Classe III°A

per Whisper Morfea Aphatia X

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    kage

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    Posta tu per prima, ti arriverà una lettera due giorni prima dell'inizio, ti preparerai e per le nove di mattina dovrai essere in classe. Il sensei non sarà ancora in aula.

    Cerca di essere il più descrittivo possibile, narra possibilmente in terza persona singolare e distingui con i colori tra 'parlato' 'pensato' 'narrato', descrivi l'arrivo della lettera e cosa fai prima di andare in accademia il giorno stesso.
    Buona fortuna. Cerca di postare più regolarmente possibile. Se non avete tempo scrivilo qui o manda un MP a me.
    Minimo primo post: 12 righe, Massimo: NULLO
    Ricordatevi che la promozione si baserà sulla bravura con cui posterai.

    -NO abbreviazioni;
    -NO post di poche righe
     
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    Dream è l'anagramma di Merda.

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    Narrato - Parlato - Parlato Mentale - Morfea - Altrui



    Beh, voi come comincereste questa avventura? Seduti a bere un buon latte? A mangiare? A leggere? Oppure la iniziate pigri sul divano? Beh, buon per voi, perchè.. IO LA INIZIO VOMITANDO! Eh già, i virus intestinali colpiscono ancora. La fortuna vuole che durano per 2 soli giorni. Almeno quello..
    - Mamma mia, non hai classe neanche quando vomiti. Che tristezza. -
    Mi rialzo dalla testa da sopra il cesso e prendo un grosso respiro, inclinando la testa per guardare Morfea. Si guarda le unghie perfette, mentre con l'altra gioca con una ciocca di capelli. Fa finta di stare appoggiata con la schiena sul mobile del bagno, come una diva della scuola in preda alle sue crisi adolescenziali.
    - .. scusa se non mi arrampico sulla parete e vomito a testa all'ingiù. -
    E il campanello suona, facendo saltare in aria entrambe.
    - ... -
    - ... -
    ...
    Mi verrebbe da dire "Vai tu, Morfea", ma poi mi ricordo che è solo frutto della mia immaginazione. O almeno così dicono le persone. Quanto sono idioti.
    Sospiro e mi alzo, tremando appena per la piccola debolezza e guardo male Morfea che, con tutta tranquillità, si mette a fischiettare allegra.
    Un altro colpo di campanello.
    - Cavolo.. -
    Un sussurro appena accennato, mentre esasperata chiudo gli occhi, alzando poi una mano in direzione della porta, gesticolando.
    - Arrivo! Un attimo! -
    A piedi scalzi esco dal bagno, sentendolo caldo. Ormai il tempo è questo, se trovi un angolo fresco in casa vuol dire che hai la benedizione di qualcuno. E dico sul serio. Fa caldo. Sospiro di nuovo, asciugandomi con un braccio il sudore dalla fronte e attraverso la stanza in penombra. Le persiane sono chiuse proprio per dare alla casa un leggero frescolino, anche se non fa molto..
    Ed ecco un altro dlin dlon. Mi ha leggermente stancato..
    - Eccomi eccomi. -
    - Non ti esasperare, susu! -
    E ridacchia. Quella ridacchia. Io ho delle occhiaie da paura, voglia zero di vedere le persone e quella ridacchia. Non riuscirà mai a capirla in pieno.
    Poggio la mano sopra la maniglia e la tiro giù, tirando verso di me la porta. Faccio capolino con la testa e mi ritrovo un vecchio. Si. Un vecchio! Alzo un sopracciglio e lo guardo un momento dalla testa ai piedi. Beh, è più vestito di me, visto che porto solo pantaloncini di stoffa e maglietta a filo. Lui invece sembra il classico postino con la divisa blu, di quelli di altri tempi ormai.
    - Posso esserle utile? -
    ...
    Sospiro.
    - POSSO ESSERLE UTILE? -
    E sembra svegliarsi, infatti ritira il dito ossuto dal campanello.
    - Oh si, signorina. Dovrei consegnarle una lettera! -
    Ha la voce roca, di quelle che si sente anche solo dall'alito che hanno fumato troppo. Ma nonostante ciò è squillante e i pochi denti che ha, marci, lo rendono simpatico. Gli sorrido e annuisco appena, senza parlare. Non mi va proprio di sgolarmi.
    - Che simpatico.. è senza denti, hai visto? -
    E rieccola! Roteo gli occhi in su quando il nonnetto si piega un momento per cercare la cartellina da dover firmare. Non ricordavo proprio che si dovesse mettere una firma per prendere una lettera, ma non credo servirebbe parlare con un tizio del genere. Si alza, la lettera già nell'altra mano da prima e me la porge insieme alla cartellina con un foglio e una penna. Ha le braccia tremanti.. che dolce. Mi chiedo perchè non va in pensione. Prendo il tutto e lo guardo un momento negli occhi, guardando il suo volto, abbassandolo subito verso ciò che ho preso (ormai mi sono sporta del tutto oltre la porta): si stava umettando le labbra con la lingua. Praticamente mi ha distrutto l'immagine del vecchietto carino e simpatico e Morfea è della stessa opinione. Infatti sta tremando tutta facendo versi strani..
    Poggio la cartellina sopra la porta, firmo velocemente dove c'è scritto il mio nome e rendo tutto, chiudendo la porta alle mie spalle e lasciando fuori il nonnetto con la bava che gli esce dalla bocca.
    Mi appoggio con la schiena alla porta e mi sventolo con la lettera bianca.
    - Gli piacevi, tsè. Disgustoso. -
    - Non pensi che lo fanno tutti i vecchietti? Era quasi del tutto senza denti, è normale. -
    Lo dico sospirando andando ad aprire lentamente la lettera. Cerco di rompere giusto un angolino, per provare a scollarlo e tirare fuori il foglio, mentre la nostra albina preferita si mette a fare gesti strani, rabbrividendo ancora.
    Tengo la busta tra il medio e l'anulare sinistro e comincio a leggere piano piano, scandendo nella mia mente ogni singola lettera stampata sul foglio.
    La mia espressione cambia, diventa seria, sgrano appena gli occhi e sbatto più volte le palpebre. Io...
    - .. Whisper? Tutto ok? -
    - .. sono stata accettata all'Accademia.. -

