena al collo e una a entrambi i piedi; inoltre, aveva le manette ai polsi, così da non poter comporre Sigilli. Era vestito con una semplice tunica marrone scura, composta da una maglietta e un paio di pantaloncini corti, senza nessuna tasca dove poter nascondere oggetti. Era comunque stato sottoposto a una approfondita perquisizione corporale per evitare che avesse ingerito rudimentali armi, e infine le sue catene erano state poste in mano a Shinomori, che non avrebbe dovuto lasciarle per nessun motivo, nemmeno ad Eijiro Akasuna, l'altro ninja che componeva la scorta, almeno non prima che questi si fosse identificato consegnando la chiave affidatagli e che uno shinobi sensitivo della Prigione avesse verificato il suo chakra. Quindi, Shinomori si pose all'ingresso, nella grande sala a cui si accedeva dopo che la porta in ferro era stata spalancata.

     
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  4. H.Lecter
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    << Parlato >>, " Pensato ", Narrato, - Parlato altrui - Scheda Eijiro Akasuna


    Da lontano la prigione era magnifica: grandi mura scavate nella roccia antica, un'estensione abnorme, tanto che sembrava un gigante di pietra addormentato, ma soprattutto destava un'incontrollabile meraviglia, dovuta alle sue dimensioni quanto a un certo timore reverenziale che suscitava... ma il timore della lontananza non era nulla rispetto a quello che si provava all'ombra delle sue mura. Eijiro osservò più o meno distrattamente il grande portone a cui aveva rivolto un saluto poco serioso, era formato da due imponenti porte in acciaio nero, in netto contrasto con il colore più chiaro delle mura, anche se come loro le sue misure (altezza in particolare) erano a dir poco esagerate. Quell'edificio era davvero l'apice dell'architettura bellica, in quanto era improbabile che non ospitasse criminali di guerra se era davvero vecchio come il Genin pensava, cosa che oltretutto reputò molto interessante, in quanto prigioni come quelle dovevano essere gli unici luoghi in cui trovare una grande varietà di Ninja, abbastanza da poter avere cavie per studi di ogni genere. Era come trovarsi davanti a un grande archivio vecchio e polveroso, in cui venivano sistemati tutti coloro che rappresentavano un pericolo, ovvero tutti quelli che Eijiro chiamava "componenti difettosi", tanto che una certa curiosità iniziava a smuovere la sua mente, avrebbe volentieri fatto un giro ad osservare i vari componenti, dovevano essere davvero interessanti. Alzò gli occhi al cielo fissando l'estremità delle mura, era una strana sensazione attendere all'ombra della prigione, dava un senso di terrificante tranquillità, era quasi una delirante armonia con l'ambiente circostante. Eijiro iniziò a fantasticare sulla realizzazione dell'edificio, doveva essere stato modellato con grande difficoltà, a meno che non fosse stato creato da un ninja affine al chakra Doton, questa ipotesi non era poi troppo azzardata, in fondo Suna aveva una lunga storia di ninja dediti all'arte, bastava pensare al gran maestro Chikamatsu, il brillante padre del marionettismo. Il giovane non poté fare a meno di pensare al suo maestro, al suo grande ispiratore, colui che guidava il suo viaggio nell'arte e nell'eleganza, e come poteva non pensarci ? Stava intraprendendo la sua prima missione, la prima di molte altre, presto l'avrebbe raggiunto e superato, sarebbe divenuto il maestro supremo di tutti i marionettisti, le sue marionette sarebbero diventate una faro d'ispirazione incommensurabile !!!
    Spostò quasi involontariamente la mano sulla schiena, dove le cinghie in cuoio tenevano Karasu ben stretta, accarezzò con due dita la superficie legnosa del fantoccio... legno e acciaio, non c'era nulla di meglio al mondo, solo legno e acciaio, marionette e arte, potere ed eleganza !

    - Scusami... -

    Una voce maschile strappò il giovane dai suoi pensieri, mentre aveva ancora lo sguardo fisso sul cielo: abbassò la testa osservando colui che lo aveva gentilmente riportato alla realtà, un uomo alto dal fisico scattante, avvolto in abiti neri con attrezzatura ninja col ocra, capelli castani lisci e il viso pieno di piccoli peli di una barba tagliata con poca cura. Stava li, sulla soglia della prigione a fissarlo, tanto che il Genin ci mise qualche istante prima di comprendere davvero che lo shinobi si stava rivolgendo a lui in attesa che si identificasse, al che si portò leggermente vanti alzando la mano in cui stringeva la busta finché quest'ultima non gli arrivò a coprire metà del volto.

    << Sono qui per il componente difettoso... Hayato Kusanagi ! >>

    Lo shinobi rimase in silenzio, mentre il suo sguardo si fece leggermente più serio, tanto che mentre scrutava Eijiro dalla testa ai piedi, a quest'ultimo venne in mente la vaga idea di aver dato una cattiva impressione, ma ovviamente non ne comprendeva il motivo... quello a cui però non aveva pensato, anzi, quello che non aveva notato, era che mentre si faceva mille viaggia mentali sull'arte e sul potere, il portone in ferro si era spalancato e lo shinobi che ora lo scrutava stranito vi era uscito da parecchio, come da parecchio stava osservando Eijiro che invece aveva costantemente rivolto lo sguardo al cielo, fino a quando il ninja un po' esasperato dall'attesta aveva richiamato la sua attenzione. Alla fine, lo shinobi prese la busta dalla mano di Eijiro che gliela porse educatamente: la aprì e ne osservò attentamente il contenuto, ma solo dopo essersi accertato che il sigillo di Suna fosse intatto, sembrava un attento osservatore, difatti i suoi occhi guizzarono rapidi come saette da una parte all'altra per guardare con cura la busta, come se potesse perfino studiare il tipo di carta con cui era fatta con un semplice intenso sguardo. Quando ebbe finto, chiese al Genin di attendere un attimo per effettuare i controlli di rito, ovviamente Eijiro non si scompose, semplicemente sorrise alla guardia e fece un cenno d'assenso con la testa, mentre quest'ultima prese rapidamente congedo dirigendosi all'interno dell'edificio, interno del quale il giovane poteva vedere un grande atrio con molti uomini, alcuni fermi altri in costante movimento. Quello che lo aveva accolto si era diretto verso i compagni fermi, anche se poco dopo da quel gruppo si staccarono tre persone, due uomini e una donna che gli vennero incontro. La donna si presentò con molta cortesia e con un sorriso magnifico, dicendo di essere un ninja sensitivo e di dover effettuare un controllo del chakra prima di potergli permettere di entrare; Eijiro gli si avvicinò piuttosto incerto su cosa fare, non era mai stato controllato da un ninja sensitivo, quindi fece come se stesse per essere perquisito, alzando le braccia e aprendo leggermente le gambe (cosa che suscitò qualche risata nella donna e nelle due guardie che l'accompagnavano). Una volta finito il controllo, fu invitato ad entrare nel grande atrio, una sorta di sala appartenente ad un albergo in cui i facchini e camerieri erano armati ed i clienti comodamente incatenati e di rinchiusi. L'interno della prigione sembrava piuttosto austero, segno che chi l'aveva arredata non si era di certo prodigato per abbellirla, almeno secondo Eijiro, anche se dovette ammettere che la rudezza nell'arredamento rispecchiava la cruda sontuosità dell'esterno, insomma, sembrava che tutto in quel luogo avesse un suo perché. Mentre stava per raggiungere un gruppo di guardie, lo stesso che aveva osservato da fuori, gli furono date le generalità del prigioniero, alcune già le sapeva, come il fatto che aveva tentato di piazzare segreti militari sul mercato nero, oltre il fatto che era un tipo piuttosto sveglio, altre che invece ignorava, come il fatto che possedesse una particolare innata che gli permetteva di scomporre il corpo in acqua, ma solo a patto che mantenesse una costante idratazione e proprio per questo era stato tenuto sotto uno stretto regime alimentare. Ecco, quel dettaglio colpì particolarmente il giovane, non aveva mai sentito di una simile abilità ed era impossibile negare che fosse piuttosto curioso di vedere un essere umano tramutarsi in acqua, anche se probabilmente almeno in quel frangente era meglio che il suo desiderio non si avverasse. Gli fu anche detto che non sarebbe stato da solo a scortare il prigioniero, bensì sarebbe stato accompagnato da un Chunin di nome Aoshi Shinomori, uno dei tanti shinobi della prigione; in un certo senso ciò gli fece pensare che probabilmente volevano tenerlo d'occhio, dato che era solo un Genin da poco promosso in accademia, ma quello fu un pensiero che accantonò rapidamente, non tanto per una possibile infondatezza tanto per il fatto che non gliene poteva importare di meno. Infine, con sua grande contentezza, fu portato davanti al gruppetto di guardie da cui si era staccata la donna che gli aveva esaminato il chakra, lo stesso gruppo che al contrario degli altri era rimasto immobile e che il giovane aveva distrattamente osservato anche da fuori. In mezzo a loro c'era un'uomo in tunica marrone, coi capelli biondi portarti corti ed un volto dai lineamenti puliti e gli occhi svegli, apparentemente poteva passare per uno qualunque, ma le sue catene dicevano ben altro: era lui Hayato Kusanagi, il mukenin che aveva tentato di vendere i segreti del suo clan, degli Akasuna, gli artisti della sabbia. Di lui si era fatto un'idea completamente erronea, in quanto si aspettava di trovarsi davanti un uomo grande come un armadio a due ante, dal volto crudele pieno di cicatrici e dallo sguardo assassino, insomma la versione reale del mukenin era davvero deludente tanto che il giovane lo guardò pieno di sconforto. Mentre le guardie si scambiavano verbalmente dati sulla sua identità, confermando che era lui Eijiro Akasuna, si mise poco distante da Kusanagi, fissandolo dritto negli occhi col suo sguardo spento ed enigmatico, mentre il suo volto era impegnato in un sorriso altrettanto strano.