    Il giorno dell'Inizio



    I momenti seguenti sono stati molto euforici, peccato per il fatto del virus, ma ormai dovrei essere guarita. .. dovrei. Massì dai.
    - Sbrigatiiiiii! Il ritardo non è accettato! Sei una ragazza, cavolo! -
    Annuisco, cercando di non distruggermi i nastri che mi stanno tenendo i capelli in due enormi code laterali, sotto le orecchie.
    - Sisi, ho fatto! Tranquilla! -
    Pensa solo alla sua figura da cesso in putrefazione, che a me. Ecco perchè vuole che mi sbrigo! Non posso farci niente comunque, è lei la capa!
    - MUOVITI! -
    - HO FATTO! -
    Cavolo.
    Scrollo le spalle, ultima sistemata e mi precipito a prendere la borsa a tracolla, uscendo di fretta e furia da questa casa in completo disordine. Mi fa fatica pulire da sola, specialmente quando in giro trovo un'altra figura che, ovviamente, non può fare nulla.
    Comincio a correre, pestando qualche piccolo fiore troppo ardito. Morfea, ovviamente con me in corsa. Il sole già picchia alto in cielo, ma almeno il vento fresco mattutino si fa sentire ed è solo una gioia. L'odore di pane, che in inverno è quasi sempre presente, non si sente più da qualche ora. Mi piace sentire odori buoni e caldi, mi rilassano incredibilmente.
    Svolto a destra. Svolto a sinistra. Proseguo dritto ed eccola, l'Accademia. Per strada ho travolto qualche passante con delle spallate, ma roba di poco conto alla fine. Qualche insulto in più non fa mai male, alla fine. Rinforza il carattere e.. almeno posso sentire Morfea che urla al posto mio. Una corsa senza qualcuno che urla, non è una corsa. Freno, di colpo, di fronte all'ingresso, sbilanciandomi in avanti con il busto. Muovo le braccia in circolo, cercando di ritrovare l'equilibrio e mi piego veloce sulle ginocchia, prendendo forti respiri e cercando di non farmi venire un gran mal di testa. Morfea sbuffa, per niente affannata, smuovendo la sua lunga chioma. Io, invece, ho i capelli appiccicati sul collo, sulle braccia. Ho una maglia a maniche corte, con qualche filamento dietro, come un piccolo corpetto. Il fatto strano è che non lo è! La trovai in un negozietto... si, avete ragione, non è il momento. Poi, essendo stata male, preferisco non metterli per il momento. Pantaloncini leggermente sfilacciati nei contorni delle gambe, leggermente coperti dalla maglia. Ai polsi i miei bracciali neri, borchiati con sferette tonde e via, di nuovo in piedi. Scarpe normali, adatte all'occasione.
    Morfea mi fa segno di entrare, con sguardo esasperato e io annuisco, decisa e nervosa. Sono un controsenso. Prendo un grosso respiro, guardo l'edificio e alla fine entro piano piano. Alla fine mancano 10 minuti all'orario di inizio lezione, quindi ho tutto il tempo di trovare la classe con calma. Guardo un po' l'interno, il colore, le mura, le persone che viaggiano e che mi scansano.. ogni tanto mi beccano, ma ricevo uno scusa. Beh, almeno sono educati..