    << Dunque saresti tu il componente difettoso... ammetto che ti avevo immaginato molto diversamente !... ma suppongo non sia importante, se un componente non funziona, o lo si smonta o lo si sostituisce... a volte tutte e due le cose >>

    Senza badare minimamente a una possibile risposta di Kusanagi, il Genin si diresse da un uomo dai lunghi capelli neri, un Chunin, almeno a giudicare dal suo giubbotto ocra: quello doveva essere Aoshi Shinomori, il suo compagno di squadra, o forse il suo caposquadra dato che era più alto in grado rispetto a lui. Gli era stato insegnato ad obbedire a coloro che possedevano un grado maggiore, a portare loro rispetto sia nell'atteggiamento sia nel modo di parlare, in fondo i ninja non erano altro che soldati addestrati ad obbedire, e se costretti ad uccidere senza ripensamenti. Per quanto si potesse vivere in un'epoca di pace, o prendere la via delle arti ninja con una certa positività, il mondo degli shinobi era spietato, spesso crudele, per riuscire a reggere il ritmo con i suoi cambiamenti era necessario sapersi adeguare alle sue regole come adattarsi ai suoi ritmi, il che richiedeva qualcosa di più che semplici abilità con il chakra. Proprio per questa fedeltà alle leggi ninja, Eijiro si era astenuto dal sfogare le sue pulsioni, in quanto dentro la sua testa, alla vista di Kusanagi, si erano scatenate centinaia di fantasie di morte e dolore, in cui il Genin lo puniva per aver tentato di vendere la sua arte come fosse un pezzo di carne. Ma se Aoshi glielo avesse ordinato, non avrebbe esitato a uccidere Kusanagi, o anche solo a farlo soffrire in maniera orripilante, magari proprio per mano di Karasu, un minuscolo pezzo di quell'arte che aveva provato a rubare e vendere, quella sarebbe stata una punizione equa per i suoi crimini, anche se alla fine era sicuro che gli Ambu non ci sarebbero andati piano con lui, il che gli strappava sempre un sorriso... erano piuttosto famosi per essere abilmente crudeli nel ricavare informazioni dai prigionieri.

    << È un piacere fare la vostra conoscenza maestro Shinomori ! Se siete d'accordo suggerirei di iniziare subito il trasferimmo del componente difettoso... non che voglia scavalcare ciò che il mio grado mi consente, ma l'Ambu che mi ha ingaggiato è stato decisamente chiaro sulla puntualità. >>

    Questa volta stette a sentire ciò che il suo interlocutore aveva da dire, pronto in ogni caso ad obbedire agli ordini, quanto a sottostare alla volontà del Chunin, d'altronde se c'era una cosa che Eijiro comprendeva era l'obbedienza, come quella delle marionette mosse dal volere dell'artista. Attese che tutto fu accomodato, poi, non sapendo se spettava a lui prendere le catene di Kusanagi o al suo compagno, decise di lasciargliele, ovviamente se lui gli avesse chiesto di prendere il prigioniero, non si sarebbe sottratto all'onore di scortare il componente difettoso fino a Suna. Fatto ciò, i due iniziarono ad avviarsi verso il villaggio: Eijiro portava spesso lo sguardo sul prigioniero, per poi tornare ad osservare la grande desolazione sabbiosa che avrebbero dovuto percorre, cosa piuttosto buona dato che essendo così spoglio il paesaggio desertico non rappresentava un posto facile in cui nascondersi senza l'ausilio del chakra Doton. In oltre se Kusanagi avesse tentato di fuggire, perderlo di vista era praticamente impossibile, un unico dubbio martellava la mente meccanica del giovane, il confine oltre il quale l'innata del mukenin sarebbe stata un problema, tanto che piuttosto distrattamente rivolse uno sguardo al cielo.

    " Ah gran maestro Chikamatsu, speriamo non piova !!! "


    Eijiro Akasuna
    Stato Fisico: Eccellente
    Stato mentale: Divertito e curioso
    Statistiche: Genin Bianca, +25% precisione shuriken e kunai +25% abilità coi kunai nel corpo a corpo (perizia armi da lancio livello I), maggiore velocità nell'esecuzione delle tecniche (controllo del chakra livello I)
    Chakra: 80