    Annuisco, piegando leggermente la testa e alzando un sopracciglio in segno di ovvietà, andando poi a guardare la mappa della struttura. Silenziosa, cerco la mia aula, mentre Morfea sposta il suo peso da una parte all'altra dei piedi, impaziente. Alla fine trovo l'aula, mentre un signore parla a gran voce con altri signori e, indicando la mia destinazione, mi muovo per trovare la direzione. E beh, cosa volete che faccia? Mi incammino. Le mani iniziano a sudare, mi sento nervosa. Aspetto questo momento da tanto e ora che è giunto... come mi comporterò? Cosa farò?
    - Cavolo, già in paranoia? Sarà una cosa normalissima, vedrai. -
    Sorrido, guardandola un momento.
    - Lo spero.. -
    Sussurro appena e quando trovo l'aula prendo un grosso respiro. Spingo la porta e faccio capolino con la testa.
    - Si bussa. -
    Salto per aria e mi volto verso Morfea, guardandola male. Ma in effetti ha ragione.. non ho bussato.
    - Ehm... -
    La fulmino con lo sguardo, per poi tornare a guardare la classe.
    - .. scusa... mh? Non c'è nessuno. -
    Sbatto un paio di volte le palpebre e Morfea sbuca da dietro di me, anche lei perplessa. Tiro su con il naso ed entro, guardando un po' a giro.
    - C'è nessuno? -
    ... Nessuna risposta. Esco fuori di nuovo, controllando l'aula. Beh.. è giusta...
    Alzo un sopracciglio, faccio spallucce e mi dirigo verso il primo banco di fronte alla cattedra, togliendomi nel frattempo la borsa a tracolla. La metto sopra il banco e mi siedo, accavallando le gambe e mettendomi composta. Morfea, ovviamente, sopra il banco accanto al mio. Gambe incrociate.
    - Secondo me arriverà una gran bella donna! -
    ...
    - Finiscila. -
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    Light cammina tranquillamente lungo i corridoi bianchi dell' accademia, è vistosamente in ritardo ma non sembra importargli molto, anzi. Non è mai entusiasta quando è chiamato a svolgere il ruolo di Sensei, non perchè non vuole insegnare, questo gli piace anche, è il numero di ragazzi incapaci e urlanti che si sarebbe trovato davanti a fargli passare completamente la voglia. Fosse per lui, farebbe lezioni solo a piccoli gruppi, 3/4 persone al massimo. Infondo lo sanno bene i suoi colleghi, odia il caos e il frastuono. Sono pure sempre ordini dell' Hokage e, al momento, non gli è permesso disobbedire.
    Occhi quasi serrati, lacrimuccia di chi si è appena svegliato e ampio sbadiglio a confermare il tutto. Si ferma in segreteria per recuperare il registro delle presenze. Ha quasi timore nel guardare il numero di studenti che si sarebbe trovato davanti, sbircia da un angolino ma lo richiude subito. Non ce la fa. Riprende la sua camminata nonostante non vedesse l' ora di finire quella lunga lezione e tornare nella tranquillità del suo giardino.

    Apre un occhio, non che gli serva per capire cosa sta succedendo intorno a lui. Marmocchi, come lui in ritardo, si stanno involando in una sfrenata corsa contro il tempo per arrivare in classe, sperando di non ricevere rimproveri dall' insegnante di turno. Altro motivo per cui non ci pensa minimamente ad arrivare puntuale, sarebbe costretto a sgridare tutti i ritardatari, non che la cosa serva a molto, almeno secondo lui.

    E' arrivato, ultimo lungo respiro con sbuffo finale. La mano va a sistemare i capelli ancora schiacciati dal cuscino, meglio non dare l' impressione svogliata di chi non ha assolutamente voglia. Chiude gli occhi quasi a godersi gli ultimi istanti di silenzio. Apre la porta. Schiena dritta e sguardo fisso, registro in mano. Poteva quasi avere la parvenza di persona seria. Pantaloni lunghi neri, stesso colore per la maglia. O meglio sarebbe stata nera se non si fosse dimenticato di mettersela addosso. Il caldo aveva vinto e pur di cercare di mantenere la temperatura corporea aveva preferito mettersi meno indumenti possibili. Al momento si trova solamente il giacchetto verde distintivo dei Jonin, leggermente aperto. Il coprifronte legato al braccio destro attraverso un sottile tessuto nero. Raggiunge la cattedra dando una veloce occhiata alla classe, 30/32 tra ragazzi e ragazze sparpagliati. Si dispongono tutti ai loro posti, alcuni solo dopo l' imbeccata di un proprio compagno, troppo impegnati in discussioni per rendersi conto del suo ingresso.
    La mano si appoggia sulla sedia e la sposta, si adagia comodamente su di essa ed appoggia il registro sul chiaro legno della cattedra. Inizia a fare l' appello, non prima di avere dato le prime indicazioni. Il freddo sguardo scruta gli alunni mentre le parole escono calme dalle sue labbra. - "Piacere, sono Light Nara, Jonin del Villaggio della Foglia. Per qualche tempo sarò il vostro Sensei." si interrompe per un instante, - "Ora vi chiamerò uno alla volta, presentatevi e motivate la vostra scelta di intraprendere questa carriera."
     
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    Il rumore di passi nel corridoio, ormai, è quasi diventato monotono. Mi sembra di stare qui da ore, giorni, mesi.. oddio, forse sto un po' esagerando, però è così. Mi sento invecchiata tutta d'un colpo, anche perchè sono sola qua dentro, tralasciando la presenza di Morfea. Stranamente se ne sta zitta a guardarsi le doppie punte e ogni tanto le butto un occhio per guardarla. Mi fa paura e lei lo sa, lo sa bene. Allungo le braccia e mi distendo praticamente sul tavolo, poggiandoci la fronte. Quanta attesa...
    ...
    - E questo chi sarebbe? Cavolo! Proprio qui si doveva mettere? -
    - ... che c'è Morf.... ah. Salve. -
    Alzo piano piano la testa e guardo il banco dove, poco prima, c'era lei seduta sopra. Infatti adesso c'è un tizio. O tizia. Non riesco a capirlo. Alzo un sopracciglio e provo a guardargli il petto. .. seno piano o inesistente.
    - Non provarci nemmeno ad abbassare lo sguardo. -
    Divento rossa e mi rimetto composta, tossicchiando. In effetti non so nemmeno se mi ha sentito.. ma fatto sta che c'è un gran baccano, visto che la classe, pian piano, inizia a riempirsi. E questo mi fa scendere il morale a terra. Odio stare in una classe piena di studenti! ... non riuscirei a parlare..
    - Se vuoi parlo io. -
    - ... non scherzare. Te ti do libertà, sono sicura che andrà a finire male. -
    Scuoto la testa e la guardo male, cominciando a non aprire bocca. Non voglio sembrare pazza il primo giorno e maniaca ancora meno! Ma comunque, non c'è molto da dire. Le persone entrano, escono, vestite a modo loro..
    E boh, poi arriva un fig... ehm.. uno. La classe è tipo strapiena e Morfea gli gira attorno piangendo. Voleva la donna, è comprensibile e io sotto i baffi ridacchio. Le sta bene, carogna!
    - Piacere, sono Light Nara, Jonin del Villaggio della Foglia. Per qualche tempo sarò il vostro Sensei. -
    - IOSONOMORFEAPIACERE! -
    E l'albina comincia a fare inchini invisibili. Non so mai se sia un bene averla con me o no, fatto sta che non ho mai visto una persona che vede la propria doppia personalità. Cioè, mi informo io, sapete? E ormai ho accettato questa cosa, solo che non capisco se sono io strana o gli altri troppo normali. Non dovrebbe essere solo una vocina?
    Comunque, mi metto seria ed annuisco al Sensei.
    - Ora vi chiamerò uno alla volta, presentatevi e motivate la vostra scelta di intraprendere questa carriera. -
    ... e qua crolla l'asino. Devo dire per forza "Per trovare il mio passato, blabla"? Morfea mi guarda sogghigna, so già cosa pensa: vorrebbe che dicessi che sono pronta a diventare forte per servire la grande Dea Morfea. Ma anche no, ma va beh.
    Sospiro appena, silenziosa e abbasso gli occhi sul banco. Mi tremano le mani, sudo freddo. Tanto bene non sto. Roteo gli occhi sul vetro della finestra e guardo il cielo. Ma non potevo nascere animale? ... no. Ancora peggio, così sarei morta per mano di qualche cacciatore o kunai volante. Meglio di no. Deglutisco, mi tocco un attimo il collo e prendo un piccolo respiro, sperando che siano gli altri a parlare per primi. .... e poi ricordo che ho Aphatia X come cognome. Si, certo. Ultima. Dove?
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    Seguo seppur senza un particolare interesse le motivazioni che li spingono ad intraprendere quella tortuosa strada. Quindi, ne traccio i profili psicologici. Una ragazza in primo banco non parla, non insisto nel chiedere spiegazioni, le informazioni base sul carattere si possono capire.