    Tecniche utilizzate: ///

    Mosse effettuate: ///

     
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  5. Ranuccio
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    Hayato Kusanagi aveva passo quelle due settimane di prigionia passando quasi tutto il tempo disteso sullo scomodo letto di pietra; aveva guardato per lunghe ore il soffitto della sua cella immaginando il cielo azzurro incorniciato dalle fronde degli alberi a Konoha, il cielo grigio rumorosamente immerso nella pioggia scrosciante ad Ame, il cielo blu solcato dalle immense nuvole bianche a Kumo. E sì, persino al cielo accecante, intonso e infinito di Suna. Tutti questi cieli gli erano mancati, mentre tutto ciò che poteva vedere erano le pareti color ocra che lo circondavano da ogni lato. Non aveva finestra nella sua stanza di pochi metri quadrati, ma la luce entrava dalle sbarre. Sempre luce artificiale, persino durante il giorno, come se in quella prigione non esistesse nessun vetro da cui i raggi del sole potessero penetrare. Fortunatamente, alle nove esatte di ogni sera la prigione piombava nel buio più totale, permettendogli di distinguere il giorno dalla notte. Solo l'alone giallastro proiettato ogni tanto dalle lampade che le guardie tenevano in mano durante la ronda rompeva l'oscurità.
    Nei primi giorni dopo la cattura aveva cercato di sfruttare il suo potere per riuscire a scappare, o meglio si era trattato piuttosto di una prova generale per una fuga più elaborata; grazie alla capacità di trasformarsi in liquido, aveva pianificato di giungere almeno al piano terra, riuscendo a memorizzare la posizione dei custodi e la pianta della prigione: aveva infatti calcolato che non sarebbero riuscito a prenderlo se non dopo alcuni minuti, insufficienti per fuggire ma indispensabili a un sopralluogo. Purtroppo, contro le sue previsioni, la sorveglianza era stata incredibilmente pronta e, sfruttando il Raiton, l'aveva subito neutralizzato. Non era nemmeno riuscito ad allontanarsi di qualche metro dalle sbarre della sua cella che infatti una guardia gli era piombata addosso e gli aveva scaricato qualche centinaio di volt attraverso il corpo liquefatto, costringendolo a ricomporsi. Ma ancora più sorprendente,avevano individuato il suo punto debole, privandolo quasi totalmente dell'acqua e di qualsiasi altro alimento che non fosse in forma liquida. Non avrebbe davvero mai creduto che la sicurezza e la prontezza della prigione fosse così alta, e si era dovuto ricredere in fretta abbandonando ogni piano di fuga. O almeno rimandandolo. Kusanagi era troppo intelligente e troppo avvezzo alla libertà per poter rassegnarsi a marcire dentro una cella in mezzo al deserto. Quindi, aveva analizzato varie alternative, senza tuttavia riuscire a creare una buona strategia per scappare. La prigione sembrava davvero una roccaforte impossibile da scalfire, sia dall'interno che dall'esterno. Se solo avesse avuto un po' d'acqua...
    Quando gli avevano comunicato del suo spostamento al Villaggio, dunque, non aveva potuto essere più felice. Ovviamente, aveva nascosto la sua allegrezza lamentandosi di continuo ed arrivando perfino ad urlare, insinuando che volessero giustiziarlo o torturarlo. La sua recita tuttavia durò ben poco, perchè entro un'ora una guardia effettuò una Tecnica di Elemento Fulmine su di lui, attraverso le pareti della cella, al fine di stordirlo. Effetto assolutamente riuscito, giacchè Hayato aveva quasi rischiato di svenire e solo con un immenso sforzo di volontà era rimasto cosciente. Tuttavia, la vista gli si era offuscata e nelle orecchie risuonava un fastidioso ronzio. Le sue membra erano intorpidite e, non riuscendo più a reggersi in piedi, cadde sulle ginocchia. Quindi, la guardia aveva aperto le sbarre e, sicuro che il prigioniero non potesse opporre resistenza, gli aveva messo le manette a polsi, caviglie e collo. Inoltre, gli aveva posto un sacco di tela sul viso, così che non potesse vedere nulla intorno a sè dei corridoi che avrebbero percorso fino all'ingresso - lo stesso procedimento applicato alla cattura, dopotutto. Quindi, a strattoni e quasi trascinandolo, l'aveva obbligato a seguirlo fuori dalla cella e tenergli dietro per quasi un'ora. Hayato era piuttosto sicuro che non ci volesse così tanto tempo per raggiungere il primo piano ed arrivare alla porta principale; probabilmente avevano allungato la strada e girato in tondo, così che non potesse aver alcun punto di riferimento. Infine, giunti al salone d'ingresso, l'aveva lasciato in custodia ad un'altra guardia, che l'aveva perquisito. E, infine, non trovandogli addosso niente (e cosa poteva avere, oltre i luridi vestiti?) lo aveva a sua volta affidato a un altro shinobi, dopo avergli tolto il sacco. Un tipo alto, longilineo e con un'aria seria e severa. Kusanagi cercò di evitare il più possibile il suo sguardo, così da non cadere in eventuali Genjutsu.
    Dopo qualche minuto, un altro ninja si presentò nella sala. Questi era entrato dal portone, e a quanto sembrava era la scorta proveniente direttamente da Suna. Dopo qualche sommaria presentazione, i due si erano incamminati verso l'uscita, tirandosi dietro il prigioniero. Non appena furono fuori dalla prigione, la luce accecante di un cuocente pomeriggio li avvolse. Hayato strizzò gli occhi, non più abituato a tutta quella luminosità. Dopo aver squadrato i due che lo avevano in custodia, aveva concluso che si trattava di shinobi piuttosto abili. Innanzitutto questo poteva intuirlo anche solo dal fatto che erano stati incaricati di trasportarlo, da soli, per così tanti chilometri - c'erano almeno una ventina di chilometri dalla prigione al Villaggio. Inoltre, avevano entrambi una sicurezza negli occhi che solo chi unisce fermezza spirituale a prestanza fisica possiede. Tuttavia, erano entrambi poco più che ragazzi, quindi non potevano avere troppa esperienza. E questo era un punto a suo favore, giacchè forse conosceva più trucchi ed inganni di loro. In ogni caso, gli appariva piuttosto chiaro che il viaggio verso Suna era la sua occasione per scappare. Forse non gli sarebbe mai più ripresentata una simile fortuna e, poichè l'alternativa era marcire per il resto della vita in prigione, doveva a tutti costi tentare. Ovviamente c'era pur sempre il rischio che l'impresa terminasse con la sua morte; ma con tutta probabilità lo scortavano al Villaggio per interrogarlo, quindi c'erano informazioni preziose che solo da vivo avrebbero potuto estorcergli. Quindi, poteva darsi che avessero l'ordine di non ferirlo gravemente. Dunque, male che gli fosse andata, avrebbe aggiunto altri anni di reclusione alla già sua lunga condanna. Perchè esitare?
    Dopo circa sei ore di cammino, il gruppo si trovava ancora in mezzo al nulla, equidistanti da Suna e dalla Prigione. Intorno a loro il deserto si estendeva a perdita d'occhio, e niente era visibile all'orizzonte. Hayato si lasciò cadere a terra, come privo di sensi. Socchiuse gli occhi e iniziò a boccheggiare, mentre una schiuma bianca si accumulava ai lati delle labbra. Le braccia si contorsero come in preda a spasmi di dolore, mentre le gambe erano estese e rigide. Nonostante gli strattoni della guardia, il prigioniero non ne voleva sapere di muoversi, e rispondeva solo con rantoli quasi inudibili che fuoriuscivano dalle labbra serrate. Senza dubbio lo si sarebbe detto agonizzante, cosa per altro probabile per coloro che non erano abituati al rovente clima del Paese del Vento. Un colpo di calore avrebbe senza dubbio provocato sintomi simili e, se non curato entro breve, poteva causare seri danni. Sulle prime Shinomori guardò con diffidenza Kusanagi. Aveva conosciuto parecchi criminali durante la sua carriera e perciò sapeva che quella feccia era in grado di usare qualsiasi trucco, anche i più subdoli, per scappare; d'altronde, doveva ammettere che, se si trattava di una recita, era davvero convincente. Dunque, se sulle prime i suoi occhi esprimevano disprezzo, col passare dei secondi si fecero via via più preoccupati. Aggrottando le sopracciglia, pensava a quali conseguenze sarebbe andato in contro se il prigioniero avesse davvero avuto un collasso e lui non l'avesse soccorso: in caso di sua morte, preziosi informazioni sarebbero andate perdute; e lui certamente non voleva esserne ritenuto responsabile, tenendo alla sua carriera più di ogni altra cosa. Quindi, come ulteriore riprova, si chinò verso Hayato e gli gridò ripetutamente di alzarsi, avvertendolo che non credeva alla sua messinscena. Anche questa volta, tuttavia, il ladro continuava a contorcersi, e pure in maniera estremamente convincente. Poi, all'improvviso, iniziò a muovere le labbra. Non un filo di voce usciva dalla sua bocca, come se nei suoi polmoni non ci fosse più neppure un fiato per muovere le corde vocali. Titubante, Shinomori vi avvicinò ulteriormente, fino a circa mezzo metro dal suo volto. Ancora, tuttavia, la voce del prigioniero era inudibile. Infine, avvicinò l'orecchio a circa una ventina di centimetri dalle sue labbra.
    Hayato con un colpo di reni alzò il busto e morsicò Shinomori alla gola, proprio in corrispondenza della carotide. Non appena i suoi denti affondarono nella carne e lacerarono i tessuti sottostanti, un fiotto di sangue caldo gli invase la bocca. Seppur con un moto di disgusto, Kusanagi deglutì. Nonostante Shinomori cercasse annaspando di allontanare la sua testa con entrambe mani, il ladro non mollava la prese serrando sempre più le mandibole. In questo modo, la ferita già mortale peggiorava e sempre più sangue fluiva all'esterno. Entro pochi secondi, sentì che il suo corpo tornava a essere nuovamente idratato, seppure avrebbe avuto liquidi a sufficienza solo per mezz'ora circa, con quel clima. Più che sufficiente, comunque, ad eliminare l'altra guardia. Ormai, infatti, quel poveretto a cui stava letteralmente succhiando via la vita sarebbe morto entro breve e non costituiva più un problema. Il suo corpo si trasformò in acqua, lasciando passare attraverso le catene che fino ad ora gli avevano limitato i movimenti. Quindi, lasciando Shinomori a terra, con lo sguardo stupito e smarrito allo stesso tempo, si allontanò di circa quattro metri prima di ricomporsi di nuovo. In piedi, ora, era distante circa quattro metri dall'altra guardia. Lo scontro era inevitabile, anche perchè non poteva nascondersi da nessuna parte in quel deserto infinito. Dunque, attese una una sua mossa.



    CITAZIONE
    Stato Fisico: Ottimo
    Stato Mentale: Tranquillo
    Chakra: 120/120
    Turni Innata: 5/6
    Equip: //

    Livello 2 (Minimo Genin Gialla)
    La capacità di controllare la grande quantità d'acqua all'interno del proprio Corpo è al grado di Praticante Medio. Caratteristiche Livello 2:
    - Corpo composto dall'85% d'acqua (45 litri).
    - Possibilità di scomporre in acqua solo i propri arti (questi menterranno sempre la loro forma originaria). Per scomporre gli arti in acqua saranno necessari 2 secondi.
    - Immunità dai danni da taglio e da impatto fino a medio/gravi mentri si è scomposti.
    - Mentre si è scomposti i danni da ustioni saranno diminuiti di un grado e mezzo (lievi: nulli; medi: lievissimi; gravi: medio/lievi; ecc).
    - Le parti scomposte risentiranno normalmente dei jutsu Doton.
    - Se una parte scompsta viene colpita da un jutsu Raiton di Livello C, l'innata non potrà essere usata per 1 turno. Per i jutsu Raiton di Livello B 2 turni e per quelli superiori ad A 3 turni. Inoltre il ninja subirà la scossa elettrica come se non fosse trasformato.
    - Mentre si è scomposti parzialmente si potranno utilizzare solo tecniche derivate dall'Innata.
    - Innata mentenibile per un massimo di 6 turni.
     