    Il sensei riflette un attimo su come portare avanti la lezione, gettando a sua volta lo sguardo sul muro bianco. Decide di optare per una brevissima introduzione generale, per passare così subito dopo al chakra. Non avrebbe posto quesiti ne verifiche scritte, in fondo queste sono nozioni che l'allievo non è tenuto a conoscere. Certi studenti imparano a memoria pile di libri sull'argomento solo per vomitargli addosso infinite e noiose spiegazioni; si tratta degli stessi che, durante le esercitazioni pratiche, fallivano clamorosamente.
    Il suo sguardo si sposta nuovamente sulla classe, gli studenti sono tutti seduti attenti a ciò che avrebbe spiegato.
    - Il chakra - inizia, così la spiegazione delle basi ninja - è l'energia fondamentale che scorre all'interno del nostro corpo. Essenzialmente, è un misto fra l'energia presente in ogni cellula e l'energia spirituale acquistata con l'esercizio e l'esperienza. Scorre liberamente nel nostro corpo, e la maggior parte degli esseri umani non è in grado di gestirlo. Come ninja, dovrai imparare invece a controllarlo a tuo piacimento, sia per rafforzare i tuoi muscoli, sia per eseguire Tecniche, impastandolo e rilasciandolo.
    Fa una piccola pausa, in modo che la spiegazione si imprima nella mente degli studenti. Probabilmente per loro questo è un concetto nuovo, ma ben presto avrebbero preso confidenza.
    - Questa è solo un accenno delle grandi proprietà del chakra. Sappiate, tuttavia, che il chakra è presente in ogni persona in una quantità limitata e ben definita, terminata la quale si trova la morte. Non solo: man mano che la vostra riserva di chakra diminuisce, la stanchezza fisica aumenta, finchè sarete pressochè impossibilitati a muovervi.
    Il sensei si alza e si dirige verso l' uscita dell' aula per immettersi nel lungo corridoio - "Ora vi farò vedere alcuni impieghi dal chakra in maniera pratica", svolta a destra passando di fronte a una fila di aule. Quindi, raggiunge una grossa porta a vetri che da sul cortile. La apre e fa cenno ai ragazzi di uscire all' aria aperta.
    - Dopo di te. frase rivolta alla ragazza del primo banco, prova a farla sentire a suo agio, chissà forse è solo timida.
    Il cortile è un ampio spiazzo di terra creato appositamente per ogni esigenza degli insegnanti. C'è un piccolo lago, nel centro, qualche albero sulla destra, sulla sinistra manichini per l'addestramento nel Taijutsu e infine diversi bersagli dalla parte opposta all'ingresso. Il sensei si dirige verso il laghetto - uno specchio d'acqua dal diametro di sei metri e profondo un metro circa - continuando a parlare.
    - La maggior parte delle cose che vi interessano sapere sul chakra le imparerete con le esercitazioni pratiche. Scordatevi noiose lezioni e verifiche scritte, perchè mi annoiano troppo. Preferisco farvi passare subito a questo.
    Pronuncia l'ultima parola proprio come se fosse scritta in corsivo, indicando con l'indice della mano sinistra i suoi piedi. Mentre sta completando le ultime spiegazioni, infatti, con disinvoltura inizia a camminare sull'acqua. Il peso del suo corpo non l'ha fatto sprofondare, incredibilmente, ed anzi egli se ne sta nel mezzo della pozza come se si trovasse sulla terra ferma.
    - Ora vi potrà sembrare assurdo, ma gli shinobi sanno fare molto peggio. Essenzialmente, dovete concentrare il chakra dirigendolo verso i piedi, e qui formare una patina che vi permetterà di rendere solida e compatta l'acqua sottostante, permettendovi di non cadervi all'interno. Detto così è un po' difficile, me ne rendo conto... Per facilitarti le cose, cercate di visualizzare dentro di voi il flusso del chakra, chiudendo gli occhi. Immaginate che il vostro centro si trovi all'altezza dell'ombelico e dirigiate le energie verso gli arti inferiori. Una volta fatto questo, provate a pensare di concentrarne parte a livello delle scarpe, come una seconda suola. Dovete riuscire a equilibrare il peso del corpo con la densità dell'acqua sottostante: se mettete troppo chakra o ne usate troppo poco vi farete un bel tuffo.
    Cerca di essere il più esaustivo possibile. Ha addestrato parecchi studenti fino ad ora, e quello era il modo più semplice per riuscire a farle completare l'esercizio. Certo, saranno richiesti più tentativi, ma in qualche giorno sarebbe stato spontaneo come camminare. Inoltre, tramite le ripetute prove, la loro riserva di energie sarebbe calata, insegnando anche l'affaticamento che ciò portava. Si posizionarono su diverse file, 3 ragazzi avrebbero tentato simultaneamente l' esercizio fino al completamento per tutti del primo e secondo tentativo.