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  6. H.Lecter
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    << Personalità dissociata >>, << Parlato >>, " Pensato ", Narrato, - Parlato altrui - Scheda Eijiro Akasuna


    Il sole non era affatto clemente, la sua luce era così forte che sembrava riflettersi sulla sabbia, mentre la linea dell'orizzonte sembrava una visione lontana e distorta ad ogni direzione: ne Suna ne la prigione erano più visibili, ciò significava che in ogni caso, il viaggio era a buon punto. Il deserto era qualcosa di magnifico, un'immensa distesa di sabbia e roccia, spesso attraversato da venti terrificanti quanto devastanti, in pratica era uno dei luoghi più inospitali della terra, eppure ospitava uno dei regni più potenti. Il Genin si sistemò il coprifronte con la clessidra simbolo di Suna, lo portava legato alla spalla sinistra, il colore nero del tessuto si confondeva con quello dei suoi abiti. Sia lui che il suo compagno erano vestiti con colori scuri, normalmente poco adatti alle lunghe traversate nel deserto, poiché attiravano i cocenti raggi del sole, a cui comunque i due shinobi erano ovviamente abituati, al contrario di Kusanagi; ma c'era qualcosa a cui Eijiro non si sarebbe mai abituato. Sei ore... poco più o poco meno... sei lunghe interminabili ore di assoluta noia: così il Genin stava affrontando quel lungo viaggio, annegando nella noia più totale, anche se da un certo punto di vista era grato del fatto che non vi fossero state complicazioni col prigioniero. Almeno nel viaggio d'andata, quando era solo e l'atmosfera carica di promesse gli annebbiava la mente con pensieri e visioni sulla missione, il tempo era passato molto più velocemente, in oltre si era divertito a fare mille e più ipotesi differenti, ipotesi che si erano rivelate quasi tutte sbagliate, anche se in fin dei conti la prigione non lo aveva deluso. Invece il prigioniero si era rivelato noioso, il suo compagno di viaggio aveva la personalità di un'arancia, con la differenza che quest'ultima almeno aveva un motivo per fare il "vegetale", ed il viaggio era così monotono che Eijiro faticava a comprendere realmente quanto ci sarebbe voluto per arrivare a destinazione. La noia era qualcosa che il giovane non concepiva, ovviamente la trovava irritante, ma soprattutto le considerava la morte del pensiero, in quanto quando ci si annoia la mente ristagna e i pensieri si decompongono in una purulenta palude di ozio. Di quando in quando tentò di far conversazione con il suo compagno, che ovviamente o non gli rispondeva o lo faceva con monosillabi, giacché era così concentrato sulla missione che a parte il deserto innanzi a lui e il prigioniero probabilmente non vedeva altro; ovviamente non provò nemmeno a introdurre conversazioni di alcun tipo col prigioniero, in quanto era certo che Shinomori sarebbe stato decisamente contrario. Provò perfino a canticchiare qualche stupida canzone (probabilmente inventata al momento da lui), ma anche quelle sembravano innervosire il Chunin, verso cui Eijiro iniziava a sviluppare una vera e propria "antipatia intellettuale": quello era un termine da lui utilizzato per definire le persone che lo annoiavano, giacché difficilmente il giovane si rapportava basandosi su sensazioni che non fossero logiche. Fu però proprio quando i tre si trovavano a metà del lungo viaggio verso Suna, che le cose presero una piega inaspettata.
    Eijiro si trovava poco più avanti rispetto al Chunin, il quale stava attaccato al prigioniero come una cartabomba su un Kunai, quando quel biondino acquoso di Kusanagi cadde a terra emettendo strani suoni e mimando una sorta di attacco di caldo. Ovviamente, il Genin se ne fregò del tutto, senza considerare minimamente la reale salute del prigioniero, decretò quella come una (noiosissima) recita, tanto che rimase in piedi a fissarlo distrattamente in attesa che Shinomori lo facesse rialzare. Eppure, più il tempo passava, più le condizioni del prigioniero parevano peggiorare in modo serio, al punto che il Chunin iniziò a sbraitare e urlare, più spaventato di una serpe davanti a una mangusta, il che deluse parecchio Eijiro, il quale non poté fare a meno di fissare il compagno con una certa amarezza e un velato disgusto.

    << Maestro lasci stare... sta certamente facendo i capricci... lasci fare a me, so bene come farlo funzionare ! >>

    Ma il Genin non fu ascoltato.
    In quel momento si chiese se sarebbe stato più considerato nel caso fosse stato un ninja medico, poiché il padre l'aveva spesso spinto a intraprendere le arti mediche, cosa che nel suo clan sembrava andare di moda. Ma a Eijiro la cosa non interessava, lui non voleva aggiustare gli umani, ma solo le marionette, era a loro che devolveva la sua fede, non a carne e sangue, ma a legno e acciaio, non alla vita, ma all'arte ! Eppure, una bella idea per far rialzare Kusanagi lui ce l'aveva: mettergli un Kunai con cartabomba in mezzo alle gambe e aspettare, se si fosse alzato avrebbero continuato a scortarlo come prima, magari dopo una bella punizione per la recita di cattivo gusto, mentre se la cartabomba fosse esplosa... beh, meno peso da portarsi dietro, dato che sicuramente le sue gambe sarebbero finite in mille pezzi. Il suo compagno però sembrava aver perso il lume della ragione, assolutamente sordo ai consigli del giovane che per la seconda volta lo invitò a tenersi a debita distanza, ovviamente senza una precisa certezza, ma il Genin era abituato ad una certa diffidenza o quanto meno a prendersi sempre qualche assicurazione contro imprevisti o situazioni sconvenienti. Fu proprio quando il compagno iniziò a piegarsi verso il prigioniero che Eijiro, con incrollabile calma e con lo sguardo apparentemente vago, estrasse un Kunai dalla custodia sulla gamba destra e una cartabomba dalla tasca aggiuntiva, assicurando il figlio con sigillo sull'impugnatura dell'arma. Non si fidava minimamente di quel mukenin, gli era stato raccomandato di prestare molta attenzione, in quanto era un personaggio estremamente astuto: ma se voleva giocare d'astuzia, doveva prima confrontarsi con la bizzarria e la freddezza dell'Akasuna. Ad un tratto, senza alcun visibile preavviso, Kusanagi si mosse rapido e letale, alzando il busto e azzannando il povero quanto sprovveduto Chunin alla carotide. Il movimento fu così rapido che il Genin non riuscì subito a comprendere cosa stava accadendo, per quanto la sua diffidenza l'aveva messo in guardia, quella era la sua prima missione, lui era praticamente un novellino, ma soprattutto, quella era la prima volta che Eijiro si confrontava con la morte... più o meno. Shinomori non riuscì nemmeno a reagire, una fontana di sangue si sprigionò dal suo collo, donandogli una morte abbastanza rapida tutto sommato, anche se era decisamente brutale; Kusanagi sembrava un mastino inferocito, fino a quando non mollò la presa. Ma fu il fatto seguente a stupire maggiormente il Genin: Kusanagi aveva trasformato i propri arti in acqua, liberandosi dalle catene ed allontanandosi fino a raggiungere circa quattro metri di distanza. Mentre si era spostato, l'Akasuna l'aveva osservato un po' stranito, dato che non aveva ben compreso in che modo il suo componente difettoso avesse attivato la propria abilità innata, senza per giunta aver ricevuto acqua o altre bevande... ma quando osservò le sue labbra sporche di sangue, comprese l'astuzia di quel mukenin, che aveva sfruttato il sangue come fonte di idratazione... ad essere onesti ad Eijiro non sarebbe mai venuto in mente.
    Ora, il suo avversario era fermo poco lontano da lui, immobile, in attesa, ma di cosa ??
    Il Genin comprese che quel tipo era davvero intelligente, poiché aveva capito di non avere vie di fuga in quel deserto con un inseguitore alle calcagna, un inseguitore che per giunta conosceva quella distesa di sabbia molto meglio di lui. Kusanagi doveva per forza sbarazzarsi del giovane Akasuna, altrimenti i suoi tentativi di fuga sarebbero stati vani e inutilmente faticosi.
    Eijiro rimase fermo, il suo sguardo era come sempre apparentemente assente, il suo volto annoiato e i suoi occhi dorati parevano troppo vitrei, come quelli di una marionetta: poi, un lieve sorriso iniziò a palesarsi.

    << Che ne dici... con la morte del maestro Shinomori, le cose cambiano... ora siamo senza ordini e senza precisi comandi... >>

    Quelle parole rimasero nell'aria, come sospese. Furono dette con calma e ogni lettera sembrò perfettamente scandita, come se il giovane ci tenesse a precisare quel punto, il fatto che ora non ci fossero più linee guida da seguire.

    << Allora direi di ammazzarlo... eheheh >>

    La scena che si prospettava osservando il Genin non era bizzarra... ma folle, semplicemente folle e inquietante. Alle sue parole precedenti, Eijiro si era risposto da solo, ma l'aveva fatto con una voce più stridula, più acuta rispetto a quella che usava di solito: la sua normale voce aveva spesso dei "cambi di volume" improvvisi, spesso si alzava su alcune parole, ma rimenava sempre molto pacata e armoniosa. Eppure, la voce con cui si era risposto era diversa, come se un'altra persona parlasse tramite le sue corde vocali alterando ciò che era normale. Il giovane portò la mano sinistra nel porta Shuriken estraendo due piccole stelle metalliche pronte all'uso, non perse mai di vista Kusanagi, anche perché ora il suo sguardo era completamente diverso; una luce strana animava i suoi occhi e il suo sorriso si era fatto quasi crudele... aveva voglia di sbizzarrirsi !!!

    << Ti diamo l'opportunità di fuggire... scappa ! Il deserto a volte risparmia gli stranieri... ma se perderai contro di noi, ci divertiremo a smembrarti... >>

    << Anche se sarai già morto eheheheh >>

    Correggendo un'affermazione fatta in precedenza: se Kusanagi voleva giocare d'astuzia, non doveva prima confrontarsi con la bizzarria e la freddezza dell'Akasuna... bensì con quella che sembrava essere la sua follia !
    Ma solo perché sembrava un pazzo, non andava preso per un'idiota, poiché mentre attendeva la risposta di Kusanagi, Eijiro studiava attentamente il suo avversario e non solo a livello di capacità. La sua metodologia, il modo di pensare, tutto era oggetto di una scrupolosa valutazione ed allo stesso tempo, mentre parlava, Eijiro preparava una strategia di difesa e attacco, nel caso il mukenin si fosse avvicinato troppo. Difatti, l'Akasuna aveva sfruttato la tecnica della Telecinesi dei Kunai per tenere sotto costante controllo gli ultimi due Kunai rimasti nel portakunai sulla coscia destra; ora, quelle due armi erano sotto il suo controllo ed erano libere di levitare a mezz'aria, ma il Genin non li fece levitare, bensì li lasciò dentro la custodia, così da non far capire a Kusanagi costa stava preparando. Ora erano uno dinnanzi all'altro, il mukenin con la sua straordinaria capacità di trasformarsi in acqua, ed il Genin di Suna, armato di un Kunai con cartabomba nella mano destra e di due Shuriken nella mano sinistra. L'Akasuna aveva optato per quella tattica per iniziare, poiché a parte supposizioni sulla conoscenza di tecniche Suiton da parte del nemico e il funzionamento della sua innata, non aveva altri dati effettivi sulle sue capacità. Lui invece era stato arrestato per aver venduto segreti legati ai clan della sabbia, tra cui proprio il clan Akasuna, dunque c'era una certa probabilità che conoscesse almeno in parte l'arte del marionettismo. Tutto sembrava essere rallentato, un lieve vento soffiava per le lande smuovendo la sabbia dal suolo, come se il deserto stesso tramasse per vedere l'inizio di quello scontro, pronto ad accogliere un'altro cadavere sulla sua sabbia.
    Eijiro non aveva alcuna fretta, poteva benissimo aspettare, non avrebbe commesso l'errore di attaccare direttamente qualcosa che non poteva colpire. Ma anche Kusanagi doveva tenere conto di una cosa importante... lo scontro non era uno contro uno... almeno secondo Eijiro.


    Eijiro Akasuna
    Stato Fisico: Eccellente
    Stato mentale: Esaltato, divertito, curioso
    Statistiche: Genin Bianca, +25% precisione shuriken e kunai +25% abilità coi kunai nel corpo a corpo (perizia armi da lancio livello I), maggiore velocità nell'esecuzione delle tecniche (controllo del chakra livello I)
    Chakra: 70

    Tecniche utilizzate:
    •) Telecinesi dei Kunai
    Tipo: Ninjutsu
    Descrizione: Tramite l'utilizzo del chakra si può far levitare in aria i propri Kunai, lanciandoli contro l'avversario, ma velocità e precisione sono dimezzati rispetto ad un lancio normale, inoltre non è possibile cambiare direzione ai Kunai una volta lanciati, e la tecnica può essere utilizzata unicamente su Kunai che si trovano entro un metro di distanza dall'utilizzatore. I Kunai così lanciati possono raggiungere la distanza di 4 metri, poi cadranno a terra inerti.
    Livello: C Consumo: 5 per ogni Kunai


    Mosse effettuate: •) Preparazione di un Kunai con cartabomba
    •) Estrazione di due Shuriken
    •) Controllo telecinetico su due Kunai tramite la tecnica "Telecinesi dei Kunai"

     
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  7. Ranuccio
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    - Ti diamo l'opportunità di fuggire... scappa ! Il deserto a volte risparmia gli stranieri... ma se perderai contro di noi, ci divertiremo a smembrarti...

    Kusanagi soppesò quelle parole per qualche secondo. Poi, scrollò le spalle, con un'aria quasi divertita sul volto. Un sorrisetto ironico gli passò sulle labbra, mentre la voce del suo nemico si disperdeva fra il vento calmo e afoso del deserto. Ovviamente, sapeva che quel ninja non l'avrebbe lasciato scappare così facilmente; forse che lo considerasse così stupido da abboccare, voltargli le spalle e iniziare a correre, bersaglio esageratamente facile in mezzo al nulla dove non aveva ripari? L'unica via di uscita da quella situazione senza dubbio era uccidere quel ragazzo di Suna, rubargli l'equipaggiamento e continuare nella direzione che fino ad ora avevano percorso, sperando che l'avrebbe condotto al Villaggio o a qualche altra cittadina nei dintorni - ma ne esistevano nel Paese del Vento? Sembrava ci fosse solo sabbia lì intorno. Certo non era un gran piano, e se ne rendeva conto; d'altronde quella era la sua unica speranza di salvezza e non se la sarebbe lasciata sfuggire. Inoltre, era convinto che con il far della notte le stelle l'avrebbero aiutato ad orientarsi. Non che avesse mai passato molto tempo a quelle latitudini, quindi poteva darsi che la volta celeste fosse leggermente diversa da quella che sovrastava le immense foreste del Paese del Fuoco. In ogni caso, per il momento, l'unica cosa importante era sbarazzarsi del ninja.
    A quanto pare il suo avversario gli lasciava la prima mossa. Dopo essersi entrambi scrutati per qualche secondo, infatti, questi aveva estratto un kunai e due shuriken tenendoli ben stretti in mano. Forse aveva in mente una particolare strategia, o forse voleva solo intimidirlo mostrando il suo arsenale. Poco importava di cosa si trattasse, e Kusanagi si limitò ad annotare mentalmente che il nemico probabilmente si sarebbe difeso con quei ferri senza esitazioni, e che in assenza di un equipaggiamento equivalente era difficile reagire a una simile controffensiva. Dunque, iniziare con un assalto corpo a corpo non gli parve molto intelligente; tra l'altro, non conosceva ancora le capacità fisiche del ninja. Dunque, deciso il suo piano d'azione, fece un passo avanti, riducendo la distanza che li separava di circa mezzo metro; nel mentre, inspirò l'aria in gola; al suo interno essa si mescolò con il chakra, trasformandosi in una massa d'acqua che gli riempì in fretta tutta la bocca, costringendolo a gonfiare le guance. Appena scostate le labbra, un getto idrico azzurro, dal diametro di circa due metri e dalla lunghezza di quattro esplose all'esterno, dirigendosi velocemente contro il nemico. Nel frattempo, le sue mani composero velocemente il Sigillo Tigre. Dall'acqua del Jutsu appena eseguito, e che anzi non ancora si era abbattuto sul bersaglio, emerse e prese forma una figura umana: essa, dalle fattezze identiche a Kusanagi, nient'altro che un Mizu Bushin, si staccò dal Mizurappa e con un balzo si buttò alla destra, a circa tre metri dall'avversario. Il fuggitivo puntava a far reagire lo shinobi di Suna, più che a ferirlo. Sapeva bene che non sarebbe bastato un attacco simile per metterlo fuori combattimento, e per questo aveva creato un clone di supporto. In tal modo, avrebbe potuto osservare le sue reazioni e cercare di misurare le sue abilità.

    CITAZIONE
    Stato Fisico: Ottimo
    Stato Mentale: Concentrato
    Chakra: 95/120
    Turni Innata: 5/6
    Equip: //

    Suiton: Mizurappa
    Tipo: Ninjustu
    Descrizione: Violento getto d'acqua rigettato dalla bocca dell'utilizzatore, grazie all' estrema velocità di esecuzione risulta essere un jutsu molto utile per colpire di sorpresa il nemico. Ha un diametro di 2 metri ed un' estensione massima di 4 metri e se colpisce provoca danni lievi da impatto e scaraventa ad alcuni metri il nemico.
    Livello: C Consumo: 15

    Mizu Bunshin no Jutsu (Tecnica della Moltiplicazione Acquatica)
    Tipo: Ninjutsu
    Sigilli: Tigre
    Descrizione: Le copie create tramite questa tecnica sono fisiche e possono essere create unicamente in ambienti umidi o con presenza d'acqua, poichè d'acqua sono fatte. Le copie possono essere create ad una distanza massima di 10 metri dal ninja, ed oltre i 15 metri tornano ad essere acqua. Possono attaccare a meni nude, non possieranno equipaggiamento (eccetto eventuali armi o oggetti che il ninja teneva in mano al momento della creazione) e avranno una bassa resistanza (a una ferita lieve si dissolveranno in acqua). Le copie avranno le stesse caratteristiche fisiche del ninja che le ha create, e avranno una massima durata di 4 turni.
    Livello: B Consumo: 10 per copia


    Edited by Ranuccio - 29/3/2014, 13:52
     
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  8. H.Lecter
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    Personalità dissociata >>, << Parlato >>, " Pensato ", Narrato, - Parlato altrui - Scheda Eijiro Akasuna