    CITAZIONE
    Provaci due volte senza riuscirci, in entrambi i casi cadrai nel lago. A te!
     
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    ....
    - Non avevi capito che dovevi parlare? Ma che idiota.. -
    - Se è per questo non mi hai detto niente neanche tu, quindi sei nella mia stessa barca, cara. -
    - ... Porta rispetto. Tsè. -
    Fa un gesto strano con le mani, mentre io concentro un momento l'attenzione su di noi. Cavolo. Non capisco perchè io sia così tarda a capire, eppure non ci vuole un genio, no? Capire. Captare i segnali. Dovrei essere meccanica, almeno Morfea avrebbe meno colpe da darmi. Sbuffa, dondolando appena.
    Sospiro anche io, visibilmente dispiaciuta per l'accaduto. Va beh, rimedierò appena ne avrò l'occasione. Infondo la spiegazione è già iniziata, non mi sembra opportuno prendere e fermare tutto per un mio capriccio, no? Quindi, ascoltando le parole del Sensei, prendo un quaderno da dentro la borsa a tracolla e una penna. Lo apro e comincio a prendere appunti. Lo so che tutto andrà molto sulla pratica, che basta ascoltare, ma un po' di sano studio fa bene e le cose rimangono ben impresse nella mente in questo modo, cosa che non capisce Morfea.
    - Hai la stanza piena di fogli e libri. Ne vuoi mettere ancora di più a giro? -
    Per un momento mi fermo. In effetti ha ragione, ho la casa ancora sottosopra con i libri sparsi in giro... ma qualche studio in più non farà male. Faccio gli occhi dolci a Morfea e quella si scioglie, semplice. Ecco il trucchetto per evitare una sottomissione anche su questo campo. Anche perchè è l'unico trucchetto per adesso, ma va beh.
    Parole parole parole, alla fine c'è solo quello e io continuo con il mio appuntaccio. Sinceramente non so se sono l'unica o no, non mi importa nemmeno. Alla fine devo pensare a me stessa anche, no?
    - Ora vi farò vedere alcuni impieghi dal chakra in maniera pratica. -
    Alzo di scatto la testa da sopra il quaderno, notando subito il facepalm da parte di Morfea. Tutti si alzano... tranne me. Sempre tranne me. La mia vita sta diventando un tranne me. Che brutta cosa..
    Mi alzo di fretta e furia, facendo cadere anche la penna che, ovviamente rimane lì. Devo raggiungere il gruppo alla svelta, la raccoglierò dopo. Così svolto a destra, cercando di avere un passo veloce. Ogni tanto guardo dentro le aule, quelle con le porte aperte e, mentre Morfea mi guarda (sento il suo sguardo sulle spalle), mi ritrovo praticamente in cima al gruppo. E quando me ne accorgo sgrano gli occhi, come risvegliandomi da un sogno. Effettivamente stavo pensando un po' a come è stare in una classe quando hai un grado alto, quando sei un ninja come il Sensei della mia classe. Sarà una noia? Una gioia? Domande che non penso avranno mai risposta.
    - Dopo di te. -
    Alzo la testa verso il Sensei. Eh già.. parla proprio a me. Sbatto un paio di volte le lunghe ciglia, rimanendo a fissarlo per bene e poi annuisco. Beh, essere dei gentiluomini fa sempre bene. Sorrido e muovo qualche passo, uscendo così all'aria aperta. Aria che mi sputa in faccia, praticamente, e io mi ritrovo con delle ciocche di fronte al viso mosse dal vento. Non c'è bisogno che io descriva lo spazio in cui siamo, alla fine è il classico giardinetto usato per le Accademie, quindi niente di eccezionale o cose così. Se ci fosse stato un piccolo bar, allora si, era un altro discorso.
    Muovo altri passetti, seguendo qualche ragazza e mi metto in modo da non dar fastidio agli altri studenti, ascoltando di nuovo il Sensei.
    - Maledetta me.. dovevo portarmi il quaderno. -
    - ... no. -
    Roteo appena gli occhi e torno a guardare, silenziosa, colui che sta parlando. Anzi, spiegando, perchè le parole che dice servono, non sono dette tanto per fare qualcosa. E quando si indica i piedi, io glieli guardo.
    - Sembri feticista. Alza lo sguardo. -
    ...
    - Che ti venisse mal di pancia. -
    ... dimentico che non può avere niente. Tsè. Sbuffo appena, mentre quella ride di gusto. Ridi ridi, che un giorno avrò la mia vendetta. Sperando e pregando vivacemente.