    Il deserto era davvero un luogo magnifico, era vero che a volte risparmiava gli stranieri, ma i suoi abitanti non erano altrettanto inclini alla pietà: ora più che mai, dato che le leggi del re erano chiare ed inappellabili. Quel mukenin aveva violato il volere di Okuda Eiji, il re, dunque Eijiro da buon cittadino rispettoso della legge, doveva fargliela pagare cara !... Anche se a dire il vero, al giovane non poteva importare meno del fatto che quell'affare acquoso avesse violato la legge, certo, era infastidito dal fatto che aveva provato a vendere i segreti degli Akasuna come fossero volgari armi, ma in quel momento aveva un unico pensiero in testa, divertirsi un po' e mostrare al mukenin come agisce un vero artista.
    La principale peculiarità di un artista è quella di creare sempre nuovi capolavori, superando il livello dei precedenti in modo da modellare una visione di perfezione in costante mutamento. Ecco, così un vero artista si confrontava con un combattimento, doveva riuscire a stupire i suoi nemici, e nessun segno di stupore era pari alle mutilazioni dei loro corpi. Anche Kusanagi sarebbe rimasto stupito dell'artisticità di Eijiro, tanto che presto non sarebbe più risuscito a camminare ! Ma era ancora presto per cantar vittoria, poiché il mukenin non aveva esitato minimamente alle parole che gli erano state rivolte, anzi, aveva deciso di attaccare, sfruttando la possibilità di fare la prima mossa. Ciò fece piacere al Genin, che assieme a Karasu, non vedeva l'ora di darsi un po' da fare, possibilmente evitando la sciocca fine fatta dal suo (ormai ex) compagno di squadra.
    Il mukenin si mosse rapidamente in avanti, dopo aver passato pochi secondi a scrutarsi, il gioco era finalmente iniziato; Kusanagi sembrava sicuro di se, tanto che oltre a non mostrare la minima esitazione, sfoggiava un sorriso divertito, cosa che fece piacere ad Eijiro, anche perché era certo che il volto del mukenin sarebbe stato magnificamente sulla faccia di Karasu !
    Confermando le teorie dell'Akasuna sulla natura del chakra avversario, Kusanagi aveva optato per un rapido attacco davvero impressionante agli occhi del giovane, anche se quella tecnica gli ricordava molto quella usata dal suo sensei in allenamento. Il Jutsu era decisamente rapido, in quanto il Genin non si era nemmeno accorto che Kusanagi aveva composto Sigilli, o forse non li aveva proprio composti, difficile dirlo in quanto l'enorme getto d'acqua fuoriuscito dalla sua bocca ostruiva la visuale. Per evitare di subire danni, la strategia migliore era bloccare il getto d'acqua con la cortabomba che il giovane aveva applicato sul suo Kunai, anche se non era un'azione priva di rischi, in quanto avrebbe dovuto lanciare l'arma e contemporaneamente tirarsi indietro, poiché se la cartabomba fosse esplosa troppo vicino, ne avrebbe certamente risentito. In oltre se tutto fosse andato a buon fine, avrebbe potuto approfittare della nube dell'esplosione per lanciare i suoi Shuriken contro Kusanagi tentando un attacco a distanza. Forse sarebbe stato un attacco meno potente del chakra Suiton del suo nemico, ma Eijiro colmava la scarsità di potenza con la precisione, in quanto si poteva vantare di una certa abilità con Kunai e Shuriken.
    Ma proprio quando il giovane era pronto a lanciare la sua esplosiva controffensiva, accadde qualcosa che francamente non si aspettava. Dal getto d'acqua si staccò una massa azzurrina di liquido che si trasformò rapidamente in Kusanagi ! Eijiro non aveva il tempo per accertarsi di cosa si trattasse, forse il mukenin aveva usato il suo corpo fatto d'acqua per unirsi alla sua tecnica ed effettuare un attacco a sorpresa, o forse si trattava di un'illusione come per la Tecnica della moltiplicazione del corpo... ormai l'importante era agire in fretta.
    Stravolgendo il piano originale, il Genin decise di optare per qualcosa di più subdolo ed elaborato: aveva un bel vantaggio sul mukenin, lui era disarmato e costretto a ricorrere al chakra per attaccare, mentre l'Akasuna poteva compensare col suo arsenale, un vantaggio che aveva deciso di sfruttare al massimo. Eijiro si girò di scatto rivolgendo la schiena alla tecnica Suiton dell'avversario, mentre eseguiva quel semplice movimento, lanciò il Kunai con la cartabomba verso la copia di Kusanagi, che essendo ad una buona distanza poteva tranquillamente subire l'esplosione senza che l'Akasuna riportasse danni ma che poteva non essere abbastanza lontana per schivare del tutto l'offensiva, tutto stava nel vedere la velocità di reazione di quell'essere. Nel frattempo, la tecnica del nemico prese in pieno la schiena del Genin, anzi, non esattamente... poiché sulla schiena di Eijiro c'era qualcosa di più di qualche strato di vestiti, c'era Karasu ! Portare in giro quella marionetta non era sempre comodo, in quanto nonostante fosse ben legata in modo da non intralciare i movimenti del Genin, il suo peso poteva rivelarsi scomodo durante movimenti particolarmente complessi. In compenso però, Eijiro aveva sempre qualcuno a coprirgli le spalle, letteralmente !
    Grazie alla sua resistenza, anche se non eccessivamente elevata, la marionetta si rivelava utile per bloccare alcuni attacchi o per eseguire contemporaneamente un'azione difensiva ed una offensiva. Dunque la tecnica finì per colpire Karasu, attutendo la violenza dell'impatto sul Genin che grazie e ciò non riportò nessun danno, ma finì semplicemente sbalzato ad alcuni metri dall'avversario. Dato che per evitare danni alle gambe il Genin si era piegato su di esse, così da annullare la sua superficie coprendola totalmente con quella di Karasu, mentre veniva scaraventato lontano dal chakra Suiton, era praticamente a contatto col suolo, tanto che gli ultimi metri finì per farli strisciando sulla sabbia, non perché non riuscì a trovare una posizione migliore per evitare di finire col volto rivolto al suolo, ma perché aveva in mente un piano ben preciso. Prima si trovava a non più di quattro metri da Kusanagi, mentre ora, grazie alla spinta ricevuta si trovava distante almeno il doppio di come lo era prima, cosa che gli permetteva una certa libertà di reazione in caso d'attacco. In oltre, mente il Genin era di spalle, aveva sfruttata la mano liberatasi dal Kunai per afferrare una cartabomba dalla tasca aggiuntiva posta sul busto, in modo che Kusanagi non potesse vederlo essendo il Genin di spalle; così facendo mentre veniva scaraventato lontano strisciando sulla sabbia, Eijiro aveva affondato la mano nel suolo sabbioso depositandovi la caratabomba, che anche grazie al passaggio del resto del corpo, fu ulteriormente coperta dalla sabbia.
    L'Akasuna si alzò il più velocemente possibile, fissando attentamente Kusanagi con la consueta aria divertita, poi si diede una rapida spolverata agli abiti con la mano libera, poiché nell'altra stringeva ancora i due Shuriken. Fece un ulteriore passo indietro, aumentando la distanza non più di mezzo metro, ma ciò solo per assicurarsi che nel caso avesse fatto esplodere la cartabomba che aveva nascosto, l'esplosione non si sarebbe ritorta contro di lui. Infine lanciò i due Shuriken puntando al petto del mukenin, anche se con tutta probabilità sarebbe riuscito a schivarli, quella mossa serviva a sollecitare una reazione. Ora il Genin di Suna aveva ben due difese, i due Kunai pronti a scattare se Kusanagi avesse tentato un attacco corpo a corpo, e la cartabomba posta poco sotto la superficie sabbiosa a non più di tre mentri davanti a lui, che per detonare richiedeva semplicemente la formazioni di un rapido Sigillo.


    Eijiro Akasuna
    Stato Fisico: Eccellente, abiti un po' sporchi di sabbia...
    Stato mentale: Esaltato, divertito, curioso
    Statistiche: Genin Bianca, +25% precisione shuriken e kunai +25% abilità coi kunai nel corpo a corpo (perizia armi da lancio livello I), maggiore velocità nell'esecuzione delle tecniche (controllo del chakra livello I)
    Chakra: 70

    Tecniche utilizzate: //

    Mosse effettuate: •) Lancio del Kunai con cartabomba contro la copia Suiton di Kusabagi
    •) Annullamento dei danni della Mizurappa usando Karasu
    •) Piazzamento di una cartabomba sotto la superficie sabbiosa mentre strisciava sul terreno a causa della Mizurappa
    •) Lancio di due Shuriken