    Il Sensei comincia a camminare e io rimango fissa a guardarlo, per poi fare due passetti in avanti, aggrottando la fronte, quando comincia a camminare sull'acqua. Schiudo leggermente le labbra, sgrano gli occhi. Certo, chi non sa che un ninja può camminare sull'acqua? Sui libri di testo dovrebbe esserci scritto, ma vederlo dal vivo ha un effetto diverso. Un po' come vedere un ragno, che in foto non ti fa venire la voglia di urlare spaventata, mentre dal vivo svieni semplicemente. Continua la spiegazione e io rimango a guardarlo, piegando leggermente la testa verso sinistra. Ci riuscirò anche io? Si? No? Diciamo pure un bel forse. Alla fine sono qui per imparare e prima o poi ci devo riuscire.
    Una cosa che noto, nella parlata del Sensei, è che passa da un "Tu" ad un "Voi" e mi fa sorridere in maniera simpatica. Annuisco, comunque, alle sue parole e istintivamente porto una mano all'altezza dell'ombellico. Mi tocco la pancia e chiudo gli occhi, respirando a fondo.
    - Toccarla non serve... però se vuoi ti aiuto... -
    - No. -
    Altro profondo respiro e guardo un momento gli altri. Osservo un po' come svolgono il tutto e quando arriva il mio turno... faccio come quelli scemi che si credono chissà chi. Mi posiziono lontano, in modo da prendere una grossa rincorsa. Deglutisco un attimo e guardo il laghetto. Il respiro è grande, grosso, pieno. Chiudo gli occhi e mi concentro, cercando di non fare caso alla figura di Morfea che mi saltella intorno con un LALALA grande come una casa. Mi umetto le labbra e provo a cercare il chakra dentro di me. Altezza ombelico.
    - Tanto fallisci! Tanto fallisci! -
    Mi mordo il labbro e quando penso di aver fatto confluire le energie agli arti inferiori, prendo e comincio a correre spedita... alzo un piede, il destro e...
    ...
    Mi ritrovo in acqua diretta, come un bel tuffo. Atterrata di faccia, ovviamente. Per fortuna l'acqua non mi è entrata subito nel naso.. Mi ritrovo a sguazzare un momento, finendoci dentro completamente, visto che un piede era rimasto fuori e mi giro là dentro, per poi prendere e tornare a riva, tossendo appena per l'acqua bevuta.
    - Te l'ho detto! -
    Mi mordo forte il labbro, rimettendomi in piedi. Guardo per terra. La vergogna, la delusione..
    Sono fradicia, bagnata. I capelli sono appiccicati sulla fronte, sul collo.. provo a toglierli, ma riesco solo vagamente. Mi volto verso il Sensei.
    - .. mi scusi, sono stata distratta. Riprovo immediatamente. -
    Mi lecco le labbra bagnate, tenendomi a testa bassa e, invece di andare lontano, rimango abbastanza vicina. Mi tocco un braccio, mi fa leggermente male. L'ho strusciato non so dove.
    - Se non riesci a rimanere concentrata, come pensi di diventare una ninja? -
    Deglutisco e chiudo gli occhi, concentrandomi di nuovo. Mi estraneo. Morfea parla, punzecchia e si, un po' mi da noia. Sapete perchè prima ho fallito? Perchè non avevo fatto fluire per niente il chakra. Niente di niente. Troppo preoccupata di ciò che diceva Morfea. Ma adesso devo riprovarci.
    Provo a sentire il chakra all'altezza dell'ombelico. Vorticoso, bello.. caldo. Provo a farne fluire poco, o almeno quanto secondo me basta, sulle gambe e giù.. giù.. fino ai piedi. Sotto la pianta. Prendo un grosso respiro e riapro gli occhi. Di fronte a me Morfea silenziosa, mi guarda stranita. Si scosta, quando io comincio a muovere i passi. Sembro decisa, ferma e appena arrivo al laghetto, provo a poggiarci il piede. Poggiarci è parola grossa, perchè si, ci metto il piede, ma appena provo a saltare ci finisco dentro. Braccia in su e finisco cullata fra le onde. Strizzo gli occhi, sott'acqua e quando riemergo sputo dell'acqua, rimanendo un pochetto ammollo. Mi volto verso il professore, non alzandomi per via della maglia troppo appiccicata addosso e mi scosto i capelli dal volto.
    - .. Non capisco.. eppure ho fatto fluire il chakra quel che mi sembrava fosse abbastanza... -
    Morfea sta zitta.
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    kage

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    Non badare a cambi di persona nei post, sono vecchi post che sto usando, qualcosa mi è sfuggito :già:



    Controllava ogni loro minimo movimento, anche il più piccolo, persino le singole smorfie del viso. Sta completando il loro profilo psicologico, deve capire se i ragazzi che ha davanti sarebbero diventati qualcuno o come molti sarebbero rimasti nell' anonimato.
    "Ritentate, così non ci siamo ancora. Non avete concentrato correttamente il chakra nei piedi. Come vi ho detto prima, dovete lasciarlo fluire, in giusta quantità, fino agli arti inferiori, in modo che crei una patina compatta sotto le suole delle scarpe. La concentrazione è fondamentale.
    Avanti riprovate."


    CITAZIONE
    Ora ci riesci
     
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    Dream è l'anagramma di Merda.

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    Narrato - Parlato - Parlato Mentale - Morfea - Altrui



    Annuisco ed esco dall'acqua. Ormai ho pelle, non ho abiti e Morfea mi guarda. Io tiro su con il naso, sentendo un paio di brividi per via del vento che, al momento, sento freddo. Sorride.
    - Sei bellissima. -
    Mi volto a guardarla per un momento e abbasso lo sguardo.
    - Non è il momento, Morfea.. Ho fallito di nuovo. -
    Mi volto, guardando gli altri e cercando di togliermi l'acqua dalla punta del naso.
    Lei si muove, la sento. Si avvicina e poggia il mento sopra la mia spalla.
    - Invece hai fatto un ottimo lavoro. Sei riuscita a concentrarti, ma hai messo poco chakra. Ritenta. Mettine di più. La quantità giusta. Ultimo consiglio.. vedi il moto dell'acqua? Cerca di non andargli ad onda, ma infrangi.. Prova. -
    Preme un po' con il mento e si allontana. Io guardo le piccole striature causate dal vento. Manco si possono definire onde.
    Ripenso a ciò che ha fatto Morfea. Alla fine lo ha fatto per me...
    Mi stringo nelle spalle, sorrido appena e mi rivolto verso di lei. Per le persone è come se guardassi il vento, l'aria, il nulla, ma in realtà sto guardando i suoi occhi. Quegli occhi uguali ai miei, solo un po' più accesi.
    Muovo appena le labbra per un "Grazie" silenzioso e poi annuisco decisa, guardando il laghetto. Si, posso farcela. Mi rimetto dove ero prima e comincio a concentrarmi. Sento di nuovo il chakra, vortica. E' bello, è caldo, è piacevole. Mi piace sentirlo... alla fine penso che mi metterò a meditare spesso, da adesso in poi. Sorrido nel farlo, sicura di me. Sicura di potercela fare. Faccio fluire più chakra di prima verso le gambe, fino a finire direttamente alla pianta dei piedi. Comincio a camminare verso l'acqua, riaprendo gli occhi e, rimanendo sempre sorridente, ci poggio un piede. Mi sento strana, ma alla fine è come se trovassi un muro.. ed è fantastico. Bene, ora l'altro piede.
    Alzo il sinistro e lo poggio piano piano, prima il tallone e poi la punta e rimango in piedi, così. Mi guardo i piedi, non ancora convinta e muovo qualche passo in avanti per poi girarmi verso il Sensei, piano piano e con attenzione.
    - ... ce... ce... -
    Alzo lo sguardo verso di lui e sorrido felice.
    - Ce l'ho fatta! -
    Piego leggermente la testa, contenta del risultato.
    - Hai visto? Lo dicevo io.. -
    Ed ecco Morfea vicino a me. Siamo uno specchio diverso sopra dell'acqua riflettente. Mi volto verso di lei e sorrido. Lo so, sembrerò strana, ma non riesco ad ignorarla. Non so cosa farei senza di lei.. e lei lo sa.
    Vorrei saltare felice, ma preferisco rimanere ferma dove sono.
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