     
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  9. Ranuccio
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    L'attacco di Kusanagi era andato a buon fine; o meglio, non proprio, visto che il getto d'acqua s'era abbattuto sulla schiena dell'avversario ma senza arrecargli danni apparenti: questi, volontariamente offerte le spalle al Mukenin, si era lasciato deliberatamente colpire, ed era dunque stato scaraventato qualche metro più in là. Pochi secondi dopo, tuttavia, si era rialzato come niente fosse, dimostrando di non avendo subito particolari ferite. Nel frattempo, inoltre, aveva lanciato un kunai con cartabomba contro il Mizu Bushin: essendo la distanza che li separava abbastanza ridotta, il clone non fece in tempo a schivare e venne coinvolto nell'esplosione, scomparendo fra spruzzi d'acqua. Come Kusanagi aveva supposto, non si trovava di fronte un nemico sprovveduto: in qualche modo era riuscito ad eludere completamente la sua offensiva sul nascere. Inoltre, si manteneva sulla difensiva, ben conscio che al Mukenin premeva la fuga e avrebbe cercato con ogni mezzo di metterlo in fretta fuori gioco: certamente sarebbero passate almeno una dozzina di ore prima che si accorgessero dell'evasione, ma ogni secondo era prezioso, fin da ora. E più ritardava nell'allontanarsi dalla Prigione, più possibilità aveva di essere nuovamente catturato. Dunque, farlo continuamente attaccare, parare ogni colpo mantenendo le distanze e aspettare che si stancasse era certamente una buona strategia. Tuttavia, il ninja di Suna non aveva considerato che prima o poi la sua difesa sarebbe crollata, lasciandolo scoperto e inerme - o forse era particolarmente sicuro delle proprie capacità, sottovalutando le risorse di un criminale messo alle strette che lotta per la sua vita. In definitiva, lo scontro sarebbe stato vinto da chi avesse resistito più a lungo, senza perdere la concentrazione nemmeno per un attimo. Il primo a cedere sarebbe stato il primo a cadere. Restava da vedere se Kusanagi avrebbe terminato prima la sua stamina o se il ragazzo della Sabbia avrebbe ceduto alle ripetute offensive.
    Il Mukenin decise di agire immediatamente: con la mano sinsitra compose il Sigillo Tigre, e mise indice e medio della destra perpendicolari; al suo fianco, con una nuvoletta di fumo bianco, apparve una sua esatta copia. Questa volta non si trattava di un Mizu Bushin, ma di un Kage Bushin, ovvero in grado di riprodurre tutte le abilità e le Tecniche che possedeva, molto più versatile. Poichè due shuriken erano diretti nella loro direzione, il reale prigioniero scattò verso destra, portandosi a circa cinque metri di distanza dal nemico e fermandosi; il clone si gettò invece sulla sinistra, avvicinandosi velocemente al ninja e fingendo di caricare un pugno con il braccio sinistro leggermente arretrato. Un attacco all'apparenza banale ma, non appena arrivò a tre metri di distanza sparì nel nulla; ricomparve, un battito di ciglia dopo, accovacciato sotto di lui, con la gamba destra tesa diretta contro il suo petto. L'Alzata della Foglia, un Taijutsu imprevedibile quanto rapido, che lasciava poche speranze per una schivata, soprattutto se combinata a un simile diversivo. I danni forse non sarebbero stati ingenti, ma era un primo passo per indebolire il ragazzo della Sabbia



    CITAZIONE
    Stato Fisico: Ottimo
    Stato Mentale: Lieve stanchezza
    Chakra: 65/120
    Turni Innata: 5/6
    Equip: //

    Tecnica Superiore della Moltiplicazione del Corpo (Kage Bushin no Jutsu)
    Tipo: Ninjutsu
    Sigilli: La mano destra a formare il sigillo Tigre, indice e medio della sinistra perpendicolari
    Descrizione: Questa tecnica permette di creare dei cloni simili in tutto e per tutto al Ninja che li ha creati, a una distanza massima di 1 metro. Le copie avranno consistenza fisica e potranno utilizzare Taijutsu, Ninjutsu e Genjutsu, oltre che l'innata e i jutsu derivati da essa (il costo delle tecniche utilizzate dalle copie verrà direttamente scalato dal chakra del Ninja che le ha create). Le copie possono allontanarsi a una distanza massima di 30 metri dal Ninja che le ha create, dopodiché spariranno in una nuvola di fumo. Le copie se toccate hanno una consistenza fisica, e se ricevono un danno lieve scompaiono. Quando le copie scompaiono trasferiscono la loro esperienza e la loro stanchezza al Ninja che le ha create. Le copie durano al massimo 6 turni. Nè Sharingan nè Byakugan possono distinguere le copie dal Ninja che le ha create.
    Livello: B Consumo: 20 a copia

    Alzata della Foglia
    Tipo: Taijutsu
    Descrizione: Questa è una tecnica molto utile nel combattimento corpo a corpo. Concentrando tutta la forza che si possiede negli arti inferiori, si compie un velocissimo spostamento in avanti (lungo massimo 3 metri), in cui per un secondo si scompare dalla vista, per poi riapparire sotto il proprio avversario e colpirlo con un calcio. Se l'avversario è un parigrado o un grado inferiore è piuttosto difficile schivare la tecnica. Può essere usata come supplemento iniziale al Concatenato del Leone. La tecnica causa danni lievi.
    Livello: C Consumo: 10
     
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  10. H.Lecter
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    << Personalità dissociata >>, << Parlato >>, " Pensato ", Narrato, - Parlato altrui - Scheda Eijiro Akasuna


    Inganno... su questo Eijiro basava la sua strategia, o per meglio dire, era questo ciò che tentava di ottenere dall'insieme di azioni che svolgeva ogni volta che rispondeva ad un'offensiva. Non a caso il Genin preferiva attendere che fosse il suo avversario a fare la prima mossa: tenere un basso profilo, agire cautamente, attaccare solo quando si è sicuri di causare più danni. Forse non era un modo d'agire particolarmente brillante, ma grazie a ciò poteva valutare il proprio avversario e le sue capacità, ed una volta appreso tutto ciò che c'era da sapere, gli sarebbe bastato agire prontamente per farlo cadere in trappola. Ma lui era anche un'artista, lo era ancor prima di essere uno Shinobi, la sua arte veniva prima di qualunque cosa, perfino del suo dovere verso Suna ! Dunque, non poteva permettersi di usare sempre la stessa strategia, lui doveva evolversi di continuo, dando vita ogni volta ad un nuovo capolavoro !!!
    Ma anche uno come Eijiro sapeva che a volte, nemmeno un potere come l'arte dei marionettisti poteva essere sufficiente a conseguire una vittoria. Molto tempo prima, mentre stava ancora studiando per diventare Genin, l'Akasuna si trovò casualmente ad osservare un combattimento tra due Jhonin all'interno di uno dei campi d'allenamento: si sfidavano senza esclusione di colpi, utilizzando tecniche che Eijiro non conosceva minimamente e che a malapena riusciva a comprendere. I loro movimenti a tratti diventavano così rapidi che lui non era in grado di seguirli, e la forza che dimostravano sarebbe bastata a spazzarlo via con un unico colpo. Era uno spettacolo unico e bellissimo, ma lui davanti a tutto ciò, rimase fortemente perplesso, in quanto i due finito di combattere non avevano riportato un solo graffio, anzi, si erano stretti la mano ridendo. Quella volta non era stato in grado di comprendere... ma alla fine ci riuscì. Quei due Jhonin si stavano solo allenando: per quanto le tecniche che avevano utilizzato sembrassero straordinarie ai suoi occhi, per loro non erano che trucchetti assolutamente banali, ed i loro movimenti rapidissimi erano nella norma del loro rango. Eijiro, come tutti coloro che studiavano per diventare ninja, era stato cresciuto con le regole del mondo degli Shinobi, tra le quali quella di rispettare sempre coloro che possedevano un grado superiore. Eppure, mai prima di aver assistito a quell'allenamento, era riuscito a comprendere pienamente che razza di poteri avessero i ninja di grado superiore. Dopo di allora, un forte senso di impotenza aveva pervaso la sua mente per molti giorni, si chiedeva in che modo avrebbe potuto affrontare nemici del genere, se li avesse incontrati durante una missione. L'arte del suo clan gli consentiva poteri notevoli e molto versatili, ma lui era uno studente che attendeva di diventare Genin, e perfino una volta raggiunto quel traguardo, la sua arte era ancora imperfetta ! Per raggiungere quel potere, avrebbe impiegato sicuramente un lunghissimo tempo: lui non era uno sciocco, sapeva che nonostante fosse piuttosto raro, potevano capitargli nemici molto più forti di lui durante una missione. Dunque, in che modo avrebbe potuto reggere anche solo per un minuto ?

    Semplice... con l'inganno !

    L'unico modo che avrebbe avuto per fronteggiare nemici più forti, era ingannarli, coglierli in fallo, in modo da sfruttare quel momento per agire. Tutto era lecito, dai colpi alle spalle ai tradimenti, tutto pur di sopravvive, quella era la vera, unica legge degli Shinobi. Forse, se sua madre non fosse stata così buona di cuore, non sarebbe morta durante una missione.
    Ma non era il momento dei ricordi, Eijiro stava affrontando il suo primo, vero scontro, e se avesse perso, molto probabilmente avrebbe perso anche la vita. Non che gli importasse di morire ad essere precisi, lui non temeva la morte... lui temeva di non poter diventare un vero, grande, inimitabile artista ! Quelle che si stavano sfidando ora, erano due volontà estremamente diverse: quella di Kusanagi, un criminale che probabilmente aveva passato tutta la vita a tentare di arricchirsi in ogni modo, senza pensare alle conseguenze, e quella di Eijiro, la volontà di un vero marionettista, quella di riscrivere ogni regola della propria arte per elevarla ad un livello superiore, che nessuno sarebbe più stato in grado di raggiungere. Queste due volontà così diverse, si stavano combattendo con fini a dir poco opposti, poiché Kusanagi voleva scappare a tutti i costi ed il più rapidamente possibile, mentre Eijiro voleva divertirsi col mukenin, per poi mutilarlo in modo da insegnargli un po' di educazione.
    Per il momento, il Genin si era limitato a parere le offensive ricevute, come soleva fare per studiare l'avversario. In oltre, era anche sicuro di poter reggere bene contro il mukenin, perché a lui premeva una vittoria rapida, che avrebbe inevitabilmente coinciso con una fuga rapida, mentre dal canto suo, Eijiro aveva tutto il tempo del mondo per divertirsi col suo avversario. D'altronde Kusanagi non era al livello di un Jhonin, non lo era nemmeno lontanamente, dunque poteva permettersi di contrastarlo con calma, in modo da sfruttare la sua fretta per sfinirlo e solo a quel punto passare ad una vera e propria offensiva. Nonostante la sua scaltrezza però, Eijiro aveva commesso l'errore di sottovalutare il proprio avversario: dall'inizio dell'incontro non aveva fatto altro che stuzzicarlo, sia a parole che con attacchi fiacchi, atti a sollecitare una sua reazione. Si può dire che piuttosto di averlo sottovaluto, il Genin aveva sopravvalutato i suoi stratagemmi difensivi, il che si sarebbe presto tradotto in un'inevitabile passo falso.
    Per continuare la sua strategia di sfinimento, l'Akasuna aveva effettuato un'attacco di basso livello, in modo da scatenare un'altra reazione e dunque di aggravare l'affaticamento del suo avversario. Aveva lanciato verso Kusanagi due Shuriken, sicuro che il criminale li avrebbe evitati per poi passare all'attacco, e difatti così fece, ma non nel modo in cui il giovane si aspettava. Lui credeva che il suo avversario avrebbe provato l'ennesimo attacco a distanza, che avrebbe potuto tranquillamente parare con Karasu, oppure Kusanagi avrebbe potuto osare un attacco ravvicinato, ma non avrebbe fatto altro che correre verso la cartabomba che Eijiro aveva precedentemente nascosto. Invece, appena gli Shuriken furono poco lontani da lui, Kusanagi compose rapidamente uno strano sigillo: dopo di ciò, una nuvoletta di fumo bianco gli apparve a fianco, ed una volta diradata, fu visibile una sua copia perfetta. Il ninja di Suna rimase temporaneamente interdetto, quelli non erano i sigilli della Bushin no jutsu, dunque non si trattava delle stesse copie illusorie che era in grado di generare... dunque cos'era ? Non ebbe il tempo di accertarlo, copia e creatore schivarono gli Shuriken spostandosi lateralmente: il vero Kusanagi si fermò a circa cinque metri di distanza, mentre la sua copia si gettò all'attacco dal fianco sinistro. Eijiro non riuscì a pensare a nessuna controffensiva efficace per ambedue gli avversari, sapeva solo di dover agire prontamente in quanto rischiava un attacco su due fronti. L'unica cosa che riuscì a fare, fu usare la mano sinistra per comporre parte del sigillo capra, con il quale avrebbe fatto esplodere la cartabomba nascosta, spazzando via la copia che gli si stava avvicinando, che fosse un'illusione o meno. Contemporaneamente, portò la mano destra davanti al porta Kunai sulla coscia destra, così da coprirlo; dentro c'erano i due Kunai che controllava con la Telecinesi dei Kunai, difatti, senza mai spostare la mano o il braccio che coprivano il contenitore, fece salire una delle due armi nella manica. Il Kunai si mosse velocemente levitando verso l'alto, come fosse dotato di vita propria, poi si nascose all'interno nella manica, tra il gomito ed il polso. Ora il Genin era pronto... o almeno così credeva.

    La copia si stava avvicinando molto velocemente, ormai si trovava a circa tre metri, Eijiro doveva subito far detonare la cartabomba !
    Tentò di portare rapidamente la mano destra verso la sinistra per completare il sigillo richiesto, ma ad un tratto, senza alcuna spiegazione plausibile, il suo avversario scomparve. Il giovane rimase del tutto spiazzato, la copia prima di svanire aveva portato indietro il braccio sinistro e sembrava in procinto di sfoderare una qualche mossa di Taijutsu che partisse con un pugno... che si fosse tratto solo di un'illusione ? Sfortunatamente per l'Akasuna, quella copia non era affatto frutto di un Genjutsu; riapparve sotto il Genin senza che si potesse accorgere di alcunché, mirando il suo petto con un poderoso calcio.
    Il colpo andò a segno, una fitta di dolore divampò nel petto del giovane sollevandolo da terra: il dolore era dilagato come vibrazioni su uno specchio d'acqua, ma il colpo non aveva causato nessuna seria lesione. In quella posizione sopraelevata, Eijiro era troppo esposto ad un secondo attacco, ma in quel momento non riusciva a pensare lucidamente, era stato colto di sorpresa e non aveva avuto il tempo di capire cosa fosse successo, sapeva solo che il colpo era partito dal basso, dunque agì di conseguenza. Le braccia gli pendevano verso il basso, così come le gambe, di certo non sarebbe stato in grado di comporre sigilli o afferrare armi... ma non ne aveva affatto bisogno. Il Kunai sotto l'effetto della telecinesi, quello che era stato nascosto nella manica, partì verso il basso, mirando al petto della copia minacciosamente, in quanto nonostante la velocità fosse ridotta a causa della telecinesi, l'effetto sorpresa e la scarsissima distanza ne aumentavano la pericolosità. L'attacco non aveva avuto alcun preavviso, ne le mani ne le braccia si erano mosse di un solo centimetro, il Kunai era partito con un semplice pensiero del suo controllore, con il chiaro intento di porre fine alla breve esistenza di quella copia.
    Eijiro cadde poco più indietro di dov'era stato colpito dopo aver lanciato il Kunai; finì con la schiena rivolta verso il suolo, si girò verso destra, in quanto il peso di Karasu l'aveva sbilanciato.
    Non aveva tempo per riflettere, fortunatamente il dolore era sopportabile, dunque riuscì a muoversi velocemente e senza essersi accertato che la copia fosse stata colpita, si mise in ginocchio, dando la schiena ai due Kusanagi in modo che Karasu potesse proteggerlo da un eventuale attacco. Prese due Kunai dal contenitore sulla coscia sinistra, l'unico rimasto nel porta Kunai sulla destra era ancora sotto l'effetto della telecinesi; estrasse contemporaneamente due cartebomba dalla tasca aggiuntiva sul petto e le attaccò alle bene e meglio sui Kunai. Si girò di scatto, lanciando le due armi verso il Kusanagi originale, anche se col precedente attacco non fosse riuscito ad eliminare la copia, di certo non avrebbe lasciato che l'originale venisse colpito. Difatti, il Genin fece in modo di lanciare i Kunai così da farli procedere ad un metro di distanza l'uno dall'altro: in realtà nessuna delle due armi mirava al corpo di Kusanagi, ma procedevano precisamente nella sua direzione. Appena anche solo uno dei due fosse riuscito ad avvicinarsi a circa un metro dal mukenin, Eijiro avrebbe attivato la detonazione componendo il sigillo capra. Ognuno dei due Kunai esplodendo poteva generare un'esplosione di ben due metri, ed essendo così vicini, se fossero giunti tutti e due nei pressi del bersaglio, avrebbero coperto una lunghezza notevole, sufficiente a rendere difficoltosa la fuga del criminale da ambedue i lati, senza contare che facendoli esplodere prima di aver raggiunto il bersaglio, il Genin sperava di creare un minimo di effetto sorpresa. Con soli cinque metri di distanza tra lui e Kusansgi, le possibilità di ferirlo così come di coglierlo di sorpresa aumentavano, anche perché le cartebomba sarebbero esplose dopo aver percorso solo quattro metri. Ora non restava che attendere pochi istanti, la danza dei due combattenti era partita lentamente, ma stava diventando sempre più frenetica... presto, Eijiro potrebbe decidere di usare la sua arte, l'arte del suo antico e potente clan. Nonostante il danno subito, il giovane, con un ginocchio sulla sabbia ed un piede ben poggiato al suolo pronto per scattare, sfoggiava uno strano sorriso. I suoi occhi brillavano di una luce sinistra, che raramente li animava, le sue labbra erano piegate in una smorfia piena di crudele compiacimento... e nella sua mente, una voce si era fatta più pressante.

    " Presto... sarà ora di danzare ! Eheheheh "


    Eijiro Akasuna
    Stato Fisico: Contusione lieve sul petto, abiti sporchi di sabbia.
    Stato mentale: Esaltato, estremamente compiaciuto.
    Statistiche: Genin Bianca, +25% precisione shuriken e kunai +25% abilità coi kunai nel corpo a corpo (perizia armi da lancio livello I), maggiore velocità nell'esecuzione delle tecniche (controllo del chakra livello I)
    Chakra: 70

    Tecniche utilizzate: //

    Mosse effettuate: •) Movimento telecinetico di un Kunai per nasconderlo in una manica
    •) Attacco col Kunai nascosto sfruttando la telecinesi dopo aver subito l'Alzata della foglia
    •) Rapida preparazione di due Kunai con cartabomba
    •) Attacco coi due Kunai rivolto al Kusansgi originale
     
